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giovedì 9 dicembre 2010

I funghi della Sila, una risorsa da rivalutare con oltre 3000 varieta'.

Si stima che sull'Altopiano silano siano presenti più di 3.000 specie di funghi senza tenere conto di quelle microscopiche. Il clima temperato delle stagioni estiva ed autunnale, la presenza dei laghi che creano una certa umidità e gli immensi boschi di pino, faggio e castagno, favoriscono la crescita dei funghi tanto che, la Calabria, viene considerata come la prima regione italiana nella esportazione dei porcini.
Ultimamente sono nate molte aziende di trasformazione, in genere a conduzione familiare, che commercializzano i porcini secchi e sott'olio e altre specie fungine come i rositi (Lactarius deliziosus). La domanda di funghi silani è, comunque, così alta che alcune aziende sono costrette ad importare funghi porcini da altri paesi del mondo come Sud Africa, Tunisia e Slovenia.
Veniamo, adesso, a descrivere le specie fungine più note e più diffuse in Sila citando tra virgolette la loro denominazione dialettale.
Il porcino è il fungo più ricercato in Sila. Viene consumato essiccato o sott'olio. E' presente sull' Altopiano nelle sue tre specie: Boletus edulis, Boletus aereus e Boletus pinophilus. Il Boletus aereus si trova principalmente nei boschi di castagno e di quercia e si presenta con un cappello di colore marrone ed una polpa profumata di colore bianco. Il Boletus pinophilus differisce dal precedente per il colore rosso granata del suo cappello. E' sicuramente il migliore delle tre specie di porcino e cresce nelle pinete e nelle faggete.
Il Lactarius deliciosus, detto volgarmente "rosito" per il suo colore rosa-arancione, è uno dei funghi più noti e ricercati in Sila. Diffusissimo, cresce esclusivamente nei boschi di conifere. Classificato "buon commestibile" si può consumare fresco o conservato sott'olio.
Il Suillus luteus chiamato "vavuso" per la "bava" viscida che ricopre la cuticola del suo cappello è della famiglia dei porcini anche se non raggiunge il livello qualitativo delle tre specie di Boletus già viste. Diffusissimo in Sila, si trova ovunque dopo le piogge autunnali. E' classificato "buon commestibile" anche se spesso non viene raccolto da chi cerca le specie più prelibate. Si consuma fresco o sott'olio dopo aver tolto la cuticola che dà il colore marrone scuro al cappello e la parte spugnosa sottostante.

Brano tradizionale dei briganti della Sila Calabrese "Brigante se more"

 Brigante se more....
(Antica canzone Calabrese)

Amu pusatu chitarre e tamburi
'ppe chista musica c'adda cangià
simu briganti e facimu paura
e ccu a scuppetta vulimu cantà

tutti i paisi d'a Basilicata
si su scetati e mo vonnu luttà
pure a Calabria mo s'è arrevotata
e stu nemicu facimu tremà
ehi ehi ah ah ah ah

e mo cantamu sta nova canzune
tutta la gente si ll'adda mparà
nun ce ne fotte d'u re d'i burbuni
sta terra nostra nun s'adda tucca
sta terra è nostra e nun s'adda tucca

chi ha vistu u lupu s'è misu paura
nun sape bbuono qual è a verità
lu veru lupu è chi magna e creature
è 'o piemontese c'avimm caccià

Fimmine belle rapiti lu core
Si nu brigante vuliti sarvà
Nun ci circati scurdatevi u nome
Chi ci fa guerra nun tena pietà

State a sentiri sta vecchia canzune
Ca è viva e sincera e bugie un vi dà
E mo sentiti stu gridu cu raggia
C'avimmu intru 'u core e ni porta cchiù 'i llà
E mo sentiti stu gridu cu raggia
C'avimmu intru 'u core e ni spinge cchiù 'i llà

Uomo se nasce e brigante se mora
Ma finu all'ultimu avimm'è lutta
E si murimu jettate nu fiore
E na bestemmia 'ppe sta libertà
 Testo in Italiano
Abbiamo posato chitarre e tamburi
per questa musica che deve cambiare
siamo briganti e facciamo paura
e con il fucile vogliamo cantare

Tutti i paesi della Basilicata
si sono svegliati ed ora vogliono lottare
anche la Calabria ora si è ribellata
e questo nemico faremo tremare

Ed ora cantiamo questa nuova canzone
tutta la gente la deve imparare
non ci importa del re dei Borboni
questa terra nostra non si deve toccare
questa terra è nostra e non si deve toccare

Chi ha visto il lupo ha avuto paura
non sa bene qual è la verità
il vero lupo che mangia i bambini
è il piemontese, che dobbiamo cacciare

Belle donne aprite il vostro cuore
se un Brigante volete salvare
non cercateci e scordatevi il nome
chi ci fa guerra non ha pietà

Ascoltate questa vecchia canzone
che è viva e sincera e bugie non dirà
ed ora ascoltate questo grido di rabbia
che abbiamo nel cuore e ci porta più in là
ed ora ascoltate questo grido di rabbia
che abbiamo nel cuore e ci spinge più in là

Uomini si nasce e Briganti si muore
ma fino alla fine dobbiamo lottare
e se moriremo lanciate un fiore
ed una bestemmia per questa libertà
 

mercoledì 8 dicembre 2010

La figura della Madonna per la popolazione di Sellia che da sempre durante i secoli è stata elevata come propria protettrice ed avvocata.

Quando nel 1582 il Vescovo di Catanzaro fece il suo primo viaggio pastorale nei vari paesi della sua nuova  diocesi tra le quali Sellia. La Chiesa Madre era già intitolata al nostro protettore San Nicola, ma sicuramente originariamente la Chiesa fu eretta in onore dell’Immacolata, infatti basta osservare la navata centrale, tutto ci parla di lei: dal bellissimo affresco sul solaio alla iscrizione in latino nell’arcata principale “TOTA PULCHRA ES MARIA”: tutta bella sei Maria. La suggestiva statua dell'Immacolata prima di essere posta definitivamente nella prima cappella laterale sinistra benediceva con il suo sguardo amorevole  da dentro la nicchia sopra l’altare principale, la statua infatti entra perfettamente dentro la nicchia e ultimamente abbiamo avuto modo di rivederla nella sua prima collocazione durante il periodo in cui la statua di San Nicola è stata portata in restauro. Una statua che viene portata in processione in varie eventi religiosi come il giorno di Pasqua, a Maggio,e il giorno dell’Immacolata, secondo alcune credenze, anticamente, altre due volte la Madonna usciva in processione: a Settembre il giorno di Maria quando anticamente si dovevano riunire in un'unica processione le statue della  Madonna del Rosario, dell’Immacolata  e molto probabilmente quella della Madonna delle Grazie ( statua che purtroppo non ne e rimasta nessuna traccia ). Il giorno dell’Immacolata era un giorno particolare per la popolazione Selliese perchè si festeggiava anche il santo patrono facendo un'unica grande festa con luminarie,fuochi pirotecnici e la suggestiva processione con le statue di San Nicola e dell’Immacolata. La congrega organizzava il tutto nei minimi particolari anche per fare bella figura con  la congrega del Rosario, tra le due rimaneva sempre una forte, sana, competizione nell'organizzare le varie manifestazioni religiose e ogni abitante di Sellia, sin da piccolo veniva riconosciuto come appartenete all’una o all’altra succedeva spesso che in una famiglia il papà era Immaculatisa e la mamma Rosariante. C'erano delle regole ben precise per  stabilire chi avrebbe portato durante la processione la statua della Madonna e quella di San Nicola i quali si prenotavano un anno prima, si guardava la generosità, i lasciti per grazia ricevuta o per una grazia da ricevere, ma spesso, malgrado tutto non si trovava una equa graduatoria,così il più delle volte era la sorte a stabilirlo. Infatti la sera prima, nella sala della congrega, un bambino bendato estraeva le persone che avrebbero portato le statue e malgrado tutto, spesso il malcontento, la delusione era tanta perché nessuno ci voleva rinunciare. Il tutto dimostra il forte amore,la genuina fede che da sempre ha caratterizzato la popolazione Selliese verso la Madonna dedicandole durante i secoli ben quattro Chiese.

Io sono l'Immacolata Concezione ( cosa significa Immacolata Concezione? )

Questa solennità viene celebrata dalla Chiesa ogni anno,nel tempo di avvento, l’8 dicembre.Parlare di questo mistero significa rispondere a quattro domande :
1.Cosa significa Immacolata concezione? A questa domanda si potrebbe rispondere con la definizione dogmatica proposta dalla bolla Ineffabilis Deus di Papa Pio IX,che nell’8 dicembre 1854 definì solennemente Maria Immacolata Concezione.
In che cosa consiste questo mistero?Maria,per un dono,per un privilegio che Dio le ha concesso e in virtù dei meriti che Cristo avrebbe acquisito con la Pasqua,è stata preservata da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento nel grembo di Sant’Anna.
Ogni cristiano viene concepito e nasce portando dentro i segni del peccato originale;ogni cristiano ha bisogno di essere battezzato;ogni cristiano ha avuto bisogno di essere,cioè liberato dal peccato originale in forza della Pasqua di Gesù che è stata partecipata attraverso il Sacramento del Battesimo.
Maria è stata redenta non nel senso che è stata liberata,ma nel senso che è stata preservata.Questa è la verità che Pio IX definì solennemente quattro anni prima che Maria apparisse a Santa Bernadetta a Lourdes,presentandosi come l’immacolata concezione. La definizione canonica contiene tre verbi:dichiariamo,pronunciamo,definiamo; sono i verbi con i quali il papa procede alla solenne definizione di una verità da credere.
Il soggetto di questa solenne definizione è la beatissima Maria.
Maria è stata preservata,neppure per un istante è stata sfiorata dal peccato originale,perché è stata preservata fin dal primo istante del suo concepimento.
Dire concepimento e dire nascita non è la stessa cosa:concepimento nel grembo di Sant’Anna,questa preservazione è redenzione.
2.Perché è stata preservata dal peccato?
Maria non è stata preservata per meriti particolari,ma per singolare grazia e privilegio di Dio.
Dio ha semplicemente voluto così,le ha fatto questa grazia,le ha dato questo privilegio.Qual è la causa per la quale Maria è stata redenta?
Gli uomini sono stati redenti da Cristo,dalla vita di Cristo, con particolare riferimento al mistero della Pasqua.Cristo muore e risorge e manda lo Spirito,è questo l’evento pasquale. Questo evento salva tutti quelli che sono nati prima e tutti quelli che nasceranno dopo.Adamo è stato redento in previsione dei meriti che Cristo avrebbe avuto con la Pasqua. L’evento,quindi, che redime è la Pasqua.
La redenzione ha valore retroattivo,per noi si pone nel tempo e nella storia,nel disegno di Dio è sempre presente.Questa dottrina è una dottrina rivelata che Dio ci ha fatto conoscere attraverso la Sacra Scrittura.Non è comunque una verità rivelata esplicitamente attraverso le pagine della Sacra Scrittura e neanche perché trasmessa di generazione in generazione attraverso la tradizione.
Implicitamente si perché l’arcangelo Gabriele salutando Maria le dice ‘rallegrati kaire kechaitòme’ ,cioè rallegrati tu che sei la privilegiata,la favorita del Signore.Di per se il Kecharitòme fa riferimento al mistero che l’angelo annuncia a Maria cioè la maternità divina,quindi Lc 1,26 non può essere considerato il testo dal quale dedurre esplicitamente la rivelazione di questo mistero considerato,c’è in quel Kecharitòme un riferimento. Allora non si può parlare di rivelazione esplicita ma si parla di rivelazione implicita nel mistero rivelato:la maternità divina.La mamma che aspetta un bambino ha un rapporto di unità profonda con il bambino,formano una cosa sola per certi aspetti. Il bimbo è carne della mamma,anche se è legato solo dal cordone ombelicale.Nel disegno di Dio Maria deve portare dentro di se,nella sua carne,nella sua persona,il Figlio stesso di Dio,deve dargli la sua carne,i suoi cromosomi.Per cui c’è stata unità tra Maria e Gesù.
Se la divinità si fosse unita con l’umanità,non era giusto che la carne di Maria fosse,anche per un solo istante, segnata dalla presenza del peccato,ed è proprio per questa ragione che Dio l’ha preservata da ogni macchia di peccato originale. Questa definizione l’ha fatta Pio IX nel secolo scorso ma prima di lui più volte il magistero della Chiesa si era pronunziato non in maniera solenne e definitiva circa questo mistero.Bisogna ricordare che quando si parla di magistero si distingue tra magistero straordinario e ordinario. Il primo consiste nella definizione solenne,definitiva di una verità; il secondo è l’insegnamento quotidiano.
Ad ogni definitiva si arriva a poco a poco ed è preceduta da secoli e secoli di storia,di fede,impressa dalle comunità cristiane.

martedì 7 dicembre 2010

Arrestato il fondatore di "Wikileaks" J.Assange. Si è presentato in un commisariato di Londra

Secondo quanto scriveva il Guardian, prima dell’arresto Assange stava cercando aiuto dai suoi sostenitori per mettere assieme una somma tra le 100 e le 200 mila sterline: la cauzione necessaria per restare in libertà. Oltre alla somma in denaro il capo di Wikileaks avrà però bisogno di almeno sei persone che garantiscono che resterà a disposizione delle autorità giudiziarie.

Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, è stato arrestato in Gran Bretagna. Assange si è presentato alle 9:30 ”su appuntamento” in un commissariato di Londra dopo esser stato raggiunto da un mandato di arresto europeo per conto della Svezia. Poi si è presentato davanti al tribunale della città di Westminster, uno dei borghi di Londra verso le 14 ora italiana.
Il portavoce di Scotland Yard ha detto che la magistratura svedese vuole che Assange risponda di due accuse di molestie sessuali e una accusa di stupro, reati che sarebbero stati commessi tutti nell’agosto 2010. Due donne accusarono il patron di Wikileaks di averle aggredite sessualmente, accuse che Assange ha sempre negato. Secondo Sky News, dopo esser stato interrogato dalla polizia, Assange comparirà dinanzi ai magistrati di una corte britannica (la City of WWestminster) che decideranno sull’estradizione; ma il suo avvocato ha ribadito che Assange si opporrà con tutte le sue forze a ogni tentativo di estradizione, perché il rischio è che possa essere “consegnato agli americani”.
Intanto non si fermano i sostenitori del capo di Wikileaks. Una protesta silenziosa con bavagli e copertine di Time e’ stata organizzata sotto il tribunale di Westminster dal gruppo Justice for Assange. La manifestazione anti-censura a favore del capo di Wikileaks prevede che i partecipanti indossino una maschera con il volto di Assange che si puo’ scaricare dal sito del gruppo.
Un network di hacker ha risposto invece organizzando un attacco informatico contro PayPal e Postfinance, che hanno bloccato i finanziamenti a Wikileaks. ”La banca svizzera (PostFinance) che ha chiuso il conto a Assange è stata tirata giù oggi con un Ddos attack (negazione del servizio, lo stesso lanciato in più occasioni contro i domini di Wikileaks in questi giorni)”, recita un annuncio del gruppo su Twitter. Qualche ora prima, un altro assalto informatico era stato lanciato contro PayPal, sempre dal gruppo, denominato Operation Payback, operazione “resa dei conti”. Le due società non hanno confermato la notizia.
Su Twitter, il gruppo aveva annunciato con anticipo “l’ora X” invitando i membri a “fare fuoco” al momento convenuto. Operation Payback è un gruppo hacker di “difensori della pirateria informatica” nato per rispondere ai tentativi di oscurare Torrent e altri programmi di condivisione dei file in rete messi in atto da “hacker pagati dalle aziende” per tutelare il copyright.
Portavoce di Wikileaks: “Non ci fermiamo”. Il portavoce di Wikileaks ha detto che l’arresto di Julian Assange e’ un attacco alla liberta’ dei media ma non fermera’ il gruppo nella sua missione. ”WikiLeaks e’ operativa. Continuiamo come prima sugli stessi binari. Ogni sviluppo SU Assange non cambia i piani per la pubblicazione dei documenti oggi e nei prossimi giorni, ha detto il portavoce Kristinn Hrafnsson precisando che le operazioni saranno coordinate da un gruppo di persone a Londra e in altre sedi.

Santa Messa dentro lo stadio per dare l'ultimo saluto ai sette ciclisti morti nel tragico incidente di Lamezia Terme (Catanzaro)

Un lungo applauso ha accolto le bare dei sette ciclisti morti domenica mattina a Lamezia Terme, in seguito ad un incidente, al loro ingresso nel campo dello stadio D’Ippolito, dove si sono svolti i funerali. Un gruppo di ciclisti in bici ha preceduto l’arrivo delle salme, scortate da altri amici del gruppo sportivo di cui facevano parte le vittime del disastro. A guidare i ciclisti Salvatore Mancuso, che si salvò per aver lasciato i compagni poco prima del sinistro. Tra le autorità presenti, in rappresentanza del governo, Michelino Davico, sottosegretario all’interno con delega agli enti locali.
I funerali sono terminati poco dopo le 13, dopo l’orazione del vescovo e l’intervento di amici e parenti delle vittime, i funerali dei ciclisti travolti ed uccisi da un’auto a Lamezia Terme, sulla strada statale 18. Migliaia le persone presenti.


Diversi gli interventi seguiti all’orazione del vescovo Luigi Cantafora, dal pulpito allestito al centro del campo da gioco dello stadio «d’Ippolito»: «Papà continuerai ad essere con noi anche da lassù» ha detto la figlia di uno dei cicloamatori morti. «Vittime delle istituzioni» ha detto un’altro degli oratori, riferendosi «alle colpe di chi ha consentito al giovane investitore di continuare a guidare nonostante i suoi precedenti». Ripetuti applausi hanno scandito la fine dei vari interventi.
Le bare delle sette vittime dell’incidente costato la vita a un gruppo di cicloamatori a Lamezia Terme sono state disposte su una pedana azzurra al centro del rettangolo di gioco dello stadio. Sui feretri, tanti fiori e le magliette dei sette cicloamatori travolti e uccisi da una Mercedes condotta da un ventunenne di origine marocchina.
Numerose le attestazioni di cordoglio pervenute ai familiari e al sindaco, tra cui quella del Capo dello Stato. Numerosa, ma discreta la presenza delle forze dell’ordine dentro e fuori lo stadio. La giornata è caratterizzata da un sole splendente e da temperature al di sopra della media stagionale. Circa sette mila le persone che hanno preso parte alle celebrazioni nell’impianto sportivo.
Durante la cerimonia funebre, un giovane giocatore della Vigor Lamezia, la locale squadra di calcio, ed una ragazza presente tra le migliaia di partecipanti alla cerimonia, sono stati colti da malore ed hanno dovuto fare ricorso alle cure dei medici del 118 e degli operatori della Protezione Civile. A determinare il malore dei due giovani, probabilmente, oltre all’emozione, il gran caldo.

lunedì 6 dicembre 2010

L'aiuto da parte del nostro amatissimo protettore San Nicola durante il rovinoso alluvione del 1943


Pioveva da una settimana la mattina ti alzavi che pioveva ti coricavi ed ancora pioveva per poi iniziare daccapo. Non si poteva svolgere nessun lavoro nei campi la terra era inzuppata ,usciva acqua da tutte le parti. Il centro storico(già fortemente provato dai vari cataclismi) iniziò a muoversi, una grossa frana stava lesionando sempre più le case rendendole di fatto pericolose anche se molte persone continuavano ad abitarci perché non sapevano proprio dove andare. Passavano i giorni ma pioveva sempre così si decise di portare fuori in processione la statua di San Nicola ,in Chiesa si radunò quasi l’intera popolazione ed in processione sotto una pioggia sempre insistente girarono tutto il paese ma non smise di piovere anzi a tratti sembrava che l’acqua “a jettavanu a cati cati” ormai il corteo era arrivato in piazza la Statua di San Nicola riparata con un tetto di tavole fatto per l’occasione era anch’esso inzuppato , proprio all’entrata della chiesa si decise di fare un canto in onore del Santo molti ancora speravano che spiovesse altri rassegnati dicevano” puru santu Nicola nabbannunau”. Cantavano, cantavano tutti incuranti, di essere zuppi d’acqua sino al midollo; mentre giravano la statua per farla entrare ecco che un timido raggio di sole uscì tra le nuvole dopo un po’ smise di piovere tutti gridarono al miracolo intonando lodi e preghiere, si porto il tavolo per far adagiare la statua fuori e così rimase per l’intera giornata. Non pioveva più roba da non credere scendeva una foschia sul borgo ma non pioveva più, neppure una goccia, le case erano state duramente colpite molte presentavano visibilmente delle crepe ai muri nelle quali  ci potevi infilare una mano altre iniziavano con i primi cedimenti di tegole o intonachi , la paura era tanta sembrava che tutte le case del paese alla fine sarebbero franate, alcune case scivolarono “sutta u castellu” . Una donna molto devota, e molto stimate del paese aveva avuto un sogno dove vide chiaramente  San Nicola mentre teneva con una mano Sant'angelo e con l'altra Ruscia,avvisandola che molte case sarebbero cadute ma nessuno neanche un animale sarebbe morto. Raccontò tutto all'arciprete il quale conoscendola per la  sua forte fede decise di rendere pubblico il sogno, durante l'omelia Domenicale molti non credettero al sogno disperati,scoraggiati che tutto il paese sarebbe destinato a franare,addirittura il priore dalla congrega dell'Immacolata  propose di spostare le varie statue,paramenti ecc.. delle due Chiese portandole in qualche posto più sicuro perché temevano che anche la Chiesa potesse franare. Si viveva nel terrore, nella paura che tutto il centro storico si sarebbe sbriciolato, sarebbe sceso a valle molti chiusero le varie abitazioni presero le poche cose che possedevano e lasciarono Sellia cercando riparo,sicurezza nei centri vicini, intanto altre case continuavano a  franate dando però a  tutti il tempo  di mettersi al riparo, portando al riparo anche i pochi mobili. La parte che franò tutta insieme fù quella di “ sutta santa Maria” mentre le case sotto il castello sino alla chiesa furono quelle che subirono meno danni ma erano completamente inabitabili.

Terribile incidente stradale sulla stradale 18 di Sant'Eufemia (CZ). Una mercedes guidata da un marocchino sotto l'effetto della droga, travolge un gruppo di ciclisti 7 morti 2 feriti gravi.

Lamezia Terme (Catanzaro ) Tragico incidente stradale sulla statale 18 in località Sant'Eufemia di Lamezia Terme (Cz). Una vettura è sbandata ed è finita su un gruppo di ciclisti investestendoli. Alla guida dell'auto c'era un marocchino sotto effetto della droga e con la patente ritirata da sette mesi, che prima piantonato in ospedale in stato di arresto, in quanto accusato di omicidio colposo plurimo aggravato dalla guida in stato di alterazione da sostanze stupefacenti, è stato trasferito nel centro clinico del carcere di Catanzaro. L'uomo è risultato positivo al test della cannabis.
Il bilancio è agghiacciante: sette ciclisti morti, tutti appartenenti ad un gruppo amatoriale di Sambiase di Lamezia Terme, legato alla palestra "Atlas". I sette ciclisti morti sulla strada sono Rosario Perri, di 55 anni; Francesco Stranges (51); Vinicio Pottin (47); Giovanni Cannizzaro (58); Pasquale De Luca (35) e Domenico Palazzo, del quale non si conosce l'età. I feriti sono Gennaro Perri, Fabio Davoli e Domenico Strangis, tutti di Lamezia Terme. La settima vittima dell'incidente è Fortunato Bernardi, di 58 anni, titolare della palestra. Bernardi, tra l'altro, era il padre di un calciatore del Cosenza, Alessandro e zio del giocatore dell'Inter Felice Natalino, di 18 anni. Il gruppo è stato travolto da un'auto in località Marinella a Sant'Eufemia.
Secondo le ricostruzioni il giovane stava effettuando una manovra di sorpasso e viaggiava a velocità elevata: durante la manovra ha incrociato frontalmente il gruppo di ciclisti che viaggiavain direzione opposta e non ha avuto il tempo di frenare. C'è anche il nipote del marocchino tra i feriti, un bambino di otto anni, che è stato portato in ospedale - al reparto di pediatria - per accertamenti, ma le sue condizioni non sono gravi.
Sul luogo della tragedia scene di disperazione: «Quello che abbiamo trovato arrivando qui stamattina è stato uno scenario impressionante. Indescrivibile. Nemmeno una bomba avrebbe potuto provocare qualcosa del genere», ha dichiarato Silvio Rocca, uno dei primi soccorritori della Croce bianca arrivati sul luogo dell'incidente. «Ci avevano allertato - ha aggiunto Rocca - per un incidente in cui, secondo le prime notizie, era coinvolto un solo ciclista. Giunti sul posto, però, abbiamo visto che si trattava di una strage. Tutte persone che conoscevamo personalmente e quindi il colpo è stato ancora più doloroso. Abbiamo allertato gli altri soccorsi e l'elicottero. Qualcosa di veramente sconvolgente».
Il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, che si è recato sul posto ha dichiarato il lutto cittadino: «Uno spettacolo terribile», ha soltanto detto con la voce rotta dall'emozione.
In conseguenza del drammatico incidente, l'Anas ha chiuso al traffico la strada statale 18 Tirrena inferiore, in località Marinella a Lamezia Terme (Cz). Solo dopo le 17 il traffico è tronato regolare.

domenica 5 dicembre 2010

Vita di San Nicola ( seconda parte )

La leggenda di San Nicola affascinò il medioevo dei cristiani e dei pagani. Durante la vita si prese carico di orfani, vedove e gente perseguitata. Oggi, assieme ai suoi "alter ego", Babbo Natale e Santa Claus, continua a portare serenità a tutte le genti del mondo. Ma chi era davvero San Nicola?
la figura di San Nicola, come quella di molti santi è avvolta nel mistero: le uniche notizie che ci sono arrivate, narrano che nacque nella città di Pàtara, nella regione occidentale dell’antica Grecia, oggi al sud della Turchia, intorno agli anni 260-280 d. C. La leggenda narra che ereditò una grossa fortuna dai genitori e che la sua bontà lo indusse a distribuirla ai poveri del suo paese.
Divenuto vescovo di Myra nel 300, in un periodo in cui tutti i cristiani erano perseguitati, fu imprigionato ed esiliato da Diocleziano. Con Costantino, che nel 313 permise il culto del cristianesimo, Nicola fu liberato e riassunse la carica di Vescovo di Myra. Dopo la sua morte (il 6 dicembre di un anno compreso tra il 340 e il 352), il suo corpo su seppellito a Myra ed in seguito, traslato a Bari da 62 marinai pugliesi. San Nicola divenne uno dei santi più venerati, non solo dai cristiani occidentali, ma anche dagli Ortodossi dell’Impero Bizantino: oggi è patrono della Russia e della Grecia. Intorno al secolo XI i marinai normanni lo elessero a loro protettore, contribuendo alla diffusione capillare del culto anche in Francia, in Germania, in Olanda e in Inghilterra. San Nicola ispirò numerose opere letterarie e musicali: la "Liturgia di San Nicola" (secolo X), il dramma "Legenda Aurea" di Iacopo de Varagine (‘200), che nel 1438 fu tradotto in inglese sotto il titolo "The Gilte Legende", ed altri componimenti di vario genere. Durante i secoli successivi, il culto di San Nicola fu portato dai coloni olandesi anche nel Nuovo Mondo, a New York (allora New Amsterdam).
Le leggende:
 Bari: Cattedrale di San Nicola
Sul personaggio di San Nicola esiste tutta una serie di leggende che furono alla base della sua venerazione. Durante la vita si prese sempre carico di orfani, di vedove e di gente perseguitata. La sua fama di generosità deriva dalla leggenda che lo vuole benefattore di tre ragazze, le quali rischiavano di finire come prostitute, non essendo il loro padre in grado di pagare i debiti da cui era gravato. Quando San Nicola lo venne a sapere, per tre notti consecutive, gettò nella finestra della stanza da letto delle figlie borsellini di monete salvandole da un destino infausto. Il padre pagò i debiti e gli rimasero i soldi anche per le doti delle tre figlie. Per questo motivo le ragazze nubili che hanno il desiderio di sposarsi pregano San Nicola. Durante la sua permanenza a Bari, secondo la leggenda, salvò la vita ad alcuni marinai, per cui con l’attributo dell’ancora, viene venerato come patrono dei marinai e dei commercianti. San Nicola protesse inoltre i pescatori e nell’Europa centrale i traghettatori, si curò dei ponti e protesse dalle alluvioni. Il giorno della festa di San Nicola – il 6 dicembre – da allora fu associato alla ricchezza e alla prosperità. Per tale motivo i commercianti amavano concludere in questa data affari impegnativi.

vita di San Nicola ((prima parte )

San Nicola è uno dei santi più venerati ed amati al mondo. Egli è certamente una delle figure più grandi nel campo dell’agiografia. Tra il X e il XIII secolo non è facile trovare santi che possano reggere il confronto con lui quanto a universalità e vivacità di culto.
Ogni popolo lo ha fatto proprio, vedendolo sotto una luce diversa, pur conservandogli le caratteristiche fondamentali, prima fra tutte quella di difensore dei deboli e di coloro che subiscono ingiustizie. Egli è anche il protettore delle fanciulle che si avviano al matrimonio e dei marinai, mentre l’ancor più celebre suo patrocinio sui bambini è noto soprattutto in Occidente. Secondo la più antica tradizione manoscritta, S. Nicola era vescovo di Myra, città della Licia in Asia Minore (odierna Turchia), al tempo dell’imperatore Costantino (306 - 337 d. C.). Nonostante la celebrità mondiale del santo vescovo di Myra, negli scritti del IV secolo che ci sono pervenuti non compare il nome di Nicola. Al V secolo potrebbe risalire l’encomio di Proclo, ma qualche studioso dubita della sua autenticità. Quello di S. Nicola è, tuttavia, un caso normale nel campo dell’agiografia. Molti santi dei primi secoli del cristianesimo sono menzionati solo secoli più tardi. Nel caso di S. Nicola il fatto è ancor più spiegabile tenendo conto di tre cose: Nicola non era un martire, non era uno scrittore e non era un monaco. Era un pastore d’anime, un vescovo dedito al bene del suo gregge, in una regione – la Licia – alquanto fuori della ribalta culturale del tempo. Per avere i primi santi non martiri bisognerà attendere quasi la fine del IV secolo. Nelle vite dei santi uomini, che di solito contenevano figure di asceti e monaci, non c’era posto per Nicola, che non apparteneva a queste categorie, per cui, per quanto strano possa apparire, il silenzio degli scrittori coevi è del tutto naturale.

sabato 4 dicembre 2010

Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco A tutti voi che celebrate la festa di San Nicola AUGURI Carissimo/a

Carissimo/a
Questo il vangelo della II Domenica di Avvento

In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico.  Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
C’è qualcosa di grande, immenso, divino, eterno, che Dio sta preparando per noi. È come se il Signore stesse costruendo per noi una casa d’oro, ammobiliata con legno pregiatissimo, con tappeti di una morbidezza rara, con ogni altro arredamento che supera per qualità, bellezza, sontuosità, pregio ogni umana intelligenza e noi volessimo entrare dentro luridi, infangati, sporchi di ogni sudiciume, conciati veramente male. Se noi facessimo questo disprezzeremmo l’opera di Dio. Sarebbe un vero vilipendio.
Per entrare in essa e abitarvi dobbiamo spogliarci di tutto ciò che siamo, anche della nostra pelle e rifarcela nuova. Anima, spirito, corpo, pensieri, sentimenti, volontà, desideri, tutto deve essere nuovo. È questa la conversione che oggi predica Giovanni il Battista. Sta per entrare nel mondo Gesù, sta per venire a fare nuove tutte le cose. Noi non possiamo rimanere nel nostro vecchiume di peccato, stoltezza, insipienza, empietà. Non possiamo convivere con il nostro vecchio gusto di male, trasgressione, violazione della Legge santa di Dio, idolatria e cose del genere. Siamo chiamati ad una conversione radicale. Ma cosa è esattamente la conversione? Un esempio ci potrà aiutare ad entrare nella sua verità: prendiamo del ferro vecchio, arrugginito, buono a nulla, lo fondiamo e con esso creiamo una cosa totalmente nuova. Prendiamo il vecchio uomo, lo immergiamo nella verità e nella grazia di Cristo Gesù, lo affidiamo allo Spirito Santo, perché sia Lui a farne un uomo completamente nuovo, senza più alcuna relazione con il suo passato. C’è un presente divino che lo Spirito del Signore vuole creare in noi. Con questo presente dobbiamo rivelarci al mondo intero.

Sellia: "esercitarsi per soccorrere" giornata promossa dal club alpino,aeronautica e comune

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venerdì 3 dicembre 2010

Lo stendardo delle tre rose dedicate alla Madonna custudito nella chiesa Madre di Sellia.

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In questi giorni mentre osservavo delle foto su internet attinenti ad una edizione della sagra di Sellia  mi soffermo in modo particolare  su una di essa  che ritrae un antico stendardo custodito nella Chiesa Madre. In un primo momento mi incuriosisce molto perché malgrado durante la mia giovinezza, facendo spesso il chierichetto,  ho avuto la fortuna di osservare da vicino molti oggetti sacri che mi attiravano molto, ma non mi ricordavo di aver mai visto questo particolare stendardo nel quale non viene raffigurato nessun Santo o Madonna ma in modo semplice raffigura tre coll:i uno centrale, due laterali, e  sulle loro cime una rosa di colore diverso per ogni colle, il tutto sormontato dalla corona della Madonna. Mi soffermo ancora un po’ su questa foto, cerco di ingradirla, sembra che non abbia nessuna scritta. Poi mi viene in mente un piccolo passaggio di una vecchissima canzone che intonava spesso a “ scaghiuna”.  Era un'anziana signora la solista, che iniziava i vari canti durante le funzioni religiose con una voce molto forte ,particolare, che ribombava all’interno della Chiesa. Sapeva perfettamente a memoria un'infinità di vecchi canti, alcuni anche in latino (per chi ha superato gli …anta come me sicuramente la ricorderà) un passo della canzone faceva più o meno cosi: I tri rosi de Maria,a ra Sellia l’avimu tutti e tria,rosi belli e profumati da Madonna L’icorunata. Ma certo ora mi sembra tutto più chiaro, la vecchia canzone si riferiva alle tre Chiese intitolate alla Madonna: Madonna del Rosario, L’Immacolata,La Madonna delle Grazie ( con l’ormai scomparso convento della congregazione di Zumpano di Santa Maria delle Grazie )Il bel stendardo raffigura l’esatta ubicazione di questi tre luoghi di culto; la rosa rossa della Madonna  del Rosario la rosa centrale dell’Immacolata, l’altra laterale quella della Madonna delle Grazie che viene collocata proprio dove io ipotizzavo: cioè sopra la fermata dei pullman “sutta Santa Maria” luogo che porta questo nome proprio perchè sopra era ubicato il convento di Santa Maria delle Grazie  prima che crollasse durante la rovinosa alluvione. Purtroppo la foto poca nitida non permette una buona visuale ma secondo me questo stendardo è un ulteriore prova oltre all’ormai accertata  esistenza di tre luoghi di culto  dedicati alla Madonna anche la loro esatta ubicazione all’interno del centro storico. Questo stendardo infine assume un'importanza storica il quale ci dice con esattezza l’ubicazione di questi tre luoghi di culto  verso la Madonna, verso la quale Sellia da sempre ne è stata in modo particolare devota.
 Autore: sellia racconta. Si prega di inserire il link a chi ne fa uso (anche in modo parziale) con esplicito riferimento della fonte

Da demolire al più presto la brutta costruzione in fase di ultimazione in piazza Montegrappa a Catanzaro

Se il sindaco Olivo ha veramente a cuore, come dice, le sorti della città, dia indicazione agli assessori Talarico e Soriero di far demolire l’orrenda e inutile struttura di piazza Montenero, prendendo atto delle critiche rivolte non solo dall’opposizione, ma soprattutto da associazioni e cittadini.
Solo così si potrà evitare un’altra umiliazione alla città, dopo quella della scala di piazza Matteotti, quando tutta l’Italia si mise a ridere per una costruzione così bizzarra e inutile. Ricorderete tutti Vittorio Sgarbi che ne invocò a gran voce la demolizione.
E a proposito di piazza Matteotti, voglio rammentare all’assessore Talarico che quando fu progettata dall’architetto socialista prof. Zagari, il sottoscritto era consigliere di opposizione, mentre sindaco era Marcello Furriolo che era e resta grande sostenitore dell’attuale sindaco Olivo. Lo dico senza polemica, ma solo per ristabilire una verità storica.
Ma tornando all’ “orrenda” creatura di piazza Montenero voglio solo sottolineare altre due grandi negatività, oltre all’impatto devastante con l’ambiente. La prima riguarda la sottrazione di circa 30 posti auto alla disponibilità del quartiere. Ne sanno qualcosa di abitanti di piazza Montenero, Conventino, via Cortese che non sanno più a quale santo votarsi per parcheggiare l’auto. La seconda è che l’istituzionalizzazione di una fermata del bus extraurbani in un nodo nevralgico del traffico cittadino creerà disagi pesantissimi alla circolazione, mettendo anche a repentaglio la sicurezza dei pedoni.
Bisognerebbe capire perché la giunta non ha fatto queste riflessioni e si è affidata ciecamente alla “creatività” dell’assessore Talarico. Ora bisogna intervenire prima che sia troppo tardi, demolire l’ “orrenda creatura” e rendere conto del denaro pubblico sperperato.

giovedì 2 dicembre 2010

Approvato dalla provincia il piano di assetto idrogeologico per interventi di diversi milioni di euro.

"Palazzo di vetro" sede della provincia di Catanzaro
Rispettando la tabella di marcia imposta l’Amministrazione Provinciale di Catanzaro ha pubblicato 21 bandi di gara per gli interventi di prima fase del piano di assetto idrogeologico. Cinque interventi, per complessivi un milione 750mila euro, interesseranno il rischio di frane ai margini della rete viaria, con interventi sulla provinciale 73 tra i comuni di Lamezia Terme e Conflenti, sulla 114 a Curinga, sulla 128 tra Davoli, San Sostene e Sant’Andrea, sulla provinciale 85 nel comune di Feroleto Antico e sulla 93 tra Nocera Terinese e Conflenti. La maggior parte degli interventi, per oltre 11 milioni di euro complessivi di investimento, sono stati invece programmati dal settore tecnico responsabile delle funzioni regionali trasferite, sulla maggior parte dei fiumi e dei torrenti di competenza provinciale. È la prima volta dal tempo del trasferimento delle deleghe regionali (che ricordiamo è avvenuto nel 2006) che la provincia può investire importanti risorse sulla prevenzione dei rischi dovuti alle esondazioni dei fiumi e sul ripristino dell’officiosità idraulica mediante interventi mirati alla pulizia dei corsi d’acqua e dei bacini idrografici. Le gare d’appalto saranno aggiudicate mediante procedure aperte nella maggior parte degli interventi, mentre alcune opere di importo limitato sono state inserite in una unica tornata di procedure negoziate, che sarà espletata il 14 dicembre, con l’esclusione automatica delle offerte anomale e l’invito diretto alle sole imprese in possesso della categoria OG8. Nell’occasione è anche prevista una clausola che non consentirà a nessuna ditta partecipante alle procedure negoziate l’aggiudicazione di due appalti, mentre per tutte le procedure aperte è stata introdotta, di concerto con ANCE e Confindustria provinciali, l’obbligatorietà della presa visione dei luoghi. Le gare d’appalto sui fiumi prevedono un investimento di oltre 11 milioni di euro e gli interventi di maggiore consistenza interesseranno il torrente Fiumarella di Catanzaro (1.000.000 euro), il reticolo idrografico del fiume Corace (1.200.000 euro), il fiume Amato (1.500.000 euro), il bacino del fosso Specchi oltre a vari torrenti nel comune di Lamezia (1.000.000 euro), il fiume Alessi (900.000 euro), i torrenti Piazza, Bagni e Cantagalli a Lamezia (due interventi per totali 1.800.000 euro), i fiumi Alli, Beltrame, Alaca, Crocchio, Fiumarella di Guardavalle ed il reticolo idrografico di Curinga (in totale 4.500.000 euro per sette interventi). Si interverrà, con investimenti comunque consistenti, su numerosi altri corsi d’acqua, mentre sta partendo la programmazione di seconda fase che completerà l’opera di risanamento dei corsi d’acqua provinciali.

mercoledì 1 dicembre 2010

Foto del mese: Dicembre 2010

Per la foto del mese di dicembre da incorniciare per la nostra pinacoteca virtuale, abbiamo inserito una bella panoramica del centro storico di Sellia, dove si intravede un ramo d’ulivo con alcune olive già pronte per la raccolta, da sempre questa pianta ha rappresentato la vera ricchezza del nostro territorio decretando i periodi di  prosperità o miseria assecondo degli anni di “carrica” o meno di tale alimento principe delle nostre tavole. Durante questo mese ricco di  fascino per le festività Natalizie addobberemo un po’ alla volta il blog con l’inserimento di decori che preannunciano l’imminente festività natalizia. Ma prima abbiamo la festa del nostro amato protettore San Nicola, proprio giorno 6 inseriremo un inedito racconto che riconferma la forte devozione dei Selliesi verso questo  Santo Vescovo che durante i vari secoli ha sempre difeso Sellia. Per quanto riguarda il racconto del mese continueremo con altri 4 capitoli del racconto iniziato nel mese di novembre dal titolo “Mio padre”. Vi faremo conoscere altri luoghi, percorsi, curiosità di una Sellia inedita spesso sconosciuta. Ritornando al mese di novembre appena trascorso, esso è stato molto prolifico per il blog, avendo inserito ben 52 nuovi articoli (post ) con una media di circa 2 al giorno. Abbiamo per ben 2 volte migliorato il nostro record di presenze che era stato totalizzato il 18.8.2010 con 76 visite e 120 contatti, attuale record stabilito il 25 novembre è di 86 visite oltre 200 contatti con 300 pagine visitate in un solo giorno. Sono cifre importanti, difficili da ripetere, il tutto grazie anche alla apprezzata intervista al sindaco Zicchinella, sperando che altri interventi, interviste che riusciremo a realizzare, aiutino il futuro del nostro borgo. Questo comunque dimostra un forte attaccamento verso il selliaracconta  con tantissime persone che si collegano abitualmente una volta al giorno, questo ci ha portato nel proporre un servizio sempre più efficiente, aggiornato, che oltre a rimanere saldamente nelle tante storie, racconti,tradizioni,curiosità su Sellia, continueremo a proporvi mensilmente (anche nell’allungare il raggio) inserendo  molta attualità attinente al nostro comprensorio e alla nostra regione. Un saluto a tutti e sempre grazie del vostro affetto che non mi stancherò mai di ripeterlo, rimane l’unico vero elemento, l’unica ricompensa nel fare sempre di più e bene.  

Federalismo conto salatissimo per la Calabria. Tagli meno 33% a Catanzaro, Cosenza, Vibo.


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martedì 30 novembre 2010

Dai sepolcri dentro le Chiese alla nascita dei primi cimiteri in Calabria

Parleremo in questo post del rito di seppelire i propri cari dentro lecripte delle Chiese. Anche nella Chiesa madre di Sellia sotto il pavimento vi erano situate delle catacombe ne abbiamo parlato QUI

I primi cimiteri Cristiani sorgevano fuori dalla cinta muraria delle città, per ragioni di carattere sia igienico che politico. All'incirca dal IX secolo si diffuse però la consuetudine di seppellire i cadaveri all'interno delle città, preferibilmente nei sepolcri che si trovavano nelle chiese, dove furono trasportati anche i corpi e le reliquie dei martiri. In tal modo la popolazione riteneva che i propri morti fossero più vicini alla divinità. I sepolcri delle chiese divennero però sempre più insufficienti con il passare degli anni, specie dopo l'incremento demografico settecentesco. All'inizio dell'Ottocento la questione appare perciò problematica un pò in tutto il Mezzogiorno. Infatti, in numerose località, l'imperfetta chiusura delle tombe vizia talmente l'aria che si respira in questi edifici religiosi, da provocare malori nei fedeli ed in qualche caso i gas che si sprigionano causano addirittura la morte per asfissia di qualche becchino intento alle operazioni di sepoltura. Spesso i pochi cimiteri esistenti o rimangono inutilizzati (perché i parenti preferiscono seppellire i propri morti nelle chiese) o non risolvono che parzialmente il problema perché sono costruiti proprio accanto agli edifici religiosi. Ad inizio Ottocento sono poche le località dove non sussistono tali problemi. In generale nel Mezzogiorno le tombe delle chiese ad inizio Ottocento appaiono oramai insufficienti a risolvere il problema delle sepolture. Giunge perciò a proposito, con il decennio francese, il divieto di continuare a seppellire nelle chiese e l'obbligo di utilizzare i cimiteri. Questa nuova e più igienica pratica della sepoltura nei cimiteri viene però spesso ostacolata dal popolo, che, come riferisce la statistica murattiana per le province di Catanzaro e Reggio Calabria "guarda con un'avversione furibonda il divieto di seppellirsi nelle chiese, dove solo si crede in contatto colla divinità, con cui debbe in tal modo conciliarsi". Addirittura, nei giorni immediatamente successivi alla disfatta dei francesi, la popolazione di alcuni paesi disseppellisce i cadaveri dei propri cari dai cimiteri dove era stata costretta ad inumarli e li trasporta nelle chiese. Le resistenze al seppellimento dei morti nei cimiteri vanno lentamente a diminuire con il passare degli anni. Anche le epidemie di colera degli anni '30 del secolo XIX danno un ulteriore impulso al seppellimento nei cimiteri. Tuttavia, ancora nella seconda metà dell'Ottocento, in numerosi paesi si continua a seppellire nelle chiese ed anche alcune città di primaria importanza restano prive di cimiteri. È il caso anche di un importante capoluogo di provincia come Cosenza. Scrive proprio a questo proposito negli anni '60 dell'Ottocento Vincenzo Padula: "per spiegare la elevata mortalità di Cosenza bisogna invocare un altro fattore, ed è questo: all'appressarsi della pioggia le latrine puzzano e le tombe anche puzzano. [...] In questi mesi [intende quelli da ottobre a febbraio] Cosenza è una cloaca aperta; il possesso d'un buon naso diventa una sventura; l'acido carbonico, che si eleva poco, offende meno gli alti, e più gli uomini di bassa statura; a medicare tale pestilenza si grida contro i porci, si perseguitano i cani, si chiama l'opera degli spazzini, e non si vuol capire ancora che quel puzzo scappa dalle sepolture, che i morti uccidono i vivi, e che sarebbe miglior senno agli spazzini sostituire i beccamorti. Finché Cosenza non avrà un Camposanto, ogni compenso per migliorarne l'aria torna inutile.

Le origini di Sorbo San Basile

Sorbo S. Basile e un piccolo centro prevalentemente agricolo a soli 20 Km. dal capoluogo Catanzaro; e raggiungibile attraverso 1'asse stradale della 109 bis sino a Cafarda e la S.S. 109 delta la Nicastro - Soveria Mannelli - Santa Severina fu costruita nel 1884-1866 e ristrutturata negli anni 30 e attraversa tutti i
comuni presilani. I luoghi sono caratterizzati da pittoreschi panorami d’incomparabile bellezza, paesaggi stupendi ricchi di vegetazione prevalentemente composta dal Pino Larici, Querce, Faggi,
Il Paese sorge su uno sperone ai piedi del Colle Santa Maria  delle Serre sul fianco destro della Valle del Fiume Alli. E' situato a 650 Mt. s.l.m. II prof. Bellagamba in uno studio urbano sulle caratteristiche
dei nostri paesi nel libro "Calabria muta" lo descrive nel seguente
modo "Sorbo S. Basile posto nella parte terminale di un crinale, il nucleo storico coincide con la quasi totalità dell'edificato.Questo si presenta bordato per tutto il perimetro da una situazione orografica particolarmente accidentata che costituisce un margine fisso all'espansione.

La peculiarità del centro deriva da questo suo modo insediativo che ne fa un sistema chiuso, ma integrate rispetto alle caratteristiche paesaggistiche, e lo pone nella sua interezza come emergenza storico architettonica". Ai pochi abitanti, fa riscontro un vasto territorio che si
estende per oltre 58,69 Kmq. con quasi 6000 Ha che si pone fra i
più grandi territori comunali della presila. Sorbo si presume invece, prenda origini dalle numerose
piantagioni di "Sorbi" esistenti sul territorio (il sorbo infatti e un
albero con foglie pennute che produce un frutto chiamato la sorba, simile ad una piccola pera, e del quale il territorio di Sorbo e' ben provvisto.

lunedì 29 novembre 2010

Inchiesta parchi eolici in Calabria: si va verso la fase finale, dove sono indagati 35 persone tra politici e imprenditori per un giro di affari milionario.


Proprio ieri sera la trasmissione "reporter" ha illustrato il forte legame tra la criminalità organizzata calabrese con il forte guadagno della costruzione dei cosiddetti parchi eolici che deturpano l'ambiente  producono lo 0,6 del nostro fabbisogno ma ottengono forti finanziamenti della comunità europea
  Siamo arrivati alla  stretta finale sull'inchiesta eolico in Calabria che vede indagati 35 persone, tra politici e imprenditori, per il pagamento di una presunta tangente finalizzata all’approvazione di una legge regionale che avrebbe favorito la realizzazione di numerosi impianti.
Sull'inchiesta da mesi c'è l'attenzione della Procura della Repubblica di Catanzaro che sta andando avanti nelle indagini per cercare di giungere alla definizione della posizione degli indagati. Che l’attività investigativa sia intensa lo conferma anche il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, il quale, nonostante l’abituale riserbo che mantiene sulle indagini, non nasconde che si sta lavorando a pieno ritmo: “In breve tempo – dice – speriamo di poter chiudere tutte le attività in corso e avere una definizione complessiva della posizione di tutti gli indagati".
Per giungere in tempi brevi alla chiusura delle indagini la Procura ha chiamato a raccolta tutte le forze dell’ordine che stanno compiendo accertamenti, acquisizione di atti e interrogatori. Gli investigatori hanno compiuto verifiche su tutti i parchi eolici per accertare se sono stati realizzati in maniera difforme rispetto ai progetti autorizzati dalla Regione Calabria. La Procura è orientata a chiedere il sequestro di tutti i parchi eolici per i quali saranno riscontrate irregolarità o violazioni delle procedure amministrative. Una forte accelerazione dell'inchiesta è legata a due motivi: le dichiarazioni di un imprenditore indagato, che si aggiungono a quelle di altri due testi d’accusa, che hanno deciso di raccontare quanto di loro conoscenza circa il pagamento della presunta tangente; l'imminente scadenza dei termini per la durata delle indagini, a dicembre, e per i quali la Procura ha intenzione di chiedere una proroga. L’inchiesta ruota intorno alle linee guida della Regione per la costruzione dei parchi eolici e venne avviata negli anni scorsi dalla Procura di Paola (Cosenza) su fatti avvenuti dal 2006 al 2008.
Gli inquirenti hanno raccolto anche le dichiarazioni dei due testimoni che avrebbero svelato il pagamento di una tangente di 2 milioni e 400 mila euro a esponenti politici da parte di imprenditori interessati a entrare nell’affare dell’eolico. Per un problema di competenza territoriale l’inchiesta da Paola fu trasferita alla Procura di Cosenza e solamente da alcuni mesi, visto il coinvolgimento di ex amministratori regionali, è approdata a Catanzaro. Recentemente il voluminoso fascicolo, che contiene numerose intercettazioni telefoniche, si è arricchito anche di una consulenza tecnica, disposta dalla Procura, dalla quale emergono delle prime conferme al pagamento della tangente.

Internet verso il tutto esaurito dal 2011 non ci sarà spazio per nuove connessioni «È come vendere un telefono senza numeri da assegnare»

Il Web è una biblioteca. Muri e librerie per l'archiviazione di dati, storie, simboli, trasmissione del sapere. L'obiezione arriva immediata: ma la rete non era infinita? Allora un'immagine liquida per esprimere il senso del web potrebbe essere la Biblioteca di Babele di Borges (Finzioni): contiene tutti i libri con tutte le combinazioni possibili (quasi infinite) di tutti i simboli del linguaggio umano. Non è questo che fanno, cioè combinare e ricombinare all'infinito stralci di «altro», gli aggregatori, i vari Google News, i social network come Facebook e Twitter? Ebbene per quanto catastrofico possa sembrare la «Babele.com», la biblioteca universale, sta finendo. Nel senso architettonico del termine: tra pochi mesi, nell'estate del 2011, termineranno i 4,3 miliardi di indirizzi dell'attuale protocollo su cui si basa l'infrastruttura Internet, l'Ipv4.
L'ALLARME - A lanciare l'allarme non è stata una Cassandra o un tecnofobo, ma Vinton G. Cerf, vicepresidente e chief Internet Evangelist per Google, ma soprattutto uno dei padri riconosciuti del web con Robert Kahn. I due ingegneri, tanto per dire, hanno ricevuto la «Presidential Medal of Freedom», la più alta onoreficenza Usa. «Sappiamo che lo spazio sta finendo - ha detto Cerf che da qualche giorno ha lanciato una campagna di sensibilizzazione partendo dalla Casa Bianca - è il momento più critico da quando abbiamo avuto l'idea della Rete». Lo scorso ottobre risultava libero solo il 5% dello spazio. È come se fossimo vicini all'ultimo libro "pubblicabile". Ma la realtà è meno letteraria e più commerciale, come ha svelato lo stesso Cerf: «È come tentare di vendere un telefono non potendo più assegnare un nuovo numero». Ogni computer, nuova stampante o smartphone collegato a Internet ha bisogno di una porta di accesso all'infrastruttura, un indirizzo dell'Ipv4. Quando era stato introdotto nel 1981 nessuno immaginava cosa sarebbe diventata la Rete e il numero 2 alla 32esima (4,3 miliardi) sembrava infinito. Poi l'esplosione di collegamenti e interconnessioni è sfuggito al controllo tanto che Internet è la più grande industria quotata a Wall Street (basta aggregare le capitalizzazioni di società come Microsoft, Google, Apple, Amazon, Cisco). Non è un problema di server in Siberia, di allocazione dei dati, della nuova frontiera del cloud computing, cioè della virtualizzazione dei dati. E non è nemmeno la suggestiva quanto provocatoria «fine del Web» annunciata da Wired Usa lo scorso agosto.

sabato 27 novembre 2010

Camminiamo verso il Santo Natale… Per vivere bene il tempo di Avvento cosa devo fare?


 
Carissimi,
ormai tutti sappiamo che l’Avvento è il periodo che precede il Natale, e che ci prepara a ricevere il regalo di Natale, Cristo Gesù Bambino. Per molti l’Avvento non è niente, per molti il regalo non è Gesù ma è qualcosa che si desidera ricevere, per molti Natale non è più Natale.
A voi che credete nel Natale come vero Natale, propongo di fare un cammino semplice, semplice che dura 4 settimane. In che cosa consiste questo cammino. Ci sono delle cose che devo essere fatte e ci sono delle cose che non devono essere fatte.
Cosa devo fare? Ogni giorno d’Avvento devo:
  1. la mattina, al risveglio devi farti il segno della croce e recitare un “Padre Nostro”, una “Ave Maria”, un “Gloria al Padre”, e un “Angelo di Dio”, poi leggi una paginetta di vangelo al giorno. Incomincia dal capitolo 4 del vangelo di Matteo. (non dare per scontato che queste cose si facciano. Chiediti: quanti giorni passano e tu non fai neanche un segno di croce al risveglio?).
  2. durante la giornata devi fare un’opera buona: puoi scegliere tu cosa fare. Le opere di carità sono infinite per quanto infiniti sono gli uomini sulla terra.
  3. ogni giorno devi mettere da parte una moneta così alla fine dell’Avvento puoi fare un’opera buona ( l’opera la puoi fare a chi vuoi tu, come vuoi tu, dove vuoi tu. È il gesto del sacrificio e del rinunciare a qualcosa che è importante).
  4. ogni giorno devi mostrare un atto di gentilezza verso una persona con cui non vai molto d’accordo o che magari in quel giorno hai avuto problemi.
  5. si arriva al Natale camminando con Maria: ogni giorno recita il Santo Rosario (puoi anche suddividerlo nella giornata).
  6. fai la comunione eucaristica in stato di grazia e soprattutto tutte le volte che puoi e obbligatoriamente la domenica.
  7. fatti il segno della croce ogni qualvolta ti siedi a tavola o quando passi davanti alla chiesa. Non importa se ti vedono gli altri. Meglio così perché puoi testimoniare la tua fede.
  8. sii più gentile con tuo marito, con tua moglie, con tua mamma o tuo papà, con tuo fratello o tua sorella e con tutte le persone che vivono con te.
  9. prima di addormentarti fai l’esame di coscienza e vedi se sei stato fedele durante la giornata.               
    Cosa invece non devi fare? Ogni giorno d’Avvento non devi
       
  10. non devi dare agli altri il posto di Dio e non devi bestemmiare.
  11. non devi mai mancare alla messa domenicale (in fondo sono 4 domeniche)
  12. non devi mancare di rispetto al mio prossimo, non devi parlare male del mio prossimo.
  13. non devi essere impaziente e non devi dare scandalo.
  14. non devi dire il falso e non devi promettere ciò che poi non posso mantenere.
  15. non devi smettere un giorno di mettere a frutto i miei carismi.
Seguendo questo cammino semplice che ti ho tracciato, sono sicuro che potrai fare un buon cammino. Ogni giorno dovranno essere fatte questi passi piccoli perché è nella perseveranza alle piccole cose che si raggiunge la santità.
Per tanto ti auguro buon cammino verso il Natale del Signore
                                                                                                                      Don Francesco

Ridere fa bene alla vita, si campa di più e meglio.Video da vedere ogni volta che siamo arrabbiati

venerdì 26 novembre 2010

Almeno per ora accorpamenti scongiurati nei paesi della provincia di Catanzaro nessuna scuola sarà soppressa.


                   Per leggere i due articoli clicca sull'immagine.

L'assesore regionale Tallini rassicura il sindaco di Catanzaro Olivo. La cittadella regionale Calabrese sarà ultimata, previsto un nuovo finanziamento di circa 35 milioni di euro.

Il bilancio di previsione 2011, illustrato ieri dal presidente Scopelliti e dall’assessore alla programmazione Giacomo Mancini, prevede la somma di 34,5 milioni di euro per il completamento della cittadella regionale.
 Tali risorse saranno reperite con l’accensione di uno specifico mutuo. Si tratta del più importante investimento previsto dal Governo regionale e riguarda, non a caso, il Capoluogo di Regione, a conferma della straordinaria attenzione riservata dal presidente Scopelliti e dalla sua giunta alla Città di Catanzaro. Contemporaneamente, il Dipartimento dei Lavori Pubblici sta lavorando alla definizione di un nuovo progetto esecutivo che consenta, nel giro di alcuni mesi, di superare i delicati problemi di ordine tecnico determinati dai ritardi e dai continui stravolgimenti del progetto originario. Le decisioni annunciate dal presidente Scopelliti e dall’assessore Mancini spazzano via ogni malevolo dubbio sollevato strumentalmente sulla reale volontà della Giunta regionale di realizzare questa opera strategica per il futuro della città Capoluogo. La cittadella si farà e sarà il presidente Scopelliti ad inaugurarla, mettendo fine all’epoca degli sperperi di denaro pubblico che costano alla collettività circa 10milioni di euro all’anno, senza considerare le spese per le manutenzioni di fabbricati ormai vetusti. Resta il rammarico per l’anomalo lievitare dei costi dell’opera registratosi durante la gestione di Loiero e del centrosinistra. Il sindaco di Catanzaro, che in questi giorni non perde occasione per polemizzare con Scopelliti, Traversa e il sottoscritto per la situazione di stallo della “cittadella”, per lunghi quattro anni è stato colpevolmente assente e silente dinanzi al fermo del cantiere di quasi un anno e soprattutto davanti al raddoppio dei costi. Quando si parla di trasparenza e questione morale bisogna avere il coraggio di farlo a trecentosessanta gradi e non in base alle convenienze di partito. Il sindaco Olivo scopre la cittadella regionale solo alla fine della sua sindacatura. Noi lo tranquillizziamo e diciamo all’opinione pubblica catanzarese che, pur avendo ereditato un’opera con costi misteriosamente raddoppiati, abbiamo avuto il coraggio di assumerci le responsabilità del caso e individuare una strategia che porterà alla realizzazione dell’opera.

giovedì 25 novembre 2010

Seconda parte dell' intervista fatta al sindaco di Sellia Dott. Davide Zicchinella.


6-D: “Timpone pergulaci”, “parco eolico”, “strada da vutticella” per noi senza dubbio due no e un secco si, quali sono invece le iniziative a riguardo, da parte della vostra giunta?


6 -R: Sul Timpone Pergulaci nei mesi scorsi ho avuto un movimentato incontro con dei personaggi provenienti dalla provincia di Vibo, che eufemisticamente definisco particolari, che in qualità di titolari di una società di estrazione pretendevano impiantare a Pergulaci una cava per estrarre calce. Mi hanno mostrato il progetto, un conto economico stratosferico che prevederebbe utili per più di 9 milioni di euro per la società stessa, per la realizzazione del quale hanno ottenuto dagli uffici regionali competenti le varie autorizzazioni. Non hanno avuto la nostra e non l’avranno mai! A fronte di un congruo indennizzo per i proprietari dei terreni e per il comune dovremmo vedere smembrata una parte importante e suggestiva del nostro territori. Il mio no è stato categorico come quello del gruppo di maggioranza che in tal senso si è già espresso in Consiglio Comunale (la minoranza si è astenuta). Per quanto riguarda il parco eolico la società che doveva costruirlo, la Brulli SpA, ci ha scritto che dai dati anemometrici in loro possesso Sellia risulterebbe un sito non appetibile. Al momento è tutto bloccato. Se ci saranno novità vi terrò informati. Sulla strada “Da Vutticellla” questa è certamente un idea da tenere in considerazione, oltre per la riduzione dei tempi di percorrenza verso il mare e la città di Catanzaro, per l’ intrinseco valore ambientale e paesaggistico dei terreni che attraverserebbe. Anche per realizzare questo intervento sarà necessario ottenere finanziamenti da enti superiori. A noi tocca rediger un progetto e quantificare i costi. Ci stiamo attivando in tal senso.
 
7-D: Località don Antonio( Sellia Marittima ) e già a tutti gli effetti territorio del comune di Sellia? Possiamo organizzare nella prossima stagione estiva degli eventi in quella località?


7 -R:Sull’annosa vicenda dei terreni al mare, evocativamente chiamati Sellia Marittima, posso dirvi che per prendere possesso degli stessi abbiamo incaricato il legale che ha seguito nel tempo tale vicenda di chiedere alle autorità giudiziarie un atto di rilascio, che conseguente alla sentenza a noi favorevole, ci darà la possibilità di entrare in possesso dei terreni. Il comune di Sellia Marina, nel frattempo, sta cercando di escogitare ogni azione per non perderli. Ma su questo tema, per la sua delicatezza e per gli scenari che potrebbero aprirsi è necessario un certo riserbo. Quanto sarà il momento non mancherò di dare più precise e puntuali informazioni. Intanto sappiate che questa è una di quelle priorità che si vede impegnati costantemente.
 
8-D: Delle poche coppie che si sposano solo una minima parte rimangono a Sellia cosa farete per invertire questa rotta la quale da qui a qualche decennio decreterà la fine di Sellia?