martedì 31 agosto 2010

Alla riscoperta dei prodotti biologici,i quali oltre ad essere di moda fanno bene alla salute.

La salute alimentare è sempre più un problema dei paesi ricchi. Cattive abitudini, cibi conservati, pasti abbondanti, poco movimento: tutti ingredienti micidiali che contribuiscono al diffondersi delle cosiddette "malattie del benessere", dal diabete alle patologie cardiovascolari. Il costo individuale e collettivo è altissimo e così si corre ai ripari. Programmi di educazione alimentare, progetti per introdurre frutta e verdura nelle scuole, campagne contro i cibi ipercalorici e ricchi di grassi: dalla Gran Bretagna alla Francia agli Stati Uniti, fino al nostro paese, I'educazione alimentare è una preoccupazione costante di governi e medici, ma anche di talk show e riviste.

La cattiva alimentazione incide sulla salute dei cittadini e, in ultima analisi, sui bilanci della sanità pubblica. A questa montante offensiva della salute a tavola, si oppone però la riscoperta del mondo di un stile alimentare rinnovato, che coniughi salute e gusto. La dieta mediterranea è uno dei cardini del nuovo stile alimentare. In questo movimento di opposizione il biologico e le altre produzioni certificate, come i prodotti Dop e Igp, svolgono una funzione insostituibile per migliorare il rapporto con il cibo. Si può mangiare di meno e meglio, facendo del bene al proprio fisico ma anche al proprio spirito, con cibi naturali, sani, ma al tempo stesso gustosi e appaganti. Sono sempre più numerosi gli studi scientifici che attestano le virtù nutritive degli alimenti biologici e spiegano i meccanismi per cui, ad esempio, le arance o i pomodori bio contengono più vitamine. Allo stesso tempo, i prodotti biologici, dal vino all'olio, dai formaggi ai salumi, sono sempre più protagonisti di guide e concorsi gastronomici.

lunedì 30 agosto 2010

Un occasione di sviluppo per Sellia la realizzazione della strada "da vutticella"

Della realizzazione di questo importante tracciato, negli anni passati si è molto discusso, soprattutto prima della realizzazione della strada “Arsanise-Catanzaro”. L’ultima amministrazione che si era promessa di vedere la fattibilità dell’opera, cercando dei finanziamenti per iniziare alla realizzazione almeno del tracciato, fu quella guidata da Folino il quale rimase in carica per un breve periodo. Ultimamente era andata definitivamente nel dimenticatoio, ma grazie alla tenacia del presidente della consulta giovanile di Sellia: Domenico Salerno e di altri convitti sostenitori, il progetto è ritornato di forte attualità.
Nella foto uno degli ultimi elaborati del probabile tracciato della strada "Da Vutticella"
Certo, alcuni decenni fa era facile reperire dei fondi per realizzarla, oggi con le varie crisi e la scarsità dei fondi a disposizione tutto diventa più difficile, ma bisogna crederci, per vedere almeno ultimato il tracciato di questa strada "da Vutticella" della quale io ne sono un sostenitore, perché oltre alla riduzione della distanza con il capoluogo, non si rischia di rimanere isolati durante l’inverno quando la precaria strada Arsanise-Catanzaro frana spesso diventando molto pericolosa per gli automobilisti, senza dimenticare che la sua realizzazione potrebbe divenire un volano di ripresa per salvare Sellia dal suo inarrestabile decadimento visti i pochi chilometri che ci separerebbero con Catanzaro, potendo divenire il nostro borgo fonte di turismo, ma anche di edilizia residenziale.Uno tracciato che si snoda su circa 3km, abbastanza facile da realizzare se non per un brevissimo tratto a valle; da non dimenticare che lo stesso tracciato ci porterebbe un uno dei posti più affascinanti e meno contaminati del territorio con sorgenti d'acqua,le grotte,la carcara ed infine il famoso presepe tanto decantato dagli anziani che aspetta di essere riscoperto,rivalutato.Un tracciato da promuovere nelle varie sedi che come abbiamo ribadito potrebbe portare una ventata di ripresa in diversi settori dell'ecomomia del nostro paese.

domenica 29 agosto 2010

Madre teresa di Calcutta, ricorrenza dei 100 anni dalla sua nascita



“Una piccola matita nelle mani di DIO” così amava definirsi Madre Teresa di Calcutta in odore di Santità già durante la sua vita di missionaria dedicata completamente ai più poveri,agli emarginati,agli affamati: Proprio in virtù di questa sua dedizione aveva fondato L’ordine delle missionarie della Carità. Nata in Albania il 26 Agosto 1910 ricorre quest'anno il suo centenario. Ganxhe Bojaxhiu questo il suo vero nome)nacque a Shkupi, terza e ultima figlia di Kolë e Drane Bojaxhiu. La bimba, il cui nome significa bocciolo, madre Teresa prese i voti a diciotto anni. Dopo il noviziato in Irlanda partì per l’India, dove nel 1950 fondò la Congregazione delle suore missionarie della carità, con lo scopo di aiutare “i più poveri tra i poveri”. Fu novizia in Irlanda, poi in India, fu maestra. Poi, la seconda vita. Madre Teresa ha ricordato al mondo che ogni persona vale e per essa è giusto spendersi. ‘Ai poveri va dato di più, in essi c’è Cristo sofferente’. Ricordava le parole di Gesù nel Vangelo, le sue preferite, il motto delle sue missionarie: ‘avevo sete e mi avete dato da bere…avevo fame e….quando avrete fatto questo a ognuno dei miei piccoli l’avrete fatto a me’. La suora girò il mondo per aprire case di accoglienza, nonostante la salute malferma e i frequenti ricoveri. Madre Teresa ha ricordato che i poveri non sono solo coloro che non possiedono ricchezze. La suorina ha sconvolto le logiche culturali della società moderna, sottolineando che poveri sono coloro che non ricevono amore e, anche fra i ricchi, molti vivono lontani dall’amore. Non c’era ingenuo pauperismo in lei, la ricchezza era sotto accusa solo se usata male. Si battè contro l’aborto, ritenendolo una delle maggiori piaghe della società moderna (’se una madre è capace di uccidere il suo bambino, allora tutto è possibile’ disse una volta). Quando ricevette il Nobel, nel 1979, chiese di rinunciare al costoso banchetto per gli ospiti e di destinare quei soldi in carità, cosi’ come il suo cospicuo compenso. Amò l’India e ne fu riamata, pur con le incomprensioni di chi non capiva la sua dedizione ai drammi degli intoccabili. Diventò cittadina indiana e la premier Indira Gandhi le concesse di viaggiare gratis su treni e aerei. Fu grande amica di Papa Wojtyla che chiese alle sue missionarie di aprire una mensa per i poveri in Vaticano. Nel 1996 ebbe la cittadinanza onoraria di Roma dall’allora sindaco Rutelli. Il politico italiano cui fu più legata era però Giulio Andreotti, che incontrava spesso.Madre Teresa morì a Calcutta il 5 settembre 1997, ebbe funerali di Stato e la cerimonia fu trasmessa in mondovisione. Nel 2003 Giovanni Paolo II l’ha proclamata Beata. Per molti è già una santa. Nel 2003, sei anni dopo la sua morte, papa Giovanni Paolo II la beatificò. Il processo per la canonizzazione è in corso, ma secondo il vescovo di Baruipur potrebbe avere tempi lunghi, perché delle guarigioni attribuite alla religiosa manca il requisito dell’assenza di qualunque spiegazione scientifica.

sabato 28 agosto 2010

Memorie di un borbonico (terza parte)

Nell’anno 1793 in Calabria vi fu un disastroso terremoto,ebbe inizio esattamente alle ore 19.15 del 5 febbraio 1783,all'inizio il suo carattere fu sussultorio ed ondulatorio ,proseguendo di continuo con piccole scosse per poi esplodere nella sua drammatica pienezza il 28 marzo. L’epicentro da alcune analisi doveva localizzarsi nel paese di Girifalco sotto il monte Covello; in molti paesi limitrofi tutto viene messo in soqquadro in un istante, tutto discende a valle. La stessa topografia della zona è sconvolta.

I colli si appianano,le valli sprofondano; le fenditure nel terreno sono innumerevoli specialmente quelle aperte nel pantano di Tremola. E' questa una grande pianura confinante con il fiume corace, nel terreno chiamato principe, il fiume uscì dal suo letto ed allagò più di venti tomolate di grano. A Cortale il terreno si piegò in mezzo, aprendosi con mostruose scanalature. Tutta la provincia era stata soggetta ai vari terremoti che erano iniziati nel 1629, a molti paesi della zona gli furono concessi di non pagare le tasse ai vari feudatari. Secondo i vari resoconti dell'epoca ecco i morti censiti ( ma sicuramente erano molti di più) in alcuni comuni della provincia: - Borgia 332 morti - Cortale 171 - Girifalco 184 - Maida 76 - San Floro 106. Sellia secondo i vari documenti dell'epoca fu quasi completamente distrutta ma i morti censiti furono meno di 20 su una popolazione che all'epoca contava oltre 1500 abitanti(veramente un fatto inspiegabile da attribuire all'intercessione della Madonna di cui i Selliesi erano molto devoti , ma anche verso il santo protettore san Nicola il quale veniva portato in processione per le vie del paese ogni qual volta le varie calamità minacciavano la popolazione).In tutta la Calabria i morti furono circa 29515 ,mentre i danni quantificati in ducati ammontavano a 132.812.500, una cifra veramente considerevole per quell’epoca

mercoledì 25 agosto 2010

Le origini di Magisano


Magisano originariamente era conosciuto come Vucisano nome datogli per la presenza di una grande quantità di erbe chiamate appunto Vucissi.Si presuppone che vi abitassero all’incirca 10 o 15 persone.La vita paesana era animata da una grande fiera che dava veramente lustro al paese e durava per ben 8 giorni.In questo periodo affluivano a Magisano non solo mercanti dei paesi vicini, ma anche gli antichi greci. Questa fiera fu poi limitata a soli 3 giorni per dare possibilità di realizzarne un’altra nella vicina Taverna dove ancora oggi si mantiene la tradizione per un solo giorno e precisamente nella prima decade di ottobre.Le poche famiglie che si erano stanziate a Vucisano causa la peste, si dice che intorno al 1200 si spostarono da Trinchise ed occuparono, alcune la località posta più a nord del paese denominata Zinnante ed altre la zona denominata Casale Vecchio.Intorno al 1460 si spostarono definitivamente formando un solo paese e nella posizione geografica attuale.I motivi degli spostamenti del 1460 sono diversi: per le famiglie che occupavano la zona Zinnante mancanza di acqua, la gente doveva scendere giù per una scarpata lunga circa 2 Km. per raggiungere l’acqua; per le famiglie che occupavano la zona del Casale Vecchio le cause furono il brigantaggio e la presenza di lupi nella zona.Per altre notizie ci siamo rifatti al cappuccino Padre Giovanni Fiore da Cropani che su Calabria Illustrata menziona proprio il Casale di Magisano. L’autore riporta precisamente che " Re Filippo IV nell’anno 1633 stabiliva che la terra cittadina di Taverna godesse di molti casali quali: Pentone, Fossato, Maranise, Savuto, Noce, Santo Janni, Albi, Dardanise, Vincolise, Magisano, San Pietro ".
Magisano come casale di Taverna ne seguì le sorti, appartenendo ai Ruffo di Catanzaro fino al 1464 e poi, al demanio regio.
Con l’istituzione dei comuni — decreto francese del 4 maggio 1811 — veniva considerato frazione di Albi. Per un decreto del 25 gennaio 1820, Magisano, veniva elevato a Comune autonomo, con l’attribuzione dei villaggi o frazioni San Pietro e Vincolise, sottratti al comune di Albi.Da notare che non esistono scavi archeologici per una più accurata analisi delle vicende antiche di Magisano; l’unico che ha portato casualmente alla luce due vasche profonde circa 3 metri è stato realizzato con ben altre intenzioni: la costruzione delle scuole elementari. Nella località sopra interessata per gli scavi esisteva un convento di monaci.Non abbiamo documenti che ci permettano di ricostruire il modo di vivere di questi religiosi; di sicuro si sa che erano molto dediti alla preghiera: ossa umane sono state ritrovate sia nelle cisterne venute alla luce sia sotto il pavimento della Chiesa ancora oggi esistente.

martedì 24 agosto 2010

Dizionario dialettale Selliese (lettera L )

Dopo la pausa estiva ritorna il dizionario dialettale Selliese, siamo arrivati alla lettera L : L come lupipampini, proprio nu lupipampino sarà il protagonista del prossimo racconto ambientato a Sellia dal titolo Portabella penninu” una storia che sicuramente vi catturerà,lasciandovi senza fiato,racconto realmente accaduto un bel po’ di anni fa a Sellia. Aiutateci con i vari commenti per rendere la lettera L del nostro dizionario il più completo possibile.
LABBRU s.m. Labbro
LAGNA s.f. Lamentarsi
LAGU s.m. Lago
LAGURU s.m. albero d'alloro
LAGNUSU s.m Si lamenta sempre
LAMBICCU m.Strumento per distillare
LAMENTU s.m. Lamento
LAMPA s.f. Lume

lunedì 23 agosto 2010

La dieta Mediterranea riconosciuta come patrimonio dell'umanità dall'UNESCO

Può parere strano, ma il diritto internazionale si pone a tutelare pure l’amata dieta mediterranea: sì proprio quella ereditata dalla storia millenaria di tutti i popoli del Mar Nostrum, composta da pane, pasta, patate, cereali e legumi, olio di oliva, verdura e frutta di stagione, formaggi, pesce, carni bianche e rosse, vino.Molti beni del patrimonio culturale immateriale sono oggi messi in pericolo dalla globalizzazione omologante ed è per questo motivo che l’impegno dell’Unesco e di tutti gli Stati chiede rinnovate energie per proteggerli e trasmetterli alle generazioni future in maniera integra.Certo è che “dieta mediterranea” è sinonimo di vita e benessere, storia e cultura, tradizione e innovazione.

La dieta mediterranea entra a pieno titolo nel patrimonio immateriale dell’umanità.Si è concluso positivamente l'iter del dossier avviato dalla spagna e dall’ italia nel 2007 e a cui hanno fatto seguito la adesioni di grecia e marocco. Forte soddisfazione del presidente della Commagri dell’Europarlamento Paolo De Castro che in qualità di ministro nel 2007 aveva avviato la candidatura per l’italia. Successivamente nel 2008 l’ex ministro, divenuto senatore, aveva predisposto a prima firma una mozione parlamentare bipartisan sulla candidatura sottoscritta da oltre 100 senatori e approvata all’unanimità.“Finalmente -ha dichiarato De Castro – si chiude un percorso lungo e difficile che garantisce una valorizzazione indispensabile sia nel percorso di crescita economica della nostra agricoltura sia in termini di tutela dei consumatori”."La Dieta Mediterranea rappresenta uno stile di vita sostenibile basato sul mangiare i prodotti tipici del territorio in momenti conviviali con la famiglia o con gli amici: per l'UNESCO questo insieme unico di pratiche alimentari, conoscenze e competenze tradizionali trasmesse di generazione in generazione, è un qualcosa di unico al mondo e va salvaguardato e valorizzato. La valutazione positiva dell'UNESCO evidenzia come ormai a livello internazionale l'alimentazione e l'agricoltura siano sinonimi di cultura e debbono essere valorizzate al pari dei beni materiali".

venerdì 20 agosto 2010

Sms in codice per i boss in carcere attraverso la trasmissione "quelli che il calcio" scoperti dai pm Calabresi

Pizzini per i boss viaggiavano via etere, leggibili, eppure indecifrabili, da tutti gli italiani sul proprio televisore. Messaggi criptati, identificati dai pm calabresi, che passavano sui teleschermi di una delle trasmissioni più seguite dal pubblico sportivo, “Quelli che il calcio”, per essere ricevuti dai detenuti di mafia in regime di carcere duro, il 41 bis.Per comunicare con i boss, cioè, i clan inviavano sms alla trasmissione, che da anni consente ai tifosi di mandare messaggi con i cellulari che poi scorrono sullo schermo. Un sistema con cui spesso passano frasi anche molto personali, dediche d’amore inviate in 120 caratteri o saluti firmati per gli amici lontani. Nessuno, tantomeno gli autori della trasmissione condotta da Simona Ventura, poteva immaginare che dietro quelle frasi a volte sibilline si celassero indicazioni precise per i detenuti di mafia.Un sistema di cui è già stata informata la commissione Antimafia che ha sentito nei giorni scorsi il l’ex vice procuratore nazionale, Enzo Macrì, che ha ribadito come i responsabili del programma fossero completamente all’oscuro di fungere da tramite tra i boss e i propri "picciotti" (leggi la relazione di Macrì ai parlamentari). A quanto pare il sistema era in uso da tempo e in passato utilizzava anche altre trasmissioni televisive che mandano in onda gli sms, così come altri mezzi di comunicazione.
Nei pressi di Rosarno è stata addirittura creata una vera e propria emittente radiofonica per far arrivare messaggi ai detenuti, che hanno il diritto di ascoltare la radio e vedere in certi orari la tv. "Il diritto a vedere una trasmissione televisiva di calcio - afferma Macrì - è ineliminabile e non si può imporre alle reti televisive di non trasmettere i messaggi inviati dai telespettatori. Si tratta di messaggi che i boss recepiscono ed interpretano attraverso il loro contenuto ed il mittente”, ha aggiunto l’ex vice procuratore nazionale. “Questi messaggi hanno spesso un contenuto banale - ha concluso Macrì - che, in realtà, nasconde importanti comunicazioni di servizio ai boss''. (Apcom)

Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia! SABATO della porta stretta (21 Agosto 2010)



Carissimo/a,
ben trovato di cuore dopo la pausa estiva. Molti di voi sono andati in ferie, per riposarsi un po’ e tra tanti, molti hanno pensato di mandare in ferie anche lo Spirito, l’anima, il Signore. devo dire, purtroppo, che la nostra comunità ha visto un “moria di vacche”. Molti, moltissimi, tantissimi, hanno lasciato passare l’estate senza santificare la messa domenicale. Eppure la bontà del pastore aveva dato a tutti la possibilità di farlo con la messa serale delle 19,00 sia di sabato che di domenica con un risultato disastroso. E se questo non bastasse in concomitanza all’orario della Santa Messa vengono organizzati eventi e manifestazione, a volte anche in prossimità delle chiese, senza alcun rispetto o attenzione.
Amici, purtroppo, oggi il cristiano è divenuto una “categoria strana”. Lui che è chiamato ad essere l’uomo dalla fede vera, dall’assoluta trascendenza, dalla somma carità, dalla più bella speranza, si è fatto senza vincoli, senza obblighi, leggi, obbedienza, Comandamenti, morale. Ha rotto ogni legame con i principi basilari della sua fede. Pensa di poter fare ciò che vuole. Crede di potersi scrivere lui le leggi del vero e del falso, del giusto e dell’ingiusto, del lecito e dell’illecito. È fermamente convinto di non dover sottostare a nessuna verità oggettiva, a nessuna norma e a nessun obbligo che scaturisce da una giustizia che è fuori della stessa umanità. Ha trasformato la carità in puro sentimento momentaneo. Ha ridotto la speranza, quella vera, a qualche attesa effimera. Gli è rimasta una vaga e indefinita religiosità di cui si serve come parafulmine contro i mali che si abbattono su di lui e che non sa come vincerli se non attraverso il rapporto con il divino, con il sacro, come il mondo dell’invisibile. In più questa religiosità è vissuta da lui come una sorta di superstizione lecita assieme all’altra superstizione che è l’idolatria, che però è assai costosa sia sul piano economico che umano perché degrada e manda in rovina spirituale e materiale colui che la cerca e di cui si serve per la soluzione dei suoi molteplici guai umani. L’albero che produce tutto questo disastro spirituale ha un solo nome: la fede falsa. È falsa la fede che oggi guida il cristiano perché fondata e stabilita sull’assenza di ogni verità proveniente dalla rivelazione, dalla Parola, dal Vangelo. È falsa perché costruita su un Dio che è solo misericordia, carità, amore, perdono, condono, totale remissione di ogni peccato, ogni trasgressione, ogni indecenza, ogni infamia, ogni nefandezza, omicidio, adulterio, furto, distruzione della famiglia e del retto ordine sociale. Questo Dio perdona senza alcun pentimento ed accoglie nel Paradiso senza alcuna conversione. Questa fede falsa gli dice che alla fine tutti saranno salvati, giusti e ingiusti entreranno nel Paradiso, tutti vivranno una eternità beata. Così ognuno si illude e si prende la libertà di peccare quanto, quando, dove, come vuole. Con il vangelo di questa domenica che potrai ascoltare tu stesso venendo a messa, Oggi Gesù smentisce il cristiano dalla fede falsa. Gli dice di non illudersi, di non costruire il suo futuro sulla menzogna, i desideri del suo cuore, i pensieri della sua mente. Gli dice ciò che Lui farà: allontanerà da Sé tutti gli operatori di ingiustizia, di iniquità. Chi sono questi operatori di male? Sono tutti coloro che non hanno edificato la loro vita terrena sulla sua Parola, che è verità obbligante per tutti noi. Sono coloro che si sono fatti un loro personale Dio, un Dio solo misericordia che perdona tutto, sempre, senza alcun pentimento da parte dell’uomo, alcuna conversione, alcun ritorno nella verità, nella giustizia, nella santità dell’obbedienza alla sua Parola. Sono coloro che non vivono il Vangelo, non osservano le Beatitudini, non si curano dei Comandamenti, camminano senza la verità rivelata nel loro cuore.
Io non mi salverò perché sono un suo ministro, un suo sacerdote, uno strumento del suo Vangelo. Non mi salveranno le mie prediche e neanche la mia teologia. Mi salverà una cosa sola: se avrò fatto delle Beatitudini la mia nuova veste e del Vangelo la mia stabile dimora. Mi salverò se avrò vissuto di grande carità, compassione, misericordia. Entrerò nel Regno dei Cieli se mi sarò astenuto dal fare qualsiasi male ai miei fratelli, credenti e non credenti, giusti e non giusti, pii ed empi, senza alcuna distinzione, alcun giudizio, alcuna differenza. Mi salverò se sarò stato misericordioso e perfetto nell’amore come il Padre mio celeste e se avrò amato sino alla fine come il mio Maestro e Signore che è Cristo Gesù.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi liberateci dalla fede falsa e dalla falsa fede. Otteneteci la grazia di credere secondo la pienezza della verità della Parola.
Nuovo orario:
sabato Chiesa Madonna della Neve Santa Messa ore 18,30
Domenica Chiesa San Nicola Santa Messa ore 11,15

Don Francesco

giovedì 19 agosto 2010

Memorie di un borbonico Parte seconda)

La costruzione dei cimiteri fu un problema complesso per quell'epoca. Sin dal 1810 il Consiglio Provinciale della Calabria Ultra insistette per la costruzione dei camposanti sostenendo che bisognava eliminare l'abuso delle sepolture nelle Chiese. Un'ordinanza del 28 settembre del 1839, firmata dal Marchese d'Andrea, imponeva al Vescovo di Catanzaro per la parte di sua competenza, che sostenesse la costruzione dei Cimitero.
La città a quell'epoca usufruiva ancora delle Chiese per seppellire i propri morti,(Anche a Sellia le varie sepolture avvenivano all'interno della chiesa madre dove da una botola vicino all'altare si accedeva nella cripta,del quale ne parleremo in modo più approfondito nel prossimo post) ed aveva fatto eccezione solo durante ii colera dei 37, quando fu espropriato un campo della famigiia Scogiio, per seppellire le vittime di quell'epidemia. In risposta il Vescovo faceva notare come il luogo scelto (Madonna dei Celi) era troppo vicino alla strada di grande transito ed alle Baracche (che a quell'epoca contavano circa 500 anime). Molta gente, proveniente dai paesi vicini,passava di là per trasportare beni di consumo e per svolgere affari vari.
Nei principi del mese di gennaro fu mandato da Sua Maestà (I. G.) il Brigadiere Alfonso De Rivera, Comandante Superiore delle truppe stazionanti nelle tre Calabrie, coll'incarico della distruzione dei briganti, che sono in gran numero:a 31 detto mese fece un editto col quale impose il ristretto, proibì il pane per le campagne, ordinò che tutti gli uomini si ritirassero alle ore 24 e tutti gli furono costretti ad essere chiusi nelli paesi. Li braccioli mangiavano la mattina in casa, e la forza pubblica se li trovava con pane in campagna, l'arrestava e li conduceva nelli prigioni centrali della Provincia, giusta l’editto di detto Comandante. Li briganti di giorno entrarono nelli piccioli paesi di Vena alle ore 24 presero D. Domenico Del Giudice e se lo portarono alla Sila a primo gennaro 1857. Un capo chiamato Fornaro Toione di Miglierina, con diciotto compagni, circa l’ore 16 entrarono in Polia assaltarono la casa di D. Gregorio Amoroso, casualmente la trovarono serrata, si attaccarono a fucilate, occorsero li Urbani di quelli paesotti e da Filadelfia e cosi se ne fuggirono. Dopo la venuta del Generale Alfonso De Rivera, distrusse il forte bandito Diego Mazza Scarabeo di Serra Stretta e la sua Comitiva, fin oggi li 10 marzo 1857.

mercoledì 18 agosto 2010

Un successo la XIV edizione della sagra a Sellia

Si sono chiusi i riflettori sulla XIV edizione della sagra dell’olio d’oliva a Sellia, un successo di presenze miglia di persone hanno preso d’assalto il centro storico che ancora una volta, ha accolto in modo esemplare la marea di persone che, oltre a degustare gratuitamente i vari prodotti a base dell’ottimo olio d’oliva locale, hanno potuto conoscere uno spaccato di storia,di tradizione,cultura del nostro borgo millenario il quale per una sera ogni più piccola, remota viuzza veniva percorsa dai vari visitatori i quali armati di macchine fotografiche,telecamere,telefonini immortalavano i vari frantoi le mostre di foto,di artigianato locale, delle 2 chiese che esponevano gli antichi tesori spesso sconosciuti anche ai Selliesi stessi.

Buona l’idea del palco vicino il vecchio ponte medioevale(porta d’ingresso a nord del paese). Verso le 22,00 le battute di Martufello hanno scaldato l’aria fresca (dopo parecchi giorni di caldo) subito dopo il concerto degli “Scarma” mentre giocolieri,mangiafuoco e trampolieri giravano per i vari stand dislocati sulla via principale. All’inizio della Portabella (ingresso a sud del borgo) in una caratteristica casa con veduta mozzafiato sul rione Sant’Angelo ospitava la mostra denominata SelliArt ,mentre nelle varie botteghe di artisti locali si poteva ammirare anche una riproduzione della Chiesa Madre di Sellia. Insomma tante cose da vedere ma anche da assaporare in una serata ben organizzata. Erano le h:02,00 di notte e ancora le persone che curiosavano tra i vari stand o mostre di foto antiche, ecc.. erano tante. Complimenti all’Amministrazione comunale,ai ragazzi della consulta giovanile ed alle tante persone che pur lavorando dietro le quinte, hanno reso possibile l’ottima riuscita dell’evento Selliese per eccellenza. Se proprio dobbiamo trovare il pelo nel’uovo un paio di consigli :dislocare più nell’interno i vari stand magari utilizzando di più le case del borgo,il concerto degli Scarma o altro si poteva fare in piazza, la quale risultava un po’spoglia. Comunque erano solo due considerazioni in una serata molto bella la quale come ha detto il sindaco nel presentare le gag di Martufello: è veramente stupendo il colpo d’occhio di migliaia di gente che si vede dal palco anche in proporzione agli poco di più dei 500 abitanti affettivi durante il resto dell’anno.

martedì 17 agosto 2010

SELLIA vi invita alla XIV edizione della sagra dell'olio d'oliva

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Locandina della prima edizione della sagra del 1997
Siamo arrivati alla XIV edizione della sagra dell'olio d'oliva, felice intuizione degli amministratori dell'epoca che pensarono di far conoscere la storia, la cultura, le tradizioni di Sellia. Spesso e volentieri quando si parlava di Sellia si pensava che fosse un unico comune, Sellia Marina con le case al mare, Sellia quella un po’ più in alto. Oggi anche grazie alla sagra le cose sono un po’ cambiate, parecchi, anche turisti conoscono il borgo di Sellia sapendo benissimo che si trova a circa 600 metri dal livello del mare, e a ben 20 chilometri di distanza da Sellia Marina. Nel 1997 quando si organizzò la prima edizione eravamo agli inizi, almeno nelle nostre zone del boom delle sagre che esplosero in mille forme diverse; si facevano sagre su ogni cosa sminuendo il vero valore di aggregazione turistico e culturale, per fortuna ultimamente solo quelle più ben organizzate sono rimaste in piedi. Sellia scelse come prodotto, per far valorizzare e conoscere il proprio territorio, l'olio d'oliva, il quale sino agli anni 70/80 ha rappresentato la fonte primaria di guadagno per l'intero paese producendo un olio extra vergine unico, inimitabile, dovuto ad una storia millenaria della raccolta e trasformazione delle olive; basti pensare che all'inizio dell'secolo scorso c'erano circa 15 frantoi ubicati nelle varie viuzze del centro storico dove ne abbiamo parlato approfonditamente QUI. Appuntamento stasera nel borgo di Sellia con un ricco cartellone di eventi, essendo sicuri che sarà ancora una volta un successo grazie all'amministrazione comunale, e ai ragazzi della consulta giovanile che faranno di tutto per mettervi a vostro agio, facendovi trascorrere una serata in allegria alla riscoperta di uno dei borghi più antichi e più belli della Calabria. Come siamo sicurissimi che si farà di tutto per mantenere anche nelle prossime edizioni un livello di proposte e qualità della serata alta, magari inserendo dei dibatti, delle iniziative,sentire varie proposte per cercare in tutti i modi di salvarla dal continuo ed inesorabile calo demografico e dell'abbandono del centro storico: veri problemi primari della nostra comunità, prima che sia troppo tardi. Buona sagra 2010,e vi raccomando stasera tutti a SELLIA. .

lunedì 16 agosto 2010

Sellia: paese di centenarie

Articolo tratto dal Quotidiano della Calabria
Aspettando di festeggiare a Sellia il primo centenario uomo,rinnoviamo tanti auguri alla nonna Caterina Ciambrone dandoci tutti appuntamento al prossimo anno,augurandole di battere il record mondiale della donna più anziana del mondo la quale Ha 130 Anni.Non conduce uno stile di vita proprio ortodosso rispetto ai dogmi del salutismo. Eppure a giugno raggiungerà la veneranda età di 130 anni, o almeno è quello che lei e i suoi sostenitori sostengono. Antisa Khvichava, la nonna di Georgia (Russia). Fino ad ora il primato è spettato alla francese Eugénie Blanchard, nata nel 1896 che di anni ne ha solo 114.Sono sempre di più le persone che superano il traguardo del secolo nel mondo e per lo più, si tratta di donne, di vecchiette arzille che hanno vissuto intensamente ma in modo semplice e senza prestare troppe attenzioni al loro stile di vita.La generazione moderna al contrario si affanna nella ricerca di metodi che possano permettere di prolungare la vita e si preservano negandosi cose che sembrano possano danneggiare la salute.
Eppure queste donne ultracentenarie che hanno vissuto gran parte della loro vita lontane dalle tecnologie, dalla nuova scienza, dalla medicina alternativa, sono arrivate dove tutti noi vorremmo arrivare in modo semplice,vivendo una vita di lavoro,di rinunce,di amore verso la famiglia senza lamentarsi mai. Forse il vero segreto sta proprio nel prendere la vita come un dono di Dio da viverla giornalmente senza assili di voler raggiungere chissà quali obiettivi,quali importanti traguardi.

domenica 15 agosto 2010

Buon Ferragosto 2010 da SELLIARACCONTA

ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA. Le prime notizie sulla celebrazione di questa solennità risalgono tra la fine del IV secolo e la fine del quinto. In questo periodo molti scrittori cattolici erano concordi nell'affermare che la Vergine rimase immortale dopo la morte, poiché Cristo l'aveva trasferita nei luoghi della sua Ascensione (Santo Efrem e Timoteo di Gerusalemme). Nei primi anni del VI secolo, a Gerusalemme si cominciò a celebrare l'Assunzione nella chiesa fatta edificare da Eudossia imperatrice d'Oriente sul Getsemani, dove si riteneva che la Madre di Dio fosse stata sepolta; l'imperatore Maurizio stabilì poi che la solennità fosse estesa a tutto l'impero. Nello stesso tempo vennero composte molte opere apocrife in diverse lingue; tra le più conosciute ci fu la Dormizione della Santa Madre di Dio attribuita a San Giovanni Evangelista e il Transito della Beata Vergine Maria attribuita a Giuseppe d'Arimatea. Nella prima opera si narra che la Madre di Dio chiese al Figlio di predirle la morte tre giorni prima. Fu esaudita due anni dopo l'Ascensione. Maria era in preghiera quando un angelo con un ramo di palma in mano le comunicò la prossima Assunzione. Il terzo giorno dopo quest'annuncio, alla presenza di Giuseppe d'Arimatea e d'altri discepoli, Cristo insieme agli angeli accolse l'anima della Madre. La potenza della luce ed il profumo intenso furono tali che tutti i presenti furono colpiti da svenimenti, per un'ora e mezza nessuno fu in grado di riprendersi. Poi tutto svanì e con esso l'anima della Madonna che fu assunta in cielo. Mentre gli apostoli tentavano di prendere il corpo della Vergine per dargli onorevole sepoltura, gli abitanti di Gerusalemme si opposero con una decisione tale da tentare finanche di ucciderli, impadronendosi poi del sacro corpo per bruciarlo. Una cecità fulminea impedì loro di effettuare tale proposito truce, non vedendo nulla sbandavano e sbattevano contro le pareti. Gli apostoli, constatando la situazione, si impadronirono nuovamente del corpo della Beata Vergine trasportandolo al Getsemani dove venne sepolto. In quel momento una luce celeste li abbagliò e mentre cadevano a terra il corpo fu portato in cielo dagli angeli. A Roma la solennità dell' Assunzione venne introdotta nel VII secolo, per poi diffondersi in Francia e in Inghilterra. Il primo novembre del 1950 papa Pio XII proclamava il dogma dell'Assunzione con la costituzione apostolica Munificentissimus Deus; il Concilio Vaticano II ha arricchito il dogma con la costituzione Lumen Gentium, affermando che l'Assunzione non è solo un beneficio unito alla maternità di Maria, ma il termine della sua vita terrena, dopo la quale venne “chiamata” a raggiungere il Figlio risorto e glorificato, segno di speranza per il popolo di Dio. La solennità è anche celebrata in Spagna con processioni devozionali; in Italia sono da ricordare le feste di Sassari, di Tivoli e soprattutto di Messina con il rito della vara. In Calabria la vergine Assunta è titolare della Cattedrale di Reggio; nella stessa città è venerata nella parrocchia di santa Maria della Cattolica dei Greci. In Provincia di Reggio è onorata nella frazione Arasì e a Mannoli di Santo Stefano in Aspromonte, dove le è dedicata la chiesetta della colonia gestita dalle suore Francescane Alcantarine. Qui, ogni 15 Agosto, si svolge una suggestiva processione con il simulacro della Vergine, allietata da canti devozionali e preghiere. La Vergine Assunta è titolare inoltre della chiesa di Magisano CZ, della Cattedrale di Mormanno (Cassano allo Jonio), di Catanzaro, di Cosenza, di Crotone, di Mileto e di Rossano.

sabato 14 agosto 2010

Mozzarella blu,ricotta rosa, pollo fluorescente..... il pranzo è servito

Ultima scoperta raccapricciante riguarda, ancora una volta, la mozzarella. Dopo quella blu, dovuta al batterio pseudomonas, arriva quella a pois rossi,la notizia della scoperta di un latticino a pallini rossi da parte di una signora di Livraga, nel lodigiano. L'alimento è stato consegnato ai Nas che procederanno al campionamento e all'analisi dell'alimento presso l'istituto zoo profilattico di Lodi. In via preventiva, il prodotto potrebbe essere ritirato dal commercio.

La mozzarella a pois, però, è solo l'ultima degli alimenti "pazzi" in cui molti italiani si sono imbattuti nei giorni scorsi. Che dire del pollo fluorescente trovato da una famiglia di Feltre? Il pollo, acquistato al discount, aveva mostrato dopo un paio di giorni una colorazione fluorescente e, dopo la cottura, delle macchie anomale. L'Istituto zooprofilattico delle Venezie di Legnaro (Padova) al quale la famiglia si è rivolta ha analizzato l'alimento e escluso che si tratti del batterio pseudomonas florescens (lo stesso della mozzarella blu) . In attesa di scoprire la causa della strana colorazione del pollo, l'istituto scientifico ha richiesto il ritiro dell'intera partita di carne. E anche i dessert non sono da meno: sempre di ieri è la notizia della donna di Ceccano, nel Frusinate, finita in ospedale in preda a forti dolori addominali dopo ingerito una Coppa del nonno che al suo interno conteneva alcuni pezzi di ferro.E ancora: giorni fa a Messina una donna di 74 anni è morta, in seguito a una violenta intossicazione, a dopo aver mangiato una pasta al forno acquistata in rosticceria.Ma la lista non finisce qui,che dire dell'aceto balsamico di Modena ritirato dal commercio perché di Modena non aveva neanche il nome essendo prodotto in Austria.Oppure delle tonnellate di pomodori arrivati dalla Cina e pronti ad essere mischiati con i nostri divenendo passata,concretato,ecc... Italiana d.o.c . L'ultima (ma la lista è veramente lunga)pezze intere di parmigiano di dubbia provenienza, di scarsa qualità senza il marchio obbligatorio di tracciabilità. Dobbiamo riscoprire, rivalutare i prodotti locali;premiando con marchi di qualità chi si adopera a produrre solo prodotti di alta qualità; i quali con la loro tracciabilità possiamo facilmente risalire alle varie materie prime utilizzate.

venerdì 13 agosto 2010

Pasta china

'E un piatto tipico molto diffuso nella provincia di Catanzaro Così detta (pasta china) un piatto molto buono con ingredienti semplici e genuini , di facile preparazione.Si prepara per le grandi occasioni oppure per le varie scampagnate in sila o al mare,gli ingredienti sono tanti rigorosamente calabresi,un piatto cosidetto unico cioè: che fa da antipasto,primo, secondo, contorno,caffè e ammazzacaffe.
Ricetta speditaci da LUX nostra collaboratrice ed amante della cucina tradizionale.

Ingredienti:
500 g di penne,
2 uova sode ,
800 g di ragù di pomodoro,
100 g di salsiccia,
200 g di provola.
( Per le polpettine )
250 g di carne trita di manzo ,
150 g di pane grattugiato,
100 g di formaggio misto ,
1 spicchio d’aglio,
un tuorlo d’uovo
un pizzico di sale
olio per friggere.

Preparazione
Dopo aver preparato il sugo di pomodoro, tenetelo da parte , nel frattempo preparate le polpettine di carne impastando tutti gli ingredienti il pane, il formaggio l’aglio tritato il tuorlo d’uovo e il sale,con le mani, formate delle polpettine non troppo grandi che friggerete nell’olio.
Quando saranno dorate, mettetele su carta assorbente per perdere l’unto in eccesso. Lessate la pasta molto al dente, trasferitela in un recipiente ed mantecatela con un po’ di sugo e un po’ di formaggio,grattuggiato distribuite metà della pasta in una teglia con il fondo cosparso con un po’ di sugo,e distribuitevi sopra il primo stato le uova sode, e la salsiccia tagliate a rondelle , i dadolini di provola e le polpettine e il sugo di pomodoro quindi coprite con il resto della pasta rimasta condite con il sugo e un po di provola tagliata a dadini . Infornate a 180° per 30 minuti circa .

giovedì 12 agosto 2010

Memorie di un borbonico (parte prima)

1855. Alli 11 novembre dopo cinque mesi cominciò a piovere e l'acqua fu a diluvio; in quei giorno nella Serra e Mongiana produsse danni immensi. Nella serra il fiume Luncinale sboccò nel rione detto lo spinotto e si portò sette case, e quantità di legname lasciò nelle strade; si portò la diga nell'acqua, molini e danni immensi nei terreni.
copertina della Domenica del corriere
Nella Mongiana si porto le raffinerie, molini ed un palazzo con dentro sette persone, e nelle Marine il danno e incalcolabile. Il giorno 17 detto nuovamente, cominciò a piovere di Levante. Si portò il ponte di Corace, perirono molte fabbriche, la Fiumarella di Catanzaro si portò il fondaco del piede della Sala e trappeto, le fabbriche vicino ai valloni perirono, fondi distrutti ed un fondo al passo di S. Giuliano, di gelsi e fichi, parte se lì porto e parte l’arenò, che si vedono le sole cime, si soffocarono molte gente, bestiame e li terreni in pendio se li porto via. D. Giuseppe Massara di Borgia tenea il craparizzo sotto una timpa, il monte si slamo, cadde. sopra il detto craparizzo uccise 177 capre ed il capraro.
Nella Marina di Soverato ii mare cacciò quantita di alberi travame, tavole ed alberi,''lupi morti ed una quantita di serpenti di smisurata grosse. Ne pesarono alcuni e ne ebbe'di libbre 24: cosa non mai veduta,il comune di Sellia,Taverna ,Sorbo in gran parte perché si slamò la terra e le case se li portò alla valle;le valli erano gonfie e li menò a mare . Nella Marina di Catanzaro il mare caccio un serpe di smisurata grandezza ed in Europa non mai veduto,si suppone che sia stato portato dall'Africa; in Catanzaro quaranta persone non si sa ove siano; il mare ha cacciato molti uomini e donne morte ed un giovane di smisurata altezza con barba lunghissima .Flagelli da secoli non veduti. Borgia e senz'acqua perchè due monti si slamarono e cadderrò sopra l ‘unica fontana detta della Bresella e serrarono la valle; si porto via tutti li terreni delle Marine son coperti di sabbia, e la maggior parte delli alberi andiedero in mare. Si dice che in Messi na e sua provincia e provincia di Reggio, in quel giorno li danni causati dal diluvio delle acque furono immensi.Questo si può chiamare ii secondo Diluvio di Decaulione descritto dai poeti; ed in Catanzaro per mancanza di molitura il pane si vendeva a quattro e a cinque carlini il rotolo, al trenta; ed i Catanzaresi dovevano andare a paesi circonvicini per far morire ii grano e a portar farina, vennero fino a Girifalco, compravano grasso e se lo portavano farina. 1856. A 6 gennaio si apri il Camposanto * e la prima che fu sotterrata fu una ragazza figlia di tale scalingi, e Veronica di Chiura di Maurizio. Lo brigantaggio in questo anno fu grande: a primo gennaio diciassette persone entrarono in Polia ed assaltarono la casa di Gregorio Amoruso, si attaccarono a fucilate e cosi li briganti furono costretti a ritirarsino nelle marine. Nel marchesato han commesso grande uccisione di animali vaccini, pecorini ed altri; alla famiglia di D. Perriccioli di Catanzaro l' uccisero vacche e pecore, e quelli pochi li rimasero furono costretti a venderli

mercoledì 11 agosto 2010

Premessa ai post dedicati al libro "Memorie di un borbonico"


Pubblicheremo prossimamente alcune pagine in versione originale (senza le dovute correzioni in Italiano),mentre faremo un riassunto di altre,tratti dal libro "Memorie di un borbonico” di don Raffaele Bonelli di Girifalco. Il quale annotò i vari avvenimenti su un diario personale da consegnarecome futura memoria al figlio. Scritto in un Italiano approssimativo,dialettizato,tipico linguaggio dei notabili dell’epoca. Don Raffaele Bonelli,figlio del dottore Pietrantonio; tutto preso dal suo ruolo di proprietario terriero conservatore,il cui mondo è ristretto negli angusti confini di una provincia Catanzarese attraversata da vari avvenimenti tristi o lieti,annotava nel suo diario ogni cosa senza pensare minimamente il valore che questi brevi annotazioni avrebbero avuto . Una miscela di pensieri ed esposizione dei fatti che vanno dal meno importante come il prezzo delle patate, ai racconti dettagliati dei vari terremoti,pestilenze, epidemie che in quel particolare periodo storico flagellavano la Calabria tutta. Ecco alcune date importanti inserite nel diario che attestano la sofferenza, i vari cataclismi che sconvolsero la Calabria: 1783, un terribile terremoto che portò molte distruzioni,1832 un altro terremoto,1837 il colera con molti lutti;1840 una delle tante alluvioni;1840,1841 terremoti;1851 di nuovo il colera. Il Bonelli vive comunque ,nonostante l’infuriare di tutte queste tempeste, la sua vita tranquilla di borghese; è conservatore. Nel suo diario viene inserita anche Sellia descrivendola dopo il cataclisma dell’alluvione dell’ 11 novembre 1855. Un ritornare indietro nel tempo rivivendo molti piccoli particolari,curiosità,aneddoti di una popolazione che malgrado i vari avvenimenti naturali e non riusciva sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno, quando invece il più delle volte in quel bicchiere non vi era neppure una goccia.

martedì 10 agosto 2010

Le origini di Zagarise


Le origini. ll toponimo del paese è l'unione del nome di persona "Zaccaria" con il suffisso -e(n)sis, -e(n)se che indica appartenenza. Nato come semplice villaggio nella giurisdizione del limitrofo centro di Barbaro (oggi distrutto), il paese fu ampliato con l'arrivo di un consistente gruppo di profughi proveniente da Barbaro dove, ormai da qualche tempo, si era propagata la peste. Notizie storiche. "In distanza poi di miglia sei dentro una gran valle, ma su un alto colle, miglia diece discosto dal mare, vedesi Zagarise". Con questa stupenda descrizione, il nobilissimo Padre predicatore Giovanni Fiore da Cropani scrittore del primo '600, inizia a parlare di Zagarise nella sua famosa opera varia istorica: Della Calabria illustrata. Nella descrizione viene confutata soprattutto la tesi dello storico Grano, il quale datava la fondazione del primo nucleo di Zagarise verso la fine del secolo XIV da gente fuggita da Barbaro, borgo non lontano, dove in quel tempo infuriava una epidemia di peste. Di Barbaro, villaggio scomparso di origini antichissime, ne parleremo in quanto entra a far parte direttamente della nostra storia. Va subito detto che Barbaro non era l'antica Zagarise, secondo quanto si racconta in una vecchia storia popolare che, come si può capire, riprende le tesi del Francesco Grano, ma costituiva villaggio non ancora rovinato quando Zagarise esisteva già. In seguito alla terribile peste del 1413 che infuriò per 10 mesi ininterrottamente, la popolazione di quel luogo, indifesa verso il terribile male, si vide costretta ad abbandonare ogni cosa e portarsi verso luoghi più salubri; fu così che, come asserisce lo scrittore di Cropani, la gente fuggita da Barbaro andò ad ingrandire e non a formare la popolazione delle altre due terre vicine: Zagarise e Cropani, che in quel tempo, appunto, esistevano già. Dell'antico borgo, Padre Giovanni Fiore scrisse: "Poche memorie si ritrovano di quella abitazione ne' scrittori delle cose di Calabria, né saprei perché, essendo stata ella per origine antichissima, e per rovina non molto moderna. In uno scritto a penna, si legge che un tale per nome Silone Barba, ritornando insieme con gli altri greci da Troia, già rovinata, approdato con la sua gente nel golfo di Squillace alla foce del fiume, detto volgarmente Uria e fastidito d'oltre più navigare allargatosi per dentro terra alla montagna, in un luogo molto salubre d'aria e di comodità all'umano vivere, gittò le prima fondamenta ad una grossaterra, che dal suo cognome disse Barbato, e quindi poi col tempo Barbaro". Di Barbaro oggi non rimangono che pochi resti, qualche cumulo di pietre, qualche rudere di semplice abitazione; osservando il luogo è facile notare come quell'antico popolo ebbe grande accortezza nel sceglierlo come dimora; esso infatti, posto a valle di Sersale e a Sud Est di Zagarise, gode di una invidiabile posizione di difesa, sia per le alture che lo proteggono alle spalle, sia per le profonde, stupende vallate che scendono verso il mare. Ritornando a Zagarise, della quale possiamo datare la fondazione intorno all'anno 1000, non è possibile in questo contesto parlare delle vicende che si succedettero e la interessarono e dei signori che l'ebbero in proprietà; diremo soltanto che molte furono le dominazioni, invasioni ed angherie che la popolazione di quel luogo dovette sopportare ad iniziare dal secolo XII, tempo in cui molto probabilmente Zagarise fu feudo del normanno Ugo Falloch, per arrivare al secolo XIX quando il territorio passò dalla signoria dei Le Piane a quella dei De Dominicis. Riguardo all'etimologia del nome Zagarise, non ci perderemo in inutili considerazioni, ma riporteremo quello che scrisse a proposito Gabriele Barrio autorevole scrittore del 1600 nella sua De Antiquitate et situ Calabriæ "E regione asiliæ parte leva Zaccarisium oppidum est edito loco fecundum silam silvam quod nomen utile significat. In hoc agro spina pontica, reoponticum, lapis frigius, producuntur". La frase tradotta suona così: "a sinistra della Silia si trova la città di Zagarise, in un luogo piuttosto elevato, nei pressi dei boschi della Sila; il suo nome significa cosa utile.Il gonfalone del comune riporta lo stemma della nobile casata dei Perrone di Sellia
Nei suoi campi sono prodotti: fichi d'india, reopontico e marmo frigio". Il reoponico per la precisione è una pianta simile al rabarbaro di origine asiatica; in Calabria ne esisteva la specie falsa, detta appunto reopontico falso o di Calabria. Osservando oggi il centro antico di Zagarise, si nota subito come esso è costituito da due nuclei distinti: il primo sviluppato intorno alla torre normanna e alla Chiesa del Ritiro, tra l'attuale via Marconi, via dei Filippini e via Paolo Emilio Tulelli; il secondo, molto meno esteso del primo, gravita intorno alla Chiesa Madre.


lunedì 9 agosto 2010

Il cielo è sempre più blu.............ma il mare è sempre più sporco

Simeri Crichi. Il presidente della III Circoscrizione, Pietro Marcello Mancuso, ha reso noto con una lettera indirizzata alle Forze dell'Ordine di ''aver informato il sindaco del comune di Simeri Crichi avv. Saverio Loiero dell'inquinamento delle acque del fiume Alli e di conseguenza della fascia costiera del comune di Catanzaro e di Simeri Crichi con rifiuti reflui probabilmente anche pericolosi, considerato che, sia il fiume che il tratto di mare richiamati diventano ogni giorno di colore marrone scuro e melmoso'.
''Preso atto che - afferma Mancuso -, il sindaco Avv. Loiero non ha risposto alla nostra sollecitazione, dobbiamo supporre che, diversamente da come noi abbiamo potuto verificare, le discariche abusive riversate nel fiume Alli non provengono dal versante del Comune di Simeri Crichi. Giornalmente, escluso i festivi, dalle ore 17.00 in poi il Fiume Alli diventa putrido e melmoso e conseguentemente le acque del nostro meraviglioso litorale assumono lo stesso colore, rendendo impossibile l'avvicinarsi al mare. Per quanto siamo a chiedervi, nell'interesse generale e a salvaguardia della pubblica incolumità, la necessaria e indispensabile predisposizione di verifica, ognuno per le proprie competenze del bacino imbrifero ricadente nel fiume Alli, così come disposto dalla Legge 30/12/2008 n. 210 che affida agli Organi di Polizia Giudiziaria il controllo e l'applicazione sanzionatoria così come disposto all'art. 6 della Legge medesima'.
Bimbi con infezioni alle vie urinarie. Topi negli appartamenti. E ancora: viali senza illuminazione e soprattutto strade al limite della percorribilità. Non sono iniziate certo nel migliore dei modi le vacanze estive per i turisti che hanno scelto Sellia Marina e l’hinterland della costa ionica della provincia di Catanzaro per trascorrere le ambite vacanze estive. Perché quelle che dovevano essere le vacanze tanto ambite dopo mesi di duro lavoro si stanno trasformando in un vero e proprio “incubo”. L’estate 2010 presenta gli stessi problemi degli anni precedenti. Si inizia dalla questione depuratore.

Sellia Marina il mare  era tutto ricoperto da bollicine,infatti, non era la solita schiuma. Era un qualcosa di più. Uno spettacolo non certo edificante e che allo stesso tempo è sintomo del fatto che qualcosa nella gestione degli impianti di depurazione non va Non solo depuratori. Ma il sentore che serpeggia da sempre nella mente di tutti è che siano ancora troppi i collegamenti abusivi alle reti fognarie. Persone che fregandosene della salute pubblica allacciano il loro impianto direttamente alla rete centrale in modo abusivo. Ed è anche questa una delle ragioni che preclude ogni possibilità di risoluzione del problema depurazione. Un comportamento che aggrava la questione e che contribuisce a sporcare maggiormente il mare. E non è finita qui. Perché negli ultimi giorni sono stati diversi i problemi di bambini che hanno avvertito malessere e che sarebbero collegati proprio alla sporcizia del mare. Sono state diverse le famiglie che si sono rivolte agli ospedali e alle strutture sanitarie a causa dei diversi malesseri riportati dai loro bambini. Mal di pancia e virus, che si sarebbero verificati dopo una giornata trascorsa sulla spiaggia e all’interno del mare. Significativo è, l’episodio, che ha avuto per protagonista una bambina di due anni, figlia di alcuni turisti originari di Monza e che dopo una giornata al mare è finita in ospedale. Infezione alle vie urinarie. È stata questa la diagnosi dei medici, e per la quale, adesso, i genitori sono pronti ad avviare azioni legali contro lo stesso ente comunale.
E non è esclusala possibilità che a essere chiamata in causa sia anche la Regione Calabria. Della vicenda, infatti, è stato interessato il Codacons e il suo vicepresidente nazionale, Francesco Di Lieto. E la piccola turista originaria di Monza non sarebbe la sola. Diversi sarebbero i casi di bambini che hanno avvertito malori dopo una giornata trascorsa al mare.

venerdì 6 agosto 2010

Un ricco calendario per l'estate Selliese 2010


Ecco gli appuntamenti dell’estate Selliese: si parte con la seconda edizione del memorial "tutù Mondelli" torneo dedicato agli over 50 in collaborazione con il “forum di Sellia” il quale ricorda un grande sportivo Selliese scomparso prematuramente. Giorno 11 agosto: grande ricorrenza per festeggiare i 100 anni della nonna Caterina Ciambrone tutti in piazza San Nicola per spegnere le candeline, accompagnata da piatti tipici . Giorno 12 agosto il bar “il chiosco” organizza la festa della birra con musica e karaoke con tantissimi gadget e premi per tutti. Giorni 13 agosto tradizionale festa degli emigranti che inizierà con inaugurazione della mostra collettiva di artisti contemporanei calabresi dal nome “SelliArt” che si potrà ammirare dal 13 al 22 agosto. Sempre il 13 agosto alle 18.30 circa nella piazza Madonna della Neve consiglio comunale straordinario all’aperto con la premiazione dei vincitori nelle 3 sezioni del premio “Ulivo d’Oro” dedicato ai Selliesi che hanno dato lustro alla nostra comunità. Giorno 17 agosto nella cornice dell’incantevole borgo la XIV edizione della sagra dell’olio d’oliva che richiama puntualmente ogni anno una marea di vacanzieri , i quali oltre a degustare gratuitamente (offerti dall’amministrazione comunale ) vari piatti tipici della cucina calabrese, possono fare un tuffo nel passato visitando: due antichi frantoi, l’antico forno e ammirare le due stupende Chiese quelle di San Nicola e del Rosario che per l’occasione rimarranno aperte sino a tardi, le quali custodiscono gelosamente veri tesori d’arte. Durante la serata l’intrattenimento sarà assicurato grazie ai vari artisti, si inizia: con le gag di Martufello a seguire il concerto dei “Scarma”, mentre per le vie del borgo I Strinari, vari artisti di strada,e i Bashkim renderanno più piacevole la passeggiata tra le viuzze del borgo che trasuda di storia millenaria. Insomma un ricco calendario per trascorrere in compagnia le serate estive ovviamente venendo a SELLIA.

giovedì 5 agosto 2010

Racconto del miracolo della Madonna della Neve a Sellia

Siamo in estate e Nicola (nome di fantasia )come tutte le mattine si è alzato presto, molto presto per andare a lavorare a giornata nei campi. E’ povero, molto povero, con sette figli:il più grande di 17 anni, la più piccola ,Lucia,di 4 anni. La moglie è morta durante il parto della piccola la quale assomiglia molto alla madre .Nicola è particolarmente affezionato a Lucia perché ogni volta che la guarda vede il volto di sua moglie della quale era e ne rimarrà per sempre innamoratissimo.
Nicola era molto devoto e trovava sempre il tempo di recitare le orazioni e il Rosario,e anche dopo la dolorosa perdita della moglie non ne dava certo colpa a Dio. Quella mattina con la zappa sulle spalle,a piedi si dirigeva verso il terreno dove avrebbe dovuto lavorare a giornata, e mentre camminava recitava il Rosario e Pregava la Madonna di far guarire la piccola Lucia la quale cresceva molto esile per una brutta malattia che pian piano senza scampo la stava spegnendo. Parlava in modo confidenziale alla Madonna chiedendogli di non portarla via da lui perché era proprio la piccola Lucia a dargli giorno per giorno la forza di andare avanti, e guardandola, il suo volto triste e spento si illuminava di una luce particolare che lo riscaldava durante la dura giornata lavorativa nei campi. Nicola finiva sempre le sue preghiere dicendo comunque “Madonnina mia sia fatta non la mia ma tua volontà”. Proprio quella mattina gli apparve una donna che chiamandolo per nome gli disse “Perché ti disperi tanto per tua figlia?” Nicola che ancora non aveva capito chi fosse, pensando che l’aveva ascoltato mentre pregava, le disse “Purtroppo cara signora mia figlia è molto malata e ogni volta che vado a lavorare non so se la ritroverò viva al mio ritorno” “Nicola, Nicola! Non angosciarti più, ritorna a casa, tua figlia ti sta aspettando, ha molta fame ed è anche arrabbiata perché stamattina ti sei dimenticato di dargli il bacetto che gli dai ogni mattina!” “Magari! vede signora, mia figlia non mangia più da diversi giorni…ma lei come fa a sapere che proprio stamattina non gli ho dato nessun bacetto?” e guardandola bene Nicola capì che quella signora era la Madonna ! Si buttò ai suoi piedi chiedendole di perdonarlo per non averla riconosciuta subito e domandandole perchè era apparsa proprio a lui: il più povero dei poveri. La Madonna lo rassicurò dicendogli che là dove avrebbe visto nevicare,proprio in quel punto doveva erigere una Chiesetta in suo onore e di correre subito a casa perché la figlia era guarita! Nicola vide la Madonna scomparire nel cielo e dopo un po’ si mise veramente a nevicare malgrado eravamo in piena estate.

Il sole era sorto da poco e Nicola con in testa le parole appena dette dalla Madonna si mise a risalire verso il paese tutto contento .Le persone che incrociava lo guardavano stupiti. Proprio all’entrata del paese incontrò l’arciprete al quale raccontò ,senza prendere fiato, tutto ciò che gli era capitato. L’arciprete ,cercando di calmarlo dal suo entusiasmo gli disse che la realtà era ben diversa poiché pochi minuti fa era proprio a casa sua ,chiamato da sua madre ,che dopo la morte della moglie accudiva i ragazzi, perché la piccola era ormai moribonda .Ma Nicola era sicuro che non era così e lo invitò a ritornare a casa con lui .Quando entrarono la mamma di Nicola piangeva si ,ma piangeva di contentezza ,la piccola Lucia si era come risvegliata all’improvviso da un lungo sonno;chiamava suo padre dicendo di avere fame, molta fame,mentre Nicola l'abbracciava e la baciava.
L’arciprete s’inginocchiò piangendo;lui non aveva creduto neanche ad una parola di ciò che gli aveva raccontato promise di aiutarlo in tutti i modi affinché la Chiesetta sarebbe sorta al più presto .E così, fu grazie al lavoro di Nicola ,all’aiuto economico dell’arciprete che la Chiesetta fu costruita con all’interno una bellissima immagine della Madonna della neve. Intanto la notizia della apparizione e del miracolo raggiunse velocemente tutto il circondario e non solo e ogni anno si svolgeva una grande festa con la fiera di bestiame. Arrivava gente da ogni parte richiamata dal miracolo della Madonna facevano il percorso sino a Sellia a piedi scalzi,per ottenere una grazia. Sino agli anni 40 nella chiesetta vi dimorava un eremita che la custodiva e spesso vi diceva messa. Poi pian piano è stata abbandonata.
(Leggenda?Che si tramandava oralmente dimenticata negli anni, Per fortuna quasi dimenticata)

Racconto storico tramandato oralmente ricostruito  da Sellia racconta 
Autore: sellia racconta. Si prega di inserire il link a chi ne fa uso, con esplicito riferimento della fonte

mercoledì 4 agosto 2010

Il mio primo racconto. Ecco come nasce una passione,un amore,un forte coinvolgimento........verso Sellia

Come nasce l’amore, la passione verso un qualcosa che prima ne ignoravi addirittura l’esistenza? Prendiamo il mio caso specifico quando è nata, e soprattutto perché e nata questa voglia di scoprire, di recuperare tutto il glorioso passato di Sellia? Il bellissimo racconto del miracolo della Madonna della neve a Sellia (che riproporremo domani ) ha svolto un ruolo fondamentale perché fu il mio primo racconto che trascrissi; ecco perché ne sono particolarmente legato, non nascondendovi che pur conoscendolo ormai a memoria mi capita spesso di rileggerlo perche significa ritornare ad un periodo bellissimo della mia vita, forse il periodo più bello sicuramente il più spensierato in assoluto. Quando un vecchietto di Sellia mi racconto il miracolo della Madonna della Neve ne fui rapito per la sua bellezza, per i vari personaggi,per l'ambientazione. Ero sicuro che tutti o quasi a Sellia sapevano, conoscevano questo stupendo racconto.Ma non era cosi,molti conoscevano alcuni frammenti ma nessuno lo conosceva nella sua completezza neppure nonno, neanche papà (amanti come me di tutto ciò che apparteneva al glorioso passato del nostro borgo)mi resi conto che dovevo salvare,recuperare,trascrivere tutto ciò che potevo anche i particolari che potevano sembrare di poca importanza. In poco tempo con penna e quaderno in mano raccolsi molti racconti,molte storie di un spaccato di vita che apparteneva alle nostre tradizioni, che facevano parte integrante del nostro D.N.A. Ed ora eccomi qui per rendervi partecipi (se lo volete) di tante storie che i nostri nonni con ansia aspettavano di narrare affinché quel sottile filo con il nostro passato comune non andasse perso per sempre.

lunedì 2 agosto 2010

Le origini del culto verso la Madonna della Neve

Sellia festa Madonna della Neve 1994
Le origine del culto verso la Madonna della Neve sono antichissimi nata nei primi secoli del Cristianesimo Per quanto riguarda Sellia invece la nascita del culto,della devozione popolare verso la Madonna della Neve nasce verso il 1500 con l’apparizione della Madonna che compie il miracolo di guarigione verso la figlia di un povero contadino invitandolo a costruire una chiesetta in suo onore li dove avrebbe visto nevicare (riproporremo la versione completa di questo bellissimo racconto “del quale io ne sono particolarmente legato” giorno 5 agosto ) Vediamo ora le origini, la storia della Madonna della neve
Nell’anno 352 d.C., viveva a Roma un certo Giovanni, gentiluomo ricchissimo che non sapeva come spendere tutto il proprio denaro. Non aveva figli, voleva fare opere pie, ma non sapeva quali scegliere. Nella notte tra il 4 e il 5 agosto, gli apparve in sogno la Madonna che gli ordinò di costruire una chiesa nel luogo in cui il mattino seguente avrebbe trovato la neve. Il ricco signore si svegliò e mestamente pensò che la neve a Roma, per giunta in agosto, era cosa alquanto strana! Ma nella stessa notte la Madonna apparve anche a Papa Liberio e gli disse di recarsi alle prime luci dell’alba in cima all’Esquilino, che avrebbe trovato imbiancato di neve. La neve incominciò a scendere e la notizia dell’incredibile nevicata estiva si diffuse in tutta Roma! Il Papa Liberio e il nobile Giovanni, procedendo per strade diverse e seguiti da una grande moltitudine di gente, si incontrarono sul colle: la cima era imbiancata da uno strato di neve. Con un bastone il Papa tracciò il perimetro della chiesa che il patrizio fece erigere a proprie spese, e così nacque la splendida basilica di Santa Maria Maggiore. Il 5 agosto di ogni anno si tiene nella basilica una funzione speciale, ed al momento del Gloria, dalla cupola della cappella una fitta pioggia di petali di rosa scende leggiadra sui fedeli, come soffici fiocchi di neve.
Vergine Immacolata bianca e pura più della neve,
stendi su tutta la terra un candido manto della tua neve:
della tua purezza, della tua innocenza, della tua bellezza;
rendi i nostri cuori bianchi e simili alla neve:
puri, innocenti, belli agli occhi di Dio.
La neve è il segno della Pace. Amen



Racconto storico tramandato oralmente ricostruito  da Sellia racconta 
Autore: sellia racconta. Si prega di inserire il link a chi ne fa uso, con esplicito riferimento della fonte

domenica 1 agosto 2010

La foto del mese: Agosto 2010

Mosaico della Madonna della Neve che si venera a Sellia 
nella Chiesa omonima
Per la foto del mese d'agosto abbiamo arricchito la nostra pinacoteca virtuale inserendo,incorniciando una veduta panoramica del rione Madonna della Neve; e non poteva essere altrimenti visto che proprio in questo mese si festeggia la Madonna della Neve. Nella foto si intravede il vecchio sito dove, secondo la leggenda ( che riproporremo giorno 5 in versione integrale) apparve la Madonna ad un giovane del luogo, la quale gli disse di costruire una chiesetta in suo onore proprio dove avrebbe visto nevicare,compiendo il miracolo di far guarire la figlia piccola del povero contadino che stava per morire: causa una brutta malattia. La chiesetta fu costruita proprio come aveva indicato la Madonna con al suo interno un bellissimo quadro a muro che ricostruiva la scena del miracolo. Ma la chiesetta fu venduta dopo anni di abbandono ad un privato, così facendo scomparve una testimonianza storica segno di una forte fede della nostra comunità. Ma anni prima si commise un altro grosso errore quando si decise di costruire la nuova chiesa molto distante dalla vecchia,mentre si sarebbe potuto restaurare,ingrandire la vecchia chiesetta o costruire la nuova vicino ad essa. All'epoca i fondi che arrivavano (per le nuove abitazioni alle famiglie che avevano perso la propria abitazione nel disastroso alluvione del 1943) erano a pioggia tanto che più volte da parte del governo centrale si era avanzata l'ipotesi di costruire completamente il paese in un nuovo sito che dopo varie tesi la zona più ottimale sembrava i terreni vicino la "cona da crucia" ma presentava un grosso handicap: quelli di essere  troppo vicini al cimitero di Crichi rendendo così impossibile un eventuale, ed all'epoca auspicata conurbazione tra i due paesi, e poi anche perché la zona indicata era molto lontana dal centro storico, nel quale la maggior parte delle famiglie non voleva abbandonare le proprie abitazioni, così si iniziarono le varie opere di bonifica del vecchio borgo con la costruzioni di imponenti briglie,muri, nei vari "cavuni" e una fitta rete di cunicoli sotterranei che attraversavano tutto il paese (cunicoli sotteranei che si potrebbero rendere di nuovo accessibili come attrazione turistica), mentre man mano le famiglie che vivevano dentro le baracche di legno “ I barraccuni” andarono ad abitare definitivamente nelle nuove case, che comunque si trovavano a circa due chilometri di distanza decretando così la divisione, e la relativa nascita di quasi due paesi che man mano perdevano quell’unica identità, diventando quasi due realtà, due paesi diversi. Concludendo ritorniamo alla costruzione della nuova Chiesa della Madonna della Neve costruita in un posto sbagliato; si doveva invece costruire come abbiamo ribadito, vicino alla vecchia chiesetta o restaurarla ampliandola, così sicuramente non si sarebbe arrivati al suo lento e inesorabile abbandono facendola scomparire, e con essa di conseguenza anche un pezzo importante della nostra storia che trasudava di fede, di miracolo. Magari sarebbe diventata un luogo di pellegrinaggio, di forte richiamo religioso, basti vedere la storia molto simile della Madonna di Porto divenuta durante gli ultimi decenni meta di pellegrinaggi e di conversione Cristiana (ma questa è un’ altra storia,(sarebbe stata una bellissima storia) ma ancora una volta le decisioni miopi degli amministratori dell'epoca hanno cancellato per sempre un altro pezzo della nostra gloriosa storia che aveva passato quasi indenne i vari secoli sino agli anni 50.
Dedicheremo tutta la settimana alla Madonna della Neve con l'inserimento di un  nuovo post al giorno.     Zagor