sabato 17 dicembre 2011
Dal centro meccanografico Poste Italiane di Lamezia Terme (CZ) Intercettate dieci buste con proiettili indirizzate anche a Monti e Berlusconi
venerdì 16 dicembre 2011
Le casse del comune di Petronà ritornano a respirare
Panoramica di Petronà CZ |
Santino Bubbo sindaco di Petronà |
"E stato predisposto il pagamento delle somme spettanti
in favore degli enti interessati al trasferimento del personale e funzioni
amministrative tecniche ausiliarie (A.t.a.) dagli enti locali allo Stato".
Questo il comunicato del ministero degli Interni con il quale si comunica al
Comune di Petronà il trasferimento della somma di 495.000 euro, oltre ai 50.000
in più relativi. alle spettanze per ogni esercizio finanziario. Soddisfazione è
stata espressa dal sindaco Santino Bubbo . Che, con questi fondi ottenuti
grazie alla richiesta avanzata dal Comune nel 2009, da ossigeno alle casse
dell’ente locale e, al tempo stesso, può provvedere a risanare l’anticipazione
di cassa,pagare tutti i debiti e programma la realizzazione di alcune importanti
opere sul territorio. Erano certamente somme dovute e di cui avevamo diritto ma
per l'ottenimento delle quali occorreva
avviare una richiesta alla direzione centrale del ministero dell’Interno per Ia
vicenda relative al trasferimento del personale Ata dagli enti locali alle scuole
avvenuto nel 2000. Grazie a queste somme, posso con soddisfazione, dichiara
Bubbo dire che abbiamo i conti in regola, risanato tutti i debiti con ditte,
fornitrici, professionisti e azzerato l'anticipazione di cassa per la quale si
era costretti a pagare gli interessi. Soddisfazione che mi sento di estendere
anche per i comuni vicini che sono
riusciti ad ottenere le somme in
questione.
giovedì 15 dicembre 2011
Furto sacrilego nella Chiesa parrocchiale di San Pantaleone di Santa Caterina dello Jonio ignoti rubano anche le ostie consacrate.
Non hanno avuto alcun rispetto per l'intera
comunità dei fedeli gli autori del furto sacrilego avvenuto nella chiesa
parrocchiale di San Pantaleone nella marina di Santa Caterina dello
Jonio.
Ignoti malviventi (non si sa, al momento, se una
o più persone) hanno forzato una porta laterale della chiesa, rompendo
la serratura centrale, e scardinato, dannegiandoli, il tabernacolo
dell'altare principale e quello della Madonna di Pompei. Da lì, hanno
trafugato due pissidi e due teche in metallo, portando via anche le
ostie consacrate che erano custodite nei due oggetti. Ad accorgersi
dell'accaduto è stato il parroco don Saverio Mattei, che ieri mattina,
sceso dalla canonica fino in chiesa per le consuete preghiere mattutine
si è accorto che la porta vicino al campanile era stata forzata, mentre i
due tabernacoli erano stati scardinati e svuotati.
Don Saverio Mattei parroco di Santa Caterina Jonio |
Il
valore delle pissidi e delle teche è del tutto irrisorio, precisa don
Saverio, visto che erano di metallo comune ma «aver rubato le ostie è un
atto gravissimo, che ferisce la parrocchia nel suo cuore, offendendo
Gesù Eucaristia. Proprio per questo voglio lanciare un appello agli
autori del furto affinché abbiano la sensibilità di restituire almeno le
ostie consacrate, già di questo sarei grato».
Per
don Saverio, tra l'altro, quella di oggi avrebbe dovuto essere una
giornata speciale, quasi di festa, visto che proprio il 13 dicembre di
tredici anni fa aveva fatto il suo ingresso alla guida della parrocchia
di san Pantaleone. Invece, è giunta l'amarezza di dover constatare il
furto sacrilego, per il quale, oltre ad aver denunciato il fatto ai
carabinieri della locale stazione guidata dal maresciallo Antonio
Arcidiacono, ha anche avvertito le autorità ecclesiastiche: «Ho avvisato
subito la curia, spiegando l'accaduto al vicario mons. Raffaele
Facciolo, che riferirà all'arcivescovo –
mercoledì 14 dicembre 2011
I Carabinieri della stazione di Simeri Crichi arrestano un operaio per appropriazione di circa 320 quintali di sabbia sul fiume Alli
Si era appropriato di circa 320 quintali di sabbia, prelevandola dal
greto del fiume Alli con l'utilizzo di mezzi meccanici di proprieta'
della ditta per la quale lavora. Per questo, i Carabinieri della
stazione di Simeri Crichi hanno tratto in arresto un operaio di 59 anni,
Antonio Trapasso. L'uomo, finito in manette nel corso di un controllo
in contrada Apostolello, nel territorio di Simeri Crichi, era sprovvisto
delle necessarie autorizzazioni e dovra' rispondere di furto aggravato,
distruzione e deturpamento di bellezze naturali. Trapasso e' comparso
davanti al giudice Folino del tribunale di Catanzaro, il quale ha
convalidato l'arresto e disposto l'obbligo di presentazione alla polizia
giudiziaria.
Dovrà rispondere di furto aggravato distruzione e deturpamento di bellezze naturali
Dovrà rispondere di furto aggravato distruzione e deturpamento di bellezze naturali
Fiume Alli (CZ) |
martedì 13 dicembre 2011
storie vere di brigantaggio a Parenti (CS)
Uno studio approfondito sul brigantaggio mette in luce
il fatto che il fenomeno, nato come rivolta sociale
verso la fine del 700', ben presto degenerò in volgare delinquenza ed i
briganti in nome di fantasiose rivolte socio-politiche giustificarono i loro
misfatti,le loro crudeltà,le loro barbarie,i loro capricci ed arbitrii. E'
doveroso ricordare che spesso, come negli episodi che andiamo per raccontare,i
briganti agivano in Parenti per tentare di derubare i ricchi proprietari
terrieri o per motivi di odio nei confronti di qualche signorotto del luogo.
Vicino al centro abitato di Parenti si trova una località agreste di nome
Poverella, in questa località viveva una comunità di contadini e d
pastori. Un giorno furono assaliti da una banda di briganti intenzionati a
rubare loro tutto il bestiame che possedevano. Nello scontro a fuoco i pastori
ebbero la meglio ed i briganti furono costretti a riparare in fuga. Ma alcuni
giorni dopo,nottetempo,fecero irruzione nella comunità e sgozzarono tutti gli
uomini,che colti di sorpresa nel sonno,non ebbero il tempo di opporre la pur
minima resistenza. Il disgustoso dell'episodio fu che essi obbligarono le mogli
dei pastori a tenere sotto la gola dei mariti delle ciotole di legno che
venivano usate come tazze per bere il latte fresco appena munto,in cui si
raccolse il sangue dei trucidati. Dopo l'eccidio usarono violenza alle donne e
imbrattarono di sangue le mura di quelle squallide case coloniche come perenne
ricordo del loro barbarico gesto,che ricordasse,con terrore ed orrore,a tutti
la loro ferocia ed imponesse ad ognuno una completa sottomissione ai loro
voleri. Ancora oggi il fatto viene raccontato dalla popolazione del luogo con
raccapriccio e con una punta di velato timore. Questa è una tradizione che,ci
si potrebbe dire,non ha alcun valore storico e non dimostra assolutamente che il
brigantaggio,in quel periodo, fosse esplosione di violenza e non guerra sociale. E' vero ed è per questo che
trascriviamo un documento storico riguardante il Parafante. Parafante <
nello stesso anno (1791) del mese di ottobre assaltò colla sua
compagnia la comune dei Parenti,e propriamente alla casa di Filippo Cardamone, dacciò
ci potesse cadere acconcio di uccidere Giuseppe Cardamone figlio di Filippo,
perchè costui era capitano civico,e cercava la sua distruzione,pur nondimeno si
fece resistenza all'interno del paese,pose però Parafante fuoco al palazzo di
Cardamone,ed in quello conflitto restò ferito il signor Pietro Cardamone zio
del capitano nell'occhio sinistro,di cui oggi ne è privo. Essendo la sua
compagnia numerosa ebbe l'intento di entrare nel paese,per cui entrati
dentro,fecero un saccheggio lo più minuto che mai. Parafante domandò poi una
somma di ducati settecento,a cui non si volle aderire. E da ciò ne derivò
dichiarata inimicizia tra questa famiglia di Cardamone,con detto Parafante;con
lui vi era unito il nominato Niurello,e sempre facevano dei furti in ogni ceto
di persona che incontravano. Parafante poi si portò nella Sila nel mese
di settembre corrente anno nel luogo detto Varco di Piazza nella mandria di
Antonio Cardamone ,e Filippo Cardamone soci,ambedue della comune di
Parenti,ed avendo ivi ucciso dodici vitelli,undici bagagli,nove vacche,e si
prese epr comodo dei briganti suoi compagni giumenti numero quattordici,e pose
fuoco a tutti gli utensili di rame,e di legno,solamente lasciò il tugurio per
comodo dei foresi. Dopo di aver fatto questo delitto passò all'ovile dei
stessi soci,ed uccise a colpi di coltelli quattrocento pecore che erano ivi
racchiuse. Parafante fece questi barbari danni,perchè l'anno
passato cerò a detto Cardamone una somma di denaro,che sommava a ducati 700, e
detta somma li furono denegati. La civica di Carpanzano era nel mese di agosto
alla Sila nel posto di Ppetraravo,comandata dal capitano civico Gregorio
Cristino. Parafante assaltò il detto posto nottetempo,ma fu respinto,e fugato
dalla stessa civica.Egli vedendosi così respinto,si portò nella mandria
di Filippo Cardamone della comune di Parenti e li uccise undici bagagli,ottanta
pecore,e undici vitelli.
lunedì 12 dicembre 2011
Il valore storico, culturale,tradizionale dei racconti inseriti su Selliaracconta
Il valore storico dei racconti inseriti su Selliaracconta
Ogni singolo racconto inserito sul blog in modo particolare
tutti quelli attinenti il periodo storico che va dall’inizio del 1900 in poi
sono racconti di vita vissuta, verificati da più persone anziane che all’epoca
dei fatti hanno vissuto i vari eventi
in prima persona. Facciamo un semplice esempio: Io verso il 1980 raccolsi su un
quaderno vari episodi storici da parte degli anziani che all'epoca avevano in
media 70 anni dunque erano nati nel primo decennio del 1900 hanno dunque
vissuto molti avvenimenti importanti come la prima guerra mondiale, e molti di
essi hanno partecipato come soldati nella seconda guerra, mentre per quanto
riguarda la vita all’interno del borgo di Sellia hanno vissuto sulla propria
pelle la miseria di quelli anni bui, la vita religiosa, l’alluvione del 1943, l’immigrazione,
il declino del paese ecc… Ogni
avvenimento prima di essere scritto veniva verificato facendo riscontri con le versioni di più anziani i quali quasi sempre
raccontavano sempre quel singolo avvenimento allo stesso modo.Io personalmente
ho avuto la fortuna di avere anche mio nonno,mio zio,mio padre veri amanti di
Sellia, i quali erano una vera enciclopedia conoscendo minuziosamente i vari avvenimenti all’interno del
borgo avendo rivestito anche alcune funzioni pubbliche. Questo amore smisurato
che avevano verso Sellia l’hanno trasmesso fin da piccolo anche a me da sempre
curioso nel sapere, nel conoscere la storica gloriosa del nostro borgo. Ognuno
può fare le proprie considerazioni esprimere il proprio parere ma bisogna
sapere che niente e frutto dell’improvvisazione ma.....
Gaetano Ricca l'ultimo brigante della Sila
L’ultimo vero bandito della
Sila fu Gaetano Ricca.
Verso la fine del secolo scorso, a seguito di un banale malinteso con le autorità, quest’uomo fu costretto a darsi alla macchia per circa tre anni. Fu posta una taglia sulla sua testa, ma la popolazione era troppo intimidita dalla sua audacia e dalla sua profonda conoscenza della zona per osare denunciarlo. Personalmente, preferirei non credere al numero di carabinieri che, secondo quanto si dice, egli avrebbe ucciso in quel periodo; senza dubbio, la verità venne a galla nel corso del processo. Una volta si trovò circondato e, dopo che l’ufficiale degli inseguitori, che si era riparato dietro un albero, gli ebbe ordinato di arrendersi, Ricca attese pazientemente che comparisse la punta del piede del suo nemico; poi lo colpì alla caviglia con la sua ultima pallottola e riuscì a fuggire. In seguito fu costretto ad arrendersi e venne imprigionato per circa vent’anni. Scontata la condanna, ritornò in Sila dove, fino a poco tempo fa, godeva ancora di una robusta vecchiaia nella sua casa di Parenti. Parenti, già famosa negli annali del brigantaggio per l’impresa del perfido Francatrippa (Giacomo Pisano ) il quale, fingendo di offrire ospitalità a una compagnia francese, l’attirò nelle sue grinfie e uccise i tre ufficiali e tutti gli uomini, eccetto sette.
Verso la fine del secolo scorso, a seguito di un banale malinteso con le autorità, quest’uomo fu costretto a darsi alla macchia per circa tre anni. Fu posta una taglia sulla sua testa, ma la popolazione era troppo intimidita dalla sua audacia e dalla sua profonda conoscenza della zona per osare denunciarlo. Personalmente, preferirei non credere al numero di carabinieri che, secondo quanto si dice, egli avrebbe ucciso in quel periodo; senza dubbio, la verità venne a galla nel corso del processo. Una volta si trovò circondato e, dopo che l’ufficiale degli inseguitori, che si era riparato dietro un albero, gli ebbe ordinato di arrendersi, Ricca attese pazientemente che comparisse la punta del piede del suo nemico; poi lo colpì alla caviglia con la sua ultima pallottola e riuscì a fuggire. In seguito fu costretto ad arrendersi e venne imprigionato per circa vent’anni. Scontata la condanna, ritornò in Sila dove, fino a poco tempo fa, godeva ancora di una robusta vecchiaia nella sua casa di Parenti. Parenti, già famosa negli annali del brigantaggio per l’impresa del perfido Francatrippa (Giacomo Pisano ) il quale, fingendo di offrire ospitalità a una compagnia francese, l’attirò nelle sue grinfie e uccise i tre ufficiali e tutti gli uomini, eccetto sette.
domenica 11 dicembre 2011
sabato 10 dicembre 2011
venerdì 9 dicembre 2011
La giunta Regionale stanzia grazie ai "PISR" 28 milioni di euro per valorizzare i beni culturali Calabresi
giovedì 8 dicembre 2011
Le origini del culto verso la Madonna in Calabria
Esiste in un anfratto roccioso di un crinale scosceso del fiume Neto una chiesa rupestre, un sito laurotico risalente almeno al IX sec. d. C., e se nella parte centrale vi é l’icona del Cristo Pantocrator, massimo emblema cristiano della Chiesa orientale (per la Chiesa cattolico-occidentale é la Croce), a lato destro si notano i segni residui di una antica pittura raspresentante la Madonna Odighiatria. Dappertutto nel nostro territorio centinaia di icone la rappresentano, nei centri storici, lungo i sentieri di campagna, sulle mura degli antichi casali. Se poi si sfoglia una carta topografica ci si accorge che il nome di Maria, Madre di nostro Signore, insiste non solo nei centri abitati e nelle periferie, ma anche nelle zone interne, nelle campagne, sulle colline impervie. Altra sorpresa sono i numerosi santuari titolati alla Madonna, ancora attivi o ridotti in pietrame semisommerso nella vegetazione. Effettivamente nelle nostre contrade la devozione popolare verso la Madonna é molto accentuata e se si fa un’adeguata comparazione con il resto del paese si scopre che il nome di Maria in questo estremo lembo della penisola è molto più diffuso, venerato. Ed allora viene spontaneo chiedersi quale sia il motivo di tanta radicata devozione che tocchiamo con mano nelle nostre famiglie, ed Ella é Patrona, tra l’altro, di numerose città e contrade, quali Isola, Reggio, Crotone, Rossano, Tropea e così via. Ne ho ricercato le origini in fonti storiche. Quale il risultato? Il fenomeno sembra risalire decisamente al primo Monachesimo greco dal VII all’ XI secolo; successivamente ha interessato ancor di più l’epopea basiliana almeno fino al XIV secolo. Sembra proprio, insomma, che il nome di Maria sia per noi, in buona parte, eredità della chiesa di rito greco. Il Monachesimo orientale fu devotissimo alla Madonna, signora Odighiatria, rappresentata, molto spesso, con il bambino sul braccio sinistro, mentre la mano destra, flessuosa, aderente al corpo, mostra con le dita il figlio. Odighiatria, “colei che mostra il cammino” (dal greco odos ed egheomai = conduttrice, guida del cammino, traduce letteralmente Oreste Dito): insomma la Madre indica decisamente con la mano che la giusta direzione del nostro cammino va verso il Signore. Da quella concezione di profonda venerazione per la Madre di Dio si origina il culto, in tutto l’Oriente della relativa icona; senonché, invece di immagine simbolica, diviene, proprio quale icona, mezzo di profonda meditazione che riesce a traslare la mente umana in una dimenzione molto vicina al divino. Emigrati, anzi esuli in occidente, perseguitati in patria proprio per quella sensazionale pratica di considerare le icone di Maria, di Gesù e dei Santi, mezzo di “traslazione”, ritenuta dal clero orientale e dal basileus rito blasfemo, i monaci orientale qui tresferino il culto della Madonna insieme a quello di numerosi santi. Evidentemente l’acceso culto di Maria sembra avere influenzato tutto l’Oriente ed anche il mondo musulmano; quindi in prima persona, positivamente, lo stesso Maometto. Molto interesse ha destato un breve articolo di rotocalco sulle notizie riportate relativamente al fatto che “l’Islam onora Maria”. .......
mercoledì 7 dicembre 2011
Riapre la strada provinciale 13 che collega il Capoluogo con Simeri Crichi e Sellia Interrotta dopo il nubifragio del mese di febbraio scorso
In un quadro di difficoltà generate da eventi alluvionali che si ripetono provocando danni rilevanti alle strade provinciali, arriva comunque una buona notizia: il Presidente dell’Amministrazione Provinciale Wanda Ferro comunica che nei prossimi giorni sarà riaperta la provinciale 13 che collega Catanzaro a Simeri Crichi ed a Sellia Superiore, strada interrotta a seguito degli eventi alluvionali dello scorso febbraio.
Sono stati infatti in breve tempo ultimati i lavori per un importo complessivo di oltre 500mila euro che, interamente sostenuti con fondi del bilancio provinciale, hanno visto la realizzazione in località Silipetto di Simeri Crichi di una rilevante fondazione indiretta con sovrastante muro in elevazione, nonché la realizzazione di un intervento a gabbioni per la scarpata a monte ed infine la necessaria regimentazione delle acque. La riapertura consentirà di annullare, soprattutto riguardo al traffico pesante, i disagi sostenuti in questi mesi e al tempo stesso di attutire le nuove difficoltà insorte in conseguenza della recente chiusura della bretella comunale avvenuta per gli eventi alluvionali dei giorni scorsi.
Il Presidente Ferro, che sottolinea l’impegno costante e proficuo del consigliere provinciale Amedeo Mormile, comunica inoltre che nel prossimo mese di dicembre si aprirà la nuova strada provinciale in località Gatticello del Comune di Soveria Simeri che costituirà un’altro asse stradale di avvicinamento dell’intero comprensorio con la città di Catanzaro e con il litorale jonico; anche quest’intervento ha comportato nel tempo un rilevante e significativo investimento di risorse economiche sul bilancio dell’Ente di Palazzo di Vetro.....
Associazione di 12 comuni per valorizzare la cultura dell'olio extravergine d'oliva
Intesa per valorizzazione cultura extravergine di oliva
Sono 12 i comuni calabresi
che hanno aderito all'accordo siglato dai Presidenti dell'Associazione nazionale Città dell'olio, Enrico Lupi, e di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, per la promozione e la valorizzazione dei territori e della cultura dell'extra vergine di oliva. I comuni interessati sono Tiriolo, Zagarise, San Pietro a Maida, Cariati, Cassano allo Ionio, Cerchiara di Calabria, Frascineto, Saracena, Terranova da Sibari, Carfizzi, Cerenzia e San Nicola dell'Alto. "Obiettivo dell'accordo - è detto in un comunicato - è di diffondere, attraverso momenti di approfondimento, la conoscenza dell'olio extra vergine di oliva e dei suoi territori di origine, condividere le esperienze già in atto e renderle sinergiche, progettare specifiche azioni e progettualità di formazione con l'ausilio dell'Organizzazione assaggiatori olio di oliva, organismo espressione Unioncamere, da realizzare nei ristoranti e nelle imprese, nonché a beneficio dei consumatori. Tra gli intenti del Protocollo anche quello di promuovere iniziative dirette alla maggior tutela e conoscenza della qualità dell'olio extra vergine di oliva.......
martedì 6 dicembre 2011
manteniamo fede alla promessa fatta dal popolo Selliese al nostro amato protettore San Nicola dopo il suo miracoloso intervento durante l'alluvione del 1943.
Molto
bello il racconto dell'articolo precedente sul miracolo del nostro amato protettore San Nicola il quale come promesso
non fece perire neppure una persona durante il rovinoso alluvione del 1943.
Penso
che sia arrivato il tempo di mantenere fede alla promessa fatta a suo tempo e
cioe di realizzare un bel quadro che ritrae San Nicola che con le mani stese
tiene con una mano la zona di "San Angelo" e con l'altra la zona di "Ruscia" mentre
molte case scivolavano giù a valle, ma come promesso nessuno si fece neppure un
graffio. Invito tutta la comunità con in primis l'amministrazione comunale con
a capo il sindaco Dott. Davide Zicchinella che da sempre si sono dimostrati
sensibili nel recuperare valorizzare il nostro passato a far di tutto affinché
questo quadro possa realizzarsi vedendo cosi mantenuta una promessa fatta dai
Selliesi molti decenni fa al nostro Santo Protettore
ma per forze maggiori non mantenuta per il tragico periodo che si stava vivendo oltre all'alluvione ci trovavamo in piena seconda guerra mondiale, ma oggi penso che i tempi siano maturi per mantenere finalmente fede alla promessa data realizzando un bel quadro da regalare a futura memoria attinente ad un periodo molto triste per la popolazione Selliese ma che con una forte fede ci fu di forte aiuto per risollevarci. Dunque aspettiamo fiduciosi una risposta positiva sicuri che la comunità tutto con a capo il primo cittadino la faranno subito proprio mantenendo così fede alla promessa fatta nel lontano 1943.
ma per forze maggiori non mantenuta per il tragico periodo che si stava vivendo oltre all'alluvione ci trovavamo in piena seconda guerra mondiale, ma oggi penso che i tempi siano maturi per mantenere finalmente fede alla promessa data realizzando un bel quadro da regalare a futura memoria attinente ad un periodo molto triste per la popolazione Selliese ma che con una forte fede ci fu di forte aiuto per risollevarci. Dunque aspettiamo fiduciosi una risposta positiva sicuri che la comunità tutto con a capo il primo cittadino la faranno subito proprio mantenendo così fede alla promessa fatta nel lontano 1943.
Il miracoloso intervento del nostro amato protettore San Nicola nel salvare gli abitanti di Sellia dal rovinoso alluvione del 1943
Pioveva
da una settimana la mattina ti alzavi che pioveva ti coricavi ed ancora
pioveva per poi iniziare daccapo.
Non si poteva svolgere nessun lavoro
nei campi la terra era inzuppata ,usciva acqua da tutte le parti. Il
centro storico(già fortemente provato dai vari cataclismi) iniziò a
muoversi, una grossa frana stava lesionando sempre più le case
rendendole di fatto pericolose anche se molte persone continuavano ad
abitarci perché non sapevano proprio dove andare. Passavano i giorni ma
pioveva sempre così si decise di portare fuori in processione la statua
di San Nicola ,in Chiesa si radunò quasi l’intera popolazione ed in
processione sotto una pioggia sempre insistente girarono tutto il paese
ma non smise di piovere anzi a tratti sembrava che l’acqua “a jettavanu a
cati cati” ormai il corteo era arrivato in piazza la Statua di San
Nicola riparata con un tetto di tavole fatto per l’occasione era
anch’esso inzuppato , proprio all’entrata della chiesa si decise di fare
un canto in onore del Santo molti ancora speravano che spiovesse altri
rassegnati dicevano” puru santu Nicola nabbannunau”. Cantavano,
cantavano tutti incuranti, di essere zuppi d’acqua sino al midollo;
mentre giravano la statua per farla entrare ecco che un timido raggio di
sole uscì tra le nuvole dopo un po’ smise di piovere tutti gridarono al
miracolo intonando lodi e preghiere, si porto il tavolo per far
adagiare la statua fuori e così rimase per l’intera giornata. Non
pioveva più roba da non credere scendeva una foschia sul borgo ma non
pioveva più, neppure una goccia, le case erano state duramente colpite
molte presentavano visibilmente delle crepe ai muri nelle quali ci
potevi infilare una mano altre iniziavano con i primi cedimenti di
tegole o intonachi , la paura era tanta sembrava che tutte le case del
paese alla fine sarebbero franate, alcune case scivolarono “sutta u
castellu” . Una donna molto devota, e molto stimate del paese aveva avuto un
sogno dove vide chiaramente San Nicola mentre teneva con una mano
Sant'angelo e con l'altra Ruscia,avvisandola che molte case sarebbero
cadute ma nessuno neanche un animale sarebbe morto. Raccontò tutto
all'arciprete il quale conoscendola per la sua forte fede decise di
rendere pubblico il sogno, durante l'omelia Domenicale molti non
credettero al sogno disperati,scoraggiati che tutto il paese sarebbe
destinato a franare,addirittura il priore dalla congrega
dell'Immacolata propose di spostare le varie statue,paramenti ecc..
delle due Chiese portandole in qualche posto più sicuro perché temevano
che anche la Chiesa potesse franare. Si viveva nel terrore, nella paura
che tutto il centro storico si sarebbe sbriciolato, sarebbe sceso a
valle molti chiusero le varie abitazioni presero le poche cose che
possedevano e lasciarono Sellia cercando riparo,sicurezza nei centri
vicini, intanto altre case continuavano a franate dando però a tutti
il tempo di mettersi al riparo, portando al riparo anche i pochi
mobili. La parte che franò tutta insieme fù quella di “ sutta santa
Maria” mentre le case sotto il castello sino alla chiesa furono quelle
che subirono meno danni ma erano completamente inabitabili.
dopo mesi e mesi di apprensione la frana si era completamente assestata risparmiando così come era stato detto in sogno da San Nicola tutte le abitazioni di Ruscia e di Sant Angelo con le rispettive.....
dopo mesi e mesi di apprensione la frana si era completamente assestata risparmiando così come era stato detto in sogno da San Nicola tutte le abitazioni di Ruscia e di Sant Angelo con le rispettive.....
Da piccolo bambino Santo Nicola.......... In piedi si reggeva e camminava
Oggi solenne
festa in onore del nostro amato protettore San Nicola inseriamo questa bella
canzone che echeggiava per le vie del borgo dall'altoparlante esterno della
Chiesa messa dall'Arciprete il quale una volta finita la processione invitava
tutta la comunità nei locali parrocchiali per assaggiare tanti dolcetti
taralli,rustici ecc... e del buon vino nuovo.
Da piccolo bambino Santo Nicola
In piedi si reggeva e
camminava
E con le mani giunte a Dio
pregava
E sorrideva agli angeli del
cielo
Era la gioia dei suoi
genitori
E la sua vita a Dio la
dedicò.
Rit.
Santo Nicola, Santo Nicola Santo
Evviva Santo Nicola e chi ce lo portò.
A Mira si trovava Santo
Nicola
Votato della scienza e la
virtù
Con la sua grande fede
religiosa
Volle girare il mondo per
pregare
Sulle sue labbra il nome di
Dio portava
A tutti insegnava la fede di
Gesù.
Rit.
Dopo la missione sua compiuta
Se ne tornò a Mira Santo Nicola
In quel paese c'era la pestilenza
Che distruggeva tutta l'umanità
Rimase solo, privo dei suoi genitori
Le sue ricchezze ai poveri
regalò.
Rit.
Ma dopo tante grazie che fece
Se ne morì il mite Santo Nicola
E fecero un'urna tutta d'oro
Le sacre ossa vollero conservare
I saraceni senza nessuna pietà
Saccheggi e fuoco misero la città.
Rit.
Per l'invasione dei
saraceni Mira
Fu distrutta e devastata
Tre monaci baresi si son
trovati
Le sacre spoglie vollero conservare
L'8 maggio 1083 tre caravelle
Qui vollero sbarcar.
Rit.
Quel
giorno tutta Bari fece festa
All'urna d'oro di Santo
Nicola
Correvano regine e imperatori
Per chiedere le grazie a Santo
Nicola
Parlarono i muti e ai ciechi fece
vedere
Ai paralitici li fece camminare.
Rit.
lunedì 5 dicembre 2011
Sellia fa scuola!
Sellia, al via i laboratori didattici frutto della collaborazione fra l’Amministrazione Comunale e Istituto comprensivo di Simeri Crichi
Hanno preso il via nei giorni scorsi, nei locali del plesso Scolastico di Sellia, piccolo centro della presila catanzarese, importanti laboratori didattici rivolti agli alunni della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo di Simeri Crichi. All’ interno dell’edificio scolastico di Sellia, di recente, l’amministrazione comunale, mettendo a frutto un finanziamento europeo, ha realizzato due importanti spazi culturali: al primo piano una mediateca con sala video, dotata di un impianto audio-video di ultima generazione con cinquanta posti a sedere; ed al piano terra un centro di aggregazione giovanile dotato di cinquanta postazioni di lavoro e connessione ad internet. Ma l’amministrazione comunale con in primis il sindaco Davide Zicchinella e l’assessore alla pubblica istruzione Rosa Coppoletta, ha pensato bene di mettere a servizio non solo degli alunni selliesi, ma di tutto l’Istituto Comprensivo di Simeri Crichi, di cui il loro presso fa parte, questi importanti strutture. Così dopo aver approvato con delibera giunta, caso raro per un piccolo comune come Sellia, un dettagliato Piano Comunale per il Diritto allo Studio che prevede importanti obiettivi da raggiungere e risorse economiche appositamente impegnate, si è potuto procedere ad un apposito accordo di programma fra l’ente comunale e l’ente scolastico di Simeri Crichi. Tale accordo prevede appunto la realizzazione di laboratori didattici all’interno dell’edificio scolastico di Sellia, che dispone, come detto di ampi spazi attrezzati ed infrastrutturati, che a turno vedranno la partecipazione di diverse classi ricadenti nell’Istituto comprensivo in questione. Al primo appuntamento tenutosi nei giorni scorsi hanno preso parte le prime classi della scuola primaria. Alla presenza del sindaco Davide Zicchinella e del Dirigente Scolastico Ernesto Antonini, i piccoli scolari di Sellia e Simeri Crichi hanno vissuto una giornata scolastica particolare. La prima parte della mattinata è stata dedicata alla visione di un film di animazione nei locali della sala cinema, e mentre nella seconda parte i bambini, accompagnati da alcuni operatori vestiti da personaggi dei cartoni animati, hanno animato un laboratorio artistico nei locali del centro di aggregazione. A questo primo appuntamento nel corso dell’anno scolastico ne seguiranno diversi altri anche perché i laboratori didattici organizzati a Sellia fanno parte integrante del piano dell’offerta formativa approvato dall’Istituto Comprensivo stesso. Viva soddisfazione per l’inizio di questi laboratori didattici a Sellia è stata espressa dal primo cittadino Davide Zicchinella, che ha voluto......
domenica 4 dicembre 2011
Ricette tipiche Calabresi pasta e vrocculi (pasta e broccoli )
Alcune testimonianze riferiscono che sia i cavoli che i broccoli erano ben noti fin dai tempi antichi; il cavolo in particolare, era sacro per i Greci ed i Romani che ne facevano uso per curare diverse malattie e addirittura lo consumavano crudo prima dei banchetti per consentire all’organismo di assorbire meglio l’alcool. Con il passare del tempo, i cavoli e i broccoli si sono diffusi sempre di più e la loro presenza sulle mense è notevolmente aumentata proprio grazie alle loro innumerevoli qualità e per tantissimi anni sono stati considerati un cibo ideale nei periodi difficili. Forse l’unico elemento negativo insito in questi ortaggi è lo sgradevole odore emanato durante la cottura: ciò e dovuto allo zolfo in essi contenuto in discreta quantità. Come evitare l’odore cattivo? Semplicemente spremendo un limone nell’acqua di cottura. Sicuramente la cottura a vapore è quella che meglio di altre è in grado di esaltare il sapore dei broccoli e preservare inalterate tutte le proprietà salutari e nutritive.
I broccoli sono ortaggi ricchi di sali minerali (calcio, ferro, fosforo, potassio), vitamina C, B1 e B2; fibra alimentare; tiossazolidoni, sostanze che si sono dimostrate particolarmente efficaci nella cura della tiroide. Inoltre contengono sulforafano, una sostanza che non solo previene la crescita di cellule cancerogene ma impedisce anche il processo di divisione cellulare con conseguente apoptosi (morte cellulare). Il sulforafano, insieme agli isotiocianati, esplica azione protettiva soprattutto contro i tumori intestinali, polmonari e del seno. Hanno anche un potere antianemico, emolliente, diuretico, cicatrizzante, depurativo, vermifugo. Sono indicati nei casi di stitichezza cronica per l’enorme ricchezza di fibre vegetali. Inoltre, gli specialisti consigliano il loro consumo per l’alto potere antiossidante in essi contenuto che aiuta a rafforzare le difese immunitarie e spesso viene suggerito per combattere l’Helicobacter pylori, un batterio molto resistente che colonizza la mucosa gastrica generando fastidiose gastriti ed ulcere. I broccoli, come tutti i vegetali, combattono la ritenzione idrica poiché aiutano l’organismo a disintossicarsi e ad eliminare prodotti chimici nocivi pericolosi. Infine, riducono il rischio di cataratta e proteggono dall’ictus. Per il loro potere saziante e poco calorico, come già accennato, sono molto indicati nelle diete dimagranti. Sebbene i broccoli vengano considerati ortaggi ipocalorici, sono molto efficaci nelle situazioni di estremo affaticamento e di carenze vitaminiche e utili nelle situazioni di estremo nervosismo ed eccessiva irritabilità.
Di seguito una gustosa ricetta con i vrocculi
sabato 3 dicembre 2011
Un buon bicchiere di vino rosso vero elisir dello star bene
Il vino rosso possiede naturali capacità antinfiammatorie. Non si finisce mai di scoprire le molteplici proprietà benefiche derivanti da un'assunzione moderata e costante nel tempo dello squisito succo della vite: si sapeva già che combatteva l'invecchiamento, l'aterosclerosi, l'ictus, l'infarto, alcuni tipi di cancro e il colesterolo, era noto che poteva risvegliare il buonumore e il desiderio sessuale, ora si scopre che contiene sostanze antinfiammatorie naturali.
Il resveratrolo è un antiossidante che si trova nella buccia dell’acino d’uva,
quindi lo troviamo nel vino, ma anche molte piante lo producono per
difendersi dall’attacco di funghi o batteri. In realtà si tratta di un
fenolo al quale vengono attribuite proprietà antinfiammatorie,
antitumorali e di fluidificazione del sangue.
Ora la ricerca dell'Università di Maastricht, pubblicata da Cell Metabolism, riferisce delle conclusioni per cui il resveratrolo riduce i fenomeni di ipertensione e gli zuccheri nel sangue.
Sono stati 11 i volontari che si sono sottoposti allo studio, tutti uomini e tutti obesi con alto rischio di contrarre la sindrome metabolica. In altre parole le persone coinvolte rischiavano ictus, infarto e diabete tipo 2.Ai volontari sono stati somministrati per un mese 150 mg quotidiani
di resveratrolo con il risultato, in tutti e 11, di una riduzione dei
grassi epatici, della pressione sistolica e degli zuccheri nel sangue. I
ricercatori riferiscono che gli effetti sono paragonabili a quelli di
una dieta stretta con esercizio fisico associato.
Il resveratrolo si trova in alcuni frutti di bosco, come lamponi e
mirtilli, e nella buccia dell'uva: maggiori quantità di questa salutare
molecola sono contenute nel vino rosso rispetto al bianco.Le proteine infiammatorie fosfolipasi D e sfingosina sono collegate a infezioni che possono arrivare a essere anche molto gravi e potenzialmente mortali se non trattate per tempo, coma la setticemia. Gli studiosi pensano che i benefici antinfiammatori del vino potrebbero rivelarsi utili nel combattere artriti, sindrome del colon irritabile e diabete.
Ma come hanno fatto gli scienziati a scoprire queste virtù antinfiammatorie del vino? Sono stati condotti dei test su alcune cavie: in esse prima sono stati provocati dei processi infiammatori e poi sono state sottoposte a un trattamento con resveratrolo. Gli animali trattati con resveratrolo sviluppavano infiammazioni meno severe e aggressive rispetto alle bestiole non trattate. Volendo capire il motivo di quest'effetto del resveratrolo, i ricercatori hanno analizzati i tessuti delle cavie, riscontrando come quella particolare sostanza del vino riducesse la formazione delle proteine coinvolte nell'infiammazione, cioè la sfingosina e la fosfolipasi
Ricostruita la mappa completa del Dna su una donna di 115 anni......Il segreto della longevità è più vicino
E' stata ricostruita la mappa completa del Dna di un'ultracentenario:
una donna di 115 anni in buone condizioni di salute e senza alcun segno di demenza senile. La notizia e' stata diffusa in Canada, nel convegno della Societa' americana di genetica umana che si e' svolto a Montreal, da un gruppo di ricerca olandese, dell'universita' di Amsterdam.
I genetisti, coordinati da Henne Holstege, stanno ora studiando il Dna della donna a caccia dei geni capaci di proteggere da malattie neurodegenerative legate all'invecchiamento, come l'Alzheimer. I dati sono in via di pubblicazione su una rivista scientifica.
La donna, la cui identita' e' segreta, e' indicata con la sigla W115 ed e' finora la persona piu' anziana della quale sia stata completata la mappa genetica. Prima di morire aveva deciso di donare il suo corpo alla scienza. Al momento nel suo Dna sono stati rilevati alcune particolarita' piuttosto rare, probabilmente fattori che hanno protetto la donna sia dalla demenza sia da altre malattie legate all'avanzare dell'eta'. L'ipotesi dei ricercatori e' che il suo codice genetico possa contenere istruzioni capaci di assicurare una vita lunga e in buona salute.La donna era vissuta in buona salute fino all'eta' di 100 anni, quando....
una donna di 115 anni in buone condizioni di salute e senza alcun segno di demenza senile. La notizia e' stata diffusa in Canada, nel convegno della Societa' americana di genetica umana che si e' svolto a Montreal, da un gruppo di ricerca olandese, dell'universita' di Amsterdam.
I genetisti, coordinati da Henne Holstege, stanno ora studiando il Dna della donna a caccia dei geni capaci di proteggere da malattie neurodegenerative legate all'invecchiamento, come l'Alzheimer. I dati sono in via di pubblicazione su una rivista scientifica.
La donna, la cui identita' e' segreta, e' indicata con la sigla W115 ed e' finora la persona piu' anziana della quale sia stata completata la mappa genetica. Prima di morire aveva deciso di donare il suo corpo alla scienza. Al momento nel suo Dna sono stati rilevati alcune particolarita' piuttosto rare, probabilmente fattori che hanno protetto la donna sia dalla demenza sia da altre malattie legate all'avanzare dell'eta'. L'ipotesi dei ricercatori e' che il suo codice genetico possa contenere istruzioni capaci di assicurare una vita lunga e in buona salute.La donna era vissuta in buona salute fino all'eta' di 100 anni, quando....
venerdì 2 dicembre 2011
giovedì 1 dicembre 2011
Pensieri,idee,suggerimenti..... ad alta voce su Sellia il borgo più bello che ci sia.
Un pensare ad alta voce riportando sul blog alcune considerazioni sul nostro amato borgo.
Come forse sapete io AMO SELLIA, amo la sua storia, i suoi vicoli, le sue tradizioni, i suoi abitanti che da sempre (ultimamente un pò di meno ) si sono sempre contradistinti come popolazione solidare,ospitale,armoniosa,unita.Sellia vanta una storia millenaria la quale anche dopo i vari cataclismi naturali e non, ha sempre rialzato la china, è sempre risorta dalle sue ceneri come un araba fenice. Basti ricordare il tremento cataclisma del 1783 quanto quasi l'intero paese venne inghiottito da una spaventosa e terribile frana andando definitivamente persi tante testimonianze storiche, tante richezze architettoniche. oppure più recentemente nel 1943 quando in più punti e in giorni diversi molte abitazioni crollarono creando un forte ferita al tessuto dell'antico borgo. In questi due cataclismi in epoche diverse Sellia ha perso oltre del 50% delle sue ricchezze storiche dall'antico Castello, a due chiese, ad un convento, a diversi palazzi come l'imponente sede Baronile. Eppure Sellia non si è mai arresa, non è mai perita; certo gravemente ferita con tremende ciccatrici che sono rimaste indelebili, ma perire mai, la caparbietà ( altra qualità superlativa della popolazione Selliese della quale ormai se ne sono perse le traccie) la caparbietà dicevamo ha portanto a non gettare la spugna cercardo di farsi forza di sentirsi parte viva di una comunità che voleva guardare avanti, certo la ricostituzione a portato a molti errori ma si potevano dare le attenuanti generiche dovute al fatto che si operava in una situazione d'emergenza dove si guardava poco nel cercare di salvare ciò che era rimasto. Oggi abbiamo poche attenuanti, anzi diciamola tutta: oggi non abbiamo nessuna attenuante siamo tutti colpevoli ( almeno in questo ci ritroviamo tutti uniti) colpevoli di veder morire giorno per giorno il nostro paese, la nostra identità come comunità, non alzando un dito anzi quando alziamo un dito lo facciamo per affossarla ancora di più ( stiamo forse diventando dei sadici?) Ci ritroviamo divisi in tutto ormai si sta spegnendo ogni momento di aggregazione collettiva. In quest'ultimo periodo il tutto si è incredibilmente accentuato, rimarcarto arrivando ad essere divisi anche nella nostra indiscussa fede relegiosa ( questo perchè va bene a te non va bene a me e viceversa) insomma stiamo raschiando il fondo del barile.Ben vengono le varie iniziative di aggregazione come il Presepe vivente bella iniziativa dove tutti dovremmo parteciparvi nel cercare di ristabilire momenti importanti di aggregazione. Certo qualcuno potrà dire non saranno certo le tue parole a far cambiare qualcosa ma intanto iniziamo a parlarne perchè non so se ve ne siete accorti ma tutte queste divisioni sono sorte perchè non parliamo più, non ci confrontiamo più, avere vedute diverse è segno di democrazia, dialogando anche animatamente ma sempre con il massimo rispetto ci porta a prendere giuste decisioni, l'importante è mettere a caratteri cubitali il problema principale che è la rinascita di Sellia.
Come forse sapete io AMO SELLIA, amo la sua storia, i suoi vicoli, le sue tradizioni, i suoi abitanti che da sempre (ultimamente un pò di meno ) si sono sempre contradistinti come popolazione solidare,ospitale,armoniosa,unita.Sellia vanta una storia millenaria la quale anche dopo i vari cataclismi naturali e non, ha sempre rialzato la china, è sempre risorta dalle sue ceneri come un araba fenice. Basti ricordare il tremento cataclisma del 1783 quanto quasi l'intero paese venne inghiottito da una spaventosa e terribile frana andando definitivamente persi tante testimonianze storiche, tante richezze architettoniche. oppure più recentemente nel 1943 quando in più punti e in giorni diversi molte abitazioni crollarono creando un forte ferita al tessuto dell'antico borgo. In questi due cataclismi in epoche diverse Sellia ha perso oltre del 50% delle sue ricchezze storiche dall'antico Castello, a due chiese, ad un convento, a diversi palazzi come l'imponente sede Baronile. Eppure Sellia non si è mai arresa, non è mai perita; certo gravemente ferita con tremende ciccatrici che sono rimaste indelebili, ma perire mai, la caparbietà ( altra qualità superlativa della popolazione Selliese della quale ormai se ne sono perse le traccie) la caparbietà dicevamo ha portanto a non gettare la spugna cercardo di farsi forza di sentirsi parte viva di una comunità che voleva guardare avanti, certo la ricostituzione a portato a molti errori ma si potevano dare le attenuanti generiche dovute al fatto che si operava in una situazione d'emergenza dove si guardava poco nel cercare di salvare ciò che era rimasto. Oggi abbiamo poche attenuanti, anzi diciamola tutta: oggi non abbiamo nessuna attenuante siamo tutti colpevoli ( almeno in questo ci ritroviamo tutti uniti) colpevoli di veder morire giorno per giorno il nostro paese, la nostra identità come comunità, non alzando un dito anzi quando alziamo un dito lo facciamo per affossarla ancora di più ( stiamo forse diventando dei sadici?) Ci ritroviamo divisi in tutto ormai si sta spegnendo ogni momento di aggregazione collettiva. In quest'ultimo periodo il tutto si è incredibilmente accentuato, rimarcarto arrivando ad essere divisi anche nella nostra indiscussa fede relegiosa ( questo perchè va bene a te non va bene a me e viceversa) insomma stiamo raschiando il fondo del barile.Ben vengono le varie iniziative di aggregazione come il Presepe vivente bella iniziativa dove tutti dovremmo parteciparvi nel cercare di ristabilire momenti importanti di aggregazione. Certo qualcuno potrà dire non saranno certo le tue parole a far cambiare qualcosa ma intanto iniziamo a parlarne perchè non so se ve ne siete accorti ma tutte queste divisioni sono sorte perchè non parliamo più, non ci confrontiamo più, avere vedute diverse è segno di democrazia, dialogando anche animatamente ma sempre con il massimo rispetto ci porta a prendere giuste decisioni, l'importante è mettere a caratteri cubitali il problema principale che è la rinascita di Sellia.
L’antico borgo di Sellia durante il mese di Dicembre
Il mese di Dicembre (ultimo mese dell’anno) era il mese più
suggestivo,più incantevole di tutto l’anno.
Già durante i primi giorni vi era
tutto un fervore per preparare a dovere la feste del santo patrono San Nicola
la quale spesso veniva festeggiata assieme a quella dell’Immacolata. Tutto il
paese di addobbava a festa con molte luminarie lungo la via principale dove si
posizionavano anche i vari mercanti che arrivavano da tutta la regione. La chiesa
veniva ornata a festa con il parato rosso che veniva sistemato lungo la navata
centrale, per l’occasione arrivavano anche dei sacerdoti che aiutavano l’Arciprete
nelle varie funzioni. Tutti aspettavano questa festa soprattutto i bambini
perche un antico detto diceva: “sinu a
Santu Nicola mancu na ficu si prova” i ficu tosti erano una vera prelibatezza da
custodire per le grandi occasioni, un altro detto diceva: “A Santu nicola ogni cavuna sona” voleva dire
che in questo periodo iniziavano le fitte piogge ed ogni piccola sorgiva
ritornava a portare molta acqua. I ragazzi in piazza iniziavano a fare un
grande recinto con i “Jnostrari” rami di ginestra dove al suo interno venivano
sistemati le varie stroppe” per il grande fuoco della vigilia di
Natale dove ognuno portava anche un piccolo ceppo di legno per riscaldare la
nascita di Gesù Bambino. Solo dopo la mezzanotte poteva iniziare la strina che
di solito veniva cantata alle giovani coppie che si erano sposate durante l’anno.
Nel sontuoso pranzo di Natale le varie pietanze tipiche del posto la facevano
da padrone non potevano assolutamente mancare i “cipulli l’allaquati” i
luppini, i torroni tosti fatti in casa, i tardilli,i crucetti, ecc.. Il
panettone veniva visto con diffidenza il quale veniva portato dai parenti emigrati
al nord,
La "Dda" di Milano fa scattare le manette al consigliere regionale Francesco Morelli e al giudice del Tribunale di Reggio Calabria Vincenzo Giglio con l'accusa di corruzione e favoreggiamento
Il magistrato Vincenzo Giglio è accusato di corruzione e di avere
favorito un esponente del clan Lampada. In manette anche il consigliere
regionale Francesco Morelli e l’avvocato Vincenzo Minasi
Il consigliere Francesco Morelli |
La conferenza stampa |
mercoledì 30 novembre 2011
E' morto a Sellia Marina (Catanzaro) il registra Vittorio De Seta
È morto il 28 novembre, nella sua villa di Sellia Marina (Catanzaro),
all’età di 88 anni, il regista palermitano Vittorio De Seta.
Maestro da ultimo alquanto caduto nell’oblio ma con una carriera piena di ricordi e riconoscimenti ai festival internazionali, De Seta fu autore di documentari e film come “Un giorno in Barbagia”, “Banditi ad Orgosolo”, “Diario di un maestro”.
Nato a Palermo nel 1923, si era trasferito a Roma per frequentare la facoltà di architettura e aveva cominciato la sua carriera cinematografica nel 1953, lavorando come secondo aiuto regista per un episodio del film “Amori di mezzo secolo” di Mario Chiari. In seguitò si e cimentato anche nell’attività di sceneggiatore e documentarista. I primi suoi documentari risalgono agli anni Cinquanta e sono stati girati prevalentemente in Sicilia e Sardegna. Tra questi lavori, “Isola di fuoco”, ambientato nelle isole Eolie, viene premiato come miglior documentario al festival di Cannes del 1955. Nel 1961 De Seta debuttò al cinema con “Banditi a Orgosolo”, sceneggiato con la moglie Vera Gherarducci, un film stilisticamente asciutto che arricchisce di una sensibilità più moderna e consapevole la lezione del neorealismo. Il film vince il premio Opera prima al Festival di Venezia e il Nastro d’Argento alla migliore fotografia.
Nel 1966 De Seta ha realizzato, “Un uomo a metà”, che si allontana dal documentarismo che ha contraddistinto la sua carriera all’inizio. Tra il 1969 e i primi anni 1970 il regista si è trasferito in Francia per girare “L’invitata”. Il film, anche se apprezzato da Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini, sarà poi accolto freddamente. Nel 1972 De Seta ritorna alle tematiche degli esordi con una miniserie televisiva, prodotta dalla Rai, “Diario di un maestro”, documento di una difficile esperienza didattica condotta in una borgata romana.
Maestro da ultimo alquanto caduto nell’oblio ma con una carriera piena di ricordi e riconoscimenti ai festival internazionali, De Seta fu autore di documentari e film come “Un giorno in Barbagia”, “Banditi ad Orgosolo”, “Diario di un maestro”.
Nato a Palermo nel 1923, si era trasferito a Roma per frequentare la facoltà di architettura e aveva cominciato la sua carriera cinematografica nel 1953, lavorando come secondo aiuto regista per un episodio del film “Amori di mezzo secolo” di Mario Chiari. In seguitò si e cimentato anche nell’attività di sceneggiatore e documentarista. I primi suoi documentari risalgono agli anni Cinquanta e sono stati girati prevalentemente in Sicilia e Sardegna. Tra questi lavori, “Isola di fuoco”, ambientato nelle isole Eolie, viene premiato come miglior documentario al festival di Cannes del 1955. Nel 1961 De Seta debuttò al cinema con “Banditi a Orgosolo”, sceneggiato con la moglie Vera Gherarducci, un film stilisticamente asciutto che arricchisce di una sensibilità più moderna e consapevole la lezione del neorealismo. Il film vince il premio Opera prima al Festival di Venezia e il Nastro d’Argento alla migliore fotografia.
Nel 1966 De Seta ha realizzato, “Un uomo a metà”, che si allontana dal documentarismo che ha contraddistinto la sua carriera all’inizio. Tra il 1969 e i primi anni 1970 il regista si è trasferito in Francia per girare “L’invitata”. Il film, anche se apprezzato da Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini, sarà poi accolto freddamente. Nel 1972 De Seta ritorna alle tematiche degli esordi con una miniserie televisiva, prodotta dalla Rai, “Diario di un maestro”, documento di una difficile esperienza didattica condotta in una borgata romana.
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