La maggior parte di noi è cresciuto tra gli ulivi, ha vissuto la campagna, la raccolta delle olive e i frantoi. Le nostre idee non potevano nascere e svilupparsi in un luogo diverso dalla nostra terra» racconta Antonio Pagliaro, founder di Age, la startup food tech calabrese che, con il suo progetto innovativo Revoilution, ha dato vita ad Eva, un robot domestico che, in soli 40 minuti, produce 20 porzioni di olio extravergine d’oliva in casa, in ogni stagione dell’anno.
Dal quartier generale di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, Antonio, già vincitore di un Grant, con una laurea in Business Economics ed un Master in Finance, oggi guida una squadra di giovani under30 composto da Roberto, Francesco, Serena e Giuseppe che, coadiuvati dall’engineering team di Tech4Sea, spin-off dell’Università della Calabria, formato da Piergiorgio, Valentino, Francesco, Alessandro e Daniele, han fatto della frase “innovare la tradizione si può” il proprio must.
L’obiettivo della startup lametina, infatti, è sempre stato quello di riportare nelle case degli italiani l’olio di oliva “di una volta” come appena spremuto da un frantoio e, allo stesso tempo, riuscire a salvaguardare la biodiversità del cosiddetto “oro verde”.
La Calabria, più di qualsiasi altra regione, vanta una tradizione antica e secolare nella produzione, raccolta e conservazione delle olive. «È un posto unico al mondo – ammette Antonio – abbiamo più di 50 milioni di alberi di ulivi, più di 20 varietà di olive». Ma Revoilution vanta anche una mission etica che punta alla valorizzazione del lavoro dei piccoli agricoltori. «Solo dalle mani sapienti dei nostri 150mila olivicoltori e dalla passione per gli ulivi possono nascere le migliori polpe e quindi il migliore olio – precisa il Ceo di Age – Siamo stanchi che il duro lavoro di chi cura sapientemente e con tanti sforzi il nostro patrimonio olivicolo non sia riconosciuto».
Il complesso percorso dall’oliva al piatto è disseminato di scorciatoie che rendono il cammino più conveniente in termini economici.« Poche olive difettose possono corrompere un intero lotto – asserisce». Quindi per ottenere un olio d’oliva doc il rispetto dei tempi, la cura del terreno e degli ulivi sono aspetti fondamentali: la perfezione deve essere ricercata in tutta la filiera, senza scendere a compromessi.
«Come dimostrato dalla comunità scientifica – afferma Pagliaro – dopo pochi mesi l’olio imbottigliato perde gusto e valori nutrizionali. Questo è ancora più vero quando viene trasportato su lunghe distanze per la sua tendenza a cristallizzare a temperature inferiori ai 10 gradi centigradi». Ed è per ovviare all’adulterazione dell’olio, mantenendo intatte le qualità organolettiche dell’elemento basilare della dieta mediterranea che ci viene in soccorso Revoilution.
Fare un “espresso di olio” è facile come preparare un caffè. Le polpe, ottenute da olive selezionate, denocciolate, vengono congelate e poste sottovuoto in pratiche confezioni, che poi vengono inserite nel mini frantoio domestico per ottenere un olio sempre fresco. «Inoltre – precisa Antonio –grazie all’ aggiunta di altri ingredienti, come il peperoncino, il bergamotto, il tartufo, il rosmarino etc., si può ottenere l’olio giusto per ogni piatto».
Il Ceo di Age, dopo sei prototipi, due brevetti internazionali pending, un modello industriale registrato, quattro programmi di accelerazione, un Grant e cinque award vinti, ha lo sguardo rivolto verso il futuro, sempre proiettato nella sua regione: «Uno dei miei sogni è quello di realizzare il “Kilometro Verde”, un luogo di innovazione sul Food che riesca a partire dalla scienza di base per creare innovazione a servizio dei grandi player di settore. Abbiamo una congiunzione perfetta, basterebbe solo fare squadra».
Perché per Antonio, la Calabria potrà risollevarsi dalla crisi economica e dalla dilagante disoccupazione giovanile «lavorando sui suoi punti di forza, turismo e agricoltura, sfruttando le nuove tecnologie per raggiungere clienti sempre più lontani, sempre più esigenti e connessi. La tecnologia cambia le cose velocemente ma crea nuovi bisogni. Bisogna ovviamente continuare ad investire in infrastrutture ma guardare alle innovazioni perché oggi le aziende si guidano da uno schermo ed è così anche per i settori “tradizionali”». Anche se significa dover......................
pedalare il doppio.«La cosa più difficile – conclude – è dire no allo status quo, ai compromessi, alla mancanza di creatività, alla mancanza di ricerca della perfezione e riprendere a sognare».Fonte:nuvola.corriere.it
Bravi, bravissimi!!!!!!
RispondiEliminaE' questa la Calabria che ci rende onore!!!!
Sappiate difendere sempre la vostra creatività e le vostre capacità!!!!!!!!