foto notizia

Visualizzazione post con etichetta sellia sconosciuta. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta sellia sconosciuta. Mostra tutti i post

sabato 19 marzo 2011

La conicella di San Giuseppe da " Cona du Casu "

 San Giuseppe
 Dopo i vari cataclismi che avevano sconvolto il territorio di Sellia  con l’ultimo devastante alluvione del 1943 delle 5 chiese più il convento rimanevano solo quella del Rosario e  di San Nicola (Immacolata) Soprattutto la chiesa Madre si era riempita delle varie statue che si erano salvate durante queste terribili calamità ( nel  spaventoso terremoto del  1793 ben due chiese furono completamente distrutte). Erano talmente tante le varie statue, alcune anche doppie, che diveniva sempre più difficile anche camminare all’interno della chiesa stessa, soprattutto quando c’èrano funzioni religiosi importanti che richiamavano tutta la popolazione. Un giorno l’arciprete prese una decisione drastica la mattina presto dopo la consueta messa dell’aurora che richiamava sempre moltissima gente, (quasi tutti infatti prima di iniziare i propri lavori nei campi o nelle bottega si recavano a messa.) Chiamo il sacrestano e gli ordinò  di portare fuori tutte le statue che erano dei doppioni oppure dei busti di santi malconci che necessitavano di restauro, ma visto il periodo di scarsità di fondi difficilmente sarebbero state restaurate. Così suo malgrado il povero sacrestano iniziò nel portare fuori alcune statue di santi, intantto l’arciprete aveva preso una grossa "gaccia" scure iniziando l’opera di demolizione riducendole a pezzettini sotto lo sguardo incredulo dei  passanti che non capivano bene cosa stesse facendo, e poi anche se l’avrebbero capito non avrebbero osato contraddire l’arciprete perché era forte il senso di rispetto. Dopo un po’ toccò alla statua malandata a mezzo busto di San Giuseppe non appena  tirò il primo colpo con la scure, una scheggia gli si conficcò nell’occhio, il dolore era tremendo, alcune persone  (anche se controvoglia per quello che aveva fatto) corsero ad aiutarlo riuscendo nel togliere la piccola scheggia che per un niente non aveva rischiato di farlo diventare cieco.Per fortuna questa scheggia lo fece ricredere di ciò che stava facendo, con le lacrime corse verso la statua di San Giuseppe inginocchiandosi iniziò a pregare e lodare il Signore. La statua fu restaurata e con una funzione solenne fu............

lunedì 21 febbraio 2011

I Vari negozi ricadenti all'interno del borgo di Sellia negli anni 40. "I putichi da Sellia"

Abbiamo cercato in questo post di censire i vari negozi (che erano veramente tanti) ubicati all'interno del borgo di Sellia durante la seconda guerra mondiale, non abbiamo censito le tante botteghe di artigiani come varveri, forgiari, segghiari, scarpari, falegnami ecc.. Sellia era un pullulare di attività, di tanti negozi. Catanzaro era lontano, tutti i prodotti venivano comprati in loco. Ovviamente questa lista non sarà completa, infattii vari negozi che sicuramente erano situati nelle zone colpite dall'ultima frana del 1943 non sono censite perchè risulta molto difficile reperire notizie certe a riguardo. Comunque possiamo immaginare il formicolio di gente che sin dalle prime luci dell'alba animavano il nostro borgo, ogni piccolo locale era occupato, nessuna camera, ne tantomeno casa risultava vuota. Noteremo  nella lista come sopratutto la zona principale "via G. Marconi" era piena di attività, di negozi, essendo l'arteria principale dell'intero borgo, dalla quale si diramavano le varie vie secondarie che portavano nelle varie zone interne del centro storico di Sellia.
  • ·         Ruscia ex casa di Tonino Salerno negozio di pasta, cereali ecc..
  •       Ruscia ex casa "ntoni l'ervicia" forno  grande  Mannarino
  •       Ruscia sotto la casa dei Passante  spaccio, alimentari dei Placida
  • ·          Via Marconi-Sotto la casa di "Jennaru" (ex bigliettaio della calabra) pane,frese, cereali
  • ·          Via Marconi-Ex tabacchino forno grande dei Placida
  • ·          Via Marconi-Curva del tabacchino ex casa Loiero sede del fascio
  •        Via Marconi ex posta  grande bar Corea liquori, dolciumi (scirubetta d'estate)
  •         Via Marconi vicino fontana vucceria di Rosaru u Tavernisa
  •         Via Marconi ex casa medico Cirillo alimentari,legumi,ecc...
  •        Via Marconi  alimentari,vino ecc.. di annina e rechela

lunedì 24 gennaio 2011

L'Arrivo della corrente elettrica dentro le varie abitazioni di Sellia. La luce "a furfè"



Nei primi anni 30 a Sellia iniziò ad  arrivare la corrente anche dentro le varie abitazioni, la quale veniva chiamata “a furfè” perché non si pagava per il reale consumo ma una volta al mese veniva corrisposto un pagamento forfettario. La cabina era sistema a circa la meta della gradinata da Portabella. Un addetto che veniva pagato da una società privata Napoletana (all’epoca L’ENEL non era ancora nata)andava alla cabina due volte al giorno la mattina presto per sospendere l’erogazione, e non appena si faceva buio per accendere l’interruttore. Durante il montaggio dei primi pali con i fili elettrici non si badava certo al fattore estetico tanto che l'intero paese veniva attraversato da un groviglio di fili,mentre i pali venivano posizionati sopra i tetti più alti. La ditta lasciò un ricordo del lavoro che stavano svolgendo, costruendo sopra un tetto di una casa nel rione Ruscia  un piccolo busto in onore di Guglielmo Marconi ( il quale si può vedere nella foto) Dentro le varie abitazioni c’era sistemato un unico punto luce, questa lampadina (che non superava i 25 w) veniva spostata nelle varie stanze  con un filo molto sottile e lungo. La corrente che serviva Sellia ma anche i vari comuni vicini arrivando sino a Catanzaro, veniva prodotta da una delle prime centrali idroelettriche ed era situata nel territorio di Sellia nelle vicinanze dell’attuale laghetto del fiume Simeri  in località “crisara” questa centrale ha erogato energia sino al disastroso alluvione del 1943 (che cancellò definitivamente mezzo paese) la centrale subì ingenti danni tanto che la società che la gestiva decise di abbandonarla.  Di questa importante opera che  garanti l’elettricità a molti centri tra i quali come abbiamo detto anche Catanzaro................... (continua)

mercoledì 29 dicembre 2010

La foto in copertina da alcuni giorni in home page ritrae la parte nuova di Sellia dopo l'abbondante nevicata dei primi anni 90.


Negli asterischi le ultime abitazioni costruite      
La foto che già da alcuni giorni ci fa compagnia in home page, risale ai primi anni 90, quando un abbondante nevicata,  come non si vedeva da diversi decenni, imbiancò tutto il territorio. La neve arrivò sino alla spiaggia di Sellia Marina. Dopo questa nevicata ci fu un lungo periodo di siccità  che durò per circa due anni con temperature elevate anche durante l’inverno, fu proprio  in questo periodo che parecchi alberi di ciliegio che avevano resistito indenni a tanti eventi atmosferici avversi durante i vari decenni, seccarono completamente. In tutta Italia si iniziò a parlare con insistenza dell’effetto serra, del buco nell’ozono con conseguente scioglimento dei ghiacciai perenni che avrebbero causato l’innalzamento del mare. Che fine ha fatto il buco nell’ozono? Qualcuno ne sa qualcosa? Certo il clima è molto cambiato, si passa con disinvoltura a giornate con un freddo polare come due settimane fa, quando per due giorni a Sellia ha nevicato, a giornate umide calde con temperature che si impennano arrivando anche a 20 gradi. Ritornando alla foto, la quale ci farà ancora compagnia anche nel mese di gennaio del 2011, sono assenti le ultime nuove abitazioni costruite alcuni  anni dopo, che insieme a quelle da “cona du casu” rimangono le ultime realizzate. Dunque sono quasi vent’anni  che nel nostro paese non viene presentato nessun progetto di concessione edilizia per nuova abitazione,il tutto la dice veramente  lunga. Speriamo che grazie anche a un piano regolatore più idoneo alle varie esigenze, dia qualche segnale di slancio verso future concessioni con conseguenze procedure burocratiche molto più snelle,  agevolando in ogni modo chi vuole investire nel nostro territorio. Il futuro abitativo  sta............

lunedì 20 dicembre 2010

la tradizione a Sellia del fuoco di Natale: acceso in piazza la sera della vigilia di Natale per riscaldare la nascita di Gesù Bambino

Oggi per preparare il fuoco da accendera  la notte di natale nella piazza di fronte la Chiesa, ci pensa il comune con degli operai. Sino agli anni 80 non era cosi,il comune non toglieva neppure una lira, ma ci pensavano i ragazzi che mesi prima si mettevano nel raccogliere in giro vari “stroppi” che venivano depositati in un angolo della piazza non prima però di costruirci intorno un recinto fatto di “jnostrari” insieme a dei rami di “spinari” il tutto perché succedeva spesso che nottetempo alcuni pezzi ,quelli più piccoli venivano rubati per riscaldare la propria abitazione da qualche persona che non poteva provvedere nel farsi la scorta di legna per l’inverno. Alcuni giorni prima della vigilia alcuni ragazzi più piccoli giravano per il paese con una carriola e ognuno dava il proprio” zuccu” per riscaldare la nascita Gesù Bambino per  quando verso la mezzanotte sarebbe nato in una umile mangiatoia.Tutti contribuivano dando della legna, perché si vedeva nel fuoco un segno, un dono,un piccolo dono dato a Gesù Bambino,erano infatti parecchi i bambini che portavano direttamente la sera della vigilia prima di entrare in chiesa un piccolo ceppo di legno che veniva buttato direttamente sul fuoco da poco acceso. I ragazzi più grandi oltre a sistemare  a forma di piramide la tanta legna raccolta dove in cima veviva sistemato l’oggeto più strano di legno raccolto,tipo: una vecchia botte,un tavolino,una credenza ecc…, erano anche  quelli che provvedevano ad accenderlo;  spesso non mancava qualche animata discussione perché ognuno si voleva prendere il merito di averlo acceso per primo. Ritornando ai giorni nostri nessun ragazzo si sognerebbe più di andare in giro per i vari terreni nel trasportare sino in piazza la legna,invece una volta anche sotto la pioggia con pochi mezzi a disposizione si andava alla ricerca di legna per la notte di natale. Anche alla piazza del rione palazzine veniva  acceso un fuoco, il tutto serviva a tenere viva una sana competizione.Non posso dimenticarmi un anno quando un enorme,ma veramente enorme “stroppa”  fu scaricata da un camion vicino la fontana di “ sutta u ponta” perché non riusciva ad arrivare sino in piazza, (anche perché l’attuale strada con lo scempio del nuovo cavalcavia non era stata ancora realizzata) ebbene per chiamare gente nel aiutare i ragazzi nel trasportarla  sino in piazza, fecero......

mercoledì 15 dicembre 2010

Una volta a Sellia nevicava molto spesso, e la neve durava per molto tempo.


Una bella nevicata oggi diventa un evento quasi eccezionale una volta almeno sino agli anni 50 era una cosa del tutto normale la prima neve arrivava molte volte già a fine novembre mentre non era raro che nevicasse proprio la notte di natale rendendola  così ancora più bella,più magica. La neve nelle zona di manca rimaneva per mesi come nella fascia che andava dall’ex putica di Coppoletta sino alla vecchia posta in quel tratto la strada rimaneva ghiacciata per diverso tempo mentre i ragazzi ne approfittavano per fare delle gare di pattinaggio costruivano in modo artigianale dei legni che poi posizionavano sotto le scarpe, mentre   un enorme pupazzo di neve con due olive come occhi,una vecchia scopa fatta di scupularu,un capello di paglia,un capotto ormai impossibile di riciclare dava un aria signorile a questo pupazzo (babbu e niva) che spesso rimaneva quasi intatto sino a marzo. Dai tetti scendevano dei lunghi  “pinzarri”  che davano un aria veramente polare a tutto il paesaggio. Alcuni abili artigiani proprio in questo periodo mettendo in pratica una attenta procedura conservavano la neve per poi rivenderla durante le giornate estive sotto forma di prelibate granite (ne abbiamo parlato approfonditamente QUI). Se durante le lunghe nevicate bisognava raccogliere le olive  i contadini non si tiravano indietro aspettando le belle giornate anche perchè spesso se non nevicava pioveva, armati di pazienza,ma soprattutto della necessità di dover lavorare, andavano nei vari terreni raccogliendo le olive da sotto la neve  riscaldandosi le gelide dite delle mani con dei piccoli fuochi che accendevano in più punti. Erano tempi duri difficilmente trovavi un oliva per terra non raccolta anche perche dopo una determinata data entravano in  azione molti contadini i quali non possedevano dei terreni  i quali armati di pazienza andavano a cocci in giro per i vari terreni . ritornando alle nevicate spesso era proprio durante queste gelide serate invernali  che tutta la famiglia si radunava intorno al focolare unica fonte di calore dove spesso vicino veniva posizionato un lumino ad olio, mentre il più anziano prendeva posto iniziando  un bel racconto, una affascinante storia su Sellia descrivendo abilmente ogni particolare …..altro che televisore.
 Autore: sellia racconta. Si prega di inserire il link a chi ne fa uso (anche in modo parziale) con esplicito riferimento della fonte

venerdì 3 dicembre 2010

Lo stendardo delle tre rose dedicate alla Madonna custudito nella chiesa Madre di Sellia.

-->
In questi giorni mentre osservavo delle foto su internet attinenti ad una edizione della sagra di Sellia  mi soffermo in modo particolare  su una di essa  che ritrae un antico stendardo custodito nella Chiesa Madre. In un primo momento mi incuriosisce molto perché malgrado durante la mia giovinezza, facendo spesso il chierichetto,  ho avuto la fortuna di osservare da vicino molti oggetti sacri che mi attiravano molto, ma non mi ricordavo di aver mai visto questo particolare stendardo nel quale non viene raffigurato nessun Santo o Madonna ma in modo semplice raffigura tre coll:i uno centrale, due laterali, e  sulle loro cime una rosa di colore diverso per ogni colle, il tutto sormontato dalla corona della Madonna. Mi soffermo ancora un po’ su questa foto, cerco di ingradirla, sembra che non abbia nessuna scritta. Poi mi viene in mente un piccolo passaggio di una vecchissima canzone che intonava spesso a “ scaghiuna”.  Era un'anziana signora la solista, che iniziava i vari canti durante le funzioni religiose con una voce molto forte ,particolare, che ribombava all’interno della Chiesa. Sapeva perfettamente a memoria un'infinità di vecchi canti, alcuni anche in latino (per chi ha superato gli …anta come me sicuramente la ricorderà) un passo della canzone faceva più o meno cosi: I tri rosi de Maria,a ra Sellia l’avimu tutti e tria,rosi belli e profumati da Madonna L’icorunata. Ma certo ora mi sembra tutto più chiaro, la vecchia canzone si riferiva alle tre Chiese intitolate alla Madonna: Madonna del Rosario, L’Immacolata,La Madonna delle Grazie ( con l’ormai scomparso convento della congregazione di Zumpano di Santa Maria delle Grazie )Il bel stendardo raffigura l’esatta ubicazione di questi tre luoghi di culto; la rosa rossa della Madonna  del Rosario la rosa centrale dell’Immacolata, l’altra laterale quella della Madonna delle Grazie che viene collocata proprio dove io ipotizzavo: cioè sopra la fermata dei pullman “sutta Santa Maria” luogo che porta questo nome proprio perchè sopra era ubicato il convento di Santa Maria delle Grazie  prima che crollasse durante la rovinosa alluvione. Purtroppo la foto poca nitida non permette una buona visuale ma secondo me questo stendardo è un ulteriore prova oltre all’ormai accertata  esistenza di tre luoghi di culto  dedicati alla Madonna anche la loro esatta ubicazione all’interno del centro storico. Questo stendardo infine assume un'importanza storica il quale ci dice con esattezza l’ubicazione di questi tre luoghi di culto  verso la Madonna, verso la quale Sellia da sempre ne è stata in modo particolare devota.
 Autore: sellia racconta. Si prega di inserire il link a chi ne fa uso (anche in modo parziale) con esplicito riferimento della fonte

martedì 30 novembre 2010

Dai sepolcri dentro le Chiese alla nascita dei primi cimiteri in Calabria

Parleremo in questo post del rito di seppelire i propri cari dentro lecripte delle Chiese. Anche nella Chiesa madre di Sellia sotto il pavimento vi erano situate delle catacombe ne abbiamo parlato QUI

I primi cimiteri Cristiani sorgevano fuori dalla cinta muraria delle città, per ragioni di carattere sia igienico che politico. All'incirca dal IX secolo si diffuse però la consuetudine di seppellire i cadaveri all'interno delle città, preferibilmente nei sepolcri che si trovavano nelle chiese, dove furono trasportati anche i corpi e le reliquie dei martiri. In tal modo la popolazione riteneva che i propri morti fossero più vicini alla divinità. I sepolcri delle chiese divennero però sempre più insufficienti con il passare degli anni, specie dopo l'incremento demografico settecentesco. All'inizio dell'Ottocento la questione appare perciò problematica un pò in tutto il Mezzogiorno. Infatti, in numerose località, l'imperfetta chiusura delle tombe vizia talmente l'aria che si respira in questi edifici religiosi, da provocare malori nei fedeli ed in qualche caso i gas che si sprigionano causano addirittura la morte per asfissia di qualche becchino intento alle operazioni di sepoltura. Spesso i pochi cimiteri esistenti o rimangono inutilizzati (perché i parenti preferiscono seppellire i propri morti nelle chiese) o non risolvono che parzialmente il problema perché sono costruiti proprio accanto agli edifici religiosi. Ad inizio Ottocento sono poche le località dove non sussistono tali problemi. In generale nel Mezzogiorno le tombe delle chiese ad inizio Ottocento appaiono oramai insufficienti a risolvere il problema delle sepolture. Giunge perciò a proposito, con il decennio francese, il divieto di continuare a seppellire nelle chiese e l'obbligo di utilizzare i cimiteri. Questa nuova e più igienica pratica della sepoltura nei cimiteri viene però spesso ostacolata dal popolo, che, come riferisce la statistica murattiana per le province di Catanzaro e Reggio Calabria "guarda con un'avversione furibonda il divieto di seppellirsi nelle chiese, dove solo si crede in contatto colla divinità, con cui debbe in tal modo conciliarsi". Addirittura, nei giorni immediatamente successivi alla disfatta dei francesi, la popolazione di alcuni paesi disseppellisce i cadaveri dei propri cari dai cimiteri dove era stata costretta ad inumarli e li trasporta nelle chiese. Le resistenze al seppellimento dei morti nei cimiteri vanno lentamente a diminuire con il passare degli anni. Anche le epidemie di colera degli anni '30 del secolo XIX danno un ulteriore impulso al seppellimento nei cimiteri. Tuttavia, ancora nella seconda metà dell'Ottocento, in numerosi paesi si continua a seppellire nelle chiese ed anche alcune città di primaria importanza restano prive di cimiteri. È il caso anche di un importante capoluogo di provincia come Cosenza. Scrive proprio a questo proposito negli anni '60 dell'Ottocento Vincenzo Padula: "per spiegare la elevata mortalità di Cosenza bisogna invocare un altro fattore, ed è questo: all'appressarsi della pioggia le latrine puzzano e le tombe anche puzzano. [...] In questi mesi [intende quelli da ottobre a febbraio] Cosenza è una cloaca aperta; il possesso d'un buon naso diventa una sventura; l'acido carbonico, che si eleva poco, offende meno gli alti, e più gli uomini di bassa statura; a medicare tale pestilenza si grida contro i porci, si perseguitano i cani, si chiama l'opera degli spazzini, e non si vuol capire ancora che quel puzzo scappa dalle sepolture, che i morti uccidono i vivi, e che sarebbe miglior senno agli spazzini sostituire i beccamorti. Finché Cosenza non avrà un Camposanto, ogni compenso per migliorarne l'aria torna inutile.

giovedì 18 novembre 2010

Usanza della sepultura dei cari defunti a Sellia sino all'inizio del 1900

Anche a Sellia (com'era consuetudine in tutto il meridione)  i defunti venivano seppelliti all’interno della Chiesa Madre usanza rimasta sino agli inizi del 1900. Vicino all’altare principale c’era una botola enorme in cui si accedeva nella cripta dove venivano sistemati i vari defunti,. questa botola veniva utilizzata per le persone più benestanti del paese come baroni,notai,dottori, sacerdoti,commercianti….mentre un'altra botola era sistemata vicino la porta d’ingresso dove venivano sepolti tutte le altre categorie dagli artigiani,agricoltori,pastori, ecc.. Dunque anche da morti bisognava attenersi alle varie categorie del ceto sociale. I ricchi venivano deposti con cura dentro la cripta, mentre i poveri quando morivano venivano sistemati ad una particolare sedia ed una volta legati con una fune venivano calati dentro la cripta; quando la sedia toccava il fondo con un colpo preciso alla fune la sedia si apriva in modo che il defunto cadesse giù mentre la sedia veniva riportata sopra. Negli ultimi anni prima che questa usanza venisse definitivamente abolita, i morti aumentavano sempre di più, il tutto dovuto anche alle varie pestilenze,carestie,cataclismi ecc.. tanto che la cripta dei poveri era completamente piena, si fecero altre cripte all’’esterno della Chiesa sino ai piedi delle gradinate. A testimonianza di tutto ciò negli anni 70 quando l’arciprete di allora decise di fare un garage per la propria auto ad un lato dell’inizio dei gradini durante lo scavo si trovarono diversi resti di ossa umane. Nei primi anni del 1900 anche a Sellia molto lentamente si iniziò a seppellire i propri cari defunti al cimitero che era prima ubicato subito dopo il bar di Nicola (a ra cona du casu ) poi venne spostato perché oltre a risultare non idoneo come terreno era anche molto vicino alle abitazioni. Comunque per eliminare definitivamente questa usanza ci volle molto tempo anche perché si pensava che chi venisse seppellito dentro o vicino la Chiesa avrebbe ottenuto più indulgenza per i propri peccati commessi, perché la sua anima si trovava più a stretto contatto con i Santi, ed essendo un luogo sacro avrebbe ottenuto sicuramente più indulgenze ad espiazione dei propri peccati; a ragione di tutto ciò si costruirono delle cappelle all’interno dei cimiteri, ed ancora una volta i vari ricchi anche da morti dovevano far vedere la loro superiorità costruendo cappelle private dove tumulare i cari estinti.

mercoledì 3 novembre 2010

Alcune antiche usanze di partecipazione attiva della comunità di Sellia


Prima che iniziasse il mese di novembre il prete con dei chierichetti giravano tutto il paese per raccogliere i ficu tosti i quali una volta venduti servivano per celebrare le messe ogni giorno per i defunti del paese anche per chi non poteva pagarsi una messa al proprio caro defunto.. Sellia era ricchissima di f alberi di fichi e quasi tutti facevano dele provviste essiccandoli al sole durante l’estate per poi venderli a dei mercanti che venivano appositamente per comprare le rinomate ficu tosti da Sellia.Due chierichetti portavano una vertulla mentre un altro con un campanello avvisa le persone del loo arrivo le quale sistemavano  a secondo della propria disponibilità  i ficu dentro una cesta  e uscendo dalle case li versavano dentro la vertula. Questa era una bella usanza di concordia di una popolazione  affinché tutte le anime dei cari defunti anche dei più poveri beneficiavano di una messa a loro dedicata. Comunque questa non era l’unica occasione in cui la comunità partecipava  direttamente con i frutti del terreno alle varie esigenze della parrocchia, un'altra bella usanza era quella di sistemare all’entrata della porta laterale della Chiesa Madre una grande  damigiana  con un imbuto; le varie famiglie portavano a secondo delle loro disponibilità chi un litro chi due ecc.. che versavano dentro la damigiana la quale una volta riempita d’olio serviva a tenere sempre accesi le tante lampade ad olio che erano sistemate ai vari altari le quali rimanevano sempre accesi. Mentre per  la lampada a tre lumini che era situata sotto l’altare di San Nicola, a turno le famiglie più benestanti  del paese che possedevano diverse piante d’olive donavano l’olio necessario per un anno intero, affinché la lampada rimanesse sempre accesa notte e giorno.
 Autore: sellia racconta. Si prega di inserire il link a chi ne fa uso (anche in modo parziale) con esplicito riferimento della fonte

venerdì 29 ottobre 2010

La processione del quadro della Madonna "di sproni" . che si svolgeva l'ultimo venerdi del mese di ottobre a Sellia.

Nella foto alcune piante di "sproni" lungo una vallata di Sellia
Sino agli inizi degli anni 70, la sera dell’ultimo venerdì del mese d’ottobre, veniva portata in processione un particolare quadro della Vergine Immacolata, il quadro veniva chiamato da tutti “ a Madonna di sproni” perché la caratteristica fiaccolata veniva fatta proprio da questa pianta selvatica che cresce spontanea dentro le vallate di Sellia. Alla fine del periodo estivo dopo aver perso i particolari fiori gialli, questa pianta dal fusto lungo inizia a seccare, prima dell’arrivo delle prime piogge autunnali; la gente del posto andava alla ricerca di quelli più lunghi e con tanti piccoli gambi intorno al grande tronco (che una volta acceso sembrava un candelabro) . Il giorno della processione venivano imbevuti con la” murga” che si estraeva dal fondo dei lanniuni dell’olio che proprio in quel periodo si pulivano per poter poi contenere l’olio nuovo. Quando la Madonna usciva per la processione, i ragazzi con in mano i sproni (che nel frattempo erano stati accesi) si disponevano in due file ai lati del quadro creando così una fiaccolata unica con dei giochi di luce molto particolari e con l’odore dell’olio che pian piano andava in combustione. I sproni duravano per tutto il consueto tragitto della processione, e quando il quadro stava per rientrare, i ragazzi con in mano gli sproni, venivano sistemati in due file lungo i gradini della Chiesa; mentre andavano in combustione anche i vari rami piccoli che si trovavano sotto il lungo fusto centrale facendoli sembrare tanti candelabri. Una bellissima usanza unica nel suo genere in tutta la .......
Il quadro della Madonna di "Sproni"


lunedì 2 agosto 2010

Le origini del culto verso la Madonna della Neve

Sellia festa Madonna della Neve 1994
Le origine del culto verso la Madonna della Neve sono antichissimi nata nei primi secoli del Cristianesimo Per quanto riguarda Sellia invece la nascita del culto,della devozione popolare verso la Madonna della Neve nasce verso il 1500 con l’apparizione della Madonna che compie il miracolo di guarigione verso la figlia di un povero contadino invitandolo a costruire una chiesetta in suo onore li dove avrebbe visto nevicare (riproporremo la versione completa di questo bellissimo racconto “del quale io ne sono particolarmente legato” giorno 5 agosto ) Vediamo ora le origini, la storia della Madonna della neve
Nell’anno 352 d.C., viveva a Roma un certo Giovanni, gentiluomo ricchissimo che non sapeva come spendere tutto il proprio denaro. Non aveva figli, voleva fare opere pie, ma non sapeva quali scegliere. Nella notte tra il 4 e il 5 agosto, gli apparve in sogno la Madonna che gli ordinò di costruire una chiesa nel luogo in cui il mattino seguente avrebbe trovato la neve. Il ricco signore si svegliò e mestamente pensò che la neve a Roma, per giunta in agosto, era cosa alquanto strana! Ma nella stessa notte la Madonna apparve anche a Papa Liberio e gli disse di recarsi alle prime luci dell’alba in cima all’Esquilino, che avrebbe trovato imbiancato di neve. La neve incominciò a scendere e la notizia dell’incredibile nevicata estiva si diffuse in tutta Roma! Il Papa Liberio e il nobile Giovanni, procedendo per strade diverse e seguiti da una grande moltitudine di gente, si incontrarono sul colle: la cima era imbiancata da uno strato di neve. Con un bastone il Papa tracciò il perimetro della chiesa che il patrizio fece erigere a proprie spese, e così nacque la splendida basilica di Santa Maria Maggiore. Il 5 agosto di ogni anno si tiene nella basilica una funzione speciale, ed al momento del Gloria, dalla cupola della cappella una fitta pioggia di petali di rosa scende leggiadra sui fedeli, come soffici fiocchi di neve.
Vergine Immacolata bianca e pura più della neve,
stendi su tutta la terra un candido manto della tua neve:
della tua purezza, della tua innocenza, della tua bellezza;
rendi i nostri cuori bianchi e simili alla neve:
puri, innocenti, belli agli occhi di Dio.
La neve è il segno della Pace. Amen



Racconto storico tramandato oralmente ricostruito  da Sellia racconta 
Autore: sellia racconta. Si prega di inserire il link a chi ne fa uso, con esplicito riferimento della fonte

martedì 20 luglio 2010

A scirubetta d'estate


Gelati artigianali, gelati confenzionati, granite, sorbetti e chi più ne ha più ne metta, quando arriva la calura estiva, per rinfrescarci basta aprire il freezer, oppure andare al bar o ad una gelateria per trovare una marea di prodotti per dissetarci. Ma come si rinfrescavano i nostri nonni, considerando che i frigoriferi non esitevano? Anche loro gustavano una rinfrescante granita o addirittura un gustoso gelato artigianale fatto senza l'ausilio del frigorifero. A Sellia c'erano due negozi specializzati alla preparazione della granita e del gelato artigianale. Uno era situato all'ex locale della vecchia posta, era di proprietà dei Corea, un bar molto curato, con bei tavolini che durante il periodo estivo venivano sistemati anche all'esterno, molti i liquori che facevano bella mostra nel bancone del bar, parecchi fatti in casa, i quali, spesso venivano serviti proprio dentro delle coppe con all'interno la neve (scirubetta) (In un futuro post descriveremo i tanti negozi che erano ubicati all'interno del borgo alla fine degli anni trenta con molte curiosità su di essi ) La neve, come dicevamo, veniva raccolta durante il periodo invernale e conservata sino al periodo estivo;  che con un lavoro certosino veniva raccolta, stretta per benino e sistemata sotto un manto di paglia dentro dei magazzini i quali, non vedevano mai la luce del sole neppure indirettamente.Quando arrivava l'estate questi due negozi preparavano squisite granite con "u vinicottu" oppure con la spremuta di limoni o arance, e in determinati giorni, anche un delizioso gelato artigianale fatto tutto a mano senza l'ausilio della corrente, i vari ingredienti latte, cacao,uova,zucchero,neve-  venivano versati dentro un piccolo contenitore che era sistemato all'interno di uno più grande, con una paletta di legno si iniziava a girare e rigirare i vari ingredienti che da un contenitore più piccolo finivano a quello più grande, sino a che magicamente divenivano solidi, diventando un gustossisimo gelato che andava a ruba anche...................

martedì 13 luglio 2010

Il campanile di Sellia. "U campanaru"

L'imponente campanile della Chiesa Madre di Sellia
Lo stupendo campanile che osserva tutta Sellia, durante i secoli si è adeguato alle varie trasformazioni, agli ampliamenti della Chiesa Madre. Struttura imponente, si nota subito che in origine era più alto avendo un forte basamento. Infatti durante uno dei tanti terremoti la parte alta crollò, fu ricostruito abbassandolo e creando le merlature tipiche del castello; prima invece c’era un tetto spiovente in tegole. La casa parrocchiale fu costruita in epoca più recente allungando l’arco che prima era lungo per quanto era il campanile, fatto tutto in legno; poi proprio durante il periodo della disastrosa alluvione fu ricostruito in muratura. La sirena è quella della scuola elementare che dopo la sua inagibilità fu sistemata sul campanile per richiamare i vari scolaretti che venivano ospitati in varie case private in attesa che si ricostruisse la nuova scuola, la quale doveva sorgere insieme all'asilo sopra la fermata dei pulman poi si decide di dividerle, la scuola elementare alle nuove palazzine grazie ad un nuovo finanziamento per l'alluvione, mentre, purtroppo l'asilo fu dirottato accanto la Chiesa del Rosario distruggendo la bellisima ala attaccata alla Chiesa di cui ne abbiamo parlato qui. I due cerchi per l’orologio sistemati ai due lati -con il suo caratteristico movimento meccanico a pesi che si poteva ammirare al suo interno- fu realizzato verso il 1933, mentre, le 2 campanelle che suonano le ore e i quarti d’ora, furono presi dalla chiesetta della Madonna della Neve che iniziava in quel periodo il suo lento e inesorabile abbandono. Invece la campana piccola proviene dal vicino convento di Santa Maria delle Grazie. Un Campanile unico nel suo genere nel comprensorio che al suo interno custodisce tanti pezzi del nostro passato,della nostra identità spesso deturpata,saccheggiata con molta sufercialità; peccato per il movimento meccanico a pesi che quando fu sostituito negli anni '80 tra l'altro ancora perfettamente funzionante, venne provvisoriarmente sistemato nella vecchia casa comunale; oggi non sappiamo dove si trovi.

martedì 29 giugno 2010

Mappa dei frantoi nel centro storico di Sellia all'inizio del secolo scorso

Sellia all'inizio del secolo scorso era un grande paese di oltre 2500 abitanti. Tanti erano i frantoi che ricadevano nel centro storico, esattamente 15; in nessun altro paese del circondario troveremo una così florida attività nella trasformazione delle olive. Il nostro olio era il migliore, il più decantato,il più venduto fuori da Sellia. Esso portava (quando c'era a carrica de l'olivi) un certo benessere economico, garantiva lavoro a quasi tutti i suoi abitanti. Vediamo seguendo la cartina numerata dove esattamente erano ubicati questi 15 frantoi
Per ingrandire l'immagine clicca quì o sulla foto.
1
_Di mastru Rinardu (Cosco)
era il primo frantoio, prima dell’entrata della “portabella”
2-Di don Micu subito dopo i primi gradini della portabella a salire. Insieme a quello di mastru Rinardu che era posizionato 30 metri più sotto, cercavano di attirare nei propri frantoi soprattutto le persone che raccoglievano le olive nelle varie zone a sud  Serri  erbara,maronacu,maria,ecc..
3-Di Placidi. Situato a metà portabella ecco il frantoio che si è man mano evoluto essendo stato il primo a gasolio, il primo a corrente.
4-Di Mannarinu vicino l'ex putica e Annina sino agli anni '80 si poteva osservare il rudere con all’interno la macina , poi…...
5-Di Fittante dopo passato ai Cirillo. Si trovava di fronte la farmacia, è quello che ha funzionato sino alla fine degli anni '70, uno dei più antichi che si è evoluto con nuovi macchinari con l’avvento della corrente
6-Du ppernu abbiamo avuto modo di ammirarlo durante l’ultima sagra. Si chiamava così perché era molto piccolo, e lavorarci con tutto quel calore, vapore, sembrava di stare in un inferno.
7-Du Mileri era posizionato a 30 metri salendo dalla parte opposta di quello du ppernu
8-Di Fratti. La sua posizione era dove si trova la casa della buonanima di mastru Rosaru.Uno dei pochi che lavorava giorno e notte
9-Don Rafeli zona Sant’Angelo. Il frantoio che da un po’ di anni si può visitare durante la sagra e che vediamo spesso nelle foto che la pubblicizzano
10-Di Corei. Era uno dei frantoi più attivi, avendo "a numinata" che i punti prendevano bene. Dopo un periodo di inattività Don antoni riprese la tradizione con un nuovo frantoio nella parte nuova di Sellia il quale rimane l'unico in attività anche se non in maniera intesa passato di mano da diversi anni sotto nuova gestione. 
11-Du baruna. Era il più grande, lavorava a ciclo continuo, nel suo deposito venivano cuscoditi quintali  e quintali di olio pronti per il trasporto nelle varie aziende. Si trovava vicino l'attuale  Croce dell'Ascensione sotto il castello. Dopo l'alluvione le immense vasche dei separatori,e le cisterne rimasero sospesi nel vuoto per alcuni anni.
12-Don Peppi zona Ruscia. Era uno dei frantoi più comodi, rimasto in attività sino a metà degli anni 70
13-Di Placidi zona Ruscia, più sotto di quello di don Peppi. Dopo l'alluvione il frantoio dei Placida alla portabella (il quale non aveva subito alcun danno) risultava poco comodo e di difficile accesso causa la ripida scalinata. Si costrui il nuovo proprio sulla strada ma rimase in funzione per un breve periodo.
14*-Di monaci. Di questo e del prossimo si hanno poche notizie, era situato vicino il monastero di Santa Maria delle Grazie ed era usato quasi esclusivamente per le olive dei tanti terreni della Chiesa di Sellia.
15*Du povaromu. Era situato vicino la casa baronile, ed era così chiamato perchè il titolare era  un pover'uomo che ebbe la fortuna di avere il frantoio dopo una scommessa vinta ad un nobile del posto.

Un lavoro di recupero alla riscoperta della nostra identità. Abbiamo con precisione dislocato i vari frantoi che erano situati nel borgo prima del rovinoso alluvione del 1943; alluvione che segnò in modo irreparabile il futuro di Sellia, con ferite ancora aperte. Prossimamente andremo ad vedere le varie attività commerciali all'interno del borgo sempre prima del'alluvione, rimanendo positivamente stupiti per i tanti negozi, segno di un certo benessere più superiore rispetto a tante realtà vicine a noi.

lunedì 31 maggio 2010

Premessa al bellissimo racconto sul miracolo della Madonna della Neve a Sellia

Un legame molto intenso,particolare mi lega a questo racconto e non solo perche rappresenta il primo che trascrissi su un quaderno parecchi anni fa. Lo leggo,rileggo spesso immaginando le varie scene. La fede è importante in ognuno di noi che la manifestiamo,la esterniamo in maniera
diversa,l’importante e che essa dimori dentro di noi. Dopo aver letto il racconto chiudiamo gl’occhi e immaginiamo i personaggi ,le condizioni sociali ed economiche del nostro paese nel contesto storico in cui esso si svolge,dove ancora una volta la fede quella vera,semplice,autentica fa compiere cose inspiegabili alla razionalità della menta umana. Ora apriamo gl’occhi la chiesetta,l’affresco non esistono più cancellati per sempre dalla nostra ignoranza (intesa proprio di colui che ignora)il valore storico, culturale,ma soprattutto di fede che essa rappresentava per la comunità Selliese e non solo. In qualsiasi altro posto,altro paese sarebbe andata in maniera molto diversa, basti pensare per non andare molto lontano con la storia della Madonna di Porto divenuto luogo di fede, di pellegrinaggio di eccellenza dell’ intera provincia Catanzarese. Ritorneremo a parlare della Madonna della Neve a Sellia descrivendo la particolare fiera che si svolgeva durante la sua festa la quale attirava pellegrini da molti paesi del circondario ma......

lunedì 22 febbraio 2010

COME CROLLO' META' PAESE NEL 1943?

Come crollò metà paese nel 1943 ? Sembrerebbe una domanda banale con una risposta altrettanto ovvia crollò per delle piogge torrenziali durate per quasi 2 settimane che causò l'alluvione .Ma per molti abitanti di Sellia che purtroppo vissero in prima persona quel bruttissimo periodo, la risposta non era così scontata certo,le continue piogge, hanno contribuito ma secondo il parere di molti, ci fu un altra causa forse più importante vediamo un po’ di che si tratta.
Andiamo più indietro nel tempo esattamente 10 anni prima quando durante il periodo fascista fu realizzato il nuovo acquedotto di Sellia proprio durante l’espansione coloniale fortemente voluta da Mussolini per dimostrare,al mondo intero, la potenza del suo esercito ma ci vollero molti soldi per finanziare queste spedizioni cosi ,molte opere importanti, furono sospese o peggio ultimate in malo modo come il caso dell’acquedotto di Sellia che, salendo dall’Arsanise, si imperniava ancora più su sino a costeggiare il castello e arrivare dove si trova attualmente per poi diramarsi per Crichi. L’opera fu ultimata malamente , in fretta senza i controlli necessari sulle varie guarnizioni di       congiunzione dei tubi i quali furono subito interrati proprio in prossimità del castello.

venerdì 8 gennaio 2010

DIZIONARIO DIALETTALE SELLIESE (lettera B )

Eccoci alla seconda lettera del nostro vocabolario del dialetto Selliese.Lettera B come Bombinuzzu,per il quale a Sellia rimane una forte devozione dovuta anche al fatto che come abbiamo detto nel post sulla foto del mese abbiamo due "bombinuzzi cu a palla" che sino agli anni 50 venivano portati entrambi in processione ,uno il giorno di capodanno quello del Rosario e altro il giorno dell'Epifania ,quello da Mmaculata..La lettera B è un pò avara di parole in dialetto, perchè spesso viene preceduta da una M,ma grazie ai vostri commenti cercheremo di renderla la più completa possibile.

venerdì 1 gennaio 2010

LA FOTO DEL MESE:GENNAIO

Come avevo preannunciato nel precedente post ,ad iniziare da Gennaio, verrà inserita per ogni mese una nuova foto come sfondo del blog. La maggior parte saranno foto inedite che immortalano un momento di aggregazione ,di festa ,come questa bellissima foto scelta per iniziare il 2010 fattami pervenire da un carissimo amico del blog.(Colgo l’occasione di invitarvi a mandarmi delle foto durante avvenimenti processioni ecc… esse saranno inserite secondo le vostre indicazioni,alcune già pervenute saranno inserite prossimamente .Un buon anno pieno di felicità ,salute,e tante cose belle a tutti da parte di Zagor.


Siamo nel capodanno del 1947,Sellia era da poco uscita dall'alluvione che aveva cancellato metà paese ,si cercava comunque di andare avanti,anche per ritornare alla normalità. Dalla chiesa del Rosario sta uscendo in processione “u Bombinuzu cu a palla “,bellissimo pieno di angioletti (9 per l’esattezza)

giovedì 24 dicembre 2009

ALLA RICERCA DEL NATALE PERDUTO


Il Natale ha perso il suo fascino,il suo vero sapore,il suo inconfondibile odore,ma soprattutto ha perso molto del suo profondo significato! Oggi è Natale tutto l’anno,si ha tutto e si vuole sempre di più;ogni giorno viviamo in una società dell’usa e getta,dell’apparire molto meno dell’essere. Da piccoli si aspettava con trepidazione questa festa,la più magica,la più desiderata. Addirittura alcune volte questa magia aumentava da un’improvvisa nevicata magari mentre si svolgeva la messa di mezzanotte.
Mamma preparava minuziosamente ogni cosa. Erano tante le “gulielle” durante questo periodo che sicuramente non avremmo più rivisto per tutto l’anno;dai “crucetti”,ai “tardilli”,i “crispelli” i torroncini(quelli duri,molto duri)…il panettone? Arriverà solo alcuni anni dopo portato dai nostri parenti che scendevano dal nord. Papà sbarrava “a vutta nova” ,sul tavolo c’era solo vino e acqua,niente vari surrogati come coca-cola ecc…