Intercettate al Centro meccanografico di Poste Italiane di Lamezia Terme sono firmate dal Movimento Armati Proletari
CATANZARO. Dieci buste con proiettili e un volantino di
minacce firmato dal Movimento Armati proletari, rivolte al premier
Monti, all’ex premier Berlusconi e ai direttori di alcuni quotidiani
nazionali sono state intercettate nella serata di giovedì al Centro
meccanografico di Poste Italiane di Lamezia Terme. “Ve la faremo pagare a
tutti. Vi colpiremo e sarà una guerra all’ultimo sangue”. È una delle
frasi contenute nel volantino. “Vi faremo maledire - è scritto ancora -
queste misure col sangue. Non dovrete più dormire sonni tranquilli. Il
piombo non manca e adesso arriva anche il tritolo dagli amici arabi”.
“La finanziaria é pronta - prosegue ancora il testo - come è pronto il
loro funerale. Ci vedremo a Roma. Non siamo contro le forze dell’ordine
però se c’é qualcuno che vuole fare l’eroe pensi prima alla sua
famiglia. È una lotta giusta e coerente contro i poteri forti a difesa
della povera gente. Le misure prese per colpire sempre i più deboli non
devono esser approvare se no con modifiche radicali a difendere quel
poco che le fasce deboli hanno. Ma vi rendete conto che colpite gli
operai con le loro famiglie che sono già sul lastrico”. Le indagini
condotte dalla polizia postale che ha effettuato i primi accertamenti
sono dirette dal pm Maria Alessandra Ruberto e coordinate dal
procuratore di Lamezia Terme Salvatore Vitello che in passato, quando
lavorava in altre procure, ha svolto inchieste in materia di
antiterrorismo. Le buste contenenti i proiettili di vario calibro sono
indirizzate al premier Mario Monti (con un proiettile calibro 9) a
Silvio Berlusconi ma anche a Pier Luigi Bersani (calibro 7.65), al
ministro del Welfare Elsa Fornero (calibro 9.21). Plichi con un
proiettile calibro 12 sono stati inviate a Pierferdinando Casini e ai
direttori Ferruccio De Bortoli (Corriere della Sera), Ezio Mauro (La
Repubblica), Maurizio Belpietro (Libero), Leonardo Boriano (La Padania),
Mario (rpt “Mario”) Sechi (Il Tempo). “Ora indagheremo per capire la
serietà di queste minacce e da dove provengono, almeno dal punto di
vista dei luoghi se non dalla identificazione delle persone” ha intanto
detto all’ANSA il procuratore della Dda di Catanzaro Vincenzo Antonio
Lombardo. “Speriamo - ha aggiunto Lombardo - di ottenere dei risultati e
speriamo che non ci sia un collegamento con il resto di minacce
similari ma di altro tipo e natura che sono state in questi giorni
eseguite in varie città d’Italia, soprattutto contro Equitalia e
ministri della Repubblica. In Calabria episodi di questa natura sono i
primi, però qui abbiamo avuto altre manifestazioni di terrorismo, se
questa può essere considerata di terrorismo, come a Cosenza e anche
altrove”. Intanto va precisato come sia una sigla mai apparsa prima
quella del Movimento armato proletari. Il precedente più immediato
risale a soli quattro giorni fa: due buste, entrambe con proiettili
calibro 40, inviate al ministro della Giustizia, Paola Severino ed al
sindaco di Roma, Gianni Alemanno.
La prima è stata rivendicata da tre
sigle: Fai (Federazione Anarchica Informale), Fac (Federazione
Anticapitalista) e Br con stella a cinque punte. Quella ad Alemanno dal
Nucleo Galesi per i Pac (Proletari armati per il comunismo). Nei giorni
precedenti pacchi bomba erano stati inviati alla Deutsche Bank di
Francoforte e alla sede di Equitalia di Roma firmati dalla Federazione
Anarchica Informale. Le prime valutazioni degli investigatori escludono
una regia unica dietro i diversi episodi.
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