Quel decreto di sequestro a carico di T.A. datato 21 maggio 2014 ora è diventato una vera e propria confisca dei beni.
L’uomo, ritenuto vicino al clan dei gaglianesi, con il ruolo di autista di uno degli appartenenti al sodalizio criminale, non ha potuto in questi mesi dimostrare che gli immobili e i beni, oggi confiscati, non siano proventi di attività illecita, benchè a suo carico il Gip abbia pronunciato una sentenza (la 34/2007) di non luogo a procedere per ciò che concerne l’associazione mafiosa.
In ogni caso, la sproporzione tra i redditi dichiarati dall’uomo, sottoposto in ogni caso a misura di sorveglianza speciale dal 2014 e per la durata di quattro anni, e i beni a lui intestati è tale da aver indotto la seconda sezione penale del tribunale ordinario ad emettere un’ordinanza di confisca che riguarda diversi beni, soprattutto immobili.
Un fabbricato, per alto abusivo, in via Colace, adibito a residenza della famiglia, il 40% di un appartamento da 500 metri quadri in via Emilia, un fabbricato in costruzione ad Albi, un locale deposito a Taverna, un terreno coltivato ad uliveto a Catanzaro, un motociclo, una Jaguar, una Mazda 2.0 di cilindrata, mobili per.......
appartamento a Simeri Crichi.
Giulia Zampina
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