Prima che iniziasse il mese di novembre il prete con dei chierichetti giravano tutto il paese per raccogliere i ficu tosti i quali una volta venduti servivano per celebrare le messe ogni giorno per i defunti del paese anche per chi non poteva pagarsi una messa al proprio caro defunto.. Sellia era ricchissima di f alberi di fichi e quasi tutti facevano dele provviste essiccandoli al sole durante l’estate per poi venderli a dei mercanti che venivano appositamente per comprare le rinomate ficu tosti da Sellia.Due chierichetti portavano una vertulla mentre un altro con un campanello avvisa le persone del loo arrivo le quale sistemavano a secondo della propria disponibilità i ficu dentro una cesta e uscendo dalle case li versavano dentro la vertula. Questa era una bella usanza di concordia di una popolazione affinché tutte le anime dei cari defunti anche dei più poveri beneficiavano di una messa a loro dedicata. Comunque questa non era l’unica occasione in cui la comunità partecipava direttamente con i frutti del terreno alle varie esigenze della parrocchia, un'altra bella usanza era quella di sistemare all’entrata della porta laterale della Chiesa Madre una grande damigiana con un imbuto; le varie famiglie portavano a secondo delle loro disponibilità chi un litro chi due ecc.. che versavano dentro la damigiana la quale una volta riempita d’olio serviva a tenere sempre accesi le tante lampade ad olio che erano sistemate ai vari altari le quali rimanevano sempre accesi. Mentre per la lampada a tre lumini che era situata sotto l’altare di San Nicola, a turno le famiglie più benestanti del paese che possedevano diverse piante d’olive donavano l’olio necessario per un anno intero, affinché la lampada rimanesse sempre accesa notte e giorno.
Autore: sellia racconta. Si prega di inserire il link a chi ne fa uso (anche in modo parziale) con esplicito riferimento della fonte
Autore: sellia racconta. Si prega di inserire il link a chi ne fa uso (anche in modo parziale) con esplicito riferimento della fonte
La chiesa era il vero fulcro che scandiva la vita della popolazione Selliese. Ogni mese erano tante le occasioni per ritrovarsi per partecipare attivamente alle varie funzioni religiose.
RispondiEliminatante notizie sul notro borgo, complimenti.
RispondiEliminazagor sei la memoria storica vivente sulla storia di Sellia.
RispondiEliminagRAZIE ALLA TUA RIPROSIZIONE DI QUESTE BELLE USANZECI VENGONO TANTI BEI RICORDII.
RispondiEliminache bei ricordi,proprio stamattina,raccontavo a un mio amico,le usanze del mio paesino in Calabria,ho ancora nitidissime queste immagini,forse la mia e' stata l'ultma generazione,che ha avuto la possibilita' di parteciparvi.peccato,che si siano perse...
RispondiEliminaMolte volte troppo frettolosamente abbandoniamo tradizioni millenarie,io ricordo molto bene quando l'arciprete passava per raccogliere i ficu tosti per i morti. Ma grazie a questo blog queste usanze sembra quasi che riprendano magicamente nuova vita.Franco
RispondiEliminaViviamo in un epoca in cui abbiamo tutto alla portato di mano,ma ci manca la cosa più importante l'armonia,la concordia della comunità in cui viviamo.
RispondiEliminaSe non ricordo male, la raccolta dei fichi secchi veniva fatta dal vecchio sagrestano che andava in giro con una specie di bisaccia sulle spalle.
RispondiEliminaAdmin
Alcune volte era il sagrestano (la buonanima di Attilio)ma il più delle volte era l'arciprete stesso che girava con dei chierichetti che portavano una bisaccia( a vertula) Totò
RispondiElimina