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venerdì 20 agosto 2010

Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia! SABATO della porta stretta (21 Agosto 2010)



Carissimo/a,
ben trovato di cuore dopo la pausa estiva. Molti di voi sono andati in ferie, per riposarsi un po’ e tra tanti, molti hanno pensato di mandare in ferie anche lo Spirito, l’anima, il Signore. devo dire, purtroppo, che la nostra comunità ha visto un “moria di vacche”. Molti, moltissimi, tantissimi, hanno lasciato passare l’estate senza santificare la messa domenicale. Eppure la bontà del pastore aveva dato a tutti la possibilità di farlo con la messa serale delle 19,00 sia di sabato che di domenica con un risultato disastroso. E se questo non bastasse in concomitanza all’orario della Santa Messa vengono organizzati eventi e manifestazione, a volte anche in prossimità delle chiese, senza alcun rispetto o attenzione.
Amici, purtroppo, oggi il cristiano è divenuto una “categoria strana”. Lui che è chiamato ad essere l’uomo dalla fede vera, dall’assoluta trascendenza, dalla somma carità, dalla più bella speranza, si è fatto senza vincoli, senza obblighi, leggi, obbedienza, Comandamenti, morale. Ha rotto ogni legame con i principi basilari della sua fede. Pensa di poter fare ciò che vuole. Crede di potersi scrivere lui le leggi del vero e del falso, del giusto e dell’ingiusto, del lecito e dell’illecito. È fermamente convinto di non dover sottostare a nessuna verità oggettiva, a nessuna norma e a nessun obbligo che scaturisce da una giustizia che è fuori della stessa umanità. Ha trasformato la carità in puro sentimento momentaneo. Ha ridotto la speranza, quella vera, a qualche attesa effimera. Gli è rimasta una vaga e indefinita religiosità di cui si serve come parafulmine contro i mali che si abbattono su di lui e che non sa come vincerli se non attraverso il rapporto con il divino, con il sacro, come il mondo dell’invisibile. In più questa religiosità è vissuta da lui come una sorta di superstizione lecita assieme all’altra superstizione che è l’idolatria, che però è assai costosa sia sul piano economico che umano perché degrada e manda in rovina spirituale e materiale colui che la cerca e di cui si serve per la soluzione dei suoi molteplici guai umani. L’albero che produce tutto questo disastro spirituale ha un solo nome: la fede falsa. È falsa la fede che oggi guida il cristiano perché fondata e stabilita sull’assenza di ogni verità proveniente dalla rivelazione, dalla Parola, dal Vangelo. È falsa perché costruita su un Dio che è solo misericordia, carità, amore, perdono, condono, totale remissione di ogni peccato, ogni trasgressione, ogni indecenza, ogni infamia, ogni nefandezza, omicidio, adulterio, furto, distruzione della famiglia e del retto ordine sociale. Questo Dio perdona senza alcun pentimento ed accoglie nel Paradiso senza alcuna conversione. Questa fede falsa gli dice che alla fine tutti saranno salvati, giusti e ingiusti entreranno nel Paradiso, tutti vivranno una eternità beata. Così ognuno si illude e si prende la libertà di peccare quanto, quando, dove, come vuole. Con il vangelo di questa domenica che potrai ascoltare tu stesso venendo a messa, Oggi Gesù smentisce il cristiano dalla fede falsa. Gli dice di non illudersi, di non costruire il suo futuro sulla menzogna, i desideri del suo cuore, i pensieri della sua mente. Gli dice ciò che Lui farà: allontanerà da Sé tutti gli operatori di ingiustizia, di iniquità. Chi sono questi operatori di male? Sono tutti coloro che non hanno edificato la loro vita terrena sulla sua Parola, che è verità obbligante per tutti noi. Sono coloro che si sono fatti un loro personale Dio, un Dio solo misericordia che perdona tutto, sempre, senza alcun pentimento da parte dell’uomo, alcuna conversione, alcun ritorno nella verità, nella giustizia, nella santità dell’obbedienza alla sua Parola. Sono coloro che non vivono il Vangelo, non osservano le Beatitudini, non si curano dei Comandamenti, camminano senza la verità rivelata nel loro cuore.
Io non mi salverò perché sono un suo ministro, un suo sacerdote, uno strumento del suo Vangelo. Non mi salveranno le mie prediche e neanche la mia teologia. Mi salverà una cosa sola: se avrò fatto delle Beatitudini la mia nuova veste e del Vangelo la mia stabile dimora. Mi salverò se avrò vissuto di grande carità, compassione, misericordia. Entrerò nel Regno dei Cieli se mi sarò astenuto dal fare qualsiasi male ai miei fratelli, credenti e non credenti, giusti e non giusti, pii ed empi, senza alcuna distinzione, alcun giudizio, alcuna differenza. Mi salverò se sarò stato misericordioso e perfetto nell’amore come il Padre mio celeste e se avrò amato sino alla fine come il mio Maestro e Signore che è Cristo Gesù.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi liberateci dalla fede falsa e dalla falsa fede. Otteneteci la grazia di credere secondo la pienezza della verità della Parola.
Nuovo orario:
sabato Chiesa Madonna della Neve Santa Messa ore 18,30
Domenica Chiesa San Nicola Santa Messa ore 11,15

Don Francesco

sabato 3 luglio 2010

Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi (Vangelo di Domenica 4.7.2010 )

Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi
Domenica 4 luglio 2010
(Vangelo)
Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città. I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

Il Mistero di Cristo è uno quello del Padre affidato ai Figlio Cristo Gesù di portare al mondo la lieta novella. Gesù però da solo non poteva raggiungere il modo allora ne sceglie dodici tra i suoi discepoli e li forma e poi altri settantadue e poi ancora, fino ad oggi e fino alla fine ancora il Signore chiamerà altri ministri per continuare il suo stesso mistero nel mondo.

Gli Apostoli vanno, evangelizzano, curano, sanano, scacciano i demòni, compiono opere portentose. Tutto obbedisce ad ogni loro comando. Non possiedono però ancora una visione di grande santità. La loro visione è ancora miope, circoscritta, finita, assai limitata. Si pensano grande, importanti, sol perché i demòni si sottomettono al loro comando. Quanto invece è differente la visione di santità di Gesù Signore. Un uomo è grande non perché ha potere sul demonio. È grande perché è amico di Dio. Perché Dio lo attende nel suo Cielo. Perché lo vuole a tavola con Lui nell’eternità. Perché lo vuole rivestire di Sé. Perché vuole scrivere il suo nome nella sua Casa eterna.

La visione di peccato ci fa considerare grandi perché occupiamo questo o quell’altro posto, perché siamo importanti, perché scriviamo sui quotidiani, perché sappiamo entrare in guerra con i nostri fratelli, perché usiamo la nostra autorità per mettere ogni cosa a suo posto, perché diamo consigli errati ai nostri amici. La nostra visione di peccato ci fa considerare grandi, importanti per svariati motivi. La visione di santità di Gesù Signore ci rivela che è uno solo il motivo della nostra grandezza: la conquista del Paradiso, la nostra entrata nella Casa eterna di Dio. Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi di Dio, otteneteci una grande visione di santità. Vogliamo vedere non dal nostra peccato, ma con gli occhi di Gesù Signore.

Don Francesco Cristofaro

mercoledì 30 giugno 2010

La parrocchia di San Nicola di Bari ci invita ad......... un'estate con Gesù


                                                     



Un’estate con Gesù…


Carissimi,

“un’estate con Gesù” è il titolo della nuova iniziativa che interesserà la nostra comunità di Sellia. Di che cosa si tratta? L’uomo, di per sé è una creatura limitata, finita, piccola, piena, molte volte di fragilità e debolezze e anche se pensa tante volte di essere forte e imbattibile, ad un certo punto sperimenta il fallimento. Lo si voglia o no, ogni uomo ha bisogno di Dio, in qualsiasi modo esso lo chiami. “Un estate con Gesù”, allora sarà proprio un’estate da vivere insieme a Gesù. Come? A partire da lunedì 5 luglio, ogni mattina dalle 6,00 alle 7,00 ci sarà un’ora di Adorazione Eucaristica completamente silenziosa (nessuno dovrà disturbare l’altro mentre prega) e alle 7,00 poi sarà celebrata la Santa Messa per tutta la comunità.

Ci alterneremo con le settimane: la prima settimana ci ritroveremo nella Chiesa di San Nicola, la seconda settimana, invece, ci sposteremo nella Chiesa della Madonna, della Neve per garantire a tutti questa bella esperienza e poi ancora a rotazione.

Perché quest’orario? Anche se d'estate, molti continueranno a lavorare, allora questa iniziativa vuole essere, anche una possibilità offerta a tutte queste persone di iniziare la giornata in modo nuovo, con la benedizione di Dio, poi perché è bello porsi sotto la protezione di Gesù, già fin dal mattino.

Sia ben chiaro questo: nessuno prenderà le presenze. Dovrà essere un’esperienza libera e spontanea. Magari uno ha il tempo solo per dire una “Ave Maria”, allora verrà in chiesa per dire quella preghiera, un altro avrà più tempo e resterà il tempo che vorrà. Sappiate che io ci sarò ogni mattina, lì presente per voi tutti e eleverò la mia preghiera per voi tutti e metterò tutte le vostre vite nel calice di Gesù. I più grandi santi hanno vinto tutte le loro battaglie con la preghiera. Vi sto donando una grande possibilità di crescita spirituale. Chi può non se la lasci sfuggire.

Altra grande novità: per tutta l’estate fino a cambio orario faremo così:

Da lunedì a domenica (compreso) ore 6,00 Adorazione eucaristica – ore 7,00 Santa Messa.

Da sabato 10 luglio fino alla fine dell’estate la Santa Messa sarà celebrata alle ore 19,00 nella chiesa della Madonna della Neve.

Da domenica 11 luglio la Santa Messa delle 11,15 nella Chiesa di San Nicola sarà celebrata alle 19,00. (Comunque quelle delle 7,00 di domenica mattina sarà valida come Messa domenicale).

A tutti BUONA ESTATE

Don Francesco Cristofaro

sabato 26 giugno 2010

Ti seguirò ovunque tu vada. ( Vangelo di domenica 27.6.2010)

Vangelo
“Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio. Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio”.
Amico ora ti chiedo: Hai mai pensato di voler seguire seriamente Gesù in questo suo stupendo viaggio di amore per noi? Hai mai pensato di imitare la sua carità, compassione, pietà, perdono, misericordia, verità, santità, grande umiltà ed ogni altra virtù? Hai mai pensato di offrire al Padre nostro la tua vita per farne un sacrificio di redenzione del mondo? Hai mai pensato che seguire Gesù con la totalità della tua vita è l’unica cosa vera per te? Hai mai pensato che Gesù si può seguire in un solo modo: senza porgli alcuna condizione, ma mettendo interamente la tua vita nelle sue mani, nella sua volontà, nei suoi desideri?
Amico ora ti dico a cosa ho paragonato io la Chiesa: Per me, nessuno si scandalizzi, la Chiesa, è diventata come una “bettola”. Che cos’è una bettola? È il luogo dove uno entra ed esce quando e come vuole per bere una birra, un bicchiere di vino, fare una giocata a carta. La chiesa è questo: una bettola che ognuno usa come vuole, quando vuole, a momenti, a piacere. Quando si ha bisogno della chiesa si entra nella bettola, quando non si ha più bisogno si esce. Quando si ha bisogno la Chiesa è Madre e tutti l’amiamo, quando non si ha bisogno la chiesa è una grande prostituta (nessuno si scandalizzi vi prego anzi si faccia un esame di coscienza).  
Amico ti voglio dire: ama di più la Chiesa, diventa anche tu un po’ di più chiesa. Anche tu sei Chiesa di Cristo. Che immagine dai all’altro del tuo essere Cristiano? povero Gesù, perché sei morto per noi se poi noi neanche te ne siamo riconoscenti. Ti bestemmiamo, imprechiamo contro il tuo nome santo, sputiamo sul tuo corpo che è la tua Chiesa, sui tuoi figli e nostri fratelli che li hai pagati a prezzo di sangue. Dobbiamo cambiare un po’ più tutti. Non si può continuare così.
Amico prego e ti auguro che tu sia un bravo cristiano, un buon cristiano, un santo cristiano
                                                Don Francesco CRISTOFARO

sabato 5 giugno 2010

Domenica del Corpus Domini


Voi stessi date loro da mangiare

Carissimo/a,

Nel deserto del mondo non c’è pane. C’è però una folla immensa da sfamare. I discepoli non sanno cosa fare. Vorrebbero che Gesù licenziasse la folla. Così ognuno avrebbe provveduto personalmente ad ogni sua necessità di cibo o di acqua. Gesù non è per questa soluzione. Vuole che siano loro stessi a sfamare e a saziare la folla. Ecco il suo comando: “Voi stessi date loro da mangiare”. I discepoli ancora una volta manifestano a Gesù l’impossibilità di poter assolvere ad un tale comando. Loro non hanno nulla di nulla. Hanno solo cinque pani e due pesci. Con così poca roba ben poco si potrà fare per una folla esageratamente grande.

Nel Vangelo, quando Gesù dona un insegnamento ai suoi discepoli, non lo dona solo a parole. Prima dona la parola e poi concretamente, con i fatti, mostra loro come l’ordine va eseguito, posto in essere, realizzato. Gesù è un vero Maestro. È il Maestro perché dice e mostra come si fa; insegna e realizza all’istante perché ognuno si possa rendere conto che è possibile fare quanto Lui ha comandato. Niente è impossibile per Gesù. Niente dovrà essere impossibile per i discepoli. Ai discepoli è però richiesta la stessa fede, la stessa carità, la stessa speranza, la stessa preghiera, le stesse modalità del loro Maestro. L’imitazione non dovrà essere solo esteriore, dovrà essere interiore, imitazione del cuore, dell’anima, della mente, dello spirito, della santità, delle virtù, della sua ricchezza spirituale, della sua altezza morale, della sua obbedienza.

Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò in disparte, verso una città chiamata Betsàida. Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

Gli Apostoli dovranno sfamare il mondo di verità. Le folle sono inquinate di menzogna, di falsità, di bugie, di errori. Le folle non sanno chi è Dio e neanche chi è l’uomo. Vivono in una grande guerra di ignoranza. L’ignoranza più potente vuole sconfiggere l’ignoranza più debole; l’ignoranza più scientifica quella semplice ed elementare; l’ignoranza filosofica quella pratica; l’ignoranza psicologia quella morale. Poiché nessuna ignoranza vuole cedere, ecco la guerra perenne tra gli uomini. In questo disastro gli Apostoli devono essere più luminosi del sole. Devono illuminare con la verità di Cristo il mondo intero. Lo potranno fare se diverranno verità nell’anima, nel cuore, nella mente, nello spirito, nei sentimenti, nello stesso corpo.

Gli Apostoli dovranno saziare la fame di Dio delle folle. Dovranno farlo, donando loro da mangiare lo stesso Dio. Dio deve divenire il loro nutrimento reale e non solo spirituale. Questo avviene, facendo loro il corpo di Cristo, divenendo però essi stessi vero corpo santo di Cristo e in questo corpo offrendo loro stessi come nutrimento delle folle. Sono loro che in Cristo, per Cristo, con Cristo, dovranno farsi sacrificio di comunione, di espiazione, vero olocausto di amore per le folle del mondo intero. Questo loro ministero esige che essi siano in tutto santi come è santo Cristo Gesù, come è santo il Padre celeste.

È questo un compito che domanda la totale consacrazione alla verità, alla santità, all’elevazione spirituale e morale. Richiede la perfetta conformazione a Gesù Signore, anche nel corpo e non solo nell’anima e nello spirito. L’Apostolo del Signore è chiamato ad essere il Cristo Vivente, il Cristo Risorto, il Cristo Immolato, il Cristo Crocifisso, il Cristo Carità, il Cristo Fede, il Cristo Speranza, il Cristo Preghiera, il Cristo Obbedienza, il Cristo Parola, il Cristo Vangelo, il Cristo Verità. Divenendo ogni giorno di più il Cristo contemporaneo ad ogni uomo, lui opera come Cristo, perché come Cristo vive e si relazione con il Padre, nella comunione dello Spirito Santo. L’Apostolo del Signore è il mistero di Cristo che sfama e disseta il mondo intero di verità e di grazia. Lo sfama di Cristo, sfamandolo di se stesso, divenuto anche lui Cristo.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi di Dio, aiutate gli Apostoli di Cristo a realizzare pienamente il loro mistero di essere il Cristo presente nel mondo.
                   Don Francesco Cristofaro

sabato 22 maggio 2010

Domenica di Pentecoste (23.5.2010)

Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito
Carissimo/a,
Porre la persona di Gesù al centro del nostro cuore: è questa l’opera di vera creazione che compirà in noi lo Spirito Santo, dopo che Gesù lo avrà versato dalla croce, come fiume impetuoso, dal suo costato squarciato, immediatamente dopo la sua morte.Messo Gesù al centro del nostro cuore, noi iniziamo ad amare con il suo cuore,nel quale il Padre ha posto ogni uomo da redimere, salvare, condurre nella
giustizia, riportare nella sua Casa. Con Cristo che vive in noi, vive ogni altra persona. Nessuno più sarà un estraneo per la nostra vita, nessuno un forestiero, nessuno uno straniero, nessuno un profugo o un esiliato, perché ogni uomo è l’immagine viva di Cristo Gesù, la sua persona rimasta visibilmente
sulla terra perché noi l’accudiamo, la serviamo, ci prendiamo cura di essa,lasalviamo, la redimiamo, la portiamo nella casa del Padre attratta non tantodalla profondità delle verità che diciamo su Dio, quanto invece dalla potenza di carità con la quale noi l’amiamo.Questo insegnamento di amore è l’opera perenne dello Spirito Santo. È Lui che nella storia particolare, concreta, fatta di mille circostanze bisognose di
essere ricolmate di amore, ci guida, ci illumina, ci dona il discernimento,sorregge la nostra volontà, anima la nostra pietà, muove la nostra carità, spinge la nostra misericordia ad agire. È Lui che crea in noi una forza
irresistibile che ci manda verso i fratelli per mostrare loro la straordinaria vivacità della carità di Gesù.
Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed eglivi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole;e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Colui che è ricolmo di Spirito Santo è in tutto simile ad un fiume rigonfio di acque. Dove lui passa rinasce, fiorisce, fruttifica la carità, la misericordia, la pietà, la speranza. Chi invece è privo dello Spirito Santo è paragonabile ad una cisterna vuota. Non solo questa non riversa sulla terra nessuna acqua di vita, chi si reca presso di essa per attingere, troverà solo del fango, se non della terra appena inumidita. Chi si accosta ad una persona vuota di Spirito Santo perde la speranza, se ne ritorna nella sua tristezza e amarezza, si ritrova a piangere la sua povertà sia materiale che spirituale. Un uomo senza lo Spirito Santo è un albero secco.
È lo Spirito Santo il Grande Maestro della carità di Gesù Signore. È Lui che suggerisce ogni via per amare meglio, di più. È anche Lui che opera il discernimento e che dirige il cuore verso una persona anziché verso un’altra. È Lui la perenne libertà dell’amore di Cristo Gesù. È Lui che ci muove perché noi amiamo sempre secondo la volontà del Padre le persone che il Padre vuole che noi serviamo, accudiamo, sia nelle cose dello spirito che in quelle della materia. Lo Spirito Santo è in tutto simile alla potente luce che un tempo si poneva
dietro la pellicola del proiettore. La sua fiamma attraversava la pellicola e rifletteva sul lenzuolo l’immagine in essa contenuta. Lo Spirito Santo, luce divina, attraversa la vita di Cristo Gesù, e ogni giorno la proietta sullo
schermo del nostro cuore, della nostra mente, dei nostri pensieri, della nostra volontà, della nostra anima. Non solo la proietta, la incide anche e la rende operante in noi.
Noi vediamo l’immagine di Gesù, la sua vita attuale, come oggi Lui l’avrebbe vissuta, e ci muove perché siamo noi a viverla oggi allo stesso modo e con la stessa intensità di carità di Cristo Signore. Senza lo Spirito Santo in noi come luce potentissima, il proiettore è spento, la storia è senza immagine di Gesù, la vita è senza la sua divina ed umana carità. C’è il freddo glaciale, il buio morale, le tenebre spirituali dove lo Spirito Santo non illumina la vitacon l’immagine viva, attuale, odierna di Cristo Gesù. Tutto questo avviene
quando il cuore non cammina più nell’osservanza della Legge Nuova di Gesù Signore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, intercedi per noi e chiedi alloSpirito Santo che ci ricolmi di Sé. Con Lui nella nostra vita tutto cambierà, perché Lui ci trasformerà in vita attuale di Gesù Signore nella storia del nostro tempo. Angeli e Santi di Dio, venite in nostro soccorso. Vogliamo vivere e morire per diffondere l’immagine vera, reale, attuale di Cristo Gesù.
                                                      Don Francesco Cristofaro

sabato 15 maggio 2010

Domenica dell'ascensione . "Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo"

Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo

Domenica dell’ascensione (16 Maggio 2010)

Carissimo/a,

“Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio”.

Questo è il brano che ascolteremo Domenica 16 maggio nella celebrazione della Santa Messa nel giorno dell’Ascensione di nostro Signore Gesù Cristo. Gesù, ritornando al cielo sta per entrare nell’invisibilità del suo corpo. I suoi discepoli non lo vedranno più visibilmente. Lo vedranno con gli occhi dello spirito, lo sentiranno con gli orecchi dell’anima, lo toccheranno con il tatto del loro cuore. Lo avvertiranno presente nella loro vita attraverso tutta la potenza del loro amore, della loro fede, nella loro speranza in Lui.

Prima di staccarsi da essi, Gesù fa loro un grande regalo: apre la mente alla comprensione delle Scritture. Dona loro l’intelligenza della Parola nella quale è racchiuso tutto il suo mistero che è di incarnazione, sofferenza, morte, risurrezione, esaltazione nei Cieli, presso Dio, così loro possono donarlo a tutti gli uomini di tutti i tempi fino alla fine del mondo.

È questo il motivo per cui i discepoli non possono lasciare Gerusalemme prima di essere stati rivestiti e colmati di potenza dall’Alto. Come il corpo riveste l’anima, così lo Spirito Santo deve rivestire per intero il discepolo del Signore. Lo deve rivestire nel suo corpo, nel suo spirito, nella sua anima. Il discepolo di Cristo Gesù deve abitare nello Spirito Santo allo stesso modo che ogni essere vivente sulla terra deve essere avvolto dall’aria e l’aria deve respirare se vuole continuare a vivere. Come la vita di ogni essere vivente è dall’aria, così la vita del discepolo di Gesù è dal suo Santo Spirito. Il discepolo che respira lo Spirito Santo, che si nutre di Lui, comprende Cristo Gesù, lo annunzia secondo verità, parla bene di Lui sempre.

Senza lo Spirito Santo che ci ricopre come una veste, nessuno parlerà bene di Cristo Gesù ed è questo il fallimento della nuova evangelizzazione. Si vuole nuova l’evangelizzazione, ma senza l’uomo nuovo, l’uomo spirituale, l’uomo colmato e rivestito di Spirito Santo, l’uomo che diventa con lo Spirito del Signore una sola realtà, allo stesso modo che fu di Cristo Gesù.

venerdì 23 aprile 2010

MESE DI MAGGIO- MESE MARIANO

Parrocchia San Nicola di Bari – Sellia

Mese di Maggio – Mese Mariano

Carissimi parrocchiani,

con questa mia lettera vi saluto e vi benedico. Come voi sapete sta per incominciare il Mese di Maggio che da sempre la Chiesa e la devozione popolare dedica alla Vergine Maria, Madre di Dio e Madre nostra. Come Parrocchia fortemente mariana e come comunità vorrei che lo vivessimo bene questo mese, con più zelo, nel rispetto del suo vero significato, crescendo nell’amore verso la nostra Madre Celeste.

La Vergine Maria, Madre della Redenzione, è nostro modello in ogni virtù. Cresceremo nel suo amore se la imiteremo nella sua santità. Per questo in questo mese tanti saranno i momenti di preghiera che ci avvicineranno alla Vergine Santa.

Sul retro di questa lettera sono segnati tutti gli appuntamenti. Mi preme però spendere qualche parola in più su alcuni di essi.

Preghiera per le famiglie: durante le domeniche del mese di maggio le famiglie della comunità saranno divise in gruppi. nella santa messa domenicale si pregherà per un gruppo diverso di famiglie i cui nomi verranno inseriti in un braciere. Alla fine della santa Messa tra le persone presenti sarà estratta una statua della Vergine Maria.

Preghiera per le mamme: nel mese di maggio avremo un’attenzione particolare alla figura della mamma (il 9 maggio giorno della festa della mamma, saranno benedette tutte le mamme). E ogni mercoledì alle ore 17,00 nella chiesa di San Nicola e il giovedì alle 17,00 sarà celebrata la messa per le mamme.

Sante Messe per quartieri: Anche quest’anno celebreremo le messe per quartiere. È un momento importante. È bello che tutti insieme le famiglie al completo partecipino a questo momento.

Pellegrinaggio parrocchiale: Per concludere un anno parrocchiale di intenso lavoro ho pensato di fare insieme a voi un pellegrinaggio parrocchiale presso il Santuario di Porto a Gimigliano dove non tutti sanno che la Madonna di Porto di recente è stata nominato patrona della Provincia di Catanzaro. sosterremo in preghiera dinanzi al quadro, visiteremo il santuario, celebreremo la messa, incontreremo le suore del luogo e visiteremo la casa di cura.

Torneo Calcio Bambini: giorno 16 maggio si terrà il primo torneo calcio bambini parrocchiale con quattro squadre: 1. San Nicola; 2. l’Immacolata; 3. Madonna del Rosario; 4. Madonna della Neve.

Recita “i misteri della Luce”: per omaggiare la Vergine Maria e valorizzare la chiesa del Rosario abbiamo pensato a questa bellissima recita messa in scena dai bambini della comunità con l’aiuto dei catechisti domenica 30 maggio alle ore 19,00 nella Chiesa del Rosario.

Se ci impegneremo tutti, trascorreremo trentuno giorni di riflessione, meditazione, conversione, preghiera, propositi, impegni per dare alla nostra vita e a quella del mondo intero una vera conformazione mariana. È l’augurio che faccio a voi tutti: che possiate stravolgere il mondo con il vostro grande amore per la Vergine Maria, Madre della Redenzione, Madre della Chiesa, Madre nostra.



Il parroco

Don Francesco Cristofaro

venerdì 16 aprile 2010

SIMONE FIGLIO DI GIOVANNI , MI AMI PIU' DI COSTORO ?

Carissimo/a,

Siamo sul lago di Tiberiade. Gesù dona due grandi insegnamenti ai suoi discepoli.

Primo insegnamento: Senza la sua Parola, fuori della sua Parola – non contro o in opposizione, ma semplicemente senza di essa – le reti del regno resteranno sempre vuote. Si lavora, si lavora, si lavora, il risultato quanto a salvezza è sempre uno: la rete resta sempre vuota, priva di anime. La si getta invece sulla Parola del Signore, si semina il Vangelo, la rete si riempie e i campi biondeggiano di messi pronte per la mietitura e il buon raccolto.

Secondo insegnamento: Gesù è riconosciuto dai semplici gesti del quotidiano. Lui è persona che ama e l’amore si rivela nella concretezza delle piccole cose. Gesù accende il fuoco. Arrostisce del pesce. Si procura del pane. Prepara da mangiare per i suoi discepoli. Gesù ha sempre manifestato al mondo intero che l’amore è la cosa più concreta, più visibile, più universale, più corporea. Se c’è, si vede. Se non c’è, non si vede. Lui è il solo che ama così intensamente da farsi riconoscere da questi semplici gesti come il Signore, il Maestro.

Ora Gesù pensa al futuro dei suoi discepoli e della sua Chiesa, pensa a pecore ed agnelli. Questi hanno bisogno di un Pastore solido, temprato, forte nell’amore, nella carità, nella misericordia, nella compassione, nel perdono, nel dono di tutta la sua vita. Senza l’amore l’intelligenza si trasformerà ben presto in umiliazione, la saggezza in oppressione, la sapienza in dominio, la scienza in superbia, ogni altra capacità umana in imposizione.

Con l’amore invece il Pastore è capace di offrire la propria vita in modo personale per ogni pecora, per ogni agnello. È capace di immolarsi, consumarsi, non risparmiarsi in niente, non per imporre la propria volontà su ciascuna pecore e ciascuno agnello, ma per curarli, lenirli nelle loro sofferenze, nutrirli di verità e di santità, dissetarli con la carità di Cristo, saziarli con la sua divina grazia, condurli verso il Regno dei Cieli, camminando avanti a loro e mostrando concretamente come in ogni momento e circostanza si deve amare.

Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi». (Cfr Gv 21,1-19).

venerdì 2 aprile 2010

PERCHE' CERCATE TRA I MORTI COLUI CHE E' VIVO ?

Perché cercate tra i morti colui che è vivo?

A tutta la comunità di Sellia,
al Sindaco e ad ogni autorità Civile e Militare di questo paese,
all’ufficiale di Posta, al farmacista, a tutti i negozianti,
a tutti i visitatori del sito parrocchiale
agli amici del Forum “Sellia: un posto nel cuore,
agli amici del forum “Tra Amici”,
agli amici del blog “Sellia Racconta”,
agli amici del Blog “Consulta di Sellia
                                                              Buona Pasqua a tutti con il cuore

Cercare Dio deve essere l’unico desiderio dell’uomo. Dio però nessuno lo potrà mai trovare in modo diretto, perché Dio ha deciso che potrà essere trovato solo in Cristo Gesù, con Lui, per Lui.
È Cristo Gesù la vera casa di Dio. In altre case Dio non abita. In altre case possiamo solo trovare qualche “fantasma” di Dio, mai però il vero Dio.
La Chiesa cerca Gesù, Ma dove lo cerca? Sovente lo cerca nella Scrittura, nella Tradizione, nel Magistero, nella Liturgia, nella Teologia, nella speculazione dei filosofi, oggi anche nei pensieri degli psicologi e psichiatri, in ogni altro ramo del sapere scientifico e metafisico, nella stessa morale alta e profonda. Tutte queste cose possono darci il pensiero di Dio e altre cose di Lui, ma non ci danno Dio, perché Dio è solo in Cristo Gesù. Cristo Gesù è oltre e prima di tutte queste cose.
Anche il mondo cerca Gesù. Ma dove lo cerca? Sovente lo cerca nelle religioni esoteriche, nel cambiamento della propria fede, a volte nella magia e cose del genere, spesso nei piaceri della vita. Quasi sempre affoga questo suo desiderio in dei giochi di morte, perché Dio non è là dove il mondo lo cerca. Nel deserto non si cercano fiumi dissetanti. Nel mare non si può cercare una terra da coltivare, perché non esiste, semplicemente non c’è, non è data.
Le pie donne oggi vanno alla ricerca di Cristo Gesù. Ma dove si recano? Presso un sepolcro. Lì non c’è Gesù. Al massimo potranno trovare il suo corpo morto. Ma il suo corpo morto non è Gesù, perché Gesù non è la morte, ma la vita. Non è la fine, ma l’inizio eterno. Non è il termine, ma il compimento quotidiano. Ecco cosa leggiamo nel Vangelo di questa Notte Santa.
Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.
Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri.
Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.
Cristiano/a, forse ancora non lo sai, ma anche noi sovente siamo come questo sepolcro vuoto. Al massimo siamo contenitori del corpo morto di Cristo Gesù, ma non del Cristo vivente, Crocifisso e Risorto. Noi non siamo stati chiamati ad essere questo sepolcro vuoto di Cristo Gesù. La gente non può venire da noi, scrutare ogni cosa ed andarsene smarrita, perché non ha trovato quello che cercava. Noi non possiamo essere come i sommi sacerdoti, gli scribi, i farisei del Vangelo.
I sommi sacerdoti possedevano la ricchezza del culto, un culto magnifico e stupendo. Ma Dio non era nel loro culto. Gli scribi erano profondi conoscitori della Scrittura, sapevano ogni versetto di essa, conoscevano ogni interpretazione passata, presente, immaginavano anche le possibili interpretazioni del futuro. Ma Dio non era nella loro Scrittura.
I Farisei erano i santi, i separati dai peccatori. Erano i puritani della santità. Dio però non era nella loro santità. L’uomo si recava da loro, ma non trovava Dio. Dio non era nel loro culto, non era nella loro Scrittura. Non era nella loro santità. Dio non è nel culto fuori di te. È in te che adori e ami il vero Dio. Dio non è nella Scrittura fuori di te. È in te che cammini secondo la sua Parola. Dio non è in una santità proclamata, dichiarata, insegnata, professata. È in te che partecipi della santità di Dio e la trasformi in tua vita quotidiana.
Il mondo ha bisogno di Gesù vivo, reale, presente, visibile, toccabile, afferrabile. Ha bisogno di Gesù che oggi consola, conforta, perdona, ammaestra, insegna le cose di Dio, mostra Dio ad ogni persona che accorre, che viene, che si rivolge a te che sei il Gesù vivo, che oggi percorre le vie di questo mondo.
Gesù è morto, ma per risuscitare in te. È in te, cristiano, che il mondo deve trovare Gesù. Se trova il vero Gesù, troverà anche il vero Dio. Se invece in te troverà un Gesù morto, anche il Dio che tu gli darai è un Dio morto, di cui non sa cosa farsene.
Cristiano/a, pensaci! Alta è la tua vocazione. Tu sei il Cristo Risorto, il Cristo Vivente, il Cristo Visibile, il Cristo che è uscito dal sepolcro per essere il Cristo Universale, Onnipresente, per ogni uomo di ogni tempo e ogni luogo, per tutta la durata del tempo, fino alle soglie dell’eternità.
Se tu non sei il Cristo vivente, chi ti incontra, chi cerca Gesù, chi cerca Dio, che cerca la verità, la sapienza, la saggezza, la sua vera essenza, o si troverà con un corpo morto e sepolto, oppure si incontrerà con un sepolcro vuoto, nel quale c’è solo qualche segno della presenza di Cristo Gesù, ma Lui non lo troveranno e per questo se ne ritorneranno delusi e sconfortati, abbattuti e privi di una qualsiasi certezza della verità che libera e salva.
Cristiano/a, per te ci si incontra con il vero Cristo e il vero Dio, ma anche con un falso Cristo e un falso Dio. A te la responsabilità di fare incontrare ogni uomo con il vero Dio o un falso Dio, con il vero Cristo o un falso Cristo. I frutti non saranno gli stessi. Gli altri possono incontrare Cristo in te se tu lo hai già incontrato. La casa di Dio aspetta anche te.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi di Dio, aiutate ogni cristiano ad essere il Cristo Vivente Risorto nella storia, affinché il mondo che lo incontra e che lo cerca possa trovare e incontrare il vero Dio per la sua salvezza eterna.
Don Francesco Cristofaro

sabato 20 marzo 2010

CHI DI VOI E' SENZA PECCATO

SABATO della cattiveria e della malvagità dell’uomo (20 Marzo 2010)

Carissimi,

A TUTTI COLORO CHE IN QUESTO PRIMO GIORNO DI PRIMAVERA FESTEGGIANO IL RITORNO DEL SANTO PATRONO NELLA COMUNITA’, AUGURI, AUGURI DI CUORE, AUGURI DI SANTITA’, AUGURI DI OGNI BENE, AUGURI DI PROSPERITA.

VI AMO TUTTI, VI VOGLIO BENE DAL PROFONDO DEL CUORE. BENEDICO IL SIGNORE CHE VI HA MESSO ACCANTO A ME. CORAGGIO, CAMMINIAMO INSIEME FINO AL PARADISO.

Dopo questo augurio, meditiamo per un attimo sul vangelo di questa V domenica di Quaresima.

Il Vangelo di oggi ci mostra: un uomo che non sa perdonare, che usa l’uomo per fare del male all’uomo. Ci mostra un uomo dal cuore triste, senza vita, carcerato nei suoi pensieri, impigliato nel male, fossilizzato in una religione senza misericordia, irretito in una fede impura, conquistato dalla malvagità e malignità, assai lontano dalla verità di Dio e dal Dio vero.

    foto tratta dal film tvGesù di Nazareth      Quest’uomo non vede il bene, lo combatte in ogni modo. Vive di tenebre per le tenebre. Odia la luce e tutti coloro che gliela portano. Quest’uomo è un        albero che produce      solo morte, morte fisica e spirituale, Anche la vera religione è da lui uccisa perché non regni in nessun cuore. Il suo desiderio, la sua speranza, la sua attesa sono solo una volontà di generare il male più grande.

Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna     sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

sabato 13 marzo 2010

SUO PADRE LO VIDE,EBBE COMPASSIONE,GLI CORSE INCONTRO,GLI SI GETTO'AL COLLO E LO BACIO'

SABATO della paternità di Dio mai perduta (13 Marzo 2010)

Carissimo/a,

La Parabola del Figliol prodigo merita una meditazione eterna. Per l’infinita eternità siamo chiamati a contemplare la misericordia del Padre nostro celeste. L’amore di Dio per noi è senza misura. In Cristo Gesù questo amore supera la stessa fine della croce, della morte, si fa risurrezione, Eucaristia, dono perenne dell’intera sua vita per la nostra vita.

Contro questo amore smisurato si incontra e si scontra il nostro amore piccolo, meschino, misero, inesistente, capriccioso, testardo, ostinato, barbaro. Il nostro è un amore parziale, non universale, settario, non comunionale, verso di noi, non verso gli altri. Il nostro amore sovente si manifesta come sete di vendetta, giustizia, punizione, perché l’altro paghi il suo debito contratto verso di noi e la società. Il nostro è un amore di sfruttamento, di schiavitù, di disumanità, perché priva l’altro della sua dignità. Lo tratta peggio che gli animali. Peggio che nell’inferno.

sabato 27 febbraio 2010

QUESTI E' IL FIGLIO MIO , L'ELETTO; ASCOLTATELO

Domenica della trasfigurazione di Gesù (28 Febbraio 2010)

Carissimo/a,

Conoscere Cristo è la sola scienza e sapienza di cui l’uomo ha bisogno. In Cristo conosciuto con ogni intelligenza di Spirito Santo l’uomo conosce se stesso nella sua più pura e vera essenza, conosce Dio, il vero Dio che è il Padre di Gesù, conosce lo Spirito Santo, la Vergine Maria, il Cielo tutto, conosce i fratelli che per lui saranno sempre persone da amare, da attrarre nella verità di Cristo e nella sua santità, conosce le cose, il loro valore, la loro natura, il fine che esse hanno nella Provvidenza eterna del Padre.

Oggi Cristo aiuta i suoi discepoli a conoscerlo nella sua verità di morte e di risurrezione, di abbassamento e di elevazione, di annichilimento e di esaltazione. Li aiuta perché accolgano il suo mistero di morte vicaria nella quale è la salvezza del mondo. Li aiuta chiamando come suoi veri, autentici testimoni, la Legge e i Profeti, cioè tutta l’Antica Rivelazione del Padre.

Il cristiano è Cristo. Anche il cristiano deve essere testimone di se stesso. Anche lui è chiamato ad aiutare il mondo intero a credere nella sua verità, dalla quale è la salvezza, la redenzione, la giustificazione, l’elevazione, la santificazione, il ritorno dell’uomo nella sua giustizia perfetta.

Sta succedendo invece che non solo il cristiano non è più testimone della sua verità, non crede più neanche lui in essa. La disprezza, la rinnega, la confonde, la maltratta, la bistratta, la baratta, la commercializza, se la vende, la denigra, la proclama    uguale ad ogni altra verità che viene annunziata come la verità dell’uomo e della storia, di Dio e delle cose. Il cristiano ha perso l’identità di se stesso. È il buio per l’universo intero. È come se il sole si fosse spento per sempre, avesse smesso di emanare la sua luce che illumina, riscalda, fa vivere.

giovedì 18 febbraio 2010

PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA


NON DI SOLO PANE VIVRÀ L’UOMO

Domenica delle tentazioni di Gesù nel deserto
 
Carissimo/a,
il tema di oggi è molto delicato. Esso verte sulla tentazione. Chi è tentato? Tutti pensiamo siano gli altri. Nessuno vede se stesso tentato. Nessuno vede se stesso un tentatore, un satana, un diavolo per i suoi fratelli. Invece tutti siamo tentati. Tutti siamo dei tentatori per gli altri. Tutti fungiamo da satana e da diavolo per quanti stanno accanto a noi. Chi è il tentatore? È il padre, la madre, il fratello, la sorella, il cognato, la cognata, il nipote, la nipote, lo zio, la zia, il vicino, la vicina, l’amico, l’amica, chi ti conosce, chi non ti conosce, chi ti ama, chi non ti ama. Possiamo essere tentati da tutti. Possiamo tentare tutti, ogni giorno.
Purtroppo oggi nessuno più crede in questa verità. I danni di questa non fede sono sotto gli occhi di tutti. La tentazione produce sempre un frutto di morte, prima spirituale e poi anche fisica. Anche questa verità nessuno vuole più accogliere. Oggi Gesù è tentato dal diavolo.
“Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo». Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano; e anche: Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». Gesù gli rispose: «È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato”.
Noi pensiamo che la tentazione venga e ci prospetti un grande male. Venga e ci dica: “Ti suggerisco questo male, fàllo e sarai infelice agli occhi di Dio e del mondo”. La tentazione non si presenta mai come un male, ma sempre come un grande bene, come il più grande bene.
Gioca, vincerai! Ti farai una bella posizione. Uscirai dalla tua miseria. E intanto diventi misero perché ti giochi il tuo salario e porti la tua famiglia alla desolazione. Gusta questa pillola. Andra in estasi. Bevi, datti all’alcool, supererai la tua solitudine, la tua angoscia. Ignori che questi ritrovati non ti conducono nella vita, bensì a sicura morta, perché ti consumano e ti corrodono nella tua carne fino a renderla inservibile, fonte di infiniti guai, danni fisici, malattie incurabili.
Perché studiare oggi, perché impegnarti oggi, ti impegnerai domani e così gli anni passano e consumi la tua vita nell’ozio, sciupi il dono di Dio, il suo talento, lasciando l’umanità povera della tua ricchezza spirituale e materiale. Hai fame? Non serve lavorare. Ruba, inganna, datti alla frode, rapina, dichiara il falso. Lo fanno  tutti.  Solo tu vorresti essere la persona onesta? Gli onesti oggi passano per scemi. Mangia il tuo pane facendo il miracolo di procurartelo senza il sudore della tua fronte. Vuoi il successo? Arrampicati socialmente. Datti da fare. Imbroglia le carte. Prometti mari e monti. Corrompiti e corrompi gli altri. Venditi la verità, la giustizia, il diritto, la stessa legge. Così si emerge oggi. Il lavoro serio non serve e neanche il duro impegno. Vuoi riuscire ad ogni costo? La via c’è ed è anche sbrigativa. Venditi l’anima alla falsità, all’inganno, alla menzogna, alla falsa testimonianza, all’idolatria, all’empietà. Venditi gli uomini come merce al mercato e il successo sarà tuo. Questo significa adorare il diavolo: consegnarsi interamente alla falsità e alla menzogna.
Gesù è stato vittorioso perché camminava sempre con lo Spirito Santo, con la grazia di Dio, con la sua sapienza e intelligenza, con la sua divina carità, il suo immenso amore. Tu invece in Chiesa non vieni mai. Te ne stai lontano, evitando la Parola di Dio e la sua grazia come la peste. Non ti nutri di grazia. Non conosci la verità. Non ami la giustizia. Non cerchi la sapienza. La tua anima è più che morta. Il tuo spirito è spento; è secco dentro di te. Mai potrai conoscere la tentazione. Mai potrai vincerla. Il peccato sarà la tua morte nel tempo e nell’eternità.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi di Dio aiutateci a comprendere che senza Dio nel cuore nessuna tentazione sarà mai vinta e il peccato ci consumerà anche nella carne e non solo nello spirito.
Don Francesco Cristofaro

sabato 13 febbraio 2010

LA VOSTRA RICOMPENSA È GRANDE NEL CIELO SABATO delle Beatitudini e dei guai (13 Febbraio 2010)

Carissimo/a,
Fare ogni cosa in vista dell’eternità: è questo il segreto della nostra vocazione e della verità di Cristo Gesù che abbiamo abbracciato nella fede. Qui ad aeternitatem? Che mi giova questo per la mia eternità? Cosa mi vale per il Regno dei Cieli? Cosa mi procura per dopo la mia morte? Quale tesoro eterno mi produrrà? Ma anche: a quale “guai” andrò incontro?
Questo significa vedere la propria vita in Dio, da Dio, per il Signore, sia nel tempo che per l’eternità. Il tempo è il nulla, il niente, ciò che non dura, ciò che finisce all’istante. Il tempo è il vuoto. Questo nulla, niente, vuoto si può riempire però di eternità, di gioia immortale, si può colmare dello stesso Dio. Questo niente si può anche svuotare delle infinite occasione che abbiamo per preparare la nostra eternità beata e riempirlo di un niente ancora più grande, di un niente eterno che è morte e perdizione per sempre.
Oggi Gesù ci insegna come si può riempire il tempo di vera eternità, vera gioia, vera santità, carità, vita, pace, amore, infinita carità: “Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone. Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti”.
Ci insegna anche come possiamo svuotare il tempo di ogni ricchezza spirituale e materiale per ricolmarlo di quel vuoto eterno che è la dannazione, la perdizione, la morte eterna, il nulla assoluto, la disperazione infinita: “Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti”.
Tutto è nella nostra scelta: il presente, il futuro, la gioia eterna, l’infamia per sempre. Tutto dipende dalla nostra volontà. Tutto è nelle nostre mani. Il tutto eterno o il niente eterno dipendono da noi. Se scegliamo di rimanere poveri, affamati, nel pianto in questo mondo, perché non vogliono conoscere il male, perché vogliamo vivere di giustizia e di carità, perché abbiamo scelto di attraversare questa terrena esistenza osservando sempre la Legge del Signore, avremo la consolazione eterna, ma anche la gioia di Dio sulla terra, nel presente.
Se invece scegliamo di essere sazi, ingordi, gaudenti, perché abbiamo deciso di vivere solo per noi stessi, sul sangue dei nostri fratelli e sulla trasgressione della Legge della verità e della giustizia, per noi non ci sarà salvezza, a meno che non ci convertiamo e rientriamo nella volontà di Dio che è volontà di pace, misericordia, carità, amore, condivisione, pietà verso tutti i nostri fratelli che assieme a noi compiono la traversata dal tempo all’eternità.
La scelta è nostra: possiamo amare i fratelli e versare per loro il nostro sangue, oppure li possiamo odiare e succhiare loro il sangue, lasciandoli e abbandonandoli, dopo averli sfruttati e ignorati, alla loro miseria. Per il Vangelo è l’uomo la via del Cielo ed è l’uomo povero, misero, nudo, forestiero, straniero, assetato, ammalato, carcerato, ignorato dal mondo, che Dio ci ha consegnato perché noi lo amiamo come Cristo Gesù ha amato noi.
Tu puoi anche non credere in quello che ti sto dicendo, pensando che ti stia raccontando qualche favola oppure facendoti scudo di quanti non hanno fede nella verità della Parola del Signore e ti annunziano l’esatto contrario e cioè che puoi vivere da sfruttatore, usuraio, egoista, cannibale, saziandoti del sangue e della carne dei tuoi fratelli e raggiungere ugualmente il Paradiso. Sappi che costoro ti ingannando, perché hanno già ingannato se stessi. Non imitare il ricco epulone. Non ti conviene proprio! Te ne pentiresti per tutta l’eternità, senza più rimedio. La vita è tua!
La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci aiutino a fare la scelta secondo la verità del Vangelo. Gli Angeli e i Santi ci sostengano sulla via verso Cielo.

domenica 7 febbraio 2010

PERCHE' LA GIORNATA DEGLI OPERATORI SANITARI A SELLIA?

Parrocchia San Nicola di Bari – Sellia 
“L’Amore che guarisce”
Giornata degli operatori sanitari della pre-Sila Catanzarese
21 febbraio 2009 
Carissimi,
perché  la giornata degli operatori sanitari nella nostra comunità? L’idea è nata da una visita che giorni addietro ho fatto insieme ad un’altra persona in due case di cura distinte. In una struttura abbiamo trovato una persona morente e nell’altra una persona molto sofferente ma molto felice di incontrarci e di stare in nostra compagnia.
Cosa abbiamo visto in questi luoghi? Abbiamo visto e toccato con mano tanta sofferenza, tanta solitudine, tanta tristezza, tante lacrime ma abbiamo visto tanto amore, tanti sorrisi, tanta cortesia, tanta gentilezza. È vero, spesso la cronaca ci riporta esempi di mala sanità, ma io oggi vi riporto esempi di amore, di buona sanità perché questi buoni esempi li ho visti con i miei stessi occhi. Non ho visto solo medici, non ho visto solo infermieri, ho visto uomini e donne vicine a persone sofferenti e molte volte soli e, ad esempio, ho ancora nei miei occhi gli occhi di un infermiere che accostatosi al letto della persona morente e constatato il fatto che quella persona ci stava lasciando se ne è andato con le lacrime agli occhi. 
Ecco perché  la giornata degli operatori sanitari: un modo per dire loro grazie per ciò che fanno per noi. La malattia è brutta da affrontare ma l’amore, la solidarietà, l’affetto ti danno una spinta in più e se questo amore è un amore che viene da Dio, ti riscalda il cuore e ti fa alzare gli occhi al cielo ed aprire il cuore alla speranza.
Con questa giornata vogliamo ricordare a noi e a tutti che nel volto dell’ammalato c’è il volto di Gesù, nel corpo sofferente del malato c’è il corpo sofferente di Cristo da curare, che negli occhi lacrimanti del malato ci sono gli occhi del Signore. Nell’altro non c’è un numero, non c’è solo un paziente o una pratica da seguire, l’altro è un uomo e quest’uomo anche se chiamato con nomi diversi in luoghi diversi, è sempre lo stesso Cristo Signore. 
Con questa giornata, inoltre, vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza, il nostro affetto, la nostra solidarietà a tutte quelle persone che per un motivo o un altro, per una malattia o un’altra, sono stati privati dei loro cari. A voi diciamo: andate avanti, non fermatevi mai, la fede nel Signore vi sia di conforto e consolazione e la vostra dolorosa esperienza possa essere di aiuto a quanti come voi si trovano nelle stesse condizioni ma che non hanno la forza di reagire. 
Allora, accogliete il nostro invito e partecipate numerosi. Vi aspettiamo giorno 21 febbraio 2010 nella chiesa di San Nicola a Sellia. Il programma dettagliato sarà comunicato nei prossimi giorni. 
Quanti di voi conoscono medici, infermieri, ausiliari e ogni altro personale sanitario ma, soprattutto, quanti sono a conoscenza di persone, famiglie che hanno avuto esperienze di grande sofferenza, vi chiediamo di farvi carico e di girare questo invito da parte nostra. 
Con immensa gratitudine,
Il Parroco
Don Francesco Cristofaro

giovedì 4 febbraio 2010

PARROCCHIA SAN NICOLA DI BARI – SELLIA 
PRESENTA:
“L’AMORE CHE GUARISCE”
GIORNATA DEGLI OPERATORI SANITARI DELLA PRE-SILA CATANZARESE

GIORNO 21 FEBBRAIO LA PARROCCHIA SAN NICOLA DI BARI DI SELLIA CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI SELLIA E LA COLLABORAZIONE DELL'AVIS DI SIMERI CRICHI, CELEBRERA’ LA GIORNATA DEGLI OPERATORI SANITARI (MEDICI, INFERMIERI, AUSILIARI ETC.)

LA GIORNATA SARA' DIVISA IN DUE MOMENTI: LA MATTINA IL MOMENTO RELIGIOSO CON LA CELEBRAZIONE DELLA SANTA MESSA E IL POMERIGGIO UN CONVEGNO.
SABATO 6 FEBBRAIO ALLE ORE 19:00 (CHIESA MADONNA DELLA NEVE) CI INCONTRIAMO CON TUTTI GLI OPERATORI SANITARI DI SELLIA PER ORNGANIZZARE CIO’ CHE CONCERNE IL POMERIGGIO DEL 21 FEBBRAIO. E' UN'ALTRA BELLA SFIDA CHE CI ATTENDE.

PRESTO VI SARA' COMUNICATO IL PROGRAMMA DETTAGLIATO.

domenica 31 gennaio 2010

LETTERA DI RINGRAZIAMENTO DI DON FRANCESCO

Parrocchia San Nicola di Bari – Sellia

Una lettera per dire GRAZIE

Carissimi,

scrivere questa lettera di ringraziamento è per me doveroso ma prima ancora è un piacere immenso farlo. Neanche venti giorni fa nella preghiera pensavo: “devo fare qualcosa per Sellia” e mi è venuto in mente di organizzare “La settimana della pace”. Non vi nascondo, amici cari, che farlo non è stato per niente facile. Tante le difficoltà, tante le tentazioni ma sono andato fino in fondo, perché come dicevo questa mattina nell’omelia della giornata conclusiva della settimana della pace, quando uno vuole una cosa lotta fino alla fine per averla.

Va detta la verità: non sono stato solo. Un equipe favolosa di persone mi ha affiancato e ha lavorato insieme a me. Abbiamo cercato il più possibile di coinvolgere tutti. Non posso fare un elenco dettagliato di nomi, non li ricorderei tutti, ma voglio ringraziare tutti i responsabili dei forum, dei siti, dei blog che si sono fatti voce della mia voce e mi hanno permesso di pubblicare tutte le lettere, locandine e programmi. Ringrazio il Sindaco e l’Amministrazione Comunale per la preziosa collaborazione, per averci permesso di usare i locali, di aver contribuito alle spese. Grazie agli operai del comune. Grazie a vigili, alle forze dell’ordine. Grazie a quanto hanno instancabilmente lavorato per allestire le chiese, la palestra, hanno distribuito lettere per ogni singola famiglia. Grazie alla generosità delle mamme e dei papà, al lavoro instancabile dei catechisti, del coro parrocchiale, grazie ai bambini, il nostro futuro e la nostra speranza, grazie ai giovani e in particolare ai giovani della Consulta che non mi hanno abbandonato un attimo. Grazie a tutti i consiglieri di maggioranza e di minoranza per la loro preziosa presenza. Grazie agli anziani per avermi affiancato con tanta preghiera. Insomma, grazie, grazie, grazie a tutti ma il grazie più grande al Signore che ci ha fatto dono della pace e della serenità.

Amici, in questa giornata mi sono commosso, perché amo Sellia e amo i Selliesi e il grande desiderio e il bene più sommo per SELLIA E I SELLIESI. A chi vuole sapere l’esito della giornata dico: è stato favoloso, grande, sublime, contro ogni aspettativa. Una preghiera composta e sentita, una presenza importante. Credetemi se vi dico che non ho visto tanta gente in Chiesa neanche la notte di Natale. Il pomeriggio abbiamo poi passato cinque ore di fila in Palestra senza farci mancare nulla, dalle musiche ai balli, dalla meditazione, ai giochi, alla torta e spumante, ai fuochi, al rinfresco.

Non ho più parole se non quella di dirvi: continuate su questa scia e ritorneremo ad essere il paese più invidiato. Grazie di cuore a tutti e che Dio vi benedica e vi faccia sempre dono della sua pace

Don Francesco

giovedì 28 gennaio 2010

LETTERA PER LA PACE DI DON FRANCESCO (DA LEGGERE CON ATTENZIONE )

Carissimi,
così  il poverello d’Assisi, San Francesco che noi tutti conosciamo, molti anni or sono ebbe a pregare il Suo Signore:
“O Signore, fa di me uno strumento della tua Pace:”
Francesco chiede al Signore di essere strumento di pace. Chi è lo strumento di pace? Colui che si adopera in tutto affinché la pace regni in ogni cuore, in ogni casa, in ogni famiglia, nella comunità, nel mondo intero. Cosa deve fare lo strumento di pace?
“Dove è odio, fa ch'io porti l'Amore. Dove è offesa, ch'io porti il Perdono. Dove è discordia, ch'io porti l'Unione. Dove è dubbio, ch'io porti la Fede. Dove è errore, ch'io porti la Verità. Dove è disperazione,ch'io porti la Speranza. Dove è tristezza, ch'io porti la Gioia. Dove sono le tenebre, ch'io porti la Luce”.
Lo strumento di pace deve distruggere il mare di odio che è nel cuore degli uomini con un oceano d’amore. Deve riparare alle offese con il perdono, deve riporre rimedio alle discordie che possono succedere con gesti di unione. Deve mettere tante parole di speranza nella disperazione, deve dare gioia vera a che è nella tristezza. Deve accendere la luce per coloro che sono nel buio delle tenebre. Per fare tutto questo lo strumento di pace deve sapere che:
O Maestro, fa ch'io non cerchi tanto: Essere consolato, quanto consolare. Essere compreso, quanto comprendere. Essere amato,quanto amare. Poichè: Si è: Dando, che si riceve; Perdonando che si è perdonati; Morendo, che si risuscita a Vita Eterna.
Lo strumento di pace prima di essere consolato dagli altri deve consolare gli altri, prima di essere compreso deve saper comprendere, prima di essere amato deve essere fonte inesauribile di amore, prima di ricevere il perdono dagli altri deve perdonare e se vuole che la pace regni nei cuori ogni giorno deve morire per rinascere.
Cari amici di Sellia e quanto leggete queste parole, con il cuore vi auguro e con il cuore prego che tutti, ma proprio tutti possiate diventare instancabili strumenti di pace in mezzo agli uomini, nelle vostre case, nelle scuole, negli ospedali, sui posti di lavoro, nelle chiese, dappertutto. Per avere la pace la si deve volere e per volerla bisogna fare un passo indietro. Tutti possiamo offendere il fratello i essere offesi dal fratello. Tutti possiamo fare il male al fratello e tutti lo possiamo ricevere. Oggi, però, leggendo questa lettera possiamo fare una scelta: continuare a fare del male e ad offendere oppure dare un taglio netto.
Confido in voi, nel vostro impegno e nella vostra buona volontà. domenica 31 gennaio vi aspetto tutti, tutti, tutti, quelli di Selllia e anche quelli che potendo essere presenti avranno la bontà e la gioia di unirsi a noi se pur venendo da altre parti.
Che il Signore vi benedica e vi conceda la sua santa pace.
Il vostro parroco
Don Francesco Cristofaro

giovedì 21 gennaio 2010

24 GENNAIO 2010 INIZIA LA SETTIMANA DELLA PACE


Parrocchia San Nicola di Bari
Sellia


24 gennaio 2010 INIZIA LA SETTIMANA DELLA PACE

Carissimi amici,

sta per iniziare per noi tutti una settimana bella, intensa che ci vedrà tutti uniti – lo si spera –  come un sol cuore ed una sola anima, a lavorare intensamente, a seminare largamente e con abbondanza il seme della pace. Credo molto in questo evento di grazia e ripongo in questi giorni che celebreremo tutte le mie energie e tutte le mie preghiere e in ogni istante invoco la benedizione di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo, della Vergine Maria, degli angeli e dei santi.

Lasciamo parlare le persone più sante di noi e ascoltiamo cosa ci dicono gli apostoli.