venerdì 19 settembre 2014

Sersale: LA SCOMPARSA DEI FATTI. Quando è meglio confondere le acque.



Non si può accusare la minoranza di essere silenziosa se non vengono trascritti gli interventi consiliari. Non si può dire che siamo ossessionati dai numeri se in realtà non si annota chi entra e chi esce, non si riporta chi vota e chi no, cosa si vota e se si vota. Ho chiesto che fine abbiano fatto le mie dichiarazioni e quelle del collega Mungo. Mi è stato risposto che sono sintetizzate al brogliaccio del Segretario Comunale, ho chiesto quindi che si leggesse pubblicamente il brogliaccio e il Segretario, in violazione della legge sull’accesso agli atti e del TUEL (prerogative dei consiglieri), mi ha testualmente risposto: “mi produca una richiesta per iscritto e protocollata, mi riserverò, consultandomi con l’Amministrazione Comunale, di darle o meno facoltà”. 
Merita assolutamente una risposta lo scritto a firma del Sindaco “SILENZIO IN CONSIGLIO … PAROLE IN LIBERTA’”.
Da quando sono stato accolto in consiglio comunale con una minaccia di querela in merito alle mie esternazioni politiche è mio costume allegare a verbale le mie dichiarazioni di voto, che argomentano le mie posizioni, di modo che rimanga traccia di ciò che dice in consiglio.
Ma nella delibera n.22 pubblicata all’albo pretorio non vi è traccia della discussione; mentre nelle deliberazioni 23, 24, 25, 26, 27, 28 si legge solo uno stringato copia-incolla, “Interviene il consigliere di minoranza Borelli che preannuncia il suo voto contrario”, ciò vorrebbe dire che il sottoscritto non ha minimamente interloquito al consiglio, nonostante sia durato due ore e mezza!
Nel testo della delibera 29 non solo non risulta che io e il consigliere Lupia abbiamo lasciato i lavori prima della votazione, ma non vi è traccia della dichiarazione del collega Mungo, non vengono indicati né gli interventi né il numero di presenti e votanti. Il tutto è lasciato in bianco … non è possibile sapere chi ha fatto cosa, e questo è una grave violazione delle procedure amministrative, e in democrazia la forma è sostanza.
Non si può accusare la minoranza di essere silenziosa se .....
non vengono trascritti gli interventi consiliari. Non si può dire che siamo ossessionati dai numeri se in realtà non si annota chi entra e chi esce, non si riporta chi vota e chi no, cosa si vota e se si vota.

Sulla base di questa accusa ho chiesto che fine abbiano fatto le mie dichiarazioni e quelle del collega Mungo. Mi è stato risposto che sono sintetizzate al brogliaccio del Segretario Comunale, ho chiesto quindi che si leggesse pubblicamente il brogliaccio e il Segretario, in violazione della legge sull’accesso agli atti e del TUEL (prerogative dei consiglieri), mi ha testualmente risposto: “mi produca una richiesta per iscritto e protocollata, mi riserverò, consultandomi con l’Amministrazione Comunale, di darle o meno facoltà”.
Un comportamento che squalifica il dott. Raciti, poiché il segretario e i funzionari sono tenuti per legge a fornire immediatamente tutti gli atti di cui i consiglieri hanno bisogno. Perché tutto questo mistero intorno a queste benedette dichiarazioni? Visto che non contengono notizie shock, perché non si è proceduto a pubblicarle? E perché se sono trascritte sul brogliaccio mi viene impedito di leggerlo? Perché si pubblicano le delibere senza presenze e votazioni? Un atteggiamento mai utilizzato finora del quale non si riesce a comprendere i motivi. A parte un rinomato fastidio per le critiche e lo svelamento delle criticità.
Leggendo i verbali dell’ultima seduta e il manifesto del Sindaco sembra di vivere una fantasia orwelliana nella quale i fatti vengono costantemente cancellati e riscritti da chi detiene il potere. Questa impressione mi conduce a formulare due o tre ipotesi sui fatti:
  1. La realtà è quella raccontata nelle delibere pubblicate all’albo pretorio, né una critica né un rilievo sui punti all’o.d.g. … al massimo “Interviene il consigliere di minoranza Borelli che preannuncia il suo voto contrario”, quindi siamo davanti ad un’opposizione pregiudizialmente contraria ma muta, come dice il Sindaco;
  2. I fatti si sono svolti come credo ma il Segretario Comunale non si è accorto di nulla. Oltre a testimoniare l’inadeguatezza del segretario, ciò potrebbe rivelarsi utile: grazie alle disattenzioni si possono commettere reati, tanto c’è l’alibi di risultare presenti in consiglio! Il controllo delle presenze, degli allontanamenti e del voto è prerogativa diretta del segretario, solo egli può accertare la presenza del numero legale per la deliberazione anche senza l’espressa denuncia da parte dei consiglieri presenti.
  3. I fatti si sono svolti come ho raccontato ma è meglio che non appaiano sugli atti, meglio cancellare dichiarazioni, riscrivere le presenze, dimenticare le assenze. Meglio che non risulti traccia di un’opposizione critica, che le critiche siano smentite dagli atti. Ancora meglio se queste errate trascrizioni nascondono le mancanze di chi amministra e ridicolizzano chi si oppone.
I verbali della seduta precedente sono incompleti, non riportano le dinamiche e lo svolgimento dei fatti; non rilevano la presenza o l’assenza dei consiglieri, pertanto è facile presumere che le deliberazioni con essi adottate siano affette da vizi procedurali. L’assistenza del segretario Raciti è carente sotto il profilo della verbalizzazione e questo riverbera sullo svolgimento di una corretta dinamica democratica perché dall’ultimo consiglio non è possibile stabilire ciò che è vero e ciò che verosimile, cioè se 2+2=4.
Mi riserverò di investire il Prefetto di quanto avviene in questo comune, dove i consiglieri devono dettare le dichiarazioni come a scuola altrimenti non hanno valore, dove il numero legale non viene verificato votazione per votazione, dove i consiglieri non decadono anche se assenti ingiustificati, dove l’albo pretorio non è stato aggiornato per mesi, dove si ricevono le informazioni dagli uffici solo due giorni prima del consiglio e dove il segretario nega perfino la lettura del brogliaccio.
Quasi come nel romanzo di Orwell, esiste una mano che cancella e riscrive gli atti a seconda delle esigenze del potere.
Tutti i documenti sono stati distrutti o falsificati, tutti i libri riscritti, tutti i quadri ridipinti da capo, tutte le statue, le strade e gli edifici cambiati di nome, tutte le date alterate, e questo processo è ancora in corso, giorno dopo giorno, minuto dopo minuto. La storia si è fermata. Non esiste altro che un eterno presente nel quale il [Sindaco] ha sempre ragione” (George Orwell, 1984)

                      riceviamo e pubblichiamo



Il Consigliere Comunale
Antonio Borelli

2 commenti:

  1. solo a sersale ancora si possono vedere i comunisti

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  2. Se dipendesse dai comunisti Sersale non figurerebbe più neppure sulle mappe di Google

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