sabato 17 dicembre 2011

Dal centro meccanografico Poste Italiane di Lamezia Terme (CZ) Intercettate dieci buste con proiettili indirizzate anche a Monti e Berlusconi

     
 
 

Intercettate al Centro meccanografico di Poste Italiane di Lamezia Terme sono firmate dal Movimento Armati Proletari

CATANZARO. Dieci buste con proiettili e un volantino di minacce firmato dal Movimento Armati proletari, rivolte al premier Monti, all’ex premier Berlusconi e ai direttori di alcuni quotidiani nazionali sono state intercettate nella serata di giovedì al Centro meccanografico di Poste Italiane di Lamezia Terme. “Ve la faremo pagare a tutti. Vi colpiremo e sarà una guerra all’ultimo sangue”. È una delle frasi contenute nel volantino. “Vi faremo maledire - è scritto ancora - queste misure col sangue. Non dovrete più dormire sonni tranquilli. Il piombo non manca e adesso arriva anche il tritolo dagli amici arabi”. “La finanziaria é pronta - prosegue ancora il testo - come è pronto il loro funerale. Ci vedremo a Roma. Non siamo contro le forze dell’ordine però se c’é qualcuno che vuole fare l’eroe pensi prima alla sua famiglia. È una lotta giusta e coerente contro i poteri forti a difesa della povera gente. Le misure prese per colpire sempre i più deboli non devono esser approvare se no con modifiche radicali a difendere quel poco che le fasce deboli hanno. Ma vi rendete conto che colpite gli operai con le loro famiglie che sono già sul lastrico”. Le indagini condotte dalla polizia postale che ha effettuato i primi accertamenti sono dirette dal pm Maria Alessandra Ruberto e coordinate dal procuratore di Lamezia Terme Salvatore Vitello che in passato, quando lavorava in altre procure, ha svolto inchieste in materia di antiterrorismo. Le buste contenenti i proiettili di vario calibro sono indirizzate al premier Mario Monti (con un proiettile calibro 9) a Silvio Berlusconi ma anche a Pier Luigi Bersani (calibro 7.65), al ministro del Welfare Elsa Fornero (calibro 9.21). Plichi con un proiettile calibro 12 sono stati inviate a Pierferdinando Casini e ai direttori Ferruccio De Bortoli (Corriere della Sera), Ezio Mauro (La Repubblica), Maurizio Belpietro (Libero), Leonardo Boriano (La Padania), Mario (rpt “Mario”) Sechi (Il Tempo). “Ora indagheremo per capire la serietà di queste minacce e da dove provengono, almeno dal punto di vista dei luoghi se non dalla identificazione delle persone” ha intanto detto all’ANSA il procuratore della Dda di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo. “Speriamo - ha aggiunto Lombardo - di ottenere dei risultati e speriamo che non ci sia un collegamento con il resto di minacce similari ma di altro tipo e natura che sono state in questi giorni eseguite in varie città d’Italia, soprattutto contro Equitalia e ministri della Repubblica. In Calabria episodi di questa natura sono i primi, però qui abbiamo avuto altre manifestazioni di terrorismo, se questa può essere considerata di terrorismo, come a Cosenza e anche altrove”. Intanto va precisato come sia una sigla mai apparsa prima quella del Movimento armato proletari. Il precedente più immediato risale a soli quattro giorni fa: due buste, entrambe con proiettili calibro 40, inviate al ministro della Giustizia, Paola Severino ed al sindaco di Roma, Gianni Alemanno.
La prima è stata rivendicata da tre sigle: Fai (Federazione Anarchica Informale), Fac (Federazione Anticapitalista) e Br con stella a cinque punte. Quella ad Alemanno dal Nucleo Galesi per i Pac (Proletari armati per il comunismo). Nei giorni precedenti pacchi bomba erano stati inviati alla Deutsche Bank di Francoforte e alla sede di Equitalia di Roma firmati dalla Federazione Anarchica Informale. Le prime valutazioni degli investigatori escludono una regia unica dietro i diversi episodi.