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sabato 17 dicembre 2011

Francesco Azzarà finalmente è libero


     
 
 

L’operatore umanitario di Emergency era stato sequestrato in Sud Darfur in agosto. Grande festa a Motta San Giovanni paese del Reggino dove il giovane vive con i suoi familiari

È stato liberato il cooperante italiano che era stato sequestrato in Darfur: lo ha reso noto il Sudan Media Centre, un’agenzia indipendente vicina ai servizi di sicurezza di Khartoum. L’agenzia non cita il nome dell’ostaggio, ma l’unico italiano rapito nella regione sudanese di cui si sia avuta notizia è l’operatore di Emergency, il calabrese Francesco Azzarà, 34 anni, sequestrato ad agosto a Nyala mentre si recava in aeroporto con alcuni colleghi. “Le autorità del Darfur occidentale sono riuscite a liberare l’ostaggio italiano”, si legge nel dispaccio. Emergency ha poi confermato la notizia. “Francesco è libero!” si legge sul sito dell’Organizzazione. Appresa la notizia della liberazione di Francesco si è scatenata una grande festa e una massiccia mobilitazione a Motta San Giovanni, il paese del reggino dove Azzarà vive con i suoi familiari. Il sindaco, Paolo Laganà, ha subito affermato che si tratta di “un grande regalo per Natale”. All’esultanza del sindaco sono poi seguite anche quelle di moltissimi amici di Francesco che già dal suo rapimento si erano mobilitati con fiaccolate e iniziative pubbliche. Adesso ci vorranno 3-4 giorni per il rientro in Italia di Francesco, ha proseguito il sindaco. Stiamo preparando un momento di gioia collettiva. Ma per il rientro in Italia di Francesco, secondo le notizie che abbiamo appreso, ci vorranno almeno 3-4 giorni. Devo esprimere tutto il mio ringraziamento alle tante istituzioni italiane che, in questi mesi, ci sono state vicine chiedendo con forza che Francesco venisse liberato”. Laganà è visibilmente soddisfatto e sorride mentre guarda la foto di Azzarà esposta dal municipio. “L’esperienza di questo ragazzo - ha aggiunto - ha davvero colpito tutti. E la sua liberazione è una notizia che corona le nostre aspettative e ripaga l’impegno e la mobilitazione di tutti”. “siamo felicissimi - affermano alcuni amici di Francesco - perché questo è un grande momento di gioia. Le nostre voci sono state ascoltate ed ora speriamo di poter riabbracciare presto Francesco”. E comunque già immediatamente dopo il rapimento in Calabria si è scatenata una grande mobilitazione per sensibilizzare le istituzioni per ottenere la sua liberazione. Nel corso dell’estate a Motta San Giovanni, ma anche in altri comuni della Calabria, si sono svolte numerosissime manifestazioni, fiaccolate e marce in favore della liberazione del giovane cooperante di Emergency. Il 29 agosto, in una manifestazione dei Comuni organizzata a Milano, è stato letto pubblicamente un messaggio, chiedendo la liberazione di Azzarà. Subito dopo, su proposta di Emergency, le foto di Francesco sono state esposti sulle facciate dei palazzi delle istituzioni. In Calabria, dopo il comune di Motta San Giovanni, hanno immediatamente aderito all’iniziativa la Presidenza della Giunta e del Consiglio regionali. Con il passare delle settimane il rapimento di Francesco è diventato un caso seguito da tutti. Anche il Papa, Benedetto XVI, in occasione della sua visita a Lamezia Terme, aveva rivolto una preghiera in favore della sua liberazione. In questi mesi non sono mancate le iniziative promosse dal Comune di Motta San Giovanni e dagli amici di Azzarà. E così sempre più spesso, nelle manifestazioni pubbliche, spuntava un manifesto oppure una foto che ricordava il rapimento del giovane cooperante calabrese.

Dal centro meccanografico Poste Italiane di Lamezia Terme (CZ) Intercettate dieci buste con proiettili indirizzate anche a Monti e Berlusconi

     
 
 

Intercettate al Centro meccanografico di Poste Italiane di Lamezia Terme sono firmate dal Movimento Armati Proletari

CATANZARO. Dieci buste con proiettili e un volantino di minacce firmato dal Movimento Armati proletari, rivolte al premier Monti, all’ex premier Berlusconi e ai direttori di alcuni quotidiani nazionali sono state intercettate nella serata di giovedì al Centro meccanografico di Poste Italiane di Lamezia Terme. “Ve la faremo pagare a tutti. Vi colpiremo e sarà una guerra all’ultimo sangue”. È una delle frasi contenute nel volantino. “Vi faremo maledire - è scritto ancora - queste misure col sangue. Non dovrete più dormire sonni tranquilli. Il piombo non manca e adesso arriva anche il tritolo dagli amici arabi”. “La finanziaria é pronta - prosegue ancora il testo - come è pronto il loro funerale. Ci vedremo a Roma. Non siamo contro le forze dell’ordine però se c’é qualcuno che vuole fare l’eroe pensi prima alla sua famiglia. È una lotta giusta e coerente contro i poteri forti a difesa della povera gente. Le misure prese per colpire sempre i più deboli non devono esser approvare se no con modifiche radicali a difendere quel poco che le fasce deboli hanno. Ma vi rendete conto che colpite gli operai con le loro famiglie che sono già sul lastrico”. Le indagini condotte dalla polizia postale che ha effettuato i primi accertamenti sono dirette dal pm Maria Alessandra Ruberto e coordinate dal procuratore di Lamezia Terme Salvatore Vitello che in passato, quando lavorava in altre procure, ha svolto inchieste in materia di antiterrorismo. Le buste contenenti i proiettili di vario calibro sono indirizzate al premier Mario Monti (con un proiettile calibro 9) a Silvio Berlusconi ma anche a Pier Luigi Bersani (calibro 7.65), al ministro del Welfare Elsa Fornero (calibro 9.21). Plichi con un proiettile calibro 12 sono stati inviate a Pierferdinando Casini e ai direttori Ferruccio De Bortoli (Corriere della Sera), Ezio Mauro (La Repubblica), Maurizio Belpietro (Libero), Leonardo Boriano (La Padania), Mario (rpt “Mario”) Sechi (Il Tempo). “Ora indagheremo per capire la serietà di queste minacce e da dove provengono, almeno dal punto di vista dei luoghi se non dalla identificazione delle persone” ha intanto detto all’ANSA il procuratore della Dda di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo. “Speriamo - ha aggiunto Lombardo - di ottenere dei risultati e speriamo che non ci sia un collegamento con il resto di minacce similari ma di altro tipo e natura che sono state in questi giorni eseguite in varie città d’Italia, soprattutto contro Equitalia e ministri della Repubblica. In Calabria episodi di questa natura sono i primi, però qui abbiamo avuto altre manifestazioni di terrorismo, se questa può essere considerata di terrorismo, come a Cosenza e anche altrove”. Intanto va precisato come sia una sigla mai apparsa prima quella del Movimento armato proletari. Il precedente più immediato risale a soli quattro giorni fa: due buste, entrambe con proiettili calibro 40, inviate al ministro della Giustizia, Paola Severino ed al sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

Bella iniziativa sui presepi artistici a San Giovanni d'Albi nell'ambito dei festeggiamenti del Santo patrono


Articolo tratto dal "Quotidiano della Calabria"
per leggere bene l'articolo visualizza l'immagine.

venerdì 16 dicembre 2011

Le casse del comune di Petronà ritornano a respirare


Panoramica di Petronà CZ

Santino Bubbo sindaco di Petronà
"E stato predisposto il pagamento delle somme spettanti in favore degli enti interessati al trasferimento del personale e funzioni amministrative tecniche ausiliarie (A.t.a.) dagli enti locali allo Stato". Questo il comunicato del ministero degli Interni con il quale si comunica al Comune di Petronà il trasferimento della somma di 495.000 euro, oltre ai 50.000 in più relativi. alle spettanze per ogni esercizio finanziario. Soddisfazione è stata espressa dal sindaco Santino Bubbo . Che, con questi fondi ottenuti grazie alla richiesta avanzata dal Comune nel 2009, da ossigeno alle casse dell’ente locale e, al tempo stesso, può provvedere a risanare l’anticipazione di cassa,pagare tutti i debiti e programma la realizzazione di alcune importanti opere sul territorio. Erano certamente somme dovute e di cui avevamo diritto ma per l'ottenimento delle quali  occorreva avviare una richiesta alla direzione centrale del ministero dell’Interno per Ia vicenda relative al trasferimento del personale Ata dagli enti locali alle scuole avvenuto nel 2000. Grazie a queste somme, posso con soddisfazione, dichiara Bubbo dire che abbiamo i conti in regola, risanato tutti i debiti con ditte, fornitrici, professionisti e azzerato l'anticipazione di cassa per la quale si era costretti a pagare gli interessi. Soddisfazione che mi sento di estendere anche  per i comuni vicini che sono riusciti ad ottenere  le somme in questione.

Il Sindaco di Pentone Raffaele Mirenzi inaugura un centro sociale per gli anziani


Articolo tratto dal "Quotidiano della Calabria"

giovedì 15 dicembre 2011

Furto sacrilego nella Chiesa parrocchiale di San Pantaleone di Santa Caterina dello Jonio ignoti rubano anche le ostie consacrate.

Non hanno avuto alcun rispetto per l'intera comunità dei fedeli gli autori del furto sacrilego avvenuto nella chiesa parrocchiale di San Pantaleone nella marina di Santa Caterina dello Jonio.
Don Saverio Mattei parroco di Santa Caterina Jonio
Ignoti malviventi (non si sa, al momento, se una o più persone) hanno forzato una porta laterale della chiesa, rompendo la serratura centrale, e scardinato, dannegiandoli, il tabernacolo dell'altare principale e quello della Madonna di Pompei. Da lì, hanno trafugato due pissidi e due teche in metallo, portando via anche le ostie consacrate che erano custodite nei due oggetti. Ad accorgersi dell'accaduto è stato il parroco don Saverio Mattei, che ieri mattina, sceso dalla canonica fino in chiesa per le consuete preghiere mattutine si è accorto che la porta vicino al campanile era stata forzata, mentre i due tabernacoli erano stati scardinati e svuotati.
Il valore delle pissidi e delle teche è del tutto irrisorio, precisa don Saverio, visto che erano di metallo comune ma «aver rubato le ostie è un atto gravissimo, che ferisce la parrocchia nel suo cuore, offendendo Gesù Eucaristia. Proprio per questo voglio lanciare un appello agli autori del furto affinché abbiano la sensibilità di restituire almeno le ostie consacrate, già di questo sarei grato».
Per don Saverio, tra l'altro, quella di oggi avrebbe dovuto essere una giornata speciale, quasi di festa, visto che proprio il 13 dicembre di tredici anni fa aveva fatto il suo ingresso alla guida della parrocchia di san Pantaleone. Invece, è giunta l'amarezza di dover constatare il furto sacrilego, per il quale, oltre ad aver denunciato il fatto ai carabinieri della locale stazione guidata dal maresciallo Antonio Arcidiacono, ha anche avvertito le autorità ecclesiastiche: «Ho avvisato subito la curia, spiegando l'accaduto al vicario mons. Raffaele Facciolo, che riferirà all'arcivescovo –

Notizie new da Sellia marina

 
Articoli tratti dal "Quotidiano della Calabria"

mercoledì 14 dicembre 2011

I Carabinieri della stazione di Simeri Crichi arrestano un operaio per appropriazione di circa 320 quintali di sabbia sul fiume Alli

Si era appropriato di circa 320 quintali di sabbia, prelevandola dal greto del fiume Alli con l'utilizzo di mezzi meccanici di proprieta' della ditta per la quale lavora. Per questo, i Carabinieri della stazione di Simeri Crichi hanno tratto in arresto un operaio di 59 anni, Antonio Trapasso. L'uomo, finito in manette nel corso di un controllo in contrada Apostolello, nel territorio di Simeri Crichi, era sprovvisto delle necessarie autorizzazioni e dovra' rispondere di furto aggravato, distruzione e deturpamento di bellezze naturali. Trapasso e' comparso davanti al giudice Folino del tribunale di Catanzaro, il quale ha convalidato l'arresto e disposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Dovrà rispondere di furto aggravato distruzione e deturpamento di bellezze naturali
Fiume Alli  (CZ)

Per le celebrazioni del quinto centenario della nascita del Cavaliere Calabrese "Mattia Preti" Il comune di Taverna chiede un ruolo primario

martedì 13 dicembre 2011

Sellia inaugurati due laboratori didattici e culturali finalizzati a migliorare l'offerta scolastica.


Articolo tratto dalla "Gazzetta del Sud" del 12.12.2011

Simeri Crichi i consiglieri del gruppo la "Svolta" chiedono un intervento urgente di bonifica dell'arenile divenuto una vera discarica


Articolo tratto dal "Quotidiano della Calabria"

storie vere di brigantaggio a Parenti (CS)


Uno studio approfondito sul brigantaggio mette in luce 
il fatto che il fenomeno, nato come rivolta sociale verso la fine del 700', ben presto degenerò in volgare delinquenza ed i briganti in nome di fantasiose rivolte socio-politiche giustificarono i loro misfatti,le loro crudeltà,le loro barbarie,i loro capricci ed arbitrii. E' doveroso ricordare che spesso, come negli episodi che andiamo per raccontare,i briganti agivano in Parenti per tentare di derubare i ricchi proprietari terrieri o per motivi di odio nei confronti di qualche signorotto del luogo. Vicino al centro abitato di Parenti si trova una località agreste di nome Poverella, in questa località viveva una comunità di contadini  e d pastori. Un giorno furono assaliti da una banda di briganti intenzionati a rubare loro tutto il bestiame che possedevano. Nello scontro a fuoco i pastori ebbero la meglio ed i briganti furono costretti a riparare in fuga. Ma alcuni giorni dopo,nottetempo,fecero irruzione nella comunità e sgozzarono tutti gli uomini,che colti di sorpresa nel sonno,non ebbero il tempo di opporre la pur minima resistenza. Il disgustoso dell'episodio fu che essi obbligarono le mogli dei pastori a tenere sotto la gola dei mariti delle ciotole di legno che venivano usate come tazze per bere il latte fresco appena munto,in cui si raccolse il sangue dei trucidati. Dopo l'eccidio usarono violenza alle donne e imbrattarono di sangue le mura di quelle squallide case coloniche come perenne ricordo del loro barbarico gesto,che ricordasse,con terrore ed orrore,a tutti  la loro ferocia ed imponesse ad ognuno una completa sottomissione ai loro voleri. Ancora oggi il fatto viene raccontato dalla popolazione del luogo con raccapriccio e con una punta di velato timore. Questa è una tradizione che,ci si potrebbe dire,non ha alcun valore storico e non dimostra assolutamente che il brigantaggio,in quel periodo, fosse esplosione di violenza e non guerra sociale. E' vero ed è per questo che trascriviamo un documento storico riguardante il Parafante. Parafante <  nello stesso anno  (1791) del mese di ottobre assaltò colla  sua compagnia la comune dei Parenti,e propriamente alla casa di Filippo Cardamone, dacciò ci potesse cadere acconcio di uccidere Giuseppe Cardamone figlio di Filippo, perchè costui era capitano civico,e cercava la sua distruzione,pur nondimeno si fece resistenza all'interno del paese,pose però Parafante fuoco al palazzo di Cardamone,ed in quello conflitto restò ferito il signor Pietro Cardamone zio del capitano nell'occhio sinistro,di cui oggi ne è privo. Essendo la sua compagnia numerosa ebbe l'intento di entrare nel paese,per cui entrati dentro,fecero un saccheggio lo più minuto che mai. Parafante domandò poi una somma di ducati settecento,a cui non si volle aderire. E da ciò ne derivò dichiarata inimicizia tra questa famiglia di Cardamone,con detto Parafante;con lui vi era unito il nominato Niurello,e sempre facevano dei furti in ogni ceto di persona che incontravano. Parafante  poi si portò nella Sila nel mese di settembre corrente anno nel luogo detto Varco di Piazza nella mandria di Antonio Cardamone ,e Filippo Cardamone  soci,ambedue della comune di Parenti,ed avendo ivi ucciso dodici vitelli,undici bagagli,nove vacche,e si prese epr comodo dei briganti suoi compagni giumenti numero quattordici,e pose fuoco a tutti gli utensili di rame,e di legno,solamente lasciò il tugurio per comodo dei foresi. Dopo di aver fatto questo delitto passò all'ovile dei  stessi soci,ed uccise a colpi di coltelli quattrocento pecore che erano ivi racchiuse.   Parafante fece questi barbari danni,perchè l'anno passato cerò a detto Cardamone una somma di denaro,che sommava a ducati 700, e detta somma li furono denegati. La civica di Carpanzano era nel mese di agosto alla Sila nel posto di Ppetraravo,comandata dal capitano civico Gregorio Cristino. Parafante assaltò il detto posto nottetempo,ma fu respinto,e fugato dalla stessa civica.Egli vedendosi così respinto,si portò nella mandria  di Filippo Cardamone della comune di Parenti e li uccise undici bagagli,ottanta pecore,e undici vitelli.

lunedì 12 dicembre 2011

Il valore storico, culturale,tradizionale dei racconti inseriti su Selliaracconta



Il valore storico dei racconti inseriti su Selliaracconta
Ogni singolo racconto inserito sul blog in modo particolare tutti quelli attinenti il periodo storico che va dall’inizio del 1900 in poi sono racconti di vita vissuta, verificati da più persone anziane che all’epoca dei fatti  hanno vissuto i vari eventi  in prima persona. Facciamo un semplice esempio: Io verso il 1980 raccolsi su un quaderno vari episodi storici da parte degli anziani che all'epoca avevano in media 70 anni dunque erano nati nel primo decennio del 1900 hanno dunque vissuto molti avvenimenti importanti come la prima guerra mondiale, e molti di essi hanno partecipato come soldati nella seconda guerra, mentre per quanto riguarda la vita all’interno del borgo di Sellia hanno vissuto sulla propria pelle la miseria di quelli anni bui, la vita religiosa, l’alluvione del 1943, l’immigrazione, il declino del paese ecc…  Ogni avvenimento prima di essere scritto veniva verificato facendo riscontri con le versioni di più anziani i quali quasi sempre raccontavano sempre quel singolo avvenimento allo stesso modo.Io personalmente ho avuto la fortuna di avere anche mio nonno,mio zio,mio padre veri amanti di Sellia, i quali erano una vera enciclopedia conoscendo minuziosamente i vari avvenimenti all’interno del borgo avendo rivestito anche alcune funzioni pubbliche. Questo amore smisurato che avevano verso Sellia l’hanno trasmesso fin da piccolo anche a me da sempre curioso nel sapere, nel conoscere la storica gloriosa del nostro borgo. Ognuno può fare le proprie considerazioni esprimere il proprio parere ma bisogna sapere che niente e frutto dell’improvvisazione ma.....

Gaetano Ricca l'ultimo brigante della Sila

L’ultimo vero bandito della Sila fu Gaetano Ricca.
Verso la fine del secolo scorso, a seguito di un banale malinteso con le autorità, quest’uomo fu costretto a darsi alla macchia per circa tre anni. Fu posta una taglia sulla sua testa, ma la popolazione era troppo intimidita dalla sua audacia e dalla sua profonda conoscenza della zona per osare denunciarlo. Personalmente, preferirei non credere al numero di carabinieri che, secondo quanto si dice, egli avrebbe ucciso in quel periodo; senza dubbio, la verità venne a galla nel corso del processo. Una volta si trovò circondato e, dopo che l’ufficiale degli inseguitori, che si era riparato dietro un albero, gli ebbe ordinato di arrendersi, Ricca attese pazientemente che comparisse la punta del piede del suo nemico; poi lo colpì alla caviglia con la sua ultima pallottola e riuscì a fuggire. In seguito fu costretto ad arrendersi e venne imprigionato per circa vent’anni. Scontata la condanna, ritornò in Sila dove, fino a poco tempo fa, godeva ancora di una robusta vecchiaia nella sua casa di Parenti. Parenti, già famosa negli annali del brigantaggio per l’impresa del perfido Francatrippa (Giacomo Pisano ) il quale, fingendo di offrire ospitalità a una compagnia francese, l’attirò nelle sue grinfie e uccise i tre ufficiali e tutti gli uomini, eccetto sette.

venerdì 9 dicembre 2011

La giunta Regionale stanzia grazie ai "PISR" 28 milioni di euro per valorizzare i beni culturali Calabresi

Regione, dai PISR ventotto milioni di euro per valorizzare i beni culturali calabresi      
 
 



La Giunta regionale della Calabria, su proposta dell’Assessore alla Programmazione, Giacomo Mancini, ha approvato una delibera che consente di snellire le procedure e di attivare in tempi rapidi gli interventi inseriti nell’Atto di indirizzo per la valorizzazione e la tutela dei beni culturali calabresi varato dall’Esecutivo nel marzo scorso. Detti interventi, previsti dai Piani Integrati di Sviluppo Regionale del POR Calabria FESR 2007/2013, comportano un impegno programmatico complessivo pari a circa 28 milioni di euro. Grazie alla delibera approvata dalla Giunta si potrà ora passare rapidamente alla fase attuativa del Piano di completamento e valorizzazione dei beni culturali calabresi, piano che riguarda, tra l’altro, le aree archeologiche, la rete dei castelli e gli itinerari religiosi. La delibera approvata dalla Giunta consente infatti di integrare in maniera organica gli interventi di completamento con quelli di valorizzazione dei beni nonché di predisporre un Piano di gestione degli stessi beni che assicuri, nel tempo, la migliore fruizione da parte del pubblico e la massima valorizzazione di un asset che è certamente strategico anche per il rilancio del turismo nella nostra regione. I beni culturali, in pratica, come elemento trainante e non più come elemento marginale, non valorizzato, non inserito nel contesto di una offerta culturale e turistica che dovrà invece essere il fiore all’occhiello di una regione che vuole cambiare, crescere e dare di sé una immagine sempre più positiva e propositiva. “La volontà del Presidente Scopelliti e della sua Giunta –dice l’assessore alla Programmazione Giacomo Mancini- è, come è noto, quella di valorizzare al meglio tutte le potenzialità della nostra regione. Finora -aggiunge Mancini- era mancata una organica politica di valorizzazione dei nostri beni culturali e, attraverso di essi, della nostra storia e delle nostre tradizioni civili e religiose.

Sersale partiranno a breve i lavori di urbanizzazione in località Borda per un importo do 850mila euro


Articolo tratto dal "Quotidiano della Calabria"

giovedì 8 dicembre 2011

Nella comunità di Simeri tante belle iniziative Religiose e civili

Le origini del culto verso la Madonna in Calabria


Esiste in un anfratto roccioso di un crinale scosceso del fiume Neto una chiesa rupestre, un sito laurotico risalente almeno al IX sec. d. C., e se nella parte centrale vi é l’icona del Cristo Pantocrator, massimo emblema cristiano della Chiesa orientale (per la Chiesa cattolico-occidentale é la Croce), a lato destro si notano i segni residui di una antica pittura raspresentante la Madonna Odighiatria. Dappertutto nel nostro territorio centinaia di icone la rappresentano, nei centri storici, lungo i sentieri di campagna, sulle mura degli antichi casali. Se poi si sfoglia una carta topografica ci si accorge che il nome di Maria, Madre di nostro Signore, insiste non solo nei centri abitati e nelle periferie, ma anche nelle zone interne, nelle campagne, sulle colline impervie. Altra sorpresa sono i numerosi santuari titolati alla Madonna, ancora attivi o ridotti in pietrame semisommerso nella vegetazione. Effettivamente nelle nostre contrade la devozione popolare verso la Madonna é molto accentuata e se si fa un’adeguata comparazione con il resto del paese si scopre che il nome di Maria in questo estremo lembo della penisola è molto più diffuso, venerato. Ed allora viene spontaneo chiedersi quale sia il motivo di tanta radicata devozione che tocchiamo con mano nelle nostre famiglie, ed Ella é Patrona, tra l’altro, di numerose città e contrade, quali Isola, Reggio, Crotone, Rossano, Tropea e così via. Ne ho ricercato le origini in fonti storiche. Quale il risultato? Il fenomeno sembra risalire decisamente al primo Monachesimo greco dal VII all’ XI secolo; successivamente ha interessato ancor di più l’epopea basiliana almeno fino al XIV secolo. Sembra proprio, insomma, che il nome di Maria sia per noi, in buona parte, eredità della chiesa di rito greco. Il Monachesimo orientale fu devotissimo alla Madonna, signora Odighiatria, rappresentata, molto spesso, con il bambino sul braccio sinistro, mentre la mano destra, flessuosa, aderente al corpo, mostra con le dita il figlio. Odighiatria, “colei che mostra il cammino” (dal greco odos ed egheomai = conduttrice, guida del cammino, traduce letteralmente Oreste Dito): insomma la Madre indica decisamente con la mano che la giusta direzione del nostro cammino va verso il Signore. Da quella concezione di profonda venerazione per la Madre di Dio si origina il culto, in tutto l’Oriente della relativa icona; senonché, invece di immagine simbolica, diviene, proprio quale icona, mezzo di profonda meditazione che riesce a traslare la mente umana in una dimenzione molto vicina al divino. Emigrati, anzi esuli in occidente, perseguitati in patria proprio per quella sensazionale pratica di considerare le icone di Maria, di Gesù e dei Santi, mezzo di “traslazione”, ritenuta dal clero orientale e dal basileus rito blasfemo, i monaci orientale qui tresferino il culto della Madonna insieme a quello di numerosi santi. Evidentemente l’acceso culto di Maria sembra avere influenzato tutto l’Oriente ed anche il mondo musulmano; quindi in prima persona, positivamente, lo stesso Maometto. Molto interesse ha destato un breve articolo di rotocalco sulle notizie riportate relativamente al fatto che “l’Islam onora Maria”. .......

Avviso Sacro per la Solennità della festa dell'Immacolata di Catanzaro

Riceviamo e pubblichiamo i vari appuntamenti Religiosi per la festa dell'Immacolata 

mercoledì 7 dicembre 2011

Riapre la strada provinciale 13 che collega il Capoluogo con Simeri Crichi e Sellia Interrotta dopo il nubifragio del mese di febbraio scorso


In un quadro di difficoltà generate da eventi alluvionali che si ripetono provocando danni rilevanti alle strade provinciali, arriva comunque una buona notizia: il Presidente dell’Amministrazione Provinciale Wanda Ferro comunica che nei prossimi giorni sarà riaperta la provinciale 13 che collega Catanzaro a Simeri Crichi ed a Sellia Superiore, strada interrotta a seguito degli eventi alluvionali dello scorso febbraio.
Sono stati infatti in breve tempo ultimati i lavori per un importo complessivo di oltre 500mila euro che, interamente sostenuti con fondi del bilancio provinciale, hanno visto la realizzazione in località Silipetto di Simeri Crichi di una rilevante fondazione indiretta con sovrastante muro in elevazione, nonché la realizzazione di un intervento a gabbioni per la scarpata a monte ed infine la necessaria regimentazione delle acque. La riapertura consentirà di annullare, soprattutto riguardo al traffico pesante, i disagi sostenuti in questi mesi e al tempo stesso di attutire le nuove difficoltà insorte in conseguenza della recente chiusura della bretella comunale avvenuta per gli eventi alluvionali dei giorni scorsi.
Il Presidente Ferro, che sottolinea l’impegno costante e proficuo del consigliere provinciale Amedeo Mormile, comunica inoltre che nel prossimo mese di dicembre si aprirà la nuova strada provinciale in località Gatticello del Comune di Soveria Simeri che costituirà un’altro asse stradale di avvicinamento dell’intero comprensorio con la città di Catanzaro e con il litorale jonico; anche quest’intervento ha comportato nel tempo un rilevante e significativo investimento di risorse economiche sul bilancio dell’Ente di Palazzo di Vetro.....

Associazione di 12 comuni per valorizzare la cultura dell'olio extravergine d'oliva

Intesa per valorizzazione cultura extravergine di oliva 

 

Sono 12 i comuni calabresi
che hanno aderito all'accordo siglato dai Presidenti dell'Associazione nazionale Città dell'olio, Enrico Lupi, e di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, per la promozione e la valorizzazione dei territori e della cultura dell'extra vergine di oliva. I comuni interessati sono Tiriolo, Zagarise, San Pietro a Maida, Cariati, Cassano allo Ionio, Cerchiara di Calabria, Frascineto, Saracena, Terranova da Sibari, Carfizzi, Cerenzia e San Nicola dell'Alto. "Obiettivo dell'accordo - è detto in un comunicato - è di diffondere, attraverso momenti di approfondimento, la conoscenza dell'olio extra vergine di oliva e dei suoi territori di origine, condividere le esperienze già in atto e renderle sinergiche, progettare specifiche azioni e progettualità di formazione con l'ausilio dell'Organizzazione assaggiatori olio di oliva, organismo espressione Unioncamere, da realizzare nei ristoranti e nelle imprese, nonché a beneficio dei consumatori. Tra gli intenti del Protocollo anche quello di promuovere iniziative dirette alla maggior tutela e conoscenza della qualità dell'olio extra vergine di oliva.......

martedì 6 dicembre 2011

manteniamo fede alla promessa fatta dal popolo Selliese al nostro amato protettore San Nicola dopo il suo miracoloso intervento durante l'alluvione del 1943.

Molto bello il racconto dell'articolo precedente sul miracolo del nostro amato protettore San Nicola il quale come promesso non fece perire neppure una persona durante il rovinoso alluvione del 1943.

 Penso che sia arrivato il tempo di mantenere fede alla promessa fatta a suo tempo e cioe di realizzare un bel quadro che ritrae San Nicola che con le mani stese  tiene con una mano  la zona di "San Angelo" e con l'altra la zona di "Ruscia" mentre molte case scivolavano giù a valle, ma come promesso nessuno si fece neppure un graffio. Invito tutta la comunità con in primis l'amministrazione comunale con a capo il sindaco Dott. Davide Zicchinella che da sempre si sono dimostrati sensibili nel recuperare valorizzare il nostro passato a far di tutto affinché questo quadro possa realizzarsi vedendo cosi mantenuta una promessa fatta dai Selliesi molti decenni fa al nostro Santo Protettore 
ma per forze maggiori  non mantenuta per il tragico periodo che si stava vivendo oltre all'alluvione ci trovavamo in piena seconda guerra mondiale, ma oggi penso  che i tempi siano maturi per mantenere finalmente fede alla promessa data realizzando un bel quadro da regalare a futura memoria attinente ad un periodo molto triste per la popolazione Selliese ma che  con una forte fede ci fu di forte aiuto per risollevarci. Dunque  aspettiamo fiduciosi una risposta positiva  sicuri che la comunità tutto con a capo il primo cittadino la  faranno  subito proprio mantenendo così fede alla promessa fatta nel lontano 1943.

Il miracoloso intervento del nostro amato protettore San Nicola nel salvare gli abitanti di Sellia dal rovinoso alluvione del 1943

Pioveva da una settimana la mattina ti alzavi che pioveva ti coricavi ed ancora pioveva per poi iniziare daccapo. 
Non si poteva svolgere nessun lavoro nei campi la terra era inzuppata ,usciva acqua da tutte le parti. Il centro storico(già fortemente provato dai vari cataclismi) iniziò a muoversi, una grossa frana stava lesionando sempre più le case rendendole di fatto pericolose anche se molte persone continuavano ad abitarci perché non sapevano proprio dove andare. Passavano i giorni ma pioveva sempre così si decise di portare fuori in processione la statua di San Nicola ,in Chiesa si radunò quasi l’intera popolazione ed in processione sotto una pioggia sempre insistente girarono tutto il paese ma non smise di piovere anzi a tratti sembrava che l’acqua “a jettavanu a cati cati” ormai il corteo era arrivato in piazza la Statua di San Nicola riparata con un tetto di tavole fatto per l’occasione era anch’esso inzuppato , proprio all’entrata della chiesa si decise di fare un canto in onore del Santo molti ancora speravano che spiovesse altri rassegnati dicevano” puru santu Nicola nabbannunau”. Cantavano, cantavano tutti incuranti, di essere zuppi d’acqua sino al midollo; mentre giravano la statua per farla entrare ecco che un timido raggio di sole uscì tra le nuvole dopo un po’ smise di piovere tutti gridarono al miracolo intonando lodi e preghiere, si porto il tavolo per far adagiare la statua fuori e così rimase per l’intera giornata. Non pioveva più roba da non credere scendeva una foschia sul borgo ma non pioveva più, neppure una goccia, le case erano state duramente colpite molte presentavano visibilmente delle crepe ai muri nelle quali  ci potevi infilare una mano altre iniziavano con i primi cedimenti di tegole o intonachi , la paura era tanta sembrava che tutte le case del paese alla fine sarebbero franate, alcune case scivolarono “sutta u castellu” . Una donna molto devota, e molto stimate del paese aveva avuto un sogno dove vide chiaramente  San Nicola mentre teneva con una mano Sant'angelo e con l'altra Ruscia,avvisandola che molte case sarebbero cadute ma nessuno neanche un animale sarebbe morto. Raccontò tutto all'arciprete il quale conoscendola per la  sua forte fede decise di rendere pubblico il sogno, durante l'omelia Domenicale molti non credettero al sogno disperati,scoraggiati che tutto il paese sarebbe destinato a franare,addirittura il priore dalla congrega dell'Immacolata  propose di spostare le varie statue,paramenti ecc.. delle due Chiese portandole in qualche posto più sicuro perché temevano che anche la Chiesa potesse franare. Si viveva nel terrore, nella paura che tutto il centro storico si sarebbe sbriciolato, sarebbe sceso a valle molti chiusero le varie abitazioni presero le poche cose che possedevano e lasciarono Sellia cercando riparo,sicurezza nei centri vicini, intanto altre case continuavano a  franate dando però a  tutti il tempo  di mettersi al riparo, portando al riparo anche i pochi mobili. La parte che franò tutta insieme fù quella di “ sutta santa Maria” mentre le case sotto il castello sino alla chiesa furono quelle che subirono meno danni ma erano completamente inabitabili.
dopo mesi e mesi di apprensione la frana  si era completamente assestata risparmiando così come era stato detto in sogno da San Nicola tutte le abitazioni di Ruscia e di Sant Angelo con le rispettive.....

Da piccolo bambino Santo Nicola.......... In piedi si reggeva e camminava



Oggi solenne festa in onore del nostro amato protettore San Nicola inseriamo questa bella canzone che echeggiava per le vie del borgo dall'altoparlante esterno della Chiesa messa dall'Arciprete il quale una volta finita la processione invitava tutta la comunità nei locali parrocchiali per assaggiare tanti dolcetti taralli,rustici ecc... e del buon vino nuovo.
SAN NICOLA DI BARI
Da piccolo bambino Santo Nicola
In piedi si reggeva e camminava
E con le mani giunte a Dio pregava
E sorrideva agli angeli del cielo
Era la gioia dei suoi genitori
E la sua vita a Dio la dedicò.
Rit.
Santo Nicola, Santo Nicola Santo
Evviva Santo Nicola e chi ce lo portò.
A Mira si trovava Santo Nicola
Votato della scienza e la virtù
Con la sua grande fede religiosa
Volle girare il mondo per pregare
Sulle sue labbra il nome di Dio portava
A tutti insegnava la fede di Gesù.
Rit.
Dopo la missione sua compiuta
Se ne tornò a Mira Santo Nicola
In quel paese c'era la pestilenza
Che distruggeva tutta l'umanità
Rimase solo, privo dei suoi genitori
Le sue ricchezze ai poveri regalò.
Rit.
Ma dopo tante grazie che fece
Se ne morì il mite Santo Nicola
E fecero un'urna tutta d'oro
Le sacre ossa vollero conservare
I saraceni senza nessuna pietà
Saccheggi e fuoco misero la città.
Rit.
Per l'invasione dei saraceni Mira
Fu distrutta e devastata
Tre monaci baresi si son trovati
Le sacre spoglie vollero conservare
L'8 maggio 1083 tre caravelle
Qui vollero sbarcar.
Rit.
Quel giorno tutta Bari fece festa
All'urna d'oro di Santo Nicola

Correvano regine e imperatori
Per chiedere le grazie a Santo Nicola
Parlarono i muti e ai ciechi fece vedere
Ai paralitici li fece camminare.
Rit.

lunedì 5 dicembre 2011

Sellia fa scuola!





Sellia, al via i laboratori didattici frutto della collaborazione fra l’Amministrazione Comunale e Istituto comprensivo di Simeri Crichi

Hanno preso il via nei giorni scorsi, nei locali del plesso Scolastico di Sellia, piccolo centro della presila catanzarese, importanti laboratori didattici rivolti agli alunni della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo di Simeri Crichi. All’ interno dell’edificio scolastico di Sellia, di recente, l’amministrazione comunale, mettendo a frutto un finanziamento europeo, ha realizzato due importanti spazi culturali: al primo piano una mediateca con sala video, dotata di un impianto audio-video di ultima generazione con cinquanta posti a sedere; ed al piano terra un centro di aggregazione giovanile dotato di cinquanta postazioni di lavoro e connessione ad internet. Ma l’amministrazione comunale con in primis il sindaco Davide Zicchinella e l’assessore alla pubblica istruzione Rosa Coppoletta, ha pensato bene di mettere a servizio non solo degli alunni selliesi, ma di tutto l’Istituto Comprensivo di Simeri Crichi, di cui il loro presso fa parte, questi importanti strutture. Così dopo aver approvato con delibera giunta, caso raro per un piccolo comune come Sellia, un dettagliato Piano Comunale per il Diritto allo Studio che prevede importanti obiettivi da raggiungere e risorse economiche appositamente impegnate, si è potuto procedere ad un apposito accordo di programma fra l’ente comunale e l’ente scolastico di Simeri Crichi. Tale accordo prevede appunto la realizzazione di laboratori didattici all’interno dell’edificio scolastico di Sellia, che dispone, come detto di ampi spazi attrezzati ed infrastrutturati, che a turno vedranno la partecipazione di diverse classi ricadenti nell’Istituto comprensivo in questione. Al primo appuntamento tenutosi nei giorni scorsi hanno preso parte le prime classi della scuola primaria. Alla presenza del sindaco Davide Zicchinella e del Dirigente Scolastico Ernesto Antonini, i piccoli scolari di Sellia e Simeri Crichi hanno vissuto una giornata scolastica particolare. La prima parte della mattinata è stata dedicata alla visione di un film di animazione nei locali della sala cinema, e mentre nella seconda parte i bambini, accompagnati da alcuni operatori vestiti da personaggi dei cartoni animati, hanno animato un laboratorio artistico nei locali del centro di aggregazione. A questo primo appuntamento nel corso dell’anno scolastico ne seguiranno diversi altri anche perché i laboratori didattici organizzati a Sellia fanno parte integrante del piano dell’offerta formativa approvato dall’Istituto Comprensivo stesso. Viva soddisfazione per l’inizio di questi laboratori didattici a Sellia è stata espressa dal primo cittadino Davide Zicchinella, che ha voluto......

Lettera di Don Francesco Cristofaro

Riceviamo e con immensa gioia pubblichiamo

domenica 4 dicembre 2011

il Vangelo di Domenica 4 dicembre 2011 A cura del Movimento Apostolico.

Ricette tipiche Calabresi pasta e vrocculi (pasta e broccoli )



Alcune testimonianze riferiscono che sia i cavoli che i broccoli erano ben noti fin dai tempi antichi; il cavolo in particolare, era sacro per i Greci ed i Romani che ne facevano uso per curare diverse malattie e addirittura lo consumavano crudo prima dei banchetti per consentire all’organismo di assorbire meglio l’alcool. Con il passare del tempo, i cavoli e i broccoli si sono diffusi sempre di più e la loro presenza sulle mense è notevolmente aumentata proprio grazie alle loro innumerevoli qualità e per tantissimi anni sono stati considerati un cibo ideale nei periodi difficili. Forse l’unico elemento negativo insito in questi ortaggi è lo sgradevole odore emanato durante la cottura: ciò e dovuto allo zolfo in essi contenuto in discreta quantità. Come evitare l’odore cattivo? Semplicemente spremendo un limone nell’acqua di cottura. Sicuramente la cottura a vapore è quella che meglio di altre è in grado di esaltare il sapore dei broccoli e preservare inalterate tutte le proprietà salutari e nutritive.
I broccoli sono ortaggi ricchi di sali minerali (calcio, ferro, fosforo, potassio), vitamina C, B1 e B2; fibra alimentare; tiossazolidoni, sostanze che si sono dimostrate particolarmente efficaci nella cura della tiroide. Inoltre contengono sulforafano, una sostanza che non solo previene la crescita di cellule cancerogene ma impedisce anche il processo di divisione cellulare con conseguente apoptosi (morte cellulare). Il sulforafano, insieme agli isotiocianati, esplica azione protettiva soprattutto contro i tumori intestinali, polmonari e del seno. Hanno anche un potere antianemico, emolliente, diuretico, cicatrizzante, depurativo, vermifugo. Sono indicati nei casi di stitichezza cronica per l’enorme ricchezza di fibre vegetali. Inoltre, gli specialisti consigliano il loro consumo per l’alto potere antiossidante in essi contenuto che aiuta a rafforzare le difese immunitarie e spesso viene suggerito per combattere l’Helicobacter pylori, un batterio molto resistente che colonizza la mucosa gastrica generando fastidiose gastriti ed ulcere. I broccoli, come tutti i vegetali, combattono la ritenzione idrica poiché aiutano l’organismo a disintossicarsi e ad eliminare prodotti chimici nocivi pericolosi. Infine, riducono il rischio di cataratta e proteggono dall’ictus. Per il loro potere saziante e poco calorico, come già accennato, sono molto indicati nelle diete dimagranti. Sebbene i broccoli vengano considerati ortaggi ipocalorici, sono molto efficaci nelle situazioni di estremo affaticamento e di carenze vitaminiche e utili nelle situazioni di estremo nervosismo ed eccessiva irritabilità.
Di seguito una gustosa ricetta con i vrocculi

sabato 3 dicembre 2011

Un buon bicchiere di vino rosso vero elisir dello star bene


Il vino rosso possiede naturali capacità antinfiammatorie. Non si finisce mai di scoprire le molteplici proprietà benefiche derivanti da un'assunzione moderata e costante nel tempo dello squisito succo della vite: si sapeva già che combatteva l'invecchiamento, l'aterosclerosi, l'ictus, l'infarto, alcuni tipi di cancro e il colesterolo, era noto che poteva risvegliare il buonumore e il desiderio sessuale, ora si scopre che contiene sostanze antinfiammatorie naturali.

Il resveratrolo è un antiossidante che si trova nella buccia dell’acino d’uva, quindi lo troviamo nel vino, ma anche molte piante lo producono per difendersi dall’attacco di funghi o batteri. In realtà si tratta di un fenolo al quale vengono attribuite proprietà antinfiammatorie, antitumorali e di fluidificazione del sangue.
Ora la ricerca dell'Università di Maastricht, pubblicata da Cell Metabolism, riferisce delle conclusioni per cui il resveratrolo riduce i fenomeni di ipertensione e gli zuccheri nel sangue.
Sono stati 11 i volontari che si sono sottoposti allo studio, tutti uomini e tutti obesi con alto rischio di contrarre la sindrome metabolica. In altre parole le persone coinvolte rischiavano ictus, infarto e diabete tipo 2.Ai volontari sono stati somministrati per un mese 150 mg quotidiani di resveratrolo con il risultato, in tutti e 11, di una riduzione dei grassi epatici, della pressione sistolica e degli zuccheri nel sangue. I ricercatori riferiscono che gli effetti sono paragonabili a quelli di una dieta stretta con esercizio fisico associato.
Il resveratrolo si trova in alcuni frutti di bosco, come lamponi e mirtilli, e nella buccia dell'uva: maggiori quantità di questa salutare molecola sono contenute nel vino rosso rispetto al bianco.
Le proteine infiammatorie fosfolipasi D e sfingosina sono collegate a infezioni che possono arrivare a essere anche molto gravi e potenzialmente mortali se non trattate per tempo, coma la setticemia. Gli studiosi pensano che i benefici antinfiammatori del vino potrebbero rivelarsi utili nel combattere artriti, sindrome del colon irritabile e diabete.
Ma come hanno fatto gli scienziati a scoprire queste virtù antinfiammatorie del vino? Sono stati condotti dei test su alcune cavie: in esse prima sono stati provocati dei processi infiammatori e poi sono state sottoposte a un trattamento con resveratrolo. Gli animali trattati con resveratrolo sviluppavano infiammazioni meno severe e aggressive rispetto alle bestiole non trattate. Volendo capire il motivo di quest'effetto del resveratrolo, i ricercatori hanno analizzati i tessuti delle cavie, riscontrando come quella particolare sostanza del vino riducesse la formazione delle proteine coinvolte nell'infiammazione, cioè la sfingosina e la fosfolipasi

Ricostruita la mappa completa del Dna su una donna di 115 anni......Il segreto della longevità è più vicino

E' stata ricostruita la mappa completa del Dna di un'ultracentenario:
una donna di 115 anni in buone condizioni di salute e senza alcun segno di demenza senile. La notizia e' stata diffusa in Canada, nel convegno della Societa' americana di genetica umana che si e' svolto a Montreal, da un gruppo di ricerca olandese, dell'universita' di Amsterdam.
I genetisti, coordinati da Henne Holstege, stanno ora studiando il Dna della donna a caccia dei geni capaci di proteggere da malattie neurodegenerative legate all'invecchiamento, come l'Alzheimer. I dati sono in via di pubblicazione su una rivista scientifica.
La donna, la cui identita' e' segreta, e' indicata con la sigla W115 ed e' finora la persona piu' anziana della quale sia stata completata la mappa genetica. Prima di morire aveva deciso di donare il suo corpo alla scienza. Al momento nel suo Dna sono stati rilevati alcune particolarita' piuttosto rare, probabilmente fattori che hanno protetto la donna sia dalla demenza sia da altre malattie legate all'avanzare dell'eta'. L'ipotesi dei ricercatori e' che il suo codice genetico possa contenere istruzioni capaci di assicurare una vita lunga e in buona salute.La donna era vissuta in buona salute fino all'eta' di 100 anni, quando....

giovedì 1 dicembre 2011

Pensieri,idee,suggerimenti..... ad alta voce su Sellia il borgo più bello che ci sia.

 Un pensare ad alta voce riportando sul blog alcune considerazioni sul nostro amato borgo.
Come forse  sapete io AMO SELLIA, amo la sua storia, i suoi vicoli, le sue tradizioni, i suoi abitanti che da sempre (ultimamente un pò di meno ) si sono sempre contradistinti come popolazione solidare,ospitale,armoniosa,unita.Sellia vanta una storia millenaria la quale anche dopo i vari cataclismi naturali e non, ha sempre rialzato la china, è sempre risorta dalle sue ceneri come un araba fenice. Basti ricordare il tremento cataclisma del 1783 quanto quasi l'intero paese venne inghiottito da una spaventosa e terribile frana andando definitivamente persi tante testimonianze storiche, tante richezze architettoniche. oppure più recentemente nel 1943 quando in più punti e in giorni diversi molte abitazioni crollarono creando un forte ferita al tessuto dell'antico borgo.  In questi due cataclismi in epoche diverse Sellia ha perso oltre del 50% delle sue ricchezze storiche  dall'antico Castello, a due chiese, ad un convento, a diversi palazzi come l'imponente sede Baronile. Eppure Sellia non si è mai arresa, non è mai perita; certo gravemente ferita con tremende ciccatrici che sono rimaste indelebili, ma perire mai, la caparbietà ( altra qualità superlativa della popolazione Selliese della quale ormai se ne sono perse le traccie) la caparbietà dicevamo ha portanto a non gettare la spugna cercardo di farsi forza di sentirsi parte viva di una comunità che voleva guardare avanti, certo la ricostituzione a portato a molti errori ma si potevano dare le attenuanti generiche dovute al fatto che si operava in una situazione d'emergenza dove si guardava poco nel cercare di salvare ciò che era rimasto. Oggi abbiamo poche attenuanti, anzi diciamola tutta: oggi non abbiamo nessuna attenuante siamo tutti colpevoli  ( almeno in questo ci ritroviamo tutti uniti) colpevoli di veder morire giorno per giorno il nostro paese, la nostra identità come comunità, non alzando un dito anzi quando alziamo un dito lo facciamo per affossarla ancora di più ( stiamo forse diventando dei sadici?) Ci ritroviamo divisi in tutto ormai si sta spegnendo ogni momento di aggregazione collettiva. In quest'ultimo periodo  il tutto si è incredibilmente accentuato, rimarcarto arrivando ad essere divisi anche nella nostra indiscussa fede relegiosa ( questo perchè  va bene a te non va bene a me e viceversa) insomma stiamo raschiando il fondo del barile.Ben vengono le varie iniziative di aggregazione come il Presepe vivente bella iniziativa dove tutti dovremmo parteciparvi nel cercare di ristabilire momenti importanti di aggregazione.  Certo qualcuno potrà dire non saranno certo le tue parole a far cambiare qualcosa ma intanto iniziamo a parlarne perchè non so se ve ne siete accorti ma tutte queste divisioni sono sorte perchè non parliamo più, non ci confrontiamo più, avere vedute diverse è segno di democrazia, dialogando anche animatamente ma sempre con il massimo rispetto ci porta a prendere giuste  decisioni, l'importante è mettere a caratteri cubitali il problema principale che è la rinascita di Sellia.

L’antico borgo di Sellia durante il mese di Dicembre


Il mese di Dicembre (ultimo mese dell’anno) era il mese più suggestivo,più incantevole di tutto l’anno
Già durante i primi giorni vi era tutto un fervore per preparare a dovere la feste del santo patrono San Nicola la quale spesso veniva festeggiata assieme a quella dell’Immacolata. Tutto il paese di addobbava a festa con molte luminarie lungo la via principale dove si posizionavano anche i vari mercanti che arrivavano da tutta la regione. La chiesa veniva ornata a festa con il parato rosso che veniva sistemato lungo la navata centrale, per l’occasione arrivavano anche dei sacerdoti che aiutavano l’Arciprete nelle varie funzioni. Tutti aspettavano questa festa soprattutto i bambini perche un  antico detto diceva: “sinu a Santu Nicola mancu na ficu si prova” i ficu tosti erano una vera prelibatezza da custodire per le grandi occasioni, un altro detto diceva:  “A Santu nicola ogni cavuna sona” voleva dire che in questo periodo iniziavano le fitte piogge ed ogni piccola sorgiva ritornava a portare molta acqua. I ragazzi in piazza iniziavano a fare un grande recinto con i “Jnostrari” rami di ginestra dove al suo interno venivano sistemati le varie stroppe”  per il grande fuoco della vigilia di Natale dove ognuno portava anche un piccolo ceppo di legno per riscaldare la nascita di Gesù Bambino. Solo dopo la mezzanotte poteva iniziare la strina che di solito veniva cantata alle giovani coppie che si erano sposate durante l’anno. Nel sontuoso pranzo di Natale le varie pietanze tipiche del posto la facevano da padrone non potevano assolutamente mancare i “cipulli l’allaquati” i luppini, i torroni tosti fatti in casa, i tardilli,i crucetti, ecc.. Il panettone veniva visto con diffidenza il quale veniva portato dai parenti emigrati al nord,

Si è rinnovato anche quest'anno grazie alle associazioni bandistiche di magisano e di Albi l'omaggio verso Santa Cecilia patrona della musica


La "Dda" di Milano fa scattare le manette al consigliere regionale Francesco Morelli e al giudice del Tribunale di Reggio Calabria Vincenzo Giglio con l'accusa di corruzione e favoreggiamento


Il magistrato Vincenzo Giglio è accusato di corruzione e di avere favorito un esponente del clan Lampada. In manette anche il consigliere regionale Francesco Morelli e l’avvocato Vincenzo Minasi

Il consigliere Francesco Morelli
La conferenza stampa
 La Dda di Milano ha fatto scattare le manette ai polsi del giudice del Tribunale di Reggio Calabria Vincenzo Giglio, presidente anche di Corte d’Assise ed esponente della corrente di sinistra di “Magistratura democratica” accusato di reato di corruzione e di favoreggiamento personale di un esponente del clan Lampada, con l’aggravante di aver commesso questi reati “al fine di agevolare le attività” della ‘ndrangheta. In manette anche un consigliere regionale Pdl e un avvocato milanese. Giglio, 51 anni, nella sua veste di presidente della sezione “Misure di prevenzione” del Tribunale di Reggio Calabria è accusato dalla Dda milanese di aver “agevolato” la ‘ndrangheta. Il giudice sarebbe stato corrotto in cambio di una “spinta” alla carriera della moglie, Alessandra Sarlo, dirigente della Provincia e commissario straordinario della Asl di Vibo Valentia, poi messa sotto inchiesta per mafia. Dalle indagini è emerso che ci sarebbe la possibilità, al Tribunale di Catanzaro, della presenza di una “talpa” che passava informazioni a Giglio. È solo un’ipotesi, ma è quanto scrive il gip di Milano nell’ordinanza con la quale ha disposto gli arresti. L’inchiesta del procuratore aggiunto milanese Ilda Boccassini e dei sostituti procuratori Paolo Storari e Alessandra Dolci ha fatto scattare le manette anche per Francesco Morelli, componente del Consiglio Regionale della Calabria, eletto nella lista “Pdl-Berlusconi per Scopelliti” e per l’avvocato milanese Vincenzo Minasi. Il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, per ora non commenta l’arresto del consigliere regionale: “Fatemi leggere le carte”. “Grande fiducia nel lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine che intensificando sempre di più gli sforzi su tutto il territorio nazionale, stanno conducendo una lotta difficile contro tutte le mafie e ogni forma di illegalità, fenomeni degenerativi da considerare tra le cause principali del mancato sviluppo e della debolezza civile della nostra regione” è invece il commento del presidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco Talarico. Una decina in tutto gli arresti eseguiti in Calabria nell’ambito di un filone dell’inchiesta “Infinito” che ha decapitato le cosche calabresi in Lombardia. Il Consiglio superiore della magistratura ha aperto un’istruttoria sul giudice Giglio. “I fatti che emergono dagli atti d’indagine della Dda della procura della Repubblica di Milano nei confronti anche di magistrati in servizio in uffici giudiziari calabresi appaiono oggettivamente gravi e suscitano sconcerto e indignazione”. Ad affermarlo è l’Associazione nazionale magistrati. “Al di là di ogni valutazione sul merito delle accuse - spiega l’Anm - non si può ignorare l’inquietante rete di relazioni tra appartenenti all’ordine giudiziario, pubblici amministratori ed esponenti della criminalità organizzata che emerge dalle indagini, con evidente compromissione della funzione giudiziaria e dell’immagine della magistratura. Ribadiamo ancora una volta che la magistratura è un corpo sano, capace di trovare al proprio interno gli strumenti necessari a individuare i comportamenti dei singoli contrari alla legge. Proprio per questo ha il dovere, come sempre ha fatto, di accertare con massimo rigore al proprio interno comportamenti quali quelli qui ipotizzati. L’Associazione nazionale magistrati chiederà al collegio dei probiviri di valutare con la massima urgenza la compatibilità dei fatti contestati con l’appartenenza all’associazione”. Il Comitato di presidenza del Csm ha trasmesso gli atti alla prima commissione, competente per i trasferimenti d’ufficio, e al procuratore generale presso la Corte di Cassazione, titolare dei provvedimenti disciplinari. Nell’inchiesta risulta indagato anche un altro giudice, si tratta del gip di Palmi, Giancarlo Giusti, perquisito e indagato per corruzione. Secondo l’accusa sarebbe stato corrotto, con una decina di viaggi nel capoluogo lombardo e gli sarebbe stata assicurata anche la compagnia di una ventina di escort. I pm stanno cercando di ricostruire cosa avrebbe dato in cambio al boss Giulio Giuseppe Lampada. In un’intercettazione telefonica, il gip di Palmi, parlando con Giulio Lampada, afferma: “Non hai capito chi sono io, sono una tomba, peggio di ... ma io dovevo fare il mafioso, non il giudice”. Stando all’accusa, Giusti si sarebbe fatto corrompere da Giulio Lampada con viaggi al nord e incontri con alcune escort, anche in un albergo in zona San Siro a Milano. Lampada, intercettato, propone a Giusti di convocare “qualche giorno su a Milano” anche il “nostro Presidente”, ovvero “il Presidente delle misure di prevenzione di tutta Reggio Calabria”, Giuseppe Vincenzo Giglio. “L’idea di portarci il Presidente a Milano non è male, sai? - replica Giusti - Lo vorrei vedere di fronte ad una stoccona”. In manette sono finiti anche un medico e un maresciallo capo della guardia di Finanza in servizio in Calabria poi trasferito. Si tratta di Vincenzo Giglio, accusato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso e di Luigi Mongelli, finanziere accusato di corruzione. Sono stati arrestati poi Raffaele Ferminio, Francesco Lampada, Giulio Giuseppe Lampada, Vincenzo Minasi avvocato di Foro di Palmi con studio a Milano e a Como, Francesco Morelli consigliere regionale presso la Regione Calabria, e Leonardo Valle. Agli arresti domiciliari è finita invece Maria Valle, moglie di Francesco Lampada, accusata di corruzione.

mercoledì 30 novembre 2011

E' morto a Sellia Marina (Catanzaro) il registra Vittorio De Seta

È morto il 28 novembre, nella sua villa di Sellia Marina (Catanzaro), all’età di 88 anni, il regista palermitano Vittorio De Seta. 
Maestro da ultimo alquanto caduto nell’oblio ma con una carriera piena di ricordi e riconoscimenti ai festival internazionali, De Seta fu autore di documentari e film come “Un giorno in Barbagia”, “Banditi ad Orgosolo”, “Diario di un maestro”.
Nato a Palermo nel 1923, si era trasferito a Roma per frequentare la facoltà di architettura e aveva cominciato la sua carriera cinematografica nel 1953, lavorando come secondo aiuto regista per un episodio del film “Amori di mezzo secolo” di Mario Chiari. In seguitò si e cimentato anche nell’attività di sceneggiatore e documentarista. I primi suoi documentari risalgono agli anni Cinquanta e sono stati girati prevalentemente in Sicilia e Sardegna. Tra questi lavori, “Isola di fuoco”, ambientato nelle isole Eolie, viene premiato come miglior documentario al festival di Cannes del 1955. Nel 1961 De Seta debuttò al cinema con “Banditi a Orgosolo”, sceneggiato con la moglie Vera Gherarducci, un film stilisticamente asciutto che arricchisce di una sensibilità più moderna e consapevole la lezione del neorealismo. Il film vince il premio Opera prima al Festival di Venezia e il Nastro d’Argento alla migliore fotografia.
Nel 1966 De Seta ha realizzato, “Un uomo a metà”, che si allontana dal documentarismo che ha contraddistinto la sua carriera all’inizio. Tra il 1969 e i primi anni 1970 il regista si è trasferito in Francia per girare “L’invitata”. Il film, anche se apprezzato da Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini, sarà poi accolto freddamente. Nel 1972 De Seta ritorna alle tematiche degli esordi con una miniserie televisiva, prodotta dalla Rai, “Diario di un maestro”, documento di una difficile esperienza didattica condotta in una borgata romana.