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lunedì 5 novembre 2012

L’antico borgo di Sellia durante il mese di Novembre

Sellia quadro delle anime dl Purgatorio


 Tra gli antichi vicoli di Sellia durante il mese di Novembre
Novembre mese dove si commemorano i cari defunti; si dai primi giorni la chiesa si presentava a lutto con i lunghi drappi neri (U Paratu a luttu) mentre al centro della chiesa veniva sistemato il grande tappeto nero con decorazioni funebri che aumentava quel clima di tristezza ma anche di timore verso i bambini, al lato sinistro dell’altare il bel quadro delle anime del purgatorio dava quel tocco finale di malinconia ma anche di speranza, di fiducia su cio che rappresenta la morte per la fede Cattolica. Nel cimitero era un continuo via vai di gente tanti colorati fiori  venivano sistemati sui vari loculifiori che si coltivavano nei campi  con le varie sementi che venivano conservati di anno in anno. Ogni giorno venivano celebrate due messe una quella dell’aurora verso le 5 del mattino una la sera verso 5 di sera tutte per ricordare i vari parenti deceduti affidando la loro anima alla Misericordia di Dio.  Per i tanti del paese che non si potevano permettere di pagare una messa in suffragio dei loro cari veniva sistemato un grande recipiente con un imbuto dove ognuno a secondo delle proprie agiatezze vi versava dell’olio il quale serviva per dire le messe comunitarie. Il girono di tutti i Santi invece il prete con due chierichetti piu il sacrestano che portava sulle spalle una “Vertula” giravano per le vie del paese suonando una campanella, al loro passaggio le varie persone inserivano nella “Vertula”  dei “ficu tosti” mentre altro chierichetto gli dava un immaginetta una volta..

lunedì 29 ottobre 2012

I tanti bei angioletti della Madonna (Racconto del mese di ottobre )



tessuto raffigurante la bella statua della Madonna del Rosario


Giusto per fare un esempio sull’enorme patrimonio di arte sacra che  Sellia custodiva ( in un prossimo articolo ne riparleremo più dettagliatamente) voglio raccontarvi ora una storia successa realmente verso il 1800. Come ben sapete avevamo due congreghe che facevano a gara per chi organizzava la festa più bella, chi adornava meglio la chiesa ecc.. Si avvicinava il mese di maggio e quelli della congrega dell’Immacolata pensavano come sistemare i vari angioletti per rendere la statua ancora più bella, al  priore venne l’idea di comprare altri due angioletti arrivando cosi a ben 10 battendo  quelli del Rosario che erano anche loro ad 8; fecero arrivare i due nuovi angioletti direttamente da Napoli e tennero il segreto sino al giorno che fu esposta al lato dell’altare. Era veramente uno spettacolo vedere l’Immacolata circondata da ben 10 angioletti abilmente sistemati sembravano veramente che volassero intorno la statua. Il tutto fu un successo che culminò con la processione dove tutti rimasero estasiati da tanta bellezza tanto che alla fine anche quelli del Rosario dovettero ammettere che la statua dell’Immacolata era divenuta più bella di quella del Rosario. La soddisfazione dei ” Mmaculatisi” fu  veramente un enorme successo, un vero   trionfo. I Rosarianti si riunirono per decidere il da farsi dopo la sonora sconfitta, ognuno diceva la sua chi di aggiungere 2.. tre .. quattro angioletti, addirittura ci fu  chi propose di comprare altri 8 angioletti, (non sappiamo come li avrebbero sistemati) Alla fine dopo varie riunioni la decisione fu presa, ovviamente i “Mmaculatisi” sapevano benissimo che dopo la cocente sconfitta i “Rosarianti” non sarebbero stati certo a guardare ma per la festa della Madonna del Rosario di ottobre avrebbero certamente fatto la loro contromossa, in tutti i modi cercarono di sapere qualcosa, ma nulla trapelava segreto assoluto. Arrivò il mese d’ottobre tutti volevano vedere la statua della Madonna del Rosario, ma nessuno la poté vedere se non per il giorno della festa solenne. La chiesa era gremita come non mai ovviamente erano tanti i “Mmaculatisi” presenti ; ecco la bellissima statua della Madonna del  Rosario, stupenda, che rapiva chi la guardava. Tutti si misero a contare gli angioletti che l’adornavano erano veramente tanti , 6….8…9….10 Erano 10? Si erano proprio 10! Ma come? Ne più ne meno dell’esatto numero dell’Immacolata. Prese la parola il priore dicendo: “ Potevamo metterne 1, oppure 10 in più per vincere ma abbiamo deciso che anche sotto diversi nome la Madonna è Una! Dunque propongo,invito con amicizia anche quelli della congrega dell’Immacolata (che oggi li vedo numerosi) di non continuare in questa stupida gara la Madonna è sempre bella sia quella del Rosario che quella dell’Immacolata ……la Madonna è Una!. Fu veramente una bella giornata forse l’unica occasione in cui le due congreghe si trovarono d’accordo infatti da allora sia la statua della Madonna del Rosario che quella dell’Immacolata in ogni processione avevano sempre gli stessi angioletti. Le due congreghe ritornarono  con le liti e gli....

lunedì 1 ottobre 2012

L'Antico borgo di Sellia durante il mese di ottobre




Il primo ottobre puntualmente iniziava la scuola si ritornava cosi sui banchi scolastici per passare un nuovo anno insieme. La prima e seconda elementare  tra le mura dell’antico borgo poi la terza alle "Palazzine" dove ti sembrava di andare in un altro paese i vari bambini quelle che abitavano alle palazzine e quelle che abitavano nel borgo si univano in un'unica classe. Il viaggio di andata e ritorno si faceva a piedi sia sotto il sole che sotto la pioggia “A Portabella”  veniva attraversata gioiosamente da noi bambini  più allegri quando il tempo era bello, il pulmino che faceva da spola tra il rione Palazzine e il centro storico fu messo solo nel 1973 durante la prima  legislazione del sindaco Accoti. Quanti  bei ricordi sui banchi di scuola con il grande maestro Nicola Nania maestro di scuola ma anche di vita che oltre ad insegnarci a leggere e scrivere ci insegnava i valori importanti della vita il rispetto,la sincerità sempre e comunque. La prima domenica d’ottobre si festeggiava solennemente la Madonna del paese la lunga processione si snodava per le vie del paese per scendere sino al rione “Palazzine” noi bambini con le “Muzzette” azzurre e le bandiere dell’Italia della curia e del Vaticano  nelle varie putiche si preparava “u Morzellu”  appendendo alla porta del negozio una bella pitta e una bottiglietta di vino, mentre arrivavano sin dal mattino i vari mercanti e i vari giochi d’azzardo come la ruota  girevole con i vari semi della briscola una specie di roulette da casinò che attirava sempre tanta gente; nel pomeriggio tanti giochi popolari con l’immancabile albero della cuccagna  mentre la sera dopo il cantante di turno i bei fuochi pirotecnici con il solito temerario anziano che si infialava dentro un “ciuccio” fatto di legno e cartapesta dove nel suo interno erano sistemati tanti petardi che esplodevano un po’ alla volta man mano che l’anziano ballava a suon di musica.

lunedì 3 settembre 2012

L'antico borgo di Sellia durante il mese di settembre



Con l’arrivo di settembre il borgo ritornava alla sua normalità, i tanti emigranti erano andati via e la popolazione diminuiva di circa la metà ,magicamente ritornava l’acqua mentre iniziava ad andare via la luce infatti con i primi temporali che annunciavano l’arrivo dell’autunno i black aut erano sempre più frequenti la luce andava via anche per un intera giornata; qualcuno rassegnato diceva “Appena si piscia a gatta sata a lucia …mo domana arriva” mentre un altro più fiducioso ribatteva; “No! Stasira vidi cca arriva.. puru a Crichi manca”Per noi ragazzi settembre era un bellissimo mese anche perché la scuola iniziava categoricamente il primo di ottobre e noi assaporavamo ogni giorno di questo lungo mese rimanendo quasi sempre fuori a giocare,iniziando quelle lunghe strategie militari che ci avrebbero portato ad un lungo inverno di lotta tra noi e quelli delle palazzine “I barraccuni” lotte estenuanti fatte di complotti,imboscate, tradimenti dove l’esito era sempre incerto, dove mai si doveva parlare di sconfitte anche quando era evidente come quella volta che arrivarono al nostro fortino situato strategicamente sotto il castello( dintra i caciari) I palazzinari ci colpirono di sorpresa grazie ad un traditore che aveva spifferato tutto. Non vi dico poi la severa punizione che patì il traditore (oggi mio carissimo amico) che si era venduto ai nemici pensate un po’ per una stecca di cioccolato ed un arco con tante frecce tutte intagliati  a mano. Magari in futuro articolo vi parlerò più dettagliatamente di qualche bel episodio oppure di quando un po’ più grandi ci alleavamo   per combattere un nemico più grande quelli di Crichi, i quali oggi sono nostri amiconi. Insomma

mercoledì 1 agosto 2012

L' Antico borgo di Sellia durante il mese di agosto


Sin dai primi giorni di agosto il borgo ritornava a rivivere, ogni casa che durante l’inverno era rimasta chiusa almeno per 20 giorni ritornava a prendere vita, arrivavano gli emigranti i quali avevano portato nel proprio cuore ogni angolo, ogni gradino di Sellia. Il paese aumentava di molto la sua popolazione e puntualmente iniziava a mancare l’acqua, tutti in fila alla fontana di “sutta u ponta” oppure “ a ra vutticella” ma nessuno si arrabbiava più di tanto … anche se l’acqua alcune volte mancava anche per un paio di giorni, nessuno si arrabbiava perché si era in vacanza ma soprattutto si era ritornati al proprio paesello natio. La sera erano tantissime le persone che passeggiavano  raccontandosi tutto ciò che era successo durante il lungo inverno rivedendosi dopo un anno. Era anche il periodo in cui nascevano tanti amori molti dei quali duravano il tempo della vacanza estiva;  mentre i più giovani si divertivano a fare scherzi con delle buste d’acqua riempite all’inverosimile le quali puntualmente andavano a finire sui vari gruppetti di innamorati che passeggiavano per le vie del paese. Di sera il rione “Palazzine” si animava come non mai, grazie anche ai due bar di “Gustinu” e di “Carusu” che situati uno vicino all’altro si contendevano egregiamente i tanti ragazzi a suon di jukebox, videogiochi ecc … mentre per i più grandi tanto buon spezzatino che entrambi preparavano in maniera squisita. Si lo so altri tempi  chi ci viene più d’estate a Sellia? Nessuno o quasi sembra che abbiano dimenticato le proprie origine, o più semplicemente non credono più al futuro di Sellia, certo non sta qui a noi ne trovarne la causa ne tantomeno dare colpe ma sicuramente sono convinto che l’antico borgo di Sellia ha ancora tanto da offrire dove  grazie ad investimenti oculati  da parte dei nostri amministratori che devono puntare tutto sul turismo evitando che le case dell’antico borgo vadano in rovina. Il centro storico di Sellia malgrado i vari cataclismi e scelte quantomeno scellerate che ne hanno compromesso molto della sua antica bellezza, il borgo di Sellia dicevamo rimane uno dei più belli, suggestivi della Calabria. Con la speranza che i nostri emigranti (e non solo lorosi rinnamorano

martedì 3 luglio 2012

L'antico borgo di Sellia durante il mese di luglio


Il mese di luglio anche per l’antico borgo di Sellia era un mese molto caldo, il più caldo dell’anno. Erano molte le famiglie che proprio in questo periodo scendevano nei vari terreni a valle per rimanerci stabilmente almeno sino all’autunno, comunque non prima di aver “Mpurnatu i ficu tosti” ghiotta provvista per l’inverno. Erano tantissime le famiglie che avevano anche un piccolissimo terreno che si prestava per “a Macchja” dove vi si seminava di tutto, l’ortaggio principe era “a fagiolina” che senza dubbio dopo le olive, i ficu e i cerasi, era l’alimento che si produceva di più nelle campagne di Sellia. Ogni " Cavuna” (anche nel periodo di massima siccità estiva) aveva la sua  buona riserva d’acqua, erano veramente tante “ le Cibbie” che davano molta acqua per irrigare i numerosi orti. Soprattutto lungo la riva del fiume Simeri “ I Macchj “ si perdevano a vista d’occhio spesso non superavano i 20 metri di larghezze per 40 di lunghezza garantendo cosi a tante famiglie di avere il proprio orto estivo che garantiva tante provviste di fagiola, zucchine, ecc…  Tutti i vari proprietari partecipavano attivamente affinché  l’acquaru risultasse sempre pulito per garantire un buon deflusso dell’acqua che veniva convogliata  dal fiume Simeri. Per annaffiare si rispettavano delle precise regole di turnazione,  chi arrivava per primo la mattina iniziava ad annafiare, dunque la mattina presto quando ancora nel cielo si poteva ammirare qualche lontano pianeta,  molte persone caricavano “”a vertula” sul proprio somarello ( vertula che sicuramente si sarebbe riempita di tante prelibatezze oltre ai fagiolini tanti cetrioli, zucchine talli juri,  melanzane ecc..) si partiva presto anche per far ritorno prima delle ore più calde della giornata. In questo periodo....

venerdì 8 giugno 2012

L'antico organo più il pulpito due belle opere che non esistono più le quali erano ubicate nella Chiesa Madre di Sellia

In un precedente post  abbiamo parlato della brutta fine che fecero alcune statue di santi  i quali erano malandati oppure dei doppioni arrivati nella Chiesa Madre da altre Chiese che erano ubicate all’interno del paese, statue che senza pensarci due volte furono distrutte a colpi di  ascia "gaccia"  ne abbiamo parlato QUI.
Purtroppo non fu un caso isolato ben  due altre opere importanti (ma sono di più) custoditi all'interno della chiesa Madre conobbero la furia distruttrice da parte dell'uomo. Si trattava precisamente del bellissimo organo a canne, e del pulpito dove venivano dette le prediche. Partiamo da quest'ultimo il pulpito era interamente di legno intarsiato con delle figure di Gesù  durante il calvario della via Crucis
Il soppalco che ospitava l'antico organo
“Nelle chiese cristiane antiche o moderne,era un elemento architettonico di forte pregio destinato (fino a tempi molto recenti) alla predica da parte del sarcedote.( Simile all’ambone ma di minori dimensioni, costituito da una specie di balcone in muratura o in legno, addossato a una parete o isolato nell’interno della chiesa e sostenuto da colonne o da un piedistallo centrale; spesso riccamente lavorato nel parapetto, dal quale sporge di regola un leggio per i libri rituali, e talvolta sovrastato, spec. negli esemplari antichi, da una tettoia alcuni furono distrutti dopo che il vaticano aveva invitato i vari sacerdoti a non usarlo più per fare le prediche.) Ovviamente a Sellia forse il giorno stesso fu distrutto. Per quanto riguarda  il bellissimo organo molti lo paragonavano  a quello custodito all'interno della chiesa dell'Immacolata di Catanzaro.Esso era situato sopra il ballatoio (vedi foto) dove ancora adesso si possono ammirare i disegni musicali che ne indicano l'uso, la destinazione di quel soppalco. Perche fu distrutto? Non funzionava più,l'organo si era rotto, e per aggiustarlo ci volevano molti soldi ... Ma anche trovando i soldi era difficile trovare il pezzo per sostituirlo, cosi dopo alcuni anni che non veniva più utilizzato con la scusa che alcune infiltrazioni d'acqua  lo stavano danneggiando si penso bene di distruggerlo completamente si racconta che le lunghe canne furono acquistate da un signore di Catanzaro. Per l'ennesima volta  abbiamo visto come per Sellia oltre i vari cataclismi naturali che hanno distrutto molto del suo passato glorioso, l'uomo in questa opera distruttrice ha dato un enorme contributo, annientando veri tesori che avevano passato indenni vari cataclismi naturali. Tutto non succedeva solo molti anni fa , ma succede ancora adesso giusto per dirne due: la strada nuova che costeggia il castello e il campetto di calcio  realizziate con molta superficialità, con poco rispetto verso la storia. In qualsiasi altro paese anche un piccolo rudere viene difeso, valorizzato da noi viene distrutto. Li dove ora c'è il campetto c'era il sito più antico del rione Palazzine utilizzato durante la famosa fiere di “ Trincheri” . Li dove adesso ...

martedì 1 maggio 2012

L'Antico borgo di Sellia durante il mese di maggio


Anche per il mese di maggio come i mesi scorsi e quelli che verranno la vita all’interno del borgo di Sellia veniva scandita dalle varie funzioni religiose o dai vari lavori da svolgere nei campi, una vita semplice ma piena di significati, di riti, di consuetudini,  una vita piena di vita.  Il mese di maggio mese dedicato alla Madonna, le due congreghe erano impegnate ad abbellire l’altare della Madonna con i tantissimi bei fiori , con le tantissime rose che durante questo mese esplodevano in tutto il loro splendore. Due erano le processioni una con la Madonna del Rosario  nell’ultima domenica del mese che per l’occasione veniva “parata” con degli archi di rose; mentre l’ultimo giorno di maggio per la processione dell’ Immacolata niente rose ma tante margherite che mettevano di più in risalto il manto azzurro, a fine processione in piazza venivano bruciati i tanti fioretti che noi bambini durante il mese avevamo scritto su dei foglietti e poi infilati in un urna sistemata per tutto il mese ai piedi della Madonna. Già i fioretti forse i bambini di oggi non sanno più neppure cosa siano, erano dei bei momenti di avvicinamento verso la Madonna dove con  delle promesse che sempre venivano onorate  ci sentivamo dopo tutti più buoni, più vicini alla Mamma di tutti noi. Già la Mamma in questo mese di festeggia la festa della mamma la quale è diventata più  l’ennesima occasione di consumismo per fare regali spesso inutili ma dimenticando il vero valore della mamma, una volta questa festa non esisteva ma esisteva il forte rispetto la forte dedizione verso la mamma mai una brutta parola, un offesa, un gesto sconsiderato  mai nulla che potesse ferirla offenderla e quelle poche...

domenica 8 aprile 2012

Buona Pasqua 2012 a tutti da Zagor & Selliaracconta Con L'augurio che possiamo guardare il mondo con gli occhi di un bambino.


Per quanti di voi  che come me avete superato gli ….anta certamente nei vostri ricordi più cari si trova il periodo della Santa Pasqua la quale si viveva in modo molto diverso da oggi, certamente non con  uova,ovetti di cioccolata, l’uovo quello vero era sistemato sopra le “cuzzupe”
 tante tantissime” cuzzupe” ma anche tozzetti  alle mandorle dolcetti all’anice ecc   che venivano portate “a ru fornu de Nicola” Si vedevano tante “lannie “  piene di prelibatezze pasquali, abilmente sistemate sulle teste delle nostre madri, che scendevano “a ri Palazzini”  una volta arrivate pazientemente aspettavano il proprio turno per infornarle. La Settimana Santa era un susseguirsi di appuntamenti religiosi che scandivano in modo molto partecipato l’avvicinarsi della resurrezione di Gesù. Il Mercoledì Santo  si assisteva ad una vera disputa tra le bambine tra chi doveva custodire gelosamente le chiavi del S.S. Sacramento, tanto che spesso si doveva ricorrere a un sorteggio. Le Campane “ammutavanu”in segno di lutto per la passione di Gesù. La “Toppita” aveva il compito di prendere momentaneamente il posto delle campane, la si sentiva suonare tra  le viuzze del borgo oltre che per avvisare l’inizio delle varie funzioni anche alle 8 di mattina come a mezzogiorno.  Vedere la suggestiva statua dell’Addolorata che  la si poteva ammirare solo durante la Settimana Santa (durante il restante periodo dell’anno veniva serbata nella sacrestia) aumentando così lo stupore, venendo rapiti suo  dolore, mi ricordo che da piccolo in più di una occasione mentre l’osservavo mi sono scese  le lacrime pensando il forte dolore che ha dovuto provare nel vedere il suo giovane figlio ucciso crudelmente sulla croce. Ma dopo i giorni di dolore, di buio, di smarrimento,di disperazione arrivava la luce della....

lunedì 2 aprile 2012

L'antico borgo di Sellia durante il mese di Aprile


Il mese di aprile mese in cui esplode la primavera con i suoi mille colori,nell’ antico borgo di Sellia
 si respirava questa frizzante aria primaverile assieme ad un aria insita di tradizioni per l’arrivo della settimana Santa preludio alla Santa Pasqua la festa più importante della religione cattolica. Tutta la Calabria è piena di antichi riti, che si intrecciano tra il sacro e il profano. Sellia può vantarsi un antico rituale che puntualmente si ripete da diversi secoli la sera di Pasqua  “U Tummulieri ”Durante il periodo pasquale le due congreghe “I Rosarianti” e I Mmaculatisi davano sfoggio a chi parava meglio la chiesa, la sana competizione, la rivalità,il segno di appartenenza ad una o all’altra diveniva in questo periodo più marcato. Pensate tutte le funzioni venivano ripetute due volte una alla chiesa del Rosario poi all’Immacolta; anche la Gloria “Sparava” il sabato santo al Rosario e la domenica alla chiesa dell’Immacolta, ma c’era una funzione (L’unica funzione che riuniva le due congreghe) ed era “A Cunfrunta” la quale si svolgeva di giorno dopo la Santa Messa di Pasqua,  la statua del Gesù Risorto usciva dalla chiesa dell’Immacolata mentre la statua della Madonna del Rosario usciva dalla chiesa omonima, le due distinte processioni si univano vicino l’ex bar di “Gigino” dove i due priori delle congreghe si scambiavano gli auguri, dopo i spari di alcuni mortaretti iniziava la “cunfrunta” con la Madonna del Rosario che al terzo incontro con Gesù Risorto  gli cadeva il manto nero con sotto il bellissimo manto rosso di festa. La processione continuava  con la Madonna che entrava nella chiesa dell’Immacolata ( era l’unica occasione che la statua della Madonna del Rosario entrava nella chiesa Madre)
Ovviamente l’anno successivo si cambiava; la Messa si celebrava nella chiesa dell’Immacolata con la statua dell’Immacolata   mentre la statua di Gesù Risorto usciva da quella del Rosario.
Sarebbe molto bello riprendere questa antica tradizione che renderebbe ancora più suggestiva, unica la “Cunfrunta” si dovrebbe ripristinare antico gonfalone della chiesa del Rosario (che lo vediamo solo  il giorno della sagra )

giovedì 1 marzo 2012

L'antico borgo di Sellia durante il mese di marzo

Con l’arrivo del mese di marzo puntualmente anche nell'antico borgo di Sellia arrivava la primavera.
 le rondini facevano capolinea sotto i vari tetti per risistemare i vari nidi che eventualmente durante l’inverno avevano subito danni (nessuno si permetteva di distruggerli perché usanza comune diceva che portava male) con il loro allegro svolazzare e cinguettio annunciavano che ormai la bella stagione era vicina. Nel mese di marzo  una volta esisteva una festa che ora purtroppo non esiste più, il 19 marzo San Giuseppe era giustamente segnata di roso sui calendari.  Noi ragazzi non andavamo a scuola, aspettavamo con gioia questa festa solenne per la religione cattolica. la mattina andavamo  tutti a messa per rendere omaggio a San Giuseppe. La messa si svolgeva proprio nella cappella che ospita la sua bella statua, i vari banchi venivano sistemati nella navata laterale sinistra, ai piedi dell’altare venivano sistemati molte piante di violette o di mandorle in fiore. Puntualmente nel primo pomeriggio arrivava il camion dei gelati, noi ragazzi eravamo già in fila per gustare il primo gelato della stagione (durante il periodo invernale era impossibile trovare un gelato anche a Catanzaro) Le poche famiglie che possedevano un frigorifero iniziavano a pulirlo ben bene prima di riaccenderlo per la stagione estiva, frigo che si riempiva anche grazie  alle varie “cummarelli” del vicinato che  portavano le varie pietanze avvolte per bene  dentro la carta con al di fuori scritto il proprio nome. L’antico borgo di Sellia si risvegliava dopo il lungo inverno nei vari vicoli e nella piazza era un continuo echeggiare di grida di ragazzi che gioiosi giocavano in tantissimi giochi, spesso le varie partite di calcio si svolgevano in mezzo alla strada tanto le macchine che passavano erano veramente poche e se per caso mentre passava qualche mezzo mentre si stava realizzando un azione importante oppure si doveva tirare un calcio di rigore il mezzo veniva rigorosamente fatto fermare sino a che l’azione non veniva ultimata. Nella famosa “Timpa e Pallara” spesso finivano irrecuperabili molti palloni tanto che io ero sicuro che il suo nome era appunto dettato dai tanti palloni che vi ci finivano. Alcuni detti attinenti al mese di marzo...

giovedì 2 febbraio 2012

L'antico borgo di Sellia durante il mese di Febbraio

Febbraio il mese più corto ma anche più freddo dell’anno anche nell’antico borgo di Sellia.
La neve non era certo un evento eccezionale come nei nostri giorni ma faceva la sua comparsa molto spesso durando anche per diverse settimane, spesso diveniva impossibile uscire di casa anche per giorni sia per la spessa coltre nevosa sia per il ghiaccio che rendeva scivolosi e molto pericolose le varie viuzze. La strada principale nel tratto da “putica e Coppoletta sino a “ra curva da posta” rimaneva ghiacciata anche per settimane rendendo difficile il suo attraversamento ma diveniva la gioia dei ragazzi che armati di slittini improvvisati si dilettavano in spericolate gare; proprio vicino a “putica e Coppoletta” i ragazzi facevano il pupazzo di neve “u babbu e niva” più grande del paese che rimaneva li con il suo guardo rigoroso anche per dei mesi per gli occhi due “cocci d’olivi” un vecchio cappello bucato in testa, una grossa scopa fatta di “Scupularu” (pianta spontanea che ancora cresce in alcune zone) e in bocca non mancava mai una bella pipa finemente intagliata fatta dall’unico artigiano che all’epoca usava le varie radici per realizzare delle ottime pipe. I bambini che nascevano durante questo periodo (ovviamente nelle proprie case) venivano spesso registrati all’ufficio anagrafe del comune anche diverse settimane dopo proprio perché spesso si era impossibilitati di raggiungere il comune. Le varie famiglie si riunivano “a ra rasa du focularu” dove il più anziano spesso era anche il più bravo oratore iniziando così nel raccontare tante storie, i bambini rimanevano a bocca aperta trasportati dalla fantasia di queste storie (non esistevano i tanti mezzi tecnologici che abbiamo adesso: tv,radio,cellulari, internet ecc.. anzi non era arrivata ancora neppure la corrente elettrica, le case venivano illuminate dai vari lumini ad olio eppure non si ci annoiava mai oggi abbiamo tutte queste super tecnologie eppure siamo sempre annoiati. I vari lavori nei campi erano molto limitati ma certo non si aspettava il bel tempo per andare in campagna anche perché si sapeva benissimo che il bel tempo sarebbe arrivato solo da marzo in poi dunque. Spesso si vedevano persone che raccoglievano le olive sotto la neve andando a scovare i vari “”cocci d’oliva” sotto il manto nevoso. Era proprio in questo periodo che anche approfittando dell’impossibilità nel recarsi nei campi e dall’aria sanizza che si facevano le provviste di maiale, i bambini sentendo le varie grida dei maiali correvano di ruga in ruga per assistere in prima fila all’uccisione “du porco” ( oggi si griderebbe alla barbarie e all’inciviltà verso questi antichi riti) Al rito partecipava tutta la famiglia ognuno aveva un compito ben preciso da compiere: chi teneva il secchio per raccogliere “u sangua”, chi affilava i coltelli in attesa dei vari lavori, chi era addetto “a ra codara” sempre bollente mentre un l’esperto che avrebbe con un solo colpo ucciso il maiale per poi con un operazione precisa (chirurgica) avrebbe provveduto a dividere in varie parti che una volta a casa si provvedeva nelle varie preparazioni di salatura per u salatu,u vosciullaru,a pancetta ecc… ed anche il vecchio nonno non restava...

giovedì 1 dicembre 2011

L’antico borgo di Sellia durante il mese di Dicembre


Il mese di Dicembre (ultimo mese dell’anno) era il mese più suggestivo,più incantevole di tutto l’anno
Già durante i primi giorni vi era tutto un fervore per preparare a dovere la feste del santo patrono San Nicola la quale spesso veniva festeggiata assieme a quella dell’Immacolata. Tutto il paese di addobbava a festa con molte luminarie lungo la via principale dove si posizionavano anche i vari mercanti che arrivavano da tutta la regione. La chiesa veniva ornata a festa con il parato rosso che veniva sistemato lungo la navata centrale, per l’occasione arrivavano anche dei sacerdoti che aiutavano l’Arciprete nelle varie funzioni. Tutti aspettavano questa festa soprattutto i bambini perche un  antico detto diceva: “sinu a Santu Nicola mancu na ficu si prova” i ficu tosti erano una vera prelibatezza da custodire per le grandi occasioni, un altro detto diceva:  “A Santu nicola ogni cavuna sona” voleva dire che in questo periodo iniziavano le fitte piogge ed ogni piccola sorgiva ritornava a portare molta acqua. I ragazzi in piazza iniziavano a fare un grande recinto con i “Jnostrari” rami di ginestra dove al suo interno venivano sistemati le varie stroppe”  per il grande fuoco della vigilia di Natale dove ognuno portava anche un piccolo ceppo di legno per riscaldare la nascita di Gesù Bambino. Solo dopo la mezzanotte poteva iniziare la strina che di solito veniva cantata alle giovani coppie che si erano sposate durante l’anno. Nel sontuoso pranzo di Natale le varie pietanze tipiche del posto la facevano da padrone non potevano assolutamente mancare i “cipulli l’allaquati” i luppini, i torroni tosti fatti in casa, i tardilli,i crucetti, ecc.. Il panettone veniva visto con diffidenza il quale veniva portato dai parenti emigrati al nord,

venerdì 18 novembre 2011

U Viveri e sutta Santa Maria


Quanti di voi sapevano che proprio “u viveri e sutta Santa Maria” era l’antico lavatoio di Sellia? Esattamente in questo posto (ma con una diversa sistemazione del terreno) era ubicato il lavatoio. Una grande “cibbia”rettangolare raccoglieva al suo interno l’acqua preziosa della omonima sorgiva che malgrado non provenisse da un alta montagna l’acqua non seccava mai neppure durante la calura estiva, certamente la sua portata diminuiva o aumentava a secondo delle stagioni ma anche se più lentamente la cibbia si riempiva sempre, era una grande comodità per le massaie che almeno quando erano pochi panni evitavano di scendere sino alla Jumara. Questo lavatoio era coperto da una tettoia di tegole per poter  riparare dalla pioggia le donne che erano impegnati a lavare i panni . Con l’arrivo dell’acqua corrente e l’installazione delle varie fontane pubbliche il lavatoio subì una trasformazione i  getti d’acqua da uno passarono  a 4 per poter garantire a più donne di lavare contemporaneamente, una vera comodità per l'intero paese che ancora dovrà aspettare degli anni prima di vedere l’acqua corrente installata nelle varie abitazioni private, così si potevano lavare i panni più spesso evitando di arrivare sino a ra hjumara per fare il bucato, le vasche diventarono tre   con i scrjcaturi .C'era un viavai di donne sin dalle primi luci dell'alba tanto che bisognava aspettare pazientemente  il proprio turno anche per delle ore. La sua scomparsa questa volta non fu per causa del'uomo ma una frana che precedette di pochi giorni quella disastrosa del 1943 sotterrò tutto;  alcuni anni dopo verso gli anni 50 durante certi lavori una parte del lavatoio venne alla luce ma fu distrutto per fare spazio alla costruzione della nuova cunetta della strada provinciale.

giovedì 3 novembre 2011

La vita nell'antico borgo di Sellia durante il mese di novembre


Nel  borgo antico di Sellia 
Il suggestivo quadro

Trinità, Vergine Maria e Anime Purganti 

Dipinto olio su tela, cm. 174 x 124. Opera di Giò Paladino del XIX secolo (1855). Di modesta fattura, rappresenta la Trinità con la Madonna che intercede per la salvezza delle anime peccatrici, raffigurate in basso, tra le fiamme del Purgatorio. La tela, commissionata da Nicola Biamonte membro della Confraternita dell' Immacolata, e sistemata sulla parete del primo altare della navata laterale sinistra della chiesa San Nicola.
Durante il mese di novembre si respirava un aria tipicamente invernale, i camini erano  fumanti , mentre tutti avevano provveduto a farsi la scorta di legna per il lungo,fredddo inverno che era ormai alle porte. Nelle varie dispense si trovavano i vari frutti dell’autunno come le noci,le castagne,i loti. I vari frantoi iniziavano con le varie macine con turni anche durante la notte. Il mese di novembre mese dedicato ai cari defunti ognuno  coltivava nei vari orti oppure direttamente nei vasi dei fiori tipici dei morti che avrebbero poi portato ai vari parenti. L’arciprete assieme a due chierichetti uno con una “vertula” l’altro con un campanello per richiamare l’attenzione giravano per il paese dove ognuno dava a secondo delle proprie possibilità dei “ficu tosti”  le quali una volta vendute con il ricavato si sarebbero dette delle Messe per quei poveri defunti  che non avevano nessuno che prenotasse qualche messa in suffragio, Il tutto si ripeteva anche alla fine della campagna olearia quando nel corridoi dell’entrata laterale della Chiesa  veniva sistemato un grande recipiente con un imbuto dove ognuno a secondo delle proprie possibilà vi versava l’olio il quale una volta venduto serviva per dire le messe per tutte quelle anime del Purgatorio che non ne avevano la possibilità. In Chiesa veniva sistemato il suggestivo quadro dedicato ai morti verso il quale noi bambini ne avevamo spesso paura per nostra fortuna una volta passato il mese di Novembre riveniva risistemato in sacrestia per poi rivederlo tra un anno esatto. La navata centrale veniva addobata con il parato nero di lutto il quale contribuiva a dare un ulteriore tocco di malinconia, il parato veniva sistemato spesso durante i vari funerali anche se ovviamente aveva un costo supplementare. Ricordo ancora....

venerdì 14 ottobre 2011

E gli angeli non volarono più sopra il cielo di Sellia


E gli angeli volarono via sopra il cielo di Sellia
L’innumerevole patrimonio religioso che Sellia aveva grazie alla presenza durante i secoli di ben 5 chiese e di un convento ai nostri giorni ne rimane ben poca cosa razziata alla meno peggio oppure mal custodita arrivando sino ad oggi dove ancora l’incuria e spesso anche il scarso riconoscimento del valore sia storico che culturale rischiano di scomparirne ancora. Notiamo la precaria conservazione di cimeli che andrebbero ben custoditi catalogati, valorizzati. Sicuramente ritorneremo su quest’argomento ma in questo articolo vi vorrei parlare dei tanti,tantissimi angioletti che erano conservati sia nella Chiesa madre che in quella del Rosario. Ad inizio degli anni novanta la chiesa madre fu chiusa per un importante restauro con un finanziamento che superava il miliardo delle vecchie lire. Le statue furono portate nella chiesa del Rosario mentre varia oggettistica Sacra più molti angioletti furono dati a molte famiglie senza che nessuno si prendesse la briga di fare un inventario di tali reperti, la mancanza poi di un sacerdote stabile che avesse a cuore la conservazione dei tanti reperti storici portò ad una vera confusione, chiunque poteva accedere nella sacrestia portandosi via ciò che voleva con la promessa che una volta finiti i lavori il tutto sarebbe stato riportato. Ma per vari motivi non tutti sentirono questo dovere e così dopo che la chiesa fu riaperta ufficialmente al culto erano tante  le cose che mancavano, giusto per citarne una a caso i due parati quello rosso di festa e quello nero per i lutti che adornavano in maniera suggestiva la Chiesa che fine fecero? Alcuni dicevano che erano stati buttati perché un po’ tarlati,altri che erano stati dati in cambio di nuovi parati, altri ancora erano sicuri che si trovano  presso una famiglia che li stava mettendo a nuovo…. Mai più visti. Ma ritorniamo agli Angioletti   non tutti fecero di nuovo ritorno nella loro collocazione originale, ma come capire quanti esattamente erano e soprattutto chi erano le famiglie che  ancora non l’avevano consegnato? Impossibile  scoprirlo. A distanza di alcuni anni mi ritrovai presso l’abitazione di una famiglia e notai sistemato su un comò un bel angioletto, lo riconobbi subito (i tanti anni da chierichetto ed la mia curiosità verso le varie opere sacre) mi davano la certezza che quel angioletto era uno dei tanti che venivano posizionati ai due lati della statua dell’Immacolata, dissi  alla signora da dove arrivava l’angioletto? Mi rispose senza esitazione che l’aveva comprato la buonanima del suo marito a Catanzaro. Io facendo un sorrisino sarcastico

sabato 13 agosto 2011

Mappa dei frantoi nel centro storico di Sellia all'inizio del secolo scorso (riproposizione)

Sellia all'inizio del secolo scorso era un grande paese di oltre 2500 abitanti. Tanti erano i frantoi che ricadevano nel centro storico, esattamente 15; in nessun altro paese del circondario troveremo una così florida attività nella trasformazione delle olive. Il nostro olio era il migliore, il più decantato,il più venduto fuori da Sellia. Esso portava (quando c'era a carrica de l'olivi) un certo benessere economico, garantiva lavoro a quasi tutti i suoi abitanti. Vediamo seguendo la cartina numerata dove esattamente erano ubicati questi 15 frantoi
Per ingrandire l'immagine clicca quì o sulla foto.
1
_Di mastru Rinardu (Cosco)
era il primo frantoio, prima dell’entrata della “portabella”
2-Di don Micu subito dopo i primi gradini della portabella a salire. Insieme a quello di mastru Rinardu che era posizionato 30 metri più sotto, cercavano di attirare nei propri frantoi soprattutto le persone che raccoglievano le olive nelle varie zone a sud  Serri  erbara,maronacu,maria,ecc..
3-Di Placidi. Situato a metà portabella ecco il frantoio che si è man mano evoluto essendo stato il primo a gasolio, il primo a corrente.
4-Di Mannarinu vicino l'ex putica e Annina sino agli anni '80 si poteva osservare il rudere con all’interno la macina , poi…...
5-Di Fittante dopo passato ai Cirillo. Si trovava di fronte la farmacia, è quello che ha funzionato sino alla fine degli anni '70, uno dei più antichi che si è evoluto con nuovi macchinari con l’avvento della corrente
6-Du mppernu abbiamo avuto modo di ammirarlo durante l’ultima sagra. Si chiamava così perché era molto piccolo, e lavorarci con tutto quel calore, vapore, sembrava di stare in un inferno.
7-Du Mileri era posizionato a 30 metri salendo dalla parte opposta di quello du ppernu
8-Di Fratti. La sua posizione era dove si trova la casa della buonanima di mastru Rosaru.Uno dei pochi che lavorava giorno e notte
9-Don Rafeli zona Sant’Angelo. Il frantoio che da un po’ di anni si può visitare durante la sagra e che vediamo spesso nelle foto che la pubblicizzano
10-Di Corei. Era uno dei frantoi più attivi, avendo "a numinata" che i punti prendevano bene. Dopo un periodo di inattività Don antoni riprese la tradizione con un nuovo frantoio nella parte nuova di Sellia il quale rimane l'unico in attività anche se non in maniera intesa passato di mano da diversi anni sotto nuova gestione. 
11-Du baruna. Era il più grande, lavorava a ciclo continuo, nel suo deposito venivano cuscoditi quintali  e quintali di olio pronti per il trasporto nelle varie aziende. Si trovava vicino l'attuale  Croce dell'Ascensione sotto il castello. Dopo l'alluvione le immense vasche dei separatori,e le cisterne rimasero sospesi nel vuoto per alcuni anni.
12-Don Peppi zona Ruscia. Era uno dei frantoi più comodi, rimasto in attività sino a metà degli anni 70
13-Di Placidi zona Ruscia, più sotto di quello di.....

A scirubetta d'estate (riproposizione)


Gelati artigianali, gelati confenzionati, granite, sorbetti e chi più ne ha più ne metta, quando arriva la calura estiva, per rinfrescarci basta aprire il freezer, oppure andare al bar o ad una gelateria per trovare una marea di prodotti per dissetarci. Ma come si rinfrescavano i nostri nonni, considerando che i frigoriferi non esitevano? Anche loro gustavano una rinfrescante granita o addirittura un gustoso gelato artigianale fatto senza l'ausilio del frigorifero. A Sellia c'erano due negozi specializzati alla preparazione della granita e del gelato artigianale. Uno era situato all'ex locale della vecchia posta, era di proprietà dei Corea, un bar molto curato, con bei tavolini che durante il periodo estivo venivano sistemati anche all'esterno, molti i liquori che facevano bella mostra nel bancone del bar, parecchi fatti in casa, i quali, spesso venivano serviti proprio dentro delle coppe con all'interno la neve (scirubetta) (In un futuro post descriveremo i tanti negozi che erano ubicati all'interno del borgo alla fine degli anni trenta con molte curiosità su di essi ) La neve, come dicevamo, veniva raccolta durante il periodo invernale e conservata sino al periodo estivo;  che con un lavoro certosino veniva raccolta, stretta per benino e sistemata sotto un manto di paglia dentro dei magazzini i quali, non vedevano mai la luce del sole neppure indirettamente.Quando arrivava l'estate questi due negozi preparavano squisite granite con "u vinicottu" oppure con la spremuta di limoni o arance, e in determinati giorni, anche un delizioso gelato artigianale fatto tutto a mano senza l'ausilio della corrente, i vari ingredienti latte, cacao,uova,zucchero,neve-  venivano versati dentro un piccolo contenitore che era.............

giovedì 4 agosto 2011

Riproposizione del bellissimo Miracolo della Madonna della Neve accaduto a Sellia


Siamo in estate e Nicola (nome di fantasia )
come tutte le mattine si è alzato presto, molto presto per andare a lavorare a giornata nei campi. E’ povero, molto povero, con sette figli:il più grande di 17 anni, la più piccola ,Lucia,di 4 anni. La moglie è morta durante il parto della piccola la quale assomiglia molto alla madre .Nicola è particolarmente affezionato a Lucia perché ogni volta che la guarda vede il volto di sua moglie della quale era e ne rimarrà per sempre innamoratissimo.
Nicola era molto devoto e trovava sempre il tempo di recitare le orazioni e il Rosario,e anche dopo la dolorosa perdita della moglie non ne dava certo colpa a Dio. Quella mattina con la zappa sulle spalle,a piedi si dirigeva verso il terreno dove avrebbe dovuto lavorare a giornata, e mentre camminava recitava il Rosario e Pregava la Madonna di far guarire la piccola Lucia la quale cresceva molto esile per una
brutta malattia che pian piano senza scampo la stava spegnendo. Parlava in modo confidenziale alla Madonna chiedendogli di non portarla via da lui perché era proprio la piccola Lucia a dargli giorno per giorno la forza di andare avanti, e guardandola, il suo volto triste e spento si illuminava di una luce particolare che lo riscaldava durante la dura giornata lavorativa nei campi. Nicola finiva sempre le sue preghiere dicendo comunque “Madonnina mia sia fatta non la mia ma tua volontà”. Proprio quella mattina gli apparve una donna che chiamandolo per nome gli disse “Perché ti disperi tanto per tua figlia?” Nicola che ancora non aveva capito chi fosse, pensando che l’aveva ascoltato mentre pregava, le disse “Purtroppo cara signora mia figlia è molto malata e ogni volta che vado a lavorare non so se la ritroverò viva al mio ritorno” “Nicola, Nicola! Non angosciarti più, ritorna a casa, tua figlia ti sta aspettando, ha molta fame ed è anche arrabbiata perché stamattina ti sei dimenticato di dargli il bacetto che gli dai ogni mattina!” “Magari! vede signora, mia figlia non mangia più da diversi giorni…ma lei come fa a sapere che proprio stamattina non gli ho dato nessun bacetto?” e guardandola bene Nicola capì che quella signora era la Madonna ! Si buttò ai suoi piedi chiedendole di perdonarlo per non averla riconosciuta subito e domandandole perchè era apparsa proprio a lui: il più povero dei poveri. La Madonna lo rassicurò dicendogli che là dove avrebbe visto nevicare,proprio in quel punto doveva erigere una Chiesetta in suo onore e di correre subito a casa perché la figlia era guarita! Nicola vide la Madonna scomparire nel cielo e dopo un po’ si mise veramente a nevicare malgrado eravamo in piena
estate.
Il sole era sorto da poco e Nicola con in testa le parole appena dette dalla Madonna si mise a risalire verso il paese tutto contento .Le persone che incrociava lo guardavano stupiti. Proprio all’entrata del paese incontrò l’arciprete al quale raccontò ,senza prendere fiato, tutto ciò che gli era capitato. L’arciprete ,cercando di calmarlo dal suo entusiasmo gli disse che la realtà era ben diversa poiché pochi minuti fa era proprio a casa sua ,chiamato da sua madre ,che dopo la morte della moglie accudiva i ragazzi, perché la piccola era ormai moribonda .Ma Nicola era sicuro che non era così e lo invitò a ritornare a casa con lui .Quando entrarono la mamma di Nicola piangeva si ,ma piangeva di contentezza ,la piccola Lucia si era come risvegliata all’improvviso da un lungo sonno;chiamava suo padre dicendo di avere fame, molta fame,mentre Nicola  l'abbracciava e la baciava.

mercoledì 11 maggio 2011

le origini del nome SELLIA.

Le origini del nome Sellia
Ancora oggi capita spesso di leggere riviste,giornali ecc che parlando di Sellia ne attribuiscono l’origine del nome al fatto che il borgo antico visto dall’alto sembra una   sella, ecco dunque l’origine del nome Sellia.
Niente di più sbagliato, la conformazione del borgo di Sellia durante i secoli ha subito varie trasformazioni soprattutto a causa dei due terribili alluvioni del 1781 e del 1943 che hanno cancellato definitivamente più di metà del borgo originale, il quale sicuramente mai ha avuto una forma di sella ed anche oggi dopo i vari eventi calamitosi risulta molto fantasioso vedere una qualche forma di sella nella nuova conformazione del borgo. Sellia, paese con una storia millenaria deve l’origine di questo nome all’epoca della Magna Grecia quando l’antica popolazione greca risaliva il fiume navigabile Simeri  alla scoperta di nuovi luoghi inesplorati della Calabria scoprendo così un vero tesoro che evava come fonte la foresta della Sila che all’epoca arrivava sino ai confini di Sellia. Fu così che sfruttando il fiume trasportarono sino al mare i possenti pini che una volta tagliati  sarebbero serviti per costruire delle navi, estraendone anche la pece che serviva per impermeabilizzare le future imbarcazioni. In prossimità del fiume Simeri costruirono un tempio alle dea Pallade ( Atena)  Di tutto questo oggi non rimane che il nome della “timpa e pallara” e anche di un ascia appartenente al periodo greco  ritrovata durante alcuni scavi dal comm. Foderaro della quale ormai se ne sono perse le traccie.I greci dopo aver costruito il tempio dettero anche un nome al luogo chiamandolo monte “Asilia” che vuol dire asilo: rifugio,fortezza, luogo inespugnabile. Con arrivo del Cristianesimo i templi pagani furono distrutti e in alcuni casi nelle vicinanze o addirittura sopra le loro rovine venivano costruite delle chiese, per simboleggiare la supremazia del Cristianesimo verso il paganesimo. Ecco la costruzione della Chiesa dell’Arcangelo che era situata ai piedi dell’omonimo rione “Sant'angelo” . Cosi quando gli abitanti in fuga dell’antica e gloriosa Trischene si rifugiarono sui monti della presila  capirono subito che il monte Asilia sarebbe stato....