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lunedì 26 settembre 2011

Pasta e patati a ru furnu

La patata silana, che ha avuto il riconoscimento I.G.P. dato dall’Unione europea, ha la caratteristica di possedere una percentuale di amido superiore alla media, rendendola più saporita e nutriente. La semina delle patate avviene da Maggio ad Giugno in buche profonde circa 10cm ad intervalli di 40 cm. La raccolta si effettua da Settembre a Ottobre: una volta raccolte, le patate vengono conservate al buio per evitare che germoglino quelli comunemente chiamati "occhi" della patata. E’ una patata di alta qualità con forti connotazioni organolettiche, caratteristiche date dall'essere l'unico prodotto di alta montagna coltivato nel centro del Mediterraneo.
  • 1 spicchio d’aglio
  • parmigiano grattugiato
  • sale
  • 500 gr. di penne o rigatoni
  • origano
  • passata di pomodoro
  • 300 gr di patate
  • olio extravergine d'oliva
In questo periodo sulle nostre tavole nn devono mancare delle pietanze con le buone ed inimitabili patate Silane ecco una gustosa ricetta fatacci pervenire da Lux.... 
Buon appetito

sabato 16 aprile 2011

Frittata con asparagi e salsiccia. " Frittata cu asparaci e sozizzi "


Mondare gli asparagi tenendo solo le punte e le parti più tenere e lasciarli cuocere per una decina di minuti in acqua bollente salata. Scolarli e passarli in una padella nella quale è stato fatto scaldare l'olio. Aggiungere la salsiccia tagliata a fettine e lasciare sul fuoco per 5 minuti. In una scodella sbattere le uova, salarle e aggiungerle nella padella.
Mescolare velocemente per bene affinché le uova inglobino in maniera uniforme gli altri ingredienti.
Cuocere la frittata senza mescolare, prima da un lato e poi dall'altro, rivoltandola con l'aiuto di un piatto.
Servirla sia calda sia fredda.
-ingredienti
- asparagi selvatici - 300 gr
- salsiccia - 200 gr
- uova - 4-6
- olio e sale - q.b.

- ST - Suggerimenti:
Si accompagna bene col vino rosso.
Il piatto è consumato frequentemente nei mesi primaverili per la disponibilità di asparagi e del salame stagionato. Non manca nei pranzi pasquali e nelle scampagnate della pasquetta.
Frequente la sostituzione degli asparagi selvatici con vitalbe o muscari.

domenica 20 marzo 2011

Tagliatelle con ceci. Taggliarini cu i ciciari

Un piatto povero molto diffuso nel sud dove si racconta che proprio in prossimità della festa di San Giuseppe (19 marzo) le famiglie benestanti del paese le preparavano in maggiore quantità per offrirle ai poveri. Tagliarini cu ciciari in particolare a Mammola (RC) il 19 marzo in occasione della tradizionale festa di San Giuseppe, avviene la distribuzione della pasta e ceci a tutti i presenti, al rientro della Processione nella Piazzetta antistante la Chiesa di San Giuseppe. La ricorrenza anticamente era considerata la Festa dei poveri, perché molti poveri potevano saziarsi di una minestra senza pagare, ma col passare del tempo è diventata un momento d’incontro di molti fedeli e turisti per stare insieme e degustare la pasta e ceci accompagnata da un buon bicchiere di vino locale, in un clima di festa folkloristica
Taggliarini cu i ciciari
Ingredienti per 4 persone:

Ciciari (ceci) da ammollare g 200 – tagliarini (tagliatelle) g 200 - aglio - peperoncino in polvere - alloro- finocchietto selvatico - olio extravergine - sale

domenica 6 marzo 2011

La nduja storia, preparazione, ricette di un insaccato doc Calabrese.

Cos'e' la nduja? La nduja e' uno dei piu' famosi prodotti alimentari tipici calabresi. La nduja (attenzione: nduja, non nduia!) e' un salame morbido, spalmabile, piccantissimo. E' tipica del Monte Poro: Spilinga e' il comune d'elezione, ma l'area di produzione e' estesa a molti comuni del vibonese. Il nome nduja deriva dal francese "andouille", che vuol dire "salsiccia". Non e' tuttavia una salsiccia, per quanto possa assomigliarci. La nduja e' fatta con carne di maiale, un po' di grasso, e molto peperoncino piccante. Ed e' proprio per l'abbondante peperoncino che la nduja e' molto piccante. Non a caso qualcuno potrebbe preferire una versione "light". La nduja ha un colore tendente al rosso - neanche a dirlo - dovuto alla presenza del peperoncino, e una consistenza che neanche dopo la stagionatura diventa dura. E' quasi superfluo sottolineare come la nduja, grazie al gusto squisito e al piccante dovuto a tanto peperoncino, viene da alcuni considerata afrodisiaca. Si puo' anche essere scettici al riguardo, ma sicuramente la nduja ha benefici effetti sul sistema cardiocircolatorio.
Come si prepara

Originariamente la 'nduja era un alimento povero, e veniva infatti preparato usando le parti meno nobili del maiale come interiora, trippa e polmoni. Al giorno d'oggi, invece, vengono destinate alla produzione della nduja le parti migliori del maiale, che vengono impastate con sale e peperoncino. Il tutto viene poi insaccato in budello naturale. Questo fantastico salume morbido viene poi leggermente affumicato prima di essere stagionato per alcuni mesi. La nduja si distingue nettamente da qualsiasi altro salume, con un gusto assolutamente inconfondibile. Anche la qualita' del peperoncino ha la sua importanza per ottenere un risultato tanto caratteristico. Non di rado puo' accadere che il peperoncino, tra l'altro di dubbia qualita', venga usato per mascherare cibi di base non eccellenti. Ma quando si parla di prodotti calabresi, il dubbio non puo' sussistere. In Calabria, infatti, il peperoncino non e' solo un ingrediente; e' molto di piu': e' tradizione, cultura, storia. Nella nduja non solo viene usato peperoncino di qualita', ma viene usato anche in quantita'. Una bocca non abituata a gusti tanto piccanti potrebbe avere un approccio difficile alla nduja (come anche ad altri prodotti calabresi, tipicamente piccanti). Puo' aiutare preparare la nduja scaldandola un po' in un pentolino e mischiandola a ricotta, che ammorbidira' il piccante della nduja. Spalmate poi il composto su fette di pane, meglio se un po' tostate su una piastra o una griglia.

lunedì 17 gennaio 2011

Ricette tipiche Calabresi. Spaghetti cu a mullica (Pasta con la mollica)


Spesso i piatti della cucina calabrese sono molto poveri, perchè provenienti da una tradizione contadina che aveva a disposizione pochi ingredienti per cucinare. La “pasta ca’ muddhìca” è uno di questi. Per prepararla usate pasta lunga, come bucatini o spaghetti.
Ingredienti
  • 400 gr. spaghetti
  • Olio di oliva
  • 2 spicchi d'aglio
  • Pane grattugiato
  • Formaggio grattugiato

E' una ricetta molto semplice e veloce da preparare.
Mettere a bollire l'acqua per la pasta: nel frattempo sbucciare l'aglio e tagliarlo fine in una padella con l'olio e farlo dorare.
Mettere a cuocere la pasta e scolarla abbastanza al dente.
Versare l'olio e l'aglio sulla pasta. Nella padella in cui si è soffritto l'aglio, mettere due cucchiai di pane grattugiato a tostare sul fuoco per qualche secondo. Distribuire il pane sulla pasta e mescolare.
Cospargere infine di formaggio a piacere. Se gradite insieme all'aglio è possibile rosolare anche due acciughe salate disliscate e schiacciate
con una forchetta.
Ricetta inviata dalla nostra collaboratrice Maria................. Buon appetito

lunedì 20 dicembre 2010

Ricetta antica da pitta'nchiusa ( Pitta 'mpiglata )

Pitta 'mpigliata (o pitta 'nchiusa), dolce molto diffuso in tutta la  Calabria Tipico delle festività natalizie.Nella provincia di Catanzaro il dolce è  identificato con il nome di pitta'nchiusa. Il periodo al quale si fa riferimento della nascita della pitta 'mpigliata è il 1700. Il dolce veniva preparato soprattutto per le cerimonie nuziali. Esistono alcune varianti della pitta 'mpigliata nelle quali ci sono delle variazioni sulla frutta secca, sul tipo di miele usato, e alcuni eseguono l'impasto con il cognac invece di utilizzare il vermouth; in ogni caso il dolce mantiene sempre la sua forma tipica e viene servito con la classica forma a pitta (ossia a pizza, forma piatta e rotonda). Vi sono comunque oltre alla forma a pitta, quella a rosellina (o rosetta), la forma allungata tipo torrone e la forma a “cullura” (ciambella).Una curiosita:  San Giovanni in Fiore (provincia di Cosenza), da alcuni anni si svolge una manifestazione promozionale, che ha lo scopo di elevare ad interesse nazionale, il dolce. Attraverso questa manifestazione si stabilisce ogni anno il record mondiale della pitta 'mpigliata più lunga del mondo.

Ecco la ricetta di questo tipico dolce delle festività natalizie.

domenica 12 dicembre 2010

Baccalà soffritto alla Calabrese

Il baccala: piatto principe del periodo natalizio, sopratutto nel cenone della vigilia  di natale, dove veniva preparato in mille modi diversi. Alimento povero che diveniva una vera prelibatezza cucinato in pastella, con il sugo, al forno ecc.. Ecco una ricetta molto semplice ma tanto genuina

  • 500 g di baccalà
  • Olio d'oliva
  • 1 cipolla
  • 3 coste di sedano
  • 1 scatola di pomodori pelati
  • 1 1/2 cucchiai di pinoli
  • 1 cucchiaio di uvetta sultanina
  • 100 g di olive nere sgocciolate
  • sala qb
  • pane tostato
  •                                                                     Preparazione Soffriggere il sedano e la cipolla tagliati grossolanamente; aggiungere i pomodori e cuocere per 15 minuti a calore moderato. Unire il baccalà a pezzi e proseguire la cottura a fuoco dolce. Dopo 20 minuti completare con pinoli, uvetta e olive. Servire con fette di pane tostato.
    (Ricetta inviata da lux )

venerdì 13 agosto 2010

Pasta china

'E un piatto tipico molto diffuso nella provincia di Catanzaro Così detta (pasta china) un piatto molto buono con ingredienti semplici e genuini , di facile preparazione.Si prepara per le grandi occasioni oppure per le varie scampagnate in sila o al mare,gli ingredienti sono tanti rigorosamente calabresi,un piatto cosidetto unico cioè: che fa da antipasto,primo, secondo, contorno,caffè e ammazzacaffe.
Ricetta speditaci da LUX nostra collaboratrice ed amante della cucina tradizionale.

Ingredienti:
500 g di penne,
2 uova sode ,
800 g di ragù di pomodoro,
100 g di salsiccia,
200 g di provola.
( Per le polpettine )
250 g di carne trita di manzo ,
150 g di pane grattugiato,
100 g di formaggio misto ,
1 spicchio d’aglio,
un tuorlo d’uovo
un pizzico di sale
olio per friggere.

Preparazione
Dopo aver preparato il sugo di pomodoro, tenetelo da parte , nel frattempo preparate le polpettine di carne impastando tutti gli ingredienti il pane, il formaggio l’aglio tritato il tuorlo d’uovo e il sale,con le mani, formate delle polpettine non troppo grandi che friggerete nell’olio.
Quando saranno dorate, mettetele su carta assorbente per perdere l’unto in eccesso. Lessate la pasta molto al dente, trasferitela in un recipiente ed mantecatela con un po’ di sugo e un po’ di formaggio,grattuggiato distribuite metà della pasta in una teglia con il fondo cosparso con un po’ di sugo,e distribuitevi sopra il primo stato le uova sode, e la salsiccia tagliate a rondelle , i dadolini di provola e le polpettine e il sugo di pomodoro quindi coprite con il resto della pasta rimasta condite con il sugo e un po di provola tagliata a dadini . Infornate a 180° per 30 minuti circa .

giovedì 29 luglio 2010

Vrascioli chjni


INGREDIENTI:

500 g di fettine di manzo (noce, fesa ecc.)
100 g di caciocavallo silano
100 g di soppressata o salame calabrese
1 peperone rosso piccante
500 g di pomodori pelati
2 uova sode affettate
½ -1 bicchiere di vino rosso
150 g di olio d’oliva
Prezzemolo
Peperoncino piccante e pepe nero a piacere
Sale q.b.
1 kg di patate pelate
1 spicchio d’aglio
Alloro (circa 3 foglie)
I VRASCIOLI CHJNI
PROCEDIMENTO:

Stendere le fettine di manzo su di un tagliere, disporvi sopra qualche fetta di salame o soppressata calabrese, una manciatina di dadini sottili di caciocavallo, una fetta di uova sodo. Mettere poi un pizzico di sale sull’uovo e adagiarvi sopra anche qualche fogliolina intera di prezzemolo.
Arrotolare la carne ben stretta ad involtino cercando anche di ripiegare bene i bordi esterni. Legare bene l’involtino con dello spago da cucina come se fosse un piccolo salame.
Far rosolare le braciole in una padella con dell’olio extravergine; quando sono ben sigillate salare e pepare, quindi sfumare con il vino rosso.
Unire poi il peperone rosso ridotto a dadini, i pomodori pelati spezzettati, del peperoncino e lasciar cuocere per 45-50 minuti.
Nel frattempo tagliare le patate a rondelle non troppo sottili, e metterle a cuocere in un tegame con olio, aglio, sale e pepe, e qualche foglia di alloro; coprire con un coperchio e lasciar cuocere per circa 10-15 minuti.
Quando gli involtini sono cotti, liberarli dallo spago e servirli con le patate.
Il sugo di cottura degli involtini è ottimo anche come sugo per il condimento della pasta.
Ricetta speditaci da lux (forumista nel forum di  Sellia )

giovedì 13 maggio 2010

Favi e frittuli

Siamo in pieno periodo della raccolta delle fave legume povero ma nobile di proprietà nutritive.La fava (Vicia faba o faba vulgaris) è una pianta della famiglia delle leguminose, coltivata in Europa fin dall’antichità per l’alimentazione umana e come foraggio per gli animali.
Per le sue caratteristiche botaniche e per le sue proprietà alimentari la fava, nel corso dei tempi, ha evocato numerosi simbolismi, spesso fra loro contrastanti.
In un’epigrafe del VI secolo avanti Cristo, trovata in un santuario di Rodi, si consigliava ai fedeli, per mantenersi in uno stato di purezza totale, di astenersi “dagli afrodisiaci, dalle fave e dai cuori [degli animali]”. I pitagorici provavano nei confronti delle fave un vero orrore. I motivi erano diversi: innanzitutto le sue caratteristiche botaniche. La fava infatti è l’unica pianta che ha uno stelo privo di nodi e questa sua particolarità faceva pensare che fosse il mezzo più adatto per permettere ai morti di comunicare con il mondo dei vivi.
Considerazioni storiche a parte, sono ricche di salutari fibre, proteine vegetali, vitamine del gruppo B, ferro e fosforo. Sono energizzanti, depurative e toniche. Adatte agli sportivi, ai bambini debilitati, a chi soffre di astenia da cambio di stagione, in generale per chi desidera un cibo sano ed energetico
Sono un must per chi consuma poca carne e latte o è vegetariano, in quanto le sostanze nutritive sono ben assorbite dall’organismo. In effetti le fave, se ben masticate possono essere considerate un vero e proprio integratore, in particolare per la sinergia tra vitamine B e sali minerali, che assicura una dose di energia in più, a chi si sente stanco.Ecco la ricetta squisita di "favi e frittuli"

mercoledì 5 maggio 2010

I CORNICCHI

La coltivazione delle fave e' tipica delle regioni del centro e del sud,infatti in ogni piccolo o grande orto non possono mancare alcune file di fave. Le fave appartengono alla famiglia delle leguminose, ne esistono numerose varieta'; la piu' nota e' la vicia faba maior, una pianta da orto annuale con baccelli grossi e lunghi e con semi grandi e appiattiti. Ricche di proteine, fibre, vitamine (A, B, C, K, E, PP) e sali minerali importanti per la loro azione di drenaggio dell'apparato urinario, le fave sono indicate nell'alimentazione dei soggetti con infezioni all'apparato urinario, nelle calcolosi renali e nelle disurie, proprio per la grande quantita' di potassio che contengono il quale riesce ad alcalinizzare l'organismo. Altrettanto utili in caso di stitichezza per la buona percentuale di fibre. Se consumate fresche apportano una buona quantita' di zolfo, magnesio, zinco, rame e sono un ottimo energizzante in caso di affaticamento fisico e mentale. Tra i legumi risultano essere le meno caloriche, alla condizione pero' che siano consumate fresche, quando il loro apporto calorico, per 100 grammi, e' di 37 calorie. Per la stessa quantita' di fave secche, infatti, l'apporto calorico sale pericolosamente a 342 calorie!
Quando si acquistano bisogna accertarsi che il baccello sia turgido di colore brillante e senza macchie e screpolature. Possono essere consumate crude o cotte, si possono essiccare o congelare. Prima di metterle nel freezer pero' conviene sbollentarle per tre minuti circa e lasciarle raffreddare. Anche la cosmesi naturale delle nostre nonne attinge piccoli segreti da questo legume. Mischiando la farina di fave con il latte tiepido si ottiene una morbida crema che, spalmata sul viso, elimina le antiestetiche macchie che si formano dopo l'esposizione al sole. E la lanuggine che riveste la parte interna del baccello delle fave verdi sfregata sul viso ne ravviva il colorito.Le fave dalle nostre parti iniziano ad ingrossare ma prima bisogna raccogliere i bacelli ancora teneri per preparare una squisita pietanza tipica del nostro territorio Selliese "i cornicchi" piatto povero ,semplice da preparare.Vediamo come si preparano.

mercoledì 31 marzo 2010

I CUZZUPI

I cuzzupi il dolce per eccellenza della festività Pasquale,simbolo di rinascita a nuova vita.Di unione, di bellezza infatti per descrivere una bella ragazza era sovente dire: "è propriu na bella cuzzupa".Le nostre nonne le preparavano giorni prima con forme diverse tipo: "panarellu" "animaletti" "iniziali del nome" ecc..con o senza l'uovo sodo di sopra.Erano tante nel paese i forni che emanavano un buonissimo odore,in epoca più recente si vedevano tante "lannie"di cuzzupe pronte da sfornare portate in perfetto equilibrio sulla testa "sino aru furnu e fortinu".Oggi sono rimasti in pochi a contunuare  nel forno di casa questa bella usanza perchè sui scaffali dei supermercati troviamo di tutto ,ma vuoi mettere l'odore,il sapore delle cuzzupe fatte in casa
.Ecco la ricetta non difficile da preparare spedita gentilmente sul blog
da lux forumista sul forum di Sellia
                                              I CUZZUPI
500 g. farina, 75 g. burro morbido, 120 g. latte, 150 g. zucchero, 4 uova, 1 bustina di lievito, 1 pizzico di bicarbonato, 1 pizzico di sale, succo di 1 limone.

Nel boccale succo di limone e zucchero: 10 sec. vel. turbo.
Aggiungere uova, latte e burro: 30 sec. vel. 5.
Unire la farina e il sale: 30 sec. vel. 6.
Aggiungere il lievito e il bicarbonato: 3 minuti vel. Spiga.
Riempire i pirottini di 2/3 e sistemarli sulla teglia forno.
Lasciare riposare per 10 minuti e infornare a 180° per 20 minuti.
Cospargere con zucchero a velo.

martedì 23 febbraio 2010

IL MORZEDDHU (OPPURE...MORSEDDU,MURSEDDU,MORZELLO,MORSELLO).


Il morzeddhu (anche detto murseddu, morseddu, morsello o morzello), è un tipico piatto di trippa di Catanzaro. La leggenda vuole che sia stato inventato durante il periodo natalizio da una donna dalle mille risorse che, rimasta sola dopo aver perso il marito, e lavorando per tirare avanti la famiglia come addetta alla pulizia del cortile del macello, non avendo niente da mangiare per le feste, preparò una zuppa di "carne" utilizzando le frattaglie che altrimenti sarebbero state destinate alla discarica della Fiumarella. In realtà le origini del morzeddhu sono da ricercarsi nella zona compressorio Catanzarese o adirittura ad un'antica ricetta di origine ebraica, se non saracena, che aveva diuneddi (interiora di vitello) fra i suoi ingredienti principali. Il termine "morzeddhu", che deriva dal latino morsicellus (piccolo morso), si ritrova nella lingua francese (morsel, "bocconcino"), in quella spagnola (al muerzo, "pranzo") ed anche - senza andare troppo lontano - nel termine "ammorsellato" (che è un manicaretto di carne sminuzzata e uova sbattute). Tradizionalmente il morzeddhu si serve dentro la pitta, un tipico pane a forma di ciambella schiacciata con poca mollica, di circa quaranta centimetri di diametro, che si trova solo a Catanzaro. Il centro storico del capoluogo era pieno di morzeddhari che nelle loro caratteristiche putiche (osterie) alle dieci e mezzo di mattina cominciavano a vendere questa pietanza agli operai ed ai manovali,ed alle persone che si recavano in città dai vari paesi della provincia.I Selliesei quando prendevano il pullman per andare a Catanzaro per disbrigare varie faccende non si facevano mai mancare "nu bellu morzellu intra a pitta ccu nu biccheri e vinu russu". La pitta viene tagliata prima a metà in due mezzelune e quindi ciascuna parte viene aperta ed imbottita di trippa al sugo. "T'a dde sculara gargi gargi" come si dice nel dialetto locale, è quello che succede poi al primo morso, quando il sugo fuoriesce immancabilmente dal panino.

Ecco la preparazione del morzeddhu inviata tramite email da Caterina
Per la preparazione di questa specialità portare ad ebollizione abbondante acqua e scottarvi la trippa per qualche secondo - anche a piccole porzioni - raschiandola per rimuovere tutte le impurità. In acqua pulita, bollente, cuocere ancora la trippa per quindici/venti minuti e poi scolarla, lasciarla raffreddare e tagliarla a listerelle. Nel frattempo portare ad ebollizione la salsa di pomodoro leggermente allungata con acqua e olio, e salare quanto necessario. Appena il sugo comincia a sobbollire aggiungervi la trippa e lasciarla cuocere a fuoco lento almeno venti minuti controllando la cottura ed aggiungendo ogni tanto un po' d'acqua bollente. A metà cottura aggiungere i rametti di origano ed il peperoncino rosso, possibilmente di Soverato, quello che di solito spicca sui balconi delle abitazioni calabresi. Servire molto calda e nella pitta accompagnando con un bicchiere di vino rosso locale.

giovedì 11 febbraio 2010

SOZIZZI E CORETTU CU I SECRI

I sozizzi e corettu prodotto tipico Calabrese ,entrato di diritto tra i vari alimenti tipici regionali nella banca dati prodotti agroalimentari tradizionali del ministero delle politiche agricole e forestali "La riscoperta dell’ambiente rurale e dei suoi valori di conservazione e tutela sono oggi gli strumenti per riaffermare la propria identità e specificità culturale e territoriale contro la crescente globalizzazione e per rilanciare l’economia locale sulla base di una nuova logica di sostenibilità e competitività."
Una volta avvenuta la macellazione del maiale, si prepara un impasto di carne a base di: polmone, cuore, animelle, stomaco pulito e lessato e poche parti grasse. La carne va tagliata a mano e resa a pezzetti piccoli più o meno della stessa grandezza,

mercoledì 27 gennaio 2010

"U SANGUINAZZU "

La grande diffusione del maiale,anche in tempi a noi remoti, fu dovuta alla circostanza della facilità del suo allevamento: di relativamente piccole dimensioni, onnivoro, si poteva allevare non solo in campagna ma anche all'interno dei paesi,infatti a Sellia sino agli anni 80 i "zimmuni" erano un po’ dappertutto figuratevi che furono costruiti anche all’interno dei ruderi del castello. Non aveva bisogno necessariamente di una sua specifica dimora e poteva razzolare liberamente per terre e per le strade." Norman Douglas", nel suo libro "Old Calabria", racconta che ancora all'inizio del secolo scorso si poteva assistere al passeggio di branchi di maiali, piccoli e neri (che a lui non piacevano), vaganti liberamente nelle strade di tutti i paesi calabresi. Il suo allevamento era economico perché si alimentava con il c.d. "'lavatura" consistente nell'avanzo dei cibi consumati dalla famiglia,condito con la prima sciacquatura dei piatti (ovviamente senza sapone) e arricchito con frutta ed ortaggi non commestibili o perché bacati o perché avevano superato il limite della normale maturazione. La dieta veniva integrata, quando possibile, con prodotti a basso costo come ghiande, lupini, castagne e patate andate a male. Parleremo ancora in altri post del re della tavola Calabrese “u porcu”con altre ricette, curiosità, proverbi. Iniziamo con “u sanguinazzu” vera leccornia di quando eravamo bambini ora magari visto con un pò di disgusto dalle nuove generazioni abituati con le varie merendine e cioccolate ipercaloriche

mercoledì 13 gennaio 2010

I VECCHIARELLI

Le fritelle "i vecchiarelli" chi sa perche li chiamiamo  così; forse perchè una volta erano le nonne a preparare questa ricetta, oppure perchè sono talmente morbidi da essere mangiati anche dai vecchietti senza i denti.Di questa ricetta ci  sono centinaia di varianti con la zucca,il cavolfiore,con la neonata di pesce,con le zucchine ecc..ecc..dolci o salate noi vi proponiamo quella buonissima con i Juri e cucuzza"

giovedì 24 dicembre 2009

I CRUCETTI

Sui tavoli imbanditi  a festa certo non possono mancare i "crucetti" vera golosità ,leccornia di tanti bambini e non sino a pochi decenni fà .Riappropriamoci di questi sapori ,di queste tradizioni genuine ,semplici ma buonissime .Ecco la ricetta semplice da preparare
i crucetti

Prendete delle noci e dopo averle sgusciate tritatele in modo grossolano.
Tagliate a metà dei fichi d’uguale dimensione, lasciandoli uniti nella parte più stretta, quella del picciolo.
Rivolgete verso l’alto le quattro parti di due fichi, incrociandole fra di loro, farcitele con con le noci, prendete le quattro parti di altri due fichi ed adagiatela (incrociandole) sopra a quelle farcite, premendo affinché il tutto combaci nel modo migliore.
Una volta terminata la preparazione del numero di crocette desiderate, passatele in forno a temperatura media per asciugarle (devono prendere una tinta dorata chiara).
Sfornate, adagiateli su un vassoio cospargeteli con scorza di limone o mandarino fatto precedentemente seccare e frullare con della cannella e zucchero nella quantità che riterrete più opportuna a seconda del propio gusto.
ricetta spedita da lux- del forum di Sellia un posto nel cuore http://sellia.forumotion.net

sabato 19 dicembre 2009

I CRISPELLI



Al nord direbbero che Natale è senza il panettone? Noi invece diciamo che Natale sarebbe senza i crispelli?
L'odore inconfondibile mentre si frianu in un mare di olio bollente,fatte in varie varianti cu i patati, cu alici, ecc..
ottimi insieme ad un buon bicchiere di vino obbligatoriamente rosso;
rappresentano l’insostituibile richiamo olfattivo delle sere di festa invernale. La tenera pasta delle crispelle deve lievitare a lungo entro i grandi recipienti di ceramica smaltata e poi vanno fritte. Devono galleggiare nel grande padellone . Ma la tecnica, raffinata e veloce, nel manipolare la pasta quasi liquida, è qualcosa che veramente non s’insegna, i crispelli detti anche:crispeddhi,cuddureddi,cullurielli,ecc..sono arrivati da noi grazie ai turchi che manipolavano con maestria l'impasto molle a base di farina ;conosciuti anche in Sicilia con molti nomi particolari assecondo della provincia,variando l'impasto base con l'aggiunta di zucca gialla,verdure,zucchero,miele.Ecco la ricetta originale delle crispelle Selliesi.

sabato 12 dicembre 2009

I TARDILLI

Iniziamo ad inserire delle ricette tipiche del nostro territorio,ricette il più delle volte semplici, fatte con le materie prime che, volta per volta offriva la terra.Piatti  ricchi di tradizione,con un odore e un sapore che purtroppo andiamo sempre più a dimenticare, presi come siamo a fagocitare tutti questi surrugati di prodotti che niente hanno a che fare con la nostra tradizione, il mangiar sano,semplice e genuino dei nostro nonni.
quale migliore periodo per iniziare a parlare di cucina se non il periodo natalizio? Dove si preparavano tante leccornie,tanti piatti tipici per il Santo Natale,dalle crispelle ,ai crucetti ,torroni, tozzetti alle mandorle,per non parlare poi dei tanti dolci tipici regionali una su tutte la " pittan'chiusa".Iniziamo con la ricetta dei tardilli