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sabato 5 giugno 2010

Domenica del Corpus Domini


Voi stessi date loro da mangiare

Carissimo/a,

Nel deserto del mondo non c’è pane. C’è però una folla immensa da sfamare. I discepoli non sanno cosa fare. Vorrebbero che Gesù licenziasse la folla. Così ognuno avrebbe provveduto personalmente ad ogni sua necessità di cibo o di acqua. Gesù non è per questa soluzione. Vuole che siano loro stessi a sfamare e a saziare la folla. Ecco il suo comando: “Voi stessi date loro da mangiare”. I discepoli ancora una volta manifestano a Gesù l’impossibilità di poter assolvere ad un tale comando. Loro non hanno nulla di nulla. Hanno solo cinque pani e due pesci. Con così poca roba ben poco si potrà fare per una folla esageratamente grande.

Nel Vangelo, quando Gesù dona un insegnamento ai suoi discepoli, non lo dona solo a parole. Prima dona la parola e poi concretamente, con i fatti, mostra loro come l’ordine va eseguito, posto in essere, realizzato. Gesù è un vero Maestro. È il Maestro perché dice e mostra come si fa; insegna e realizza all’istante perché ognuno si possa rendere conto che è possibile fare quanto Lui ha comandato. Niente è impossibile per Gesù. Niente dovrà essere impossibile per i discepoli. Ai discepoli è però richiesta la stessa fede, la stessa carità, la stessa speranza, la stessa preghiera, le stesse modalità del loro Maestro. L’imitazione non dovrà essere solo esteriore, dovrà essere interiore, imitazione del cuore, dell’anima, della mente, dello spirito, della santità, delle virtù, della sua ricchezza spirituale, della sua altezza morale, della sua obbedienza.

Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò in disparte, verso una città chiamata Betsàida. Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

Gli Apostoli dovranno sfamare il mondo di verità. Le folle sono inquinate di menzogna, di falsità, di bugie, di errori. Le folle non sanno chi è Dio e neanche chi è l’uomo. Vivono in una grande guerra di ignoranza. L’ignoranza più potente vuole sconfiggere l’ignoranza più debole; l’ignoranza più scientifica quella semplice ed elementare; l’ignoranza filosofica quella pratica; l’ignoranza psicologia quella morale. Poiché nessuna ignoranza vuole cedere, ecco la guerra perenne tra gli uomini. In questo disastro gli Apostoli devono essere più luminosi del sole. Devono illuminare con la verità di Cristo il mondo intero. Lo potranno fare se diverranno verità nell’anima, nel cuore, nella mente, nello spirito, nei sentimenti, nello stesso corpo.

Gli Apostoli dovranno saziare la fame di Dio delle folle. Dovranno farlo, donando loro da mangiare lo stesso Dio. Dio deve divenire il loro nutrimento reale e non solo spirituale. Questo avviene, facendo loro il corpo di Cristo, divenendo però essi stessi vero corpo santo di Cristo e in questo corpo offrendo loro stessi come nutrimento delle folle. Sono loro che in Cristo, per Cristo, con Cristo, dovranno farsi sacrificio di comunione, di espiazione, vero olocausto di amore per le folle del mondo intero. Questo loro ministero esige che essi siano in tutto santi come è santo Cristo Gesù, come è santo il Padre celeste.

È questo un compito che domanda la totale consacrazione alla verità, alla santità, all’elevazione spirituale e morale. Richiede la perfetta conformazione a Gesù Signore, anche nel corpo e non solo nell’anima e nello spirito. L’Apostolo del Signore è chiamato ad essere il Cristo Vivente, il Cristo Risorto, il Cristo Immolato, il Cristo Crocifisso, il Cristo Carità, il Cristo Fede, il Cristo Speranza, il Cristo Preghiera, il Cristo Obbedienza, il Cristo Parola, il Cristo Vangelo, il Cristo Verità. Divenendo ogni giorno di più il Cristo contemporaneo ad ogni uomo, lui opera come Cristo, perché come Cristo vive e si relazione con il Padre, nella comunione dello Spirito Santo. L’Apostolo del Signore è il mistero di Cristo che sfama e disseta il mondo intero di verità e di grazia. Lo sfama di Cristo, sfamandolo di se stesso, divenuto anche lui Cristo.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi di Dio, aiutate gli Apostoli di Cristo a realizzare pienamente il loro mistero di essere il Cristo presente nel mondo.
                   Don Francesco Cristofaro

10 commenti:

  1. Una buona Domenica a tutti,Buona Domenica Don Francesco e grazie del vostro costante impegno di evengelizzazione nella nostra comunità.

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  2. Don Francesco sempre grazie per il vostro costante impegno.Rimanete nella nostra comunità abbiamo bisogno di voi

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  3. ma perchè don Francesco lascerà Sellia?? Salvatore

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  4. Da quello che si dice in giro pare che andrà via per la fine dell'estate.Io con tutto il cuore mi auguro di no.

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  5. Un buon fine settimana a tutti i selliesi.Sellia ha bisogno di un forte,giovane,combattivo,amorevole instancabile sacerdote è il suo nome e Don Francesco.

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  6. Una buona domenica a tutta la comunità Selliese.dalla svizzera ciao Sellia

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  7. Buona domenica a Zagor per questo bellissimo blog che ci fa conoscere una Sellia inedita,quasi dimenticata.Giovanni.

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  8. Una buona domenica a tutti

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  9. questa sera alle 18,30 la Santa Messa e poi la processione del Corpus Domini

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  10. Una bella serata del Corpus Domini, oggi a Sellia la Chiesa piena di fiori(anche grazie al matrimonio di ieri).Dopo la funzione la processione con i petali di rose che cadevano anche dal campanile,e alla fine la benedizione all'aperto,grazie don Francesco per il vostro sempre costante impegno per la nostra piccola comunità,mi auguro che ciò che si dice che dopo l'estate lascerete la parrocchia non sia vero.

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