Una giovane di quasi 18 anni aveva denunciato nei giorni scorsi di essere stata stuprata in un vagone della stazione di Bologna e poi rapinata. Indaga la polizia, la ragazza si è presentata all'ospedale Maggiore venerdì scorso, il 3 novembre.
La minore ha riferito di aver passato la serata nella zona di piazza Verdi con alcuni amici e di aver bevuto molti alcolici. Ad un certo punto si è accorta di non aver più il cellulare e un giovane magrebino si sarebbe offerto di aiutarla, dicendole di seguirlo. I due sarebbero quindi arrivati in stazione, dove la giovane sostiene di aver subito la violenza sessuale. Si sarebbe svegliata solo la mattina dopo, seminuda e senza più la borsa con sé.
Le frasi choc di don Lorenzo Guidotti. “Ma dovrei provare pietà? No!".
E dopo la cavolata di ubriacarti - scrive il sacerdote - con chi ti allontani? Con un Magrebino?!? Notoriamente (soprattutto quelli in Piazza Verdi) veri gentlemen, tutti liberi professionisti, insegnanti, gente di cultura, perbene... Adesso capisci che oltre agli alcolici ti eri già bevuta tutta la tiritera ideologica sull’accogliamoli tutti? ... tesoro ... a questo punto, svegliarti seminuda direi che è il MINIMO che potesse accaderti».
Queste le parole choc del sacerdote di Bologna, don Lorenzo Guidotti con le quali ha commentato sulla sua pagina Facebook (che non ha profilo pubblico) lo scorso 6 novembre la notizia della 17enne che il 3 novembre ha denunciato di essere stata violentata in un vagone della stazione, dopo una serata in cui si era ubriacata. È il sito di Radio Città del Capo a riportare il post di Guidotti, parroco della chiesa di San Domenico Savio, pubblicando lo screenshot del messaggio, apparso la sera del 6 novembre.
“Mi spiace ma... Se nuoti nella vasca dei piranha non puoi lamentarti se quando esci ti manca un arto... cioè... A me sembra di sognare! Ma dovrei provare pietà? No! Quella la tengo per chi è veramente Vittima di una città amministrata di ..., non per chi vive da barbara con i barbari e poi si lamenta perché scopre di non essere oggetto di modi civili. Chi sceglie la cultura dello sballo lasci che si ‘divertano’ anche gli altri...?”.
"Il mio non è un attacco alla ragazza, ci mancherebbe, ma un tentativo di far PENSARE gli altri ragazzi e i loro genitori... e, magari, anche chi amministra la cosa pubblica. Chissà forse proprio grazie alle PAROLE FORTI e a QUESTO ARTICOLO, il messaggio arriva a chi altrimenti non avrei mai raggiunto. Vogliamo aspettare la seconda vittima, la terza, la quarta, ecc? IO NO!". Così don Guidotti ritorna su Facebook sulle parole scritte il 6 novembre, commentandone la diffusione sui siti. E così ho avuto anche io il mio quarto d'ora di notorietà (ne avrei fatto anche a meno perché non la cerco)", dice.
La retromarcia del parroco: "Chiedo scusa"
Quanto al caso della ragazzina che ha denunciato uno stupro alla fine di una serata in cui ha detto di essersi ubriacata, il sacerdote scrive: "Sapevo benissimo di.....................
usare parole forti... e ho cambiato il titolo più volte per attenuare i toni e immaginarmi di fare il commento all'articolo (io non scrivo su Fb quasi mai, mi limito a commentare gli articoli in rete cercando di ristabilire quella VERITÀ di cui generalmente si fa scempio) avendo davanti questa ragazza o immaginando che fosse della mia parrocchia (potrebbe esserlo). Di giovani come lei ne abbiamo tanti, soprattutto in questo quartiere. Non se ne può più di chi favorisce la (sub) CULTURA DELLO SBALLO, dell'alcol, della droga".Sellia racconta il Comprensorio
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