lunedì 31 gennaio 2011

La vita quotidiana di una comune famiglia Calabrese nelle campagne di Sellia verso il 1920. Quinta e ultima parte

Con L'avvento della corrente e sopratutto dell'acqua potabile dentro le varie abitazioni del borgo di Sellia; molte famiglie che vivevano nelle campagne preferirono far ritorno dentro le proprie casette del paese, ma erano ancora in tanti che sino alla fine degli anni 40 continuavano a vivere dentro le varie turre, forse per abitudine ma sopratutto per mancanza di una casa dentro il borgo non avendo la possibilità economica di comprarne una, erano loro malgrado costretti a continuare a vivere in campagna con tutte le varie negazioni che comportava. Le condizioni si erano completamente invertiti se prima per il contadino che possedeva un pezzo di terra era fondamentale, era comodo,rendeva di più vivere stabilmente con la propria famiglia li dove quel pezzo di terra era situato. Adesso era tutto l'opposto, il vivere all'interno del paese diveniva essenziale  per la comodità,per la sicurezza; e anche la lontananza dei vari terreni si accorciarono notevolmente con l'avvento dei vari mezzi agricoli  a motore i quali ormai hanno completamente preso il posto del povero asinello, addirittura in questi ultimi anni abbiamo assistito ad un inesorabile abbandono dei vari terreni divenuti non redditizi. In un epoca come la nostra dove basta aprire il frigo per trovarci di tutto fa veramente sorridere poter pensare che sino a qualche decennio fa i “ficu tosti” dovevano essere vigilati come un bene prezioso per non rischiare di essere rubati, oggi neanche si raccolgono più. Una volta molti contadini andavano a cocci d'olivi per poter ricavare qualche litro d'olio, oggi si lasciano marcire a terra, al supermercato costa anche meno di tre euro al litro. Prima (giusto per fare un piccolo esempio)si consumava solo la frutta fresca,i vari ortaggi ecc… solo quelli che offriva ciclicamente la natura.Oggi i pomodori  freschi ci sono tutto l’anno,dopo un mese sono ancora belli coloriti duri,che ci sarà di dentro? Da dove arrivano? Ma poco importa tanto costano meno di un euro.

I giorni della Merla, i giorni più freddi dell'anno

I giorni  della  merla  sono  considerati i  giorni  più  freddi  dell'anno. Se  sono  freddi,  la Primavera  sarà  bella,  se  sono  caldi  la  Primavera  arriverà  tardi. Le leggende  intorno  a  questa  tradizione  sono  molte,ecco la leggenda più famosa

Era la fine del mese di gennaio e faceva un gran freddo, freddo come non si era mai sentito prima d'allora; tutto era coperto di neve, i prati, gli alberi ,le case.
I merli allora erano tutti bianchi, e quasi non si vedevano in mezzo a tutta quella neve.
E la merla continuava a guardare in giro, di qua e di la', perchè non sapeva dove andare a posarsi per il freddo che faceva.
Finalmente vide un camino che fumava e disse al merlo suo compagno: "Guarda quel camino come fuma; entriamo a scaldarci" ; e lui disse: "Va bene, entriamoci".
Insomma, i merli entrarono nel camino e ci rimasero tre giorni e tre notti.
Passati i tre giorni la merla guardò fuori, vide che era spuntato nuovamente il sole e disse : "Usciamo".

domenica 30 gennaio 2011

Video del Vangelo di Domenica 30.1.2011. A cura del Movimento Apostolico.

Esenzione del ticket in Calabria. Secondo Scopelliti fatta una buona legge. Mentre in un convegno organizzato dalla Caritas Calabrese si sottolinea che a pagare il prezzo maggiore per questa sanità malata saranno le classi più disagiate.



Si è svolto a Falerna ( provincia di Catanzaro) il convegno organizzato da Caritas Calabria e dall’Ufficio regionale di Pastorale della Salute è stata ribadita la priorità antropologica delle cure e bocciata la «pseudo cultura» secondo la quale «tutto deve produrre profitto, anche la malattia»..
Il presidente Scopelliti.
Il convegno della Caritas a Falerna CZ
I rappresentanti delle dodici diocesi calabresi sono arrivati per confrontarsi sull’emergenza che sta condizionando la vita delle loro comunità e il primo interrogativo posto da Stamile è stato: «Come mai tanti calabresi sono costretti a emigrare, non solo per il lavoro che non c’è ma anche per la salute?», proponendo di contro una delle più note parabole evangeliche: «Il buon samaritano offre due denari all’albergatore perché si prenda cura dell’uomo bastonato: in Calabria il fiume di denaro pubblico speso per la sanità per che cosa è stato investito?». Anche don Antonio Martello, direttore dell’Ufficio regionale di pastorale della salute, lancia un monito chiaro: «Se c’è un campo dove investire è quello della sanità, magari tagliando i super stipendi di direttori e commissari». Questo perché, dice, «non c’è etica sanitaria senza etica della giustizia». E giustizia è «assicurare il diritto equo e a tutti alla salute e alla vita» ma anche quello «a non risparmiare sulla pelle della gente tagliando servizi e posti letto in modo clientelare, agevolando questo o quel politico locale che ha portato più voti di altri».  Renato Guzzardi, docente Unical e presidente del Nucleo di valutazione dell’Azienda ospedaliera universitaria di Salerno, ha offerto rilievi statistici che hanno guidato la discussione di ieri: «In Calabria - ha detto - si usa il day hospital per non pagare il ticket sulle analisi, tanto che al Mater Domini di Catanzaro la finalità diagnostica ricorre per il 93% dei casi: in Piemonte è ferma al 17%. La frattura al femore è operata entro due giorni nell’83% dei casi a Bolzano, nel 21% in Calabria. In Toscana il 49% degli interventi di colecisti viene fatto in laparoscopia, in Calabria il dato crolla allo 0,8%. E sono i calabresi ad avere la spesa farmaceutica più alta d’Italia: 277 euro annui pro capite. In dodici mesi sono 50 mila le persone che vanno a curarsi fuori regione, con un impatto economico di 250 milioni di euro e ricadute sulla qualità della vita». Anche la Chiesa, ha sottolineato don Antonio Martello, è chiamata a fare la sua parte: si tratta di «umanizzare sia i rapporti quotidiano con i malati che quelli con i medici e gli infermieri» e di riscoprire le proprie figure ministeriali e lo «spirito missionario» che le contraddistingue. Mentre da Cosenza Scopelliti urlava: “Basta inseguire le sciocchezze e metterle in prima pagina''  in merito alle polemiche sorte sul ticket. ''Facendo così - ha continuato - i calabresi vengono confusi. Si insultano i cittadini nel dire che questa situazione li penalizza.

sabato 29 gennaio 2011

Racconti calabresi. Mastru Giannuzzu u scarparu. Di Antonio Cotroneo ( Terza parte )

Aveva un orecchio musicale finissimo ed era capace di accordare la mia chitarra in un batter d´occhio. Poi, con lo strumento suonava e strimpellava vecchie canzoni di
"sonatur´i sutt´e barcuni" e stornelli calabresi. Dirigeva una banda composta da vecchi artigiani tropeani che si recavano a piedi nei paesi vicini di campagna, per suonare durante le processioni e le feste campagnole. Era denominata "banda du vinu", per le tantissime stonature che si sentivano (quando i componenti della banda arrivavano a piedi al paese e iniziavano suonare erano gia' brilli) e per i contratti atipici che stipulavano con i parroci e le commissioni delle feste. Infatti, quando "s´addubbavanu ", (si accordavano) chiedevano poco denaro per la prestazione. Preferivano i prodotti locali (´ndujia, suppressati, salami, capicoi, pan´i casa) e, specialmente, vino che bevevano mentre ritornavano a piedi al paese. Spesso, parecchi componenti della banda rientravano barcollando per le strade, tanto che dovevano essere accompagnati dai parenti e dagli amici fino a casa.. Un´altra importante funzione esercitata dal calzolaio, era quella di suonatore di grancassa e tamburello, per la festa folcloristico popolare burghitana:" I tri da Cruci". Ogni sera, prima che iniziasse a battere la "grancascia"(grancassa), decine di ragazzini burghitani lo aspettavano con impazienza presso la fontana, affinche' ne scegliesse uno per reggergli il grande tamburo. Una volta
ho provato una grande gioia quando ha voluto che io gli tenessi "a grancascia" per tutto il percorso. Infatti, prima di sera i suonatori, scendevano dal Borgo tambureggiando e, arrivati a villetta svoltavano per via Nazionale.
Salendo da questa strada arrivavano in piazza, a Porta Nova, dove si riposavano per una decina di minuti davanti al Purgatorio. Poi riprendevano nuovamente a tambureggiare e i colpi, dati con un mazzuolo imbottito, erano piu' forti, piu' veloci, in modo da richiamare maggiormente l´attenzione delle persone che si trovavano a passare.

venerdì 28 gennaio 2011

Dizionario dialettale Selliese ( lettera S )

Eccoci alla più bella lettera del dizionario dialettale Selliese. Lettera S come Sellia: il più bel borgo che ci sia, con una storia millenaria tutta da scoprire, con tante viuzze,vinelli,che trasudano di storia da riscoprire. Ma vi immaginate Sellia tutta intera senza  i vari cataclismi che l'hanno più che dimezzata,sopratutto quelli disastrosi del 1781 e del 1943. Un grande centro storico tutto unito che partiva da cuvalo sino ad arrivare a sutta Santa Maria, con le sue 5 chiese,con suggestivo monastero, il suo bel castello con i vari palazzi baronale, e dei nobili, roba da far invidia ai vari centri storici di Santa  Severina e di Gerace. Ma ancora oggi malgrado i vari cataclismi è l'ignoranza dell'uomo Sellia conserva un bel borgo il quale va urgentemente messo in sicurezza, rivalutato, pubblicizzato, amato.
Ti vogliu bena Sellia mia.
.
SCACCJARA verbo pestare, eliminare

SACCU s.m. Sacco
SACCUNA s.m. Materasso ripieno di foglie di granturco
SACRESTANU s.m. Sagrestano
SACRESTIA s.f. Sagrestia
SAGGHIJRA verbo Salire
SAGGHIJUTA s.f. Salita
SAJU s.f. Saio
SAJOLA s.f. Bilancetta
SALAMIMA.f.geco,retile
SALATU s.m. Lardo
SALATURU s.m. Vaso
SALICI.n.salice
SAMBUCU. pianta sambuco
SANARA verbo Guarire
SANCIANNI. compare di battesimo
SANCISUCA s.f. Sanguisuga
SANGU s.m. Sangue
SANIZZU s.m. Sanu
SANTORU . localita di Sellia
SANU s.m. Intero
SAPIRA verbo Sapere
SAPUNA s.m. Sapone
SAPUTU agg. Istruito
SARACINU . Saraceno; detto anche agli abitanti di Sellia: "saracini da Sellia"
SARAMENTU. sarmento dello vite (pianta)

A illuminare la nuova cittadella regionale Calabrese, sarà l'energia pulita del fotovoltaico.

Un prospetto al computer della futura cittadella regionale Calabrese
Sarà il fotovoltaico l'energia alternativa che alimenterà il complesso della cittadella regionale in corso di realizzazione nella valle del Corace, in località Germaneto. La Giunta regionale infatti, nella sua ultima seduta, ha adottato un apposito "Atto di indirizzo" con il quale si dà mandato al Dipartimento Lavori pubblici di avviare le procedure di individuazione della migliore tecnologia disponibile che consenta di utilizzare le superfici esterne del costruendo complesso direzionale per la installazione degli elementi che consentano di ricavare energia dall'irraggiamento solare, potendo all'uopo utilizzare una superficie complessiva di ben 190.000 mq. Naturalmente saranno utilizzate le superfici per le quali non sussistono interferenze con altre utenze o sottoservizi, e che pertanto possono essere utilmente impiegate.
«In altri termini – ha spiegato soddisfatto l'assessore regionale ai Lavori Pubblici Giuseppe Gentile – con questo atto si mira, da un lato, a compensare i consumi di energia elettrica o termica e, dall'altro, addirittura a generare un flusso economico in entrata nelle casse regionali, utilizzando le provvidenze del "conto energia". Un percorso virtuoso che dimostra il forte impegno della Regione nel promuovere iniziative volte alla realizzazione di impianti di produzione di energia, mediante soluzioni tecnologiche volte all'uso di fonti rinnovabili, al fine di conseguire l'obiettivo di riduzione dei costi, nonché quello del contenimento delle emissioni inquinanti e, di conseguenza, del miglioramento della qualità ambientale». L'iniziativa dovrà essere condotta mediante lo strumento del "finanziamento tramite terzi", che consente di realizzare un impianto fotovoltaico anche in assenza di finanziamento diretto o contributi pubblici, i cui investimenti sono attivabili con capitale privato. Il progetto mira, inoltre, a completare l'infrastrutturazione delle aree esterne, attraverso la realizzazione di parcheggi coperti, recinzione ed illuminazione dell'area, sistema di

giovedì 27 gennaio 2011

Nel giorno della Memoria,riflessione breve sul razzismo. Per ricordare, per non dimenticare.


Il razzismo è una realtà della nostra società, basta sfogliare i giornali o ascoltare un telegiornale che lo si può cogliere con mano. Alla luce dei recenti fatti di cronaca, l’Italia è attraversata da profondi quanto inquietanti segnali di odi razziali e xenofobi.
Nulla toglie che la barbarie da chiunque venga perpretata sia aberrante ma bisogna saper distinguere il sentimento di deprecazione dell’azione dall’odio alimentato verso gli autori di delitti unicamente per la loro appartenenza all’una o all’altra razza.
Infatti gli episodi inaccettabili di violenza a danni delle donne, che si ripetono quotidianamente rappresentano un allarme sociale da non sottovalutare ma al tempo stesso assistiamo all’innesco di un pericolosissimo meccanismo che identifica gli extracomunitari come coloro che “per natura” sono dediti esclusivamente alla commissione di atrocità di ogni genere.
È pur vero che gli extracomunitari siano più volte i protagonisti di fatti criminosi ma non dobbiamo commettere l’errore di identificare un intero popolo con questi ultimi e per questo odiarlo, facendo sì che la responsabilità personale venga sostituita da una responsabilità razziale.
Questo purtroppo è ciò che si avverte nell’aria.
Questa recrudescenza è coincisa con la commemorazione della Shoah.
Proprio questo ci dovrebbe far riflettere : non dobbiamo dimenticare mai che sei milioni di ebrei sono stati sterminati solo per odio razziale, non dobbiamo dimenticare che sei milioni di innocenti sono stati privati della loro dignità ancor prima della loro vita perché appartenevano ad una razza invisa al Terzo Reich; non dobbiamo dimenticare che tanti bambini innocenti hanno varcato la soglia del sonno eterno per questioni di razza. Mai più accada un simile orrore!
Bisogna tenere sempre alta l’attenzione verso ogni forma di razzismo, perché la storia ci insegna che nulla è impossibile all’uomo!

Frasi sui campi di concentramento di grandi scrittori del 900. Per ricordare,per non dimenticare.


  In questo luogo è proibito tutto, non già per riposte ragioni, ma perché a tale scopo il campo è stato creato.
 Levi, Primo (1919-1987)
Se questo è un uomo
Il Lager è la fame: noi stessi siamo la fame, fame vivente.
Levi, Primo (1919-1987)
Se questo è un uomo

La camera a gas è l'unico punto di carità, nel campo di concentramento.
Morante, Elsa (1912-1985)
La storia: 1944,

Quando si parla di vittime dei lager, si contano solo quelli che vi sono morti. Bisognerebbe pensare anche a quelli che [...] liberati, ma separati per sempre dagli altri a causa di quello di cui erano stati testimoni, si lasciarono scivolare nella morte, avendo esaurito ogni energia. La loro percentuale è spaventosa.
Tournier, Michel (1924-)
Allemagne, notre mère à tous...

Il video scelto per il giorno della memoria. Oggi 27 gennaio. Per ricordare,per non dimenticare

Il video scelto per oggi 27 gennaio 2011 giorno della memoria. E’un video che tutti dovrebbero vedere,un video con delle immagini che possono sembrare forti,crudeli. Un video che ci descrive nei particolari quello che la mente umana deviata da falsi idealismi può commettere crimini efferati con la massima semplicità. Il tutto è successo non molti decenni fa. Per ricordare, per non dimenticare affinché non accada MAI PIU'

Oggi 27 gennaio giorno della Memoria. Per ricordare, per non dimenticare.

 Il 27 gennaio del 1945 furono aperti i cancelli di Auschwitz, il campo di concentramento e di sterminio costruito dai nazisti nella Polonia occupata, dove persero la vita oltre un milione di ebrei, tra cui molte migliaia di ebrei italiani. Il Giorno della Memoria, che il 27 gennaio del 2011 celebriamo per l’undicesima volta, è stato istituito per non dimenticare la Shoah e le altre vittime dei crimini nazisti, monito affinchè quanto avvenuto non si ripeta mai più, per nessun popolo, in nessun tempo e in nessun luogo.In Italia, la tragedia della Shoah colpì il popolo ebraico con le leggi razziali del ’38 e, successivamente, con le deportazioni, iniziate con l’occupazione nazista avvenuta dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Anche altre persone e categorie furono perseguitate dal regime, “colpevoli” di una diversità di idee, di valori, di appartenza etnica o religiosa. Tale volontà liberticida e antidemocratica rappresentò un vero e proprio passo indietro rispetto alle conquiste e alle idee di libertà e democrazia che nel secolo precedente erano state alla base dei moti che portarono all’unità d’Italia, interruzione ventennale di un processo di ritrovata dignità e piena integrazione per gli ebrei italiani, il cui filo venne ripreso subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale. L’Italia unita aveva significato per la minoranza ebraica l’emancipazione, la chiusura dei ghetti, l’agognata raggiunta parità con gli altri cittadini dopo secoli di emarginazione. Una libertà e una uguaglianza che appunto il fascismo negò solo pochi decenni dopo, nel 1938, con l’emanazione delle leggi razziali, funesto presagio di quanto avverrà, tragicamente, in seguito.
Il 17 marzo del 2011 ricorreranno i 150 anni dalla proclamazione dell’Unità. Una data che ci sta molto a cuore anche perché a quel processo storico gli ebrei presero parte con forza, convinzione e passione.
In oltre due millenni di presenza nella penisola gli ebrei, quando è stato loro permesso, hanno preso parte alla vita e alla storia del Paese, con un ruolo rilevante nelle sue evoluzioni politiche, sociali, culturali. Nel caso del Risorgimento, l’adesione degli ebrei italiani fu generalizzata: vi parteciparono dall’attività cospirativa mazziniana sino alla presa di Roma.

mercoledì 26 gennaio 2011

La vita quotidiana di una comune famiglia Calabrese nelle campagne di Sellia verso il 1920. Quarta parte

La mattina presto dopo la Santa Messa dell’aurora la quale era sempre gremita, ognuno si dedicava alle proprie mansioni, ovviamente la maggior parte essendo contadini andava nei vari terreni.  Cosi si vedevano  intere famiglie con l’asinello, la capretta in cammino verso una nuova, dura giornata nei campi, il cammino poteva durare anche più di un ora  e soprattutto  il ritorno ( sempre in salita) dopo aver zappato un intera giornata diveniva un colpo di grazia che sfinivano i poveri contadini, ma anche sfiniti facevano il loro ritorno a casa cantando,cantando tante canzoni popolari, cosi come avevano fatto al mattino. Anche in questo chi stava stabilmente in campagna era avvantaggiato, evitando  il faticoso viaggio di andata e ritorno che spesso avveniva anche sotto la pioggia o il sole cocente. Un grosso handicap per chi viveva stabilmente nelle campagne era la quasi assenza di vita sociale,ogni giorno era uguale,facendo sempre le stesse cose, spesso soprattutto d’inverno quando le giornate erano corte e il freddo  faceva da padrone, quando erano le 6 di sera si andava a letto. Chi abitava nelle campagne non frequentava neppure le prime classi della scuola elementare che  all’inizio del secolo scorso era divenuta almeno sulla carta obbligatoria. Ma come passavano le lunghe serate invernali le tante famiglie che vivevano stabilmente nei vari terreni?  In località Bosco per esempio una famiglia aveva aperto un piccola "putica du vinu" con tanto di spaccio per i prodotti più necessari che servivano ai vari contadini, senza cosi risalire a Sellia. Sfruttando la centralità del proprio terreno e la comodità per raggiungerlo aveva adibito alcune stanze della propria turra  a putica.
Caratteristica campagna di Sellia

CATANZARO, al Pugliese rinnovato il reparto di Neatologia pediatrica. Con una bella novità: con una web camera le mamme potranno vedere in diretta il proprio bambino anche da casa.

Il taglio del nastro con il presidente Scopelliti


La visita all'interno del nuovo reparto
«Si continuano a scrivere pagine di buona sanità», ha esordito il Governatore Giuseppe Scopelliti, nel presiedere l'inaugurazione del nuovo modernissimo reparto di Patologia Neonatale dell'ospedale Pugliese-Ciaccio. «Un'opera – ha detto – che poteva essere consegnata nel 2009 ma che solo ora vede finalmente la luce. Un intervento con cui si cerca di migliorare situazioni esistenti, in attesa della realizzazione della nuova struttura ospedaliera. Un atto obbligatorio, un modo tangibile per continuare a produrre seri risultati in una realtà problematica che specie in reparti del genere continua a generare, situazioni allarmanti». Un progetto importante realizzato in soli 5 mesi, in anticipo rispetto ai tempi previsti, migliorie necessarie e perfettamente riuscite che contribuiscono a collocare l'azienda ospedaliera del capoluogo al top della sanità calabrese. Ed è per questo che Scopelliti parla con orgoglio e soddisfazione, sicuro dei traguardi che, insieme alla sua squadra, sta raggiungendo. La parola d'ordine è concretezza, fattibilità di idee, «risposte che arrivano a Roma, in piena regolarità con i tempi e le modalità che ci vengono imposti dal Governo». Il riferimento è all'intenzione del Ministro Fazio di intervenire sulla sicurezza dei centri nascita creando strutture più efficienti ed avanzate. «Chiudiamo punti nascita - ha detto Scopelliti – che non rispondono agli standard nazionali e si realizzano allo stesso tempo vantaggi per la regione, obbedendo così ad una vera e propria cultura del fare. La Regione versa sul Fondo Nazionale più di 230 milioni di euro per l'emigrazione sanitaria». 

Taverna, per il quarto centenario della nascita di Mattia Preti sarà allestita un imponente mostra con esposizioni da parte dei più grandi musei del mondo.

 Mattia Preti: Cristo Fulminante
Taverna piazza del popolo
Taverna: per le celebrazioni Pretiane tanti i consessi ricevuti. I "sì" sono giunti dal Louvre di Parigi, 
dall'El Prado di Madrid, dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, dal Museo civico di Prato e ancora da altre prestigiose gallerie d'arte nazionali ed internazionali. E ciononostante si lavora incessantemente nel Museo civico di Taverna per l'allestimento della più grande esposizione di opere di Mattia Preti mai realizzata finora, dal titolo "Lux fides. Arte alla luce, luce alla fede", in programma da qui a due anni, in occasione del quarto centenario dalla nascita del "Cavalier Calabrese".
La cittadina presilana, quindi, si candida a pieni voti a essere il centro calabrese protagonista delle celebrazioni che si apriranno ufficialmente nel 2013, avendo dato i natali al pittore che volle costantemente mantenere un legame profondo con il proprio "borgo" di origine, inviando opere che a tutt'oggi tracciano un percorso completo dell'evoluzione artistica di Mattia Preti e che sono ammirabili nelle chiese di San Domenico e di Santa Barbara, a Taverna. Un progetto ambizioso, dunque, quello portato avanti dall'amministrazione comunale e dalla direzione della galleria civica cittadina, per il quale si sta lavorando già da qualche anno. E per concretizzare l'allestimento dell'ambiziosa mostra è stato già da tempo gettato un "ponte culturale" con la Repubblica di Malta, paese di adozione dell'artista che nell'isola del Mediterraneo si spense nel 1699. È stato siglato, infatti, già nel luglio dello scorso anno un protocollo di intesa tra il sindaco, l'assessore alla Cultura e il direttore del Museo civico di Taverna, rispettivamente Eugenio Canino, Clementina Amelio e Giuseppe Valentino, con Sandro Debono dell'Heritage Malta - National museum of fine Arts. Un partenariato importante questo, dunque, non solo per la quantità di opere che giungeranno a Taverna da Malta ma anche per gli indubbi vantaggi in termini di contenimento dei costi che la sottoscrizione dell'intesa permetterà. Nella seconda metà del 2013, poi l'esposizione dovrebbe spostarsi nell'isola del Mediterraneo.
Proficui, dunque, i rapporti collaborativi tra i rappresentanti dei due significativi luoghi della vita del Cavalier Calabrese, e che troverebbe il suo culmine proprio nel progetto di eventi celebrativi per il quale si prevede un impegno di spesa complessivo da oltre un milione di euro.

martedì 25 gennaio 2011

Simeri Crichi: nella frazione di Simeri ufficio postale chiuso da quasi due mesi

Simeri


Simeri Crichi:  nella frazione di Simeri continua a rimanere chiuso l'ufficio postale. Porte serrate dallo scorso primo dicembre, con la conseguente ira dei cittadini.A seguito dei disagi a cui quotidianamente vanno incontro, senza capirne un valido motivo di questa prolungata chiusura. L’unica nota ufficiale rimane quella che la titolare delle poste della frazione di Simeri è stata utilizzata in un altro ufficio. I cittadini evidenziando l’ingiustificato prolungarsi del  disservizio hanno inviato una lettera sia a poste Italiane che alla prefettura di Catanzaro, rimarcando che: “se questa incresciosa situazione perdurerà saranno messi in atto tutte le azioni utili alla difesa dei nostri diritti, anche per via legale” Inoltre giustamente hanno chiesto un incontro urgente con il prefetto Antonio Reppucci  per trovare una soluzione ai continui disagi che soprattutto la popolazione più anziana è costretta suo malgrado a subire.

La Calabria in piena bufera eolica, inizia nel pensare alla vera energia pulita del fotovoltaico.

Il nuovo impianto fotovoltaico di Altomonte CS

Un impianto eolico che deturpa la Sila.
E’ notizia di questi  giorni  che Il gip di Catanzaro ha autorizzato la proroga delle indagini sulla costruzione di parchi eolici in Calabria in cui sono coinvolte 34 persone. L'inchiesta riguarda una presunta tangente di 2,4 milioni di euro che sarebbe stata pagata a politici da imprenditori interessati ad entrare nell'affare dell'eolico, ma anche l'iter realizzato dei singoli parchi e le procedure attivate per l'autorizzazione delle richieste avanzate da varie società, che sono 262.
Cartina della maggiore esposizione del sole
Le indagini dovrebbero essere adesso suddivise in tanti filoni quanti sono i parchi oggetto dell'inchiesta. Una regione come la nostra che rischia di venir deturpata dal suo stupendo,unico paesaggio. Basta con queste inutili pale eoliche che producono ben poco che il più delle volte non girano, anzi fanno girare ben altro. L’energia alternativa,pulita si chiama fotovoltaico, la nostra terra,  terra del sole del calore. Da incoraggiare il bel impianto fotovoltaico di Altomonte in provincia di Cosenza frazione di  Serragiumenta, un impianto fotovoltaico a terra avente una capacità complessiva cumulata pari a 5 MW. Si risparmieranno 5.800 tonnellate annue di anidride carbonica (CO2), e non saranno bruciati combustibili fossi pari a 634 “Tep”, ovverosia tonnellate di petrolio equivalenti. E’ questo il risparmio ambientale che garantirà alla Regione Calabria. L’impianto è stato infatti completato da “ESSE”, una joint venture paritetica tra la controllata verde di Enel, Enel Green Power, ed il colosso giapponese Sharp; “ESSE” sta infatti per Enel Green Power & Sharp Solar Energy. L’impianto fotovoltaico è stato realizzato proprio con i pannelli solari Sharp a fronte di una capacità di produzione di energia pulita pari annualmente a ben 7,5 milioni di chilowattora, quanti ne bastano per soddisfare il fabbisogno energetico annuo di 2.800 famiglie.

lunedì 24 gennaio 2011

L'Arrivo della corrente elettrica dentro le varie abitazioni di Sellia. La luce "a furfè"



Nei primi anni 30 a Sellia iniziò ad  arrivare la corrente anche dentro le varie abitazioni, la quale veniva chiamata “a furfè” perché non si pagava per il reale consumo ma una volta al mese veniva corrisposto un pagamento forfettario. La cabina era sistema a circa la meta della gradinata da Portabella. Un addetto che veniva pagato da una società privata Napoletana (all’epoca L’ENEL non era ancora nata)andava alla cabina due volte al giorno la mattina presto per sospendere l’erogazione, e non appena si faceva buio per accendere l’interruttore. Durante il montaggio dei primi pali con i fili elettrici non si badava certo al fattore estetico tanto che l'intero paese veniva attraversato da un groviglio di fili,mentre i pali venivano posizionati sopra i tetti più alti. La ditta lasciò un ricordo del lavoro che stavano svolgendo, costruendo sopra un tetto di una casa nel rione Ruscia  un piccolo busto in onore di Guglielmo Marconi ( il quale si può vedere nella foto) Dentro le varie abitazioni c’era sistemato un unico punto luce, questa lampadina (che non superava i 25 w) veniva spostata nelle varie stanze  con un filo molto sottile e lungo. La corrente che serviva Sellia ma anche i vari comuni vicini arrivando sino a Catanzaro, veniva prodotta da una delle prime centrali idroelettriche ed era situata nel territorio di Sellia nelle vicinanze dell’attuale laghetto del fiume Simeri  in località “crisara” questa centrale ha erogato energia sino al disastroso alluvione del 1943 (che cancellò definitivamente mezzo paese) la centrale subì ingenti danni tanto che la società che la gestiva decise di abbandonarla.  Di questa importante opera che  garanti l’elettricità a molti centri tra i quali come abbiamo detto anche Catanzaro................... (continua)

sabato 22 gennaio 2011

La consulta giovanile di Sellia cerca minimo 20 iscritti per aprire i corsi di ballo e strumenti musicali organizzati dalla scuola di musica Tarantiamo. Iscriviti!

                              

                                   LA CONSULTA GIOVANILE DI SELLIA
E’ LIETA DI  PRESENTARE ALLA COMUNITA' TUTTA UN NUOVO PROGETTO:       
                  L'APERTURA DEI CORSI DI  BALLO E STRUMENTI MUSICALI
GRAZIE ALLA  COLLABORAZIONE CON LA SCUOLA DI MUSICA
                                                  “TARANTIAMO” SEÂ "
  CON UN MINIMO DI 20 ISCRITTI SI PROTREBBERO APRIRE I CORSI DI:
  • BALLO DELLA TARANTELLA
  • STRUMENTI ETNICI
  • ORGANETTO
  • LIRA CALABRESE
  • CHITARRA BATTENTE
  • PIPITA
  • TAMBURELLO
    PER INFO SEDE DELLA CONSULTA
    COSA ESPETTI? ISCRIVITI!....................... VI ASPETTIAMO. PASSEREMO DELLE ORE INSIEME DIVERTENDOCI IMPARANDO COSE NUOVE.

    Villa Margherita ( Villa Trieste) la storica villa della città Di Catanzaro è stata riconsegnata alla cittadinanza.


    Il caratteristico chiosco sistemato all'interno della Villa


    Il taglio del nastro nell'inaugurazione di ieri
    Dopo tanta attesa, la cittadinanza ha visto la riconsegna dell’amata Villa Margherita (già Villa Trieste), in occasione del 130° anniversario dell’intitolazione della Villa alla Regina Margherita di Savoia. A celebrare l’evento, il Primo Cittadino Rosario Olivo con l’Arcivescovo metropolita Mons. Antonio Ciliberti e il Prefetto Antonio Reppucci. Il simbolico taglio del nastro ha di fatto sancito l’inizio di una nuova “stagione”, ma con un ritorno all’antico, per tutto ciò che è stato custodito e che è rimasto come patrimonio da tramandare. Tutto questo non si sarebbe realizzato senza il lavoro dei vari assessori: Roberto Talarico, assessore all’arredo urbano; Franco Curcio, assessore ai Lavori Pubblici; Domenico Iaconantonio, assessore all’Ambiente; Antonio Argirò Assessore alla Cultura e Giuseppe Marcucci, assessore alle Finanze.
    Foto d'epoca dell'ingresso di Villa Margherita Catanzaro
    Il Sindaco Olivo ha spiegato chè stata effettuata la ripavimentazione in zone di degrado, la reintegrazione della macchia mediterranea (punto che Olivo ha voluto rimarcare particolarmente, ringraziando la Catanzaro Servizi per l’impeccabile opera di piantumazione), è stata bonificata l’intera superficie per la sicurezza dei percorsi, edificati nuovi celebri busti della nostra storia con bacheche correlate,  create diverse aree ludiche per i bambini con annesso chiosco di ristoro insieme al campetto polifunzionale, oltre al “Palco della Musica”. Successivamente, lo storico Aldo Ventrici, rifacendosi alle parole del Sindaco che ha definito questa villa come “luogo dell’anima”, la esalta ancor più in quanto “luogo del ricordo intorno al quale c’è racchiusa quasi tutta la storia di questa città!”. In seguito, il responsabile del procedimento, l’architetto Biagio Cantisani, ha spiegato l’entità e i risultati di questo lavoro alacre, conseguiti grazie all’impiego della Ditta “Neri”, nella persona proprio di Antonio Neri, Presidente del Museo della Ghisa, il quale, nell’elogiare le nuove opere, si sofferma sull’importanza del “Palco della Musica”, invitando i cittadini a vivere e ad animare questo luogo con la musica, tipicamente popolare, avvicinando ulteriormente i giovani.
    Straordinariamente presente alla cerimonia anche il Console Generale della Repubblica Federale di Germania a Napoli, Christian Much, ringraziato dal Sindaco per la sua presenza estremamente importante e inaspettata.
    Durante il solenne momento della benedizione, l’Arcivescovo Ciliberti ha ringraziato l’Amministrazione Comunale e il Sindaco per aver consentito alla Villa di elevarsi a una nuova storica funzione al servizio della città. In fine, grande commozione per l’omaggio reso con una targa alla memoria del giovane Rosario Russo, rimasto vittima nella tragedia del Camping “Le Giare” per salvare la vita ai suoi genitori disabili.

    venerdì 21 gennaio 2011

    Il 17 marzo 2011 sarà festa Nazionale per l'occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia. Niente scuola o lavoro ma solo per quest'anno.





    Nel 2011 Pasquetta coincide con il 25 aprile e Natale cade di domenica. Ma l’anno dei ponti spariti avrà anche una festa in più, e sarà un giorno davvero speciale: il 17 marzo, un giovedì, uffici e scuole resteranno chiusi per lasciare spazio alle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. «Penso che quel giorno non si andrà né al lavoro né in classe perché così è scritto nella legge» dice Gianni Letta durante la presentazione delle cerimonie ufficiali per l’anniversario nella sede della stampa estera a Roma. «Ma non sarà così sempre — spiega il sottosegretario alla presidenza del consiglio — sarà così solo per il 2011, l’anno della ricorrenza». Un giorno di festa in più, dunque, ma una tantum. E che dovrebbe riguardare non solo gli uffici pubblici ma anche il settore privato. Dovrebbe, perché in realtà la legge non è chiarissima e non modifica «l’elenco delle ricorrenze festive» fissato 60 anni fa e ritoccato solo una volta sempre per legge. «Sarà probabilmente necessaria una norma interpretativa da parte del governo» dice Antonio Saitta, presidente della provincia di Torino che con l’Unione delle province, di cui è vice presidente, aveva lanciato la proposta per «consentire a tutti di celebrare l’unità del Paese».

    La vita quotidiana di una comune famiglia calabrese nelle campagne di Sellia verso il 1920. Terza parte

    In ogni piccola o grande vallata "cavuna"   c'erano sorgenti d'acqua con molte "cibbie" le quali non seccavano mai neppure durante il periodo estivo perché d'inverno pioveva, pioveva molto, spesso anche per settimane di fila senza interruzione, scendeva una fitta foschia che andava via solo dopo giorni o settimane di pioggia. Anche questo diveniva un lato positivo per chi abitava stabilmente nella campagna perché appena il tempo smetteva anche per alcune ore ci si poteva subito dedicare a fare alcuni lavori  che non potevano essere rimandati, mentre chi abitava nel paese prima che decidesse di andare in campagna o meno, caricare l'asino ecc...  era facile che si rimetteva a piovere di nuovo. Come abbiamo visto  l'allevamento di alcuni animali diveniva essenziale nell'avere una dispensa un pò piena oppure vuota. In paese ogni famiglia chi più chi meno aveva animali da cortile che girovagavano anche dentro casa come: galline,conigli,colombe,mentre il maiale era un lusso di pochi oppure veniva accudito da più famiglie dividendosi poi le varie provviste. I furti di galline, conigli ecc  era all’ordine del giorno, le molte famiglie più povere che non potevano permettersi di avere neppure una gallina spesso nottetempo per bisogno rubavano quello che potevano, proprio per questo molti preferivano dormire assieme alle galline, conigli ecc…  legando la capretta che era il bene più prezioso “ ari pedi da tavarca”

    giovedì 20 gennaio 2011

    Magisano in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell'unità d'Italia,consiglio comunale aperto con il tema centrale "La musica popolare ed amatoriale dal 1861 ad oggi "

    Nella foto un momento della festa al'interno della sala consiliare del comune di Magisano.


    L’amministrazione comunale di Magisano presieduta dal sindaco Antonio Lostumbo  aderendo alla proposta avanzata dal Ministero dei beni culturali in occasione dei festeggiamenti per i  150 anni dell’unità d’Italia. Ha organizzato una grande festa, con molte autorità presenti  durante  una seduta del consiglio comunale aperto che aveva come tema centrale: “La musica popolare ed amatoriale dal 1861 ad oggi” il tutto allietata dall’ associazione bandistica  “San Pietro”  diretta da Geraldo Olivo. I vari oratori hanno evidenziato il percorso storico che ha portato all’Italia unita, rimarcando quello prettamente territoriale che va dal Risorgimento ai nostri giorni  con un crescente divario tra Nord e Sud, con il conseguente  esodo di emigranti , dovuta anche alle condizioni di forte arretratezza e miseria che vivevano maggiormente i paesi del Mezzogiorno.

    Cliccatissimo su you tube il brano del film "Qualuquemente"cantato in dialetto calabrese da Antonio Albanese

    Onda Calabra, la canzone scritta dal gruppo calabrese "Il parto delle nuvole pesanti" è adattata ad hoc per il film Qualunquemente, diretto da Giulio Manfredonia con Antonio Albanese nei panni di Cetto La Qualunque. La pellicola, che uscirà nelle sale cinematografiche italiane il prossimo 21 gennaio, racconta la storia di Cetto La Qualunque, un latitante che per non cadere in balia della legalità finisce per fare il politico. Il brano scritto per il film - cantato rigorosamente in dialetto calabrese da Antonio Albanese - è cliccatissimo su 'YouTube' e anche le radio lo programmano.


    Sotto il video originale cantato dal gruppo Il parto delle nuvole pesanti

    mercoledì 19 gennaio 2011

    Esce venerdi al cinema il film di A. Albanese "Qualunquemente" ispirato ad un improbabile sindaco calabrese fondatore del pdp "U partitu du pilu". Albanese dichiara che comunque la realtà ci sta superando "parecchiamente"

    Esce venerdi 21 Gennaio il nuovo film di Antonio Albanese Qualunquemente  il quale porta sul grande schermo il suo mitico personaggio ""cetto la qualunque" sindaco calabrese del partito du piluNel panorama politico odierno «Cetto La Qualunque è un moderato». Ne è convinto Antonio Albanese che ha presentato a Roma il personaggio.  Un film diretto da Giulio Manfredonia che, spiega Albanese, e confermano le cronache quotidiane, «a tratti supera la realtà, la finzione e ogni forma di comicità. Molti politici sono veramente ridicoli». E' la storia di Cetto Laqualunque, corrottissimo imprenditore e politico calabrese di rara volgarità e spregiudicatezza che torna in patria dopo una lunga latitanza per candidarsi al posto di sindaco, contro il «pericoloso paladino della legalità» De Santis. Il film è stato scritto dall'attore con Piero Guerrera tre anni fa. Come dire, sembra ieri. Anzi, oggi. Albanese racconta che è «uno spaccato del Paese, e "senzadubbiamente", come direbbe Cetto, vitale, è dolce, sereno e comico». Ognuno se le trovi da solo le somiglianze, lascia intendere il comico. E a chi gli domanda quale politico si aspetti di vedere al cinema, Albanese risponde: Spero di vederli tutti, anche se molti non pagano...»

    Per i festeggiamenti per i 150 anni dell'unità d'Italia. La marcia dell'unità D'Italia giorno 20 gennaio farà tappa a Catanzaro presso il museo Musmi


     
    Giorno 20 gennaio a Catanzaro la marcia dell'unità d'Italia, organizzata dal nastro azzurro con il maratoneta Michele Maddalena farà tappa al museo provinciale Musmi presso il parco della biodiversità. Maddalena porterà un messaggio di unità nella ricorrenza del 150/mo anniversario della sua proclamazione, avvenuta a Torino il 17 Marzo 1861, che sarà sottoscritto da tutti i presidenti delle 20 regioni italiane e poi consegnato il 17 Marzo 2011 nella capitale piemontese dove ebbe sede il primo Parlamento Italiano, nelle mani del Presidente della Repubblica. 
    Il museo militare Musmi di Catanzaro all'interno del parco della biodiversità

    Partito da Redipuglia il 3 Novembre 2010 Maddalena ha percorso tutto il territorio italiano fermandosi nei capoluoghi ed in altre località dove ha potuto incontrare rappresentanti istituzionali, cittadini ed associazioni. A Catanzaro l’Associazione Calabria in Armi parteciperà all’iniziativa durante la quale a Maddalena sarà consegnata, da parte del Generale di Divisione Pasquale Martinello, già comandante del Cme Calabria, una targa commemorativa dell’ evento per confermare il valore dell’Unità del nostro Paese.
    Sulla targa ricordo ci sarà scritto: «Il nome Italia è nato in questa terra di Calabria e accomuna oggi tutta la Nazione. Nel 150/mo anniversario della nostra unità politica se ne confermi il valore, frutto della volontà e del sacrificio di intere generazioni».

    martedì 18 gennaio 2011

    Racconti calabresi. Mastru Giannuzzu u scarparu. Di Antonio Cotroneo ( seconda parte )

    Infatti, l´ apprendista, remunerato settimanalmente con qualche spicciolo, oltre ad imparare il mestiere per poter un domani vivere, a casa del mastro era anche salvaguardato e protetto, affinche' non andasse in giro per il paese a vagabondare, oziare, frequentare brutte compagnie che lo avrebbero sicuramente condotto sulla strada sbagliata: la malavita. Se il mastro notava  che "u discipulu" era ubbidiente e volenteroso,
    pazientemente gli trasmetteva tutti i segreti del mestiere, affinche' un domani divenisse un valente "scarparu" ed essere, cosi', orgoglioso di aver contribuito non solo a farlo "mastru" ma anche uomo corretto, stimato e ben voluto dall´intera collettivita' del paese. Attualmente, calzolai se ne contano ancora un paio che esercitano "u misteri" facilitati dai moderni macchinari e attrezzature messe a disposizione dall´industria. Io sono nato un
    piano sopra la casa di Mastru Giannuzzu. Dato che la nostra abitazione era pericolante,
    mia madre, qualche anno dopo, si trasferiva in una casa piu' grande di fronte al Mastro.
    Uscendo dalla sua porta c´era un piccolo giardino, con tanti fiori, che lui annaffiava e
    curava con tanta pazienza e dove io, da bambino, mi recavo a giocare, guardato da sua
    moglie. Il mastro era tipo di poche parole, laborioso davanti al "banchettu di scarpi";
    attaccato alla famiglia e, ancor di piu', alla sua tromba con cui si esercitava tutti i giorni
    durante le frequenti pause lavorative.

    Frana di Janò (Catanzaro) si aspettano opere di messa in sicurezza del territorio. Il comune ha già chiesto un incontro urgente con la regione per accelerare l'iter dei lavori.

    Riunione ieri mattina a palazzo De Nobili tra l'assessore alle Politiche sociali Nicola Sabatino Ventura, il dirigente del settore Lavori pubblici Carolina Ritrovato, il dirigente dell'Autorità di bacino della Regione Giovanni Ricca, e i residenti del quartiere Janò le cui abitazioni e attività imprenditoriali sono state colpite dall'alluvione del febbraio dello scorso anno.
    L'incontro è stato voluto dal Comune alla luce dell'ordinanza del Commissario per l'emergenza, il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, con la quale si stabiliscono i meccanismi per l'applicazione dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 31 marzo 2010, che prevede contributi economici per chi ha subito danni in quell'evento calamitoso. «Alla luce di quanto stabilito – ha spiegato l'assessore Ventura – ci troviamo di fronte a delle difficoltà oggettive che nascono da una riflessione, a nostro avviso, molto pertinente: mettere a posto delle strutture che sorgono in una zona non agibile sarebbe del tutto inutile. Bisogna prima capire se il territorio può garantire l'adeguata sicurezza e poi, eventualmente, partire con la ristrutturazione degli edifici danneggiati. Su questa problematica e su delle altre che sono emerse anche attraverso il contributo dei tecnici, si rende necessario un incontro con la Regione, incontro che ho già chiesto al Commissario e che spero possa esserci accordato in tempi brevi».
    L'assessore ha ricordato che l'amministrazione comunale è soggetto attuatore per cui «non ha molta libertà né di interpretazione né di iniziativa ma ha soltanto il dovere di applicare quanto prevedono le ordinanze».
    Intanto, il consigliere comunale Franco Cimino afferma che i provvedimenti del Governo sono inadeguati per la frana di Janò e che occorre un Piano di messa in sicurezza di tutto il territorio. «Ad una popolazione - afferma Cimino - ormai stanca per l'anno trascorso tra alberghi, strada e uffici, e allo stesso Comune lasciato letteralmente solo ad affrontare con i propri scarsi mezzi la grave emergenza, le due ordinanze, con le quali si vorrebbe dare una risposta a quanti hanno perso casa e lavoro nella ormai famosa frana di Janò, probabilmente possono anche andar bene. "Meglio che niente", dietro la cui espressione si nascondono un po' tutti: il Governo che dice di dover affrontare tante altre e più gravi situazioni nel Paese; la Regione che lamenta di non aver soldi; la Provincia che in Italia è ormai diventata istituzionalmente ente deresponsabilizzato; il Comune che più di quel che ha fatto umanamente non avrebbe potuto fare. Ma è bastato un incontro con l'ing. Ricca e l'assessore Ventura per capire, loro malgrado, che la questione Janò è ancora aperta. La prima cosa che si avverte è il diverso trattamento che il Governo ci ha riservato rispetto ad altre Regioni altrettante sfortunate, quali la Sicilia, la Campania e più recentemente il Veneto.

    lunedì 17 gennaio 2011

    La vita quotidiana di una comune famiglia calabrese nelle campagne di Sellia verso il 1920. Seconda parte

    Abitare stabilmente in campagna diveniva fondamentale per difendere il proprio terreno i propri raccolti dai molti furti. Giusto per fare un esempio quando era il periodo dei fichi i quali si sistemavano sopra dei cannizzi per farli essiccare venivano sempre vigilati, perché erano molto frequenti i furti dei fichi con tutti i cannizzi, mentre quando si ” mburnavano “  nel vicino forno a legno ( che molto spesso era costruito attaccato  all’abitazione) venivano fatti tutti in un giorno controllati a vista durante la notte sino a che non si portavano al paese per barattarli oppure chiuderli in cassaforte, infatti un vecchio detto diceva che sino a San Nicola non si potevano toccare i ficu tosti. Ora il tutto potrebbe far sorridere.. ..rubare dei fichi secchi? Ma nel contesto dell’epoca dove la miseria la toccavi con mano,anzi la mangiavi sia a pranzo che a cena ogni prodotto della terra era una ricchezza. Nei vari terreni si coltivava di tutto mai la terra rimaneva incolta ogni bravo contadino aveva i suoi semi che erano veramente tanti, a Sellia sino alla fine del secondo conflitto mondiale si coltivava tra le altre cose: cacao,caffè,tabacco,anguria,orzo,granturco,lupini, bambagia, cotone ecc..:.  Si conservano gelosamente i vari semi trattandoli come un bene prezioso scegliendo quelli più idonei nel garantire una buona resa.

    Ricette tipiche Calabresi. Spaghetti cu a mullica (Pasta con la mollica)


    Spesso i piatti della cucina calabrese sono molto poveri, perchè provenienti da una tradizione contadina che aveva a disposizione pochi ingredienti per cucinare. La “pasta ca’ muddhìca” è uno di questi. Per prepararla usate pasta lunga, come bucatini o spaghetti.
    Ingredienti
    • 400 gr. spaghetti
    • Olio di oliva
    • 2 spicchi d'aglio
    • Pane grattugiato
    • Formaggio grattugiato

    E' una ricetta molto semplice e veloce da preparare.
    Mettere a bollire l'acqua per la pasta: nel frattempo sbucciare l'aglio e tagliarlo fine in una padella con l'olio e farlo dorare.
    Mettere a cuocere la pasta e scolarla abbastanza al dente.
    Versare l'olio e l'aglio sulla pasta. Nella padella in cui si è soffritto l'aglio, mettere due cucchiai di pane grattugiato a tostare sul fuoco per qualche secondo. Distribuire il pane sulla pasta e mescolare.
    Cospargere infine di formaggio a piacere. Se gradite insieme all'aglio è possibile rosolare anche due acciughe salate disliscate e schiacciate
    con una forchetta.
    Ricetta inviata dalla nostra collaboratrice Maria................. Buon appetito

    domenica 16 gennaio 2011

    Karol Wojtyla,Giovanni Paolo II sarà beatificato il primo maggio del 2011, a sei anni dalla sua morte avvenuta il 2 aprile del 2005. Santo subito.


    L'episodio: la guarigione di una suora dal morbo di Parkinson. Sarà Ratzinger, che ha derogato alle norme canoniche, a presiedere al rito previsto per la Domenica in Albis nella quale Giovanni Paolo II istuì la festa della Divina Misericordia. "La salma non sarà riesumata né esposta"

    A sei anni dalla morte, avvenuta il 2 aprile del 2005, Giovanni Paolo II sarà beatificato. La cerimonia è stata fissata per il primo maggio di quest'anno. Benedetto XVI infatti ha derogato alle norme canoniche in base alle quali il processo canonico per la beatificazione può essere aperto solo cinque anni dopo la morte.
    "La beatificazione di Papa Wojtyla ad appena sei anni dalla morte è stata resa possibile da una 'corsia preferenziale' voluta da Benedetto XVI, che aveva anche dispensato dall'attesa dei cinque anni per avviare il processo. Ma nessuno sconto è stato fatto nelle procedure e negli accertamenti durante il processo canonico, che anzi è stato particolarmente scrupoloso", ha spiegato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi.
    L'annuncio della beatificazione è stato dato con la promulgazione del decreto che attribuisce un miracolo all'intercessione di Giovanni Paolo II, la guarigione dal "morbo di Parkinson" di suor Marie Simon Pierre Normand. Padre Lombardi ha annunciato che il rito avverrà il primo maggio, nella Domenica in Albis, cioè la prima successiva alla Pasqua, nella quale lo stesso Karol Wojtyla ha istituito la festa della Divina Misericordia. Nel 2005 la morte del Papa avvenne alla vigilia di questa festa, anzi quando era liturgicamente iniziata
    con i primi vespri. "E' importante notare che il motivo della scelta - ha spiegato Lombardi - è legato a questa coincidenza liturgica". "La bara di Giovanni Paolo II sarà traslata dalle Grotte Vaticane alla superiore Basilica di San Pietro senza esumazione, cioè chiusa", ha precisato Padre Lombardi. Il corpo di Giovanni Paolo II quindi "non sarà esposto ma si troverà in un vano chiuso da una semplice lapide di marmo con la scritta: Beatus Ioannes Paulus II". I lavori iniziati ieri riguardano la pulizia dei mosaici di tutti gli altari e dunque non erano previsti, ma si è ritenuto opportuno iniziare da quello che ospiterà il corpo del Papa polacco.

    sabato 15 gennaio 2011

    Notizie dal comprensorio del 15.1.2011- San Pietro Magisano, Sellia Marina, Taverna, Cropani


    Per leggere bene i vari articoli visualizza l'immagine

    Storia,origini, tradizioni del comune di Fossato Serralta

     
    Fossato Serralta, ora è un piccolo Comune del Mandamento di Taverna in Provincia di Catanzaro. (Km. 16 da CZ., 730 m. slm., Km. 8 da Taverna).
    Le origini del comune di Fossato Serralta coinvolgono la storia di Taverna (nella Magna Grecia l'antica Trischene) il più noto centro della presila catanzarese. Nell'anno 981, Taverna fu distrutta, e con essa, distrutto anche il Borgo Casale. I superstiti di Casale, scelsero di rifugiarsi nella collina "Serra Alta", formata a mò di sella con attorno pendii impervi, vi si fortificarono mediante scavi (trincee), e vi fondarono Fossato Serralta. Il centro presilano fu feudo dei Ruffo fino al 1464, epoca in cui passò al demanio regio. Fossato Serralta fu, per lungo tempo, Capoluogo, ed una delle tre "Università" sorte dalla distruzione di Trischene; aveva giurisdizione sui borghi vicini come Pentone, Sorbo San Basile, Maranise, Savuci e Noce. Pentone si distaccò da Fossato Serralta nel 1838 e Sorbo San Basile nel 1850. Noce tra il 1943 e il 1946, fu completamente distrutta e scomparve, in conseguenza di alluvioni.  Maranise piccola frazione di Fossato, nel corso del secolo scorso fu sede notarile, nel borgo primeggiava l'industria della concia delle pelli e quella della filanda della lana.L’abitato sorge a ridosso del monte Panaro, su un altipiano chiamato Serra Alta, del versante meridionale della Sila piccola, alla destra del fiume Alli, tra luoghi di aspra e selvaggia bellezza, ricca di grazia, con paesaggio severo e grandioso, circondato da una incantevole cornice di monti e colline degradanti, che dominano l’ampia conca del fiume "Alli",

    venerdì 14 gennaio 2011

    Wikileaks parla anche di Catanzaro, della Calabria e della costruzione del futuro ponte sullo stretto di Messina definendolo un futuro pozzo senza fondo per la criminalità calabrese

    Se qualcuno vuole Assange in prigione, con tanto di chiave buttata per lasciarlo marcire e quel qualcuno sono i vertici alti, altissimi, un motivo ci sarà. WikiLeaks fa troppa paura e le verità spiattellate in maniera secca e imprevedibile, sono mine vaganti che distruggono tanti di quei castelli in aria costruiti nel tempo e molto abilmente da chi comanda. Se nel gioco tra poteri mondiali, anche Catanzaro trova spazio sul discussissimo sito uscendone con le ossa rotte, immaginate quanto può dar fastidio il materiale in possesso di Assange, che può essere rilasciato in qualsiasi momento e che vede come protagonisti chi realmente ha in mano i fili dei burattini.

    E' di oggi la notizia rilasciata da WikiLeaks riguardante Catanzaro, definito come capoluogo di regione caotico e tetro. A parlare è il console generale Usa J. Patrick Truhn.  Il testo parla di una chiacchierata avuta con l'allora Presidente della Regione Agazio Loiero che, da quanto si evince, avrebbe rimandato l'incontro in una prima occasione. Loiero parla di una regione Calabria soggiogata dai poteri della malavita, che fanno da muro scoraggiando qualsiasi investimento nella regione e conseguenzialmente di tassi d'interesse più elevati per gli imprenditori. WikiLeaks sottolinea però, come non abbia dato nessuna soluzione o idea per risolvere il problema, pur facendo presente la possibilità dei prestiti a tasso agevolato a piccole e medie imprese rilasciati dai fondi strutturali dell'UE. Sulla domanda su come siano stati investiti i 14 milioni di euro stanziati dall'UE per la Calabria, l'ex presidente avrebbe invece sviato il discorso.


    La risposta di Agazio Loiero è stata affidata all'agenzia ANSA e di seguito riportata: ''Mi stupisce moltissimo quanto contenuto nelle cosiddette rivelazioni Wikileaks che mi riguardano relative alla visita del console generale Usa a Napoli J. Patrick Truhn''. Lo ha sostenuto Agazio Loiero, gia' presidente della Regione Calabria. ''Ricordo - ha proseguito - di aver incontrato il diplomatico americano e solo in un secondo momento rispetto alla sua iniziale richiesta per gli importanti impegni a fronte della disquisizione sociologica sulla mia regione che mi veniva proposta ad oggetto dell'incontro, e ricordo di averlo ricevuto ovviamente con grande cortesia''. 
    ''Mi stupisce la considerazione sui Fondi strutturali afferma Loiero - anche perche' non posso non ricordare che gia' il 7 dicembre 2007 avevamo approvato, con un encomio da parte della Comunita' europea, i Fondi europei di cui si parla: il Programma europeo di Sviluppo rurale era stato approvato il 29 novembre 2007 cosi' come il Por Calabria Fers era stato gia' approvato e il Fse fu approvato il 17 dicembre 2007. Del resto, ancora oggi si parla di questa nostra eccezionale performance di allora, che fu salutata dalla Ue come un vero e proprio miracolo, e la nuova Giunta di oggi ufficialmente non ha cambiato una virgola di questo nostro programma''.
    "Ricordo - ha proseguito - di aver certamente parlato con il Console della criminalita', e in particolare ricordo che ci siamo soffermati moltissimo sul Ponte sullo Stretto, rispetto alla cui realizzazione ho chiaramente spiegato al diplomatico americano i motivi per cui la Regione da me presieduta era contraria alla sua realizzazione, e cioe' proprio perche' poteva divenire appannaggio della criminalita' organizzata''. ''Questo fu l'oggetto del nostro incontro - ha concluso Loiero - che si tenne solo in un secondo momento poiche' la prima volta che me ne fu fatta richiesta avevo un incontro infinitamente piu' importante di un incontro con un diplomatico''.

    le parole più ricercate su google durante il 2010

    Facebook diventerà più potente di Google? Un’ipotesi plausibile ma tutta da dimostrare. Per il momento limitiamoci a constatare che il social network di Mark Zuckerberg è diventato quello che è grazie (anche) al motore di Mountain View. È quanto emerge da Zeitgeist, l’ormai celebre celebre classifica delle parole più cercate su Google.

    Nella top 10 delle query degli italiani, infatti, Facebook si piazza infatti al primo posto davanti a YouTube e Libero. Un risultato tutto sommato prevedibile visto il numero degli aficionados al servizio (che a quanto pare ha nel nostro Paese uno fra i bacini  più attivi del Pianeta) e considerato il grande richiamo mediatico del social network (quest’anno rafforzato pure dal film di David Fincher).
    Un altro fenomeno del Web, ChatRoulette, la video-chat per appuntamenti al buio guida invece la classifica delle parole che hanno registrato la migliore crescita durante l’anno, davanti a Sarah Scazzi e agli stipendi della Pubblica Amministrazione.
    Curiosa la hit parade delle ricerche associate alla parola significato: per i nostri connazionali le parole più “oscure” sono bunga bunga, kippah e waka waka.
    Ma cosa succede nel resto del mondo? Come in Italia è ChatRoulette a dominare le classifiche delle ricerche con la crescita più rapida, davanti all’iPad e all’idolo delle teen ager Justin Bieber. Il golden boy della musica canadese si piazza addirittura al primo posto nel segmento enterteinment davanti a Shakira ed Eminem.
    Dando uno sguardo all’elettronica di consumo scopriamo invece che dietro al gettonatissimo iPad si piazzano due cellulari: l’iPhone e il Nokia 5530.
    È Haiti invece a comandare la classifica delle news, davanti a Besiktas (squadra di calcio turca i cui supporter sono evidentemente molto attenti alle notizie online dei propri beniamini) e Cile (presumibilmente in relazione al terremoto di inizio anno e alla vicenda dei minatori di San José più che per le prestazioni sportive della nazionale roja ai recenti mondiali); solo decima la Marea Nera nel Golfo del Messico.