“L’aria diverrà presto, di nuovo, irrespirabile e il nostro paese sarà invivibile. Una vergogna”
Residenti esasperati chiedono chiarezza. “I Sindaci della Presila tutti, nell’ultimo incontro tenutosi in Prefettura il 6 Aprile 2016, chiesero a Pallaria, all’epoca responsabile del Dipartimento ambiente della Regione Calabria, di poter utilizzare l’impianto di Celico per conferire l’organico derivato dalla raccolta differenziata dei rifiuti. Anche loro, – scrive in una nota il Comitato Ambientale Presila – come molte ditte private che sversavano e sversano tutt’ora, volevano conferire i rifiuti prodotti da noi cittadini, sulle nostre teste, in barba al documento firmato da oltre ottomila presilani in cui si richiedeva il ritiro dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale). Il Comitato Ambientale Presilano in quella sede, ancora una volta, chiese la chiusura totale dell’impianto. Perchè, come precisato da Pallaria e dallo stesso amministratore delegato della Mi.ga. l’arrivo del rifiuto pubblico non esclude l’arrivo di quello privato, si vanno solo ad aumentare i quantitativi di prodotto trattato nell’impianto.
Dal suo canto la Regione Calabria sta ancora aspettando le controdeduzioni per il processo di revisione dell’autorizzazione su citata, mentre noi stiamo ancora aspettando che agli avvocati venga assegnato ufficiale incarico dalle amministrazioni locali. Per ora però, niente, solo silenzio. Sottotraccia, invece, si è lavorato all’unico e sempre dichiarato obiettivo, ovvero quello di utilizzare l’impianto di Celico. Oggi sono giunti a quanto prefissatosi oltre due anni fa, durante i blocchi alla discarica organizzati dal Comitato Ambientale Presilano. In realtà l’obiettivo originario della realizzazione di questo ecomostro era creare una buca immensa per partecipare al business dell’emergenza rifiuti calabrese. Una discarica nata sotto l’egida di una parte politica, cresciuta a dismisura, sotto l’occhio attento e volutamente silenzioso di una politica locale compiacente, devastando un’intera montagna, in nome del profitto di pochi e sulle spalle della salute e del futuro dei molti. Complimenti per la lungimiranza e congratulazioni per la coerenza nel perseguimento di un progetto folle e distruttivo. Purtroppo c’è poco da mistificare, la verità è sotto gli occhi di chi la vuole vedere. Si tratta di una questione, del resto, che se fosse stato per i sindaci del circodario, sarebbe passata completamente e volutamente inosservata, com’è stato per la vecchia discarica pubblica consortile con quella “messa in sicurezza” che ha subito ingenti perdite di percolato nella valle del Cannavino. Quella discarica in cui sono state abbancate oltre 100 mila tonnellate di rifiuti “tal quale” sorge a monte della discarica oggi esercizio di proprietà dell’imprenditore Raffaele Vrenna, noto per essere il presidente del Crotone calcio, e sotto indagine della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Non avete ascoltato le nostre proposte, non avete cercato vie alternative, ci avete sempre escluso dai processi decisionali e dalle discussioni di merito, interpellandoci, innalzandoci e denigrandoci a vostro uso e consumo. Essendo i primi cittadini, sarete consegnati alla...........
storia come coloro i quali hanno lasciato distruggere la nostra terra, anzichè difenderla barattando la salute della comunità e il futuro delle generazioni a venire, con la rassegnazione di non volere neanche provare a cambiare”. Alle denunce del Comitato Ambinetale Presilano fanno da eco le dichiarazioni del gruppo consiliare di minoranza Rovito Pulita. “Al 14 di luglio e per i prossimi due anni l’impianto di Celico è nuovamente aperto agli sversamenti di rifiuti organici provenienti dal circuito pubblico. Nel silenzio generale, i sindaci presilani hanno consentito, per l’ennesima volta, di foraggiare con i nostri soldi chi da anni distrugge il nostro territorio e mette a rischio la nostra salute. I comuni della Presila (e non solo) sverseranno rifiuti a Celico: l’aria di Rovito diverrà presto, e di nuovo, irrespirabile e nostro paese sarà, nuovamente, invivibile. E’ una vergogna. L’amministrazione comunale di Rovito cosa ha fatto e cosa sta facendo in proposito? Come mai – chiede il gruppo in una lettera al vetriolo – non ci hanno informati su un fatto così grave, che riguarda noi tutti così fortemente? Forse queste notizie non dovevano uscire “fuori dal Palazzo”? Perché l’Amministrazione non risponde alle interrogazioni consiliari di Rovito Pulita? Perché non ci spiega come mai abbiamo un’isola ecologica definita completa, ma praticamente inutilizzata? Perché questa Amministrazione non ha pensato a nessuna soluzione alternativa fra quelle che pur esistono e che ci consentirebbero di non sversare rifiuti né nell’impianto di Celico, né in quello di Calabra Maceri? Questa amministrazione come intende tutelare i diritti di noi cittadini rovitesi? Come intende preservare la salubrità dell’ambiente in cui viviamo? Il popolo chiede salute e giustizia, la politica risponde picche”.Dal suo canto la Regione Calabria sta ancora aspettando le controdeduzioni per il processo di revisione dell’autorizzazione su citata, mentre noi stiamo ancora aspettando che agli avvocati venga assegnato ufficiale incarico dalle amministrazioni locali. Per ora però, niente, solo silenzio. Sottotraccia, invece, si è lavorato all’unico e sempre dichiarato obiettivo, ovvero quello di utilizzare l’impianto di Celico. Oggi sono giunti a quanto prefissatosi oltre due anni fa, durante i blocchi alla discarica organizzati dal Comitato Ambientale Presilano. In realtà l’obiettivo originario della realizzazione di questo ecomostro era creare una buca immensa per partecipare al business dell’emergenza rifiuti calabrese. Una discarica nata sotto l’egida di una parte politica, cresciuta a dismisura, sotto l’occhio attento e volutamente silenzioso di una politica locale compiacente, devastando un’intera montagna, in nome del profitto di pochi e sulle spalle della salute e del futuro dei molti. Complimenti per la lungimiranza e congratulazioni per la coerenza nel perseguimento di un progetto folle e distruttivo. Purtroppo c’è poco da mistificare, la verità è sotto gli occhi di chi la vuole vedere. Si tratta di una questione, del resto, che se fosse stato per i sindaci del circodario, sarebbe passata completamente e volutamente inosservata, com’è stato per la vecchia discarica pubblica consortile con quella “messa in sicurezza” che ha subito ingenti perdite di percolato nella valle del Cannavino. Quella discarica in cui sono state abbancate oltre 100 mila tonnellate di rifiuti “tal quale” sorge a monte della discarica oggi esercizio di proprietà dell’imprenditore Raffaele Vrenna, noto per essere il presidente del Crotone calcio, e sotto indagine della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Non avete ascoltato le nostre proposte, non avete cercato vie alternative, ci avete sempre escluso dai processi decisionali e dalle discussioni di merito, interpellandoci, innalzandoci e denigrandoci a vostro uso e consumo. Essendo i primi cittadini, sarete consegnati alla...........
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