Con grande entusiasmo e molta partecipazione da parte delle comunità della Presila e di tutta la Calabria si è conclusa la quarta edizione di Giardini delle Esperidi Festival, progetto del Comune di Zagarise cofinanziato dalla Regione Calabria, che prosegue il suo cammino e la progettualità che lo contraddistingue ormai come evento storicizzato e atteso.
Oltre che dal coinvolgimento del territorio, nello specifico dei Comuni di Taverna e Sersale attraverso le loro attrazioni culturali e naturalistiche più importanti, il Museo Civico dedicato a Mattia Preti e la Riserva Naturale Regionale delle Valli Cupe, lo spirito progettuale di Giardini delle Esperidi è costituito da tutta la parte del festival dedicata ai giovani: mostre, spettacoli teatrali, conversazioni sulla Calabria archeologica, storica e sui temi dell’edizione di quest’anno: migrazione e accoglienza.
Un panel fittissimo di appuntamenti dedicati al viaggio, all’Africa, ai popoli lontani e alle esperienze migranti dei giovani del Distretto dell’accoglienza della Locride in cui sono stati coinvolti i ragazzi delle scuole nello scoprire la ricchezza dell’Altro, quello che c’è di noi nel prossimo e nello straniero. I giovani sono anche il cuore pulsante del Festival: grande spazio della programmazione è dedicato infatti alle loro esperienze artistiche: gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro hanno curato con i loro docenti una mostra di scultura nei vicoli del borgo di Zagarise; gli studenti del Liceo Telesio di Cosenza hanno interpretato estratti dalle principali tragedie greche, portando a compimento uno studio che attraversa tutto il ciclo scolastico; i giovani studiosi dell’Associazione Asperitas, che si occupa di promozione del territorio, ha organizzato una caccia al tesoro digitale per i bambini, unendo l’utilizzo dei nuovi strumenti e della tecnologia all’esperienza storico/archeologica e di conoscenza dei segreti dei luoghi che abitiamo; gli organizzatori dell’ormai noto evento Lamezia Comics dedicato al mondo del fumetto hanno raccontato al pubblico di Giardini delle Esperidi Festival il ruolo di questa forma di narrazione oggi; infine i ragazzi del Servizio Civile di Zagarise hanno predisposto le location degli eventi principali del festival.
Proprio questo il senso della missione di quest’anno: seminare e bene. Seminare linguaggi nuovi e giovani, confronti, condivisioni, arte in luoghi non convenzionali che non ci “ospitano” passivamente ma che influenzano il nostro modo di pensare, di agire, di abitare e di essere nella comunità. I modi e i metodi per la “buona semina” sono stati l’argomento principale degli incontri sui libri e sulla direzione di una nuova cultura in Calabria con il direttore artistico del Festival Maria Faragò, con lo scrittore Francesco Bevilacqua, l’antropologo e scrittore Mauro Francesco Minervino, l’archeologo Francesco Cuteri, della conversazione dedicata alla legalità con il procuratore Nicola Gratteri e dell’azione di recupero ecosostenibile di quest’anno, in cui l’Isola Ecologica di Zagarise – già Comune all’avanguardia per il raggiungimento dell’impatto ambientale zero – è stata trasformata in queste settimane dall’artista Beatrice Capozza e dai giovani del Servizio Civile di Zagarise in un’opportunità di arte e poesia, di colori e parole accoglienti, restituendo a un luogo di rifiuto il senso di una nuova vita. Anche lo spazio dedicato all’arte ha visto in atto un’azione rivoluzionaria: l’opera “Stanza di luce” di Angelo Savelli, recuperata dal Museo MARCA di Catanzaro è stata ricostruita dai giovani “giardinieri” ed è diventata scenografia di uno spettacolo teatrale di Donato Laborante e Francesca Puk Portone dedicato alla vita del famoso artista calabrese.
Le performance in siti non .....
convenzionali, ormai format peculiare del Festival, mirano a riscoprire l’energia che abita i nostri paesi: per questo nei giorni di Giardini delle Esperidi è facile vedere delle sculture di cartapesta srotolarsi dalla Torre Normanna di Zagarise, assistere alla poesia performativa di Claudia Fabris lungo le scalinate del Duomo, e alla fonte del Merìu, fontana storica del paese che ha subito un recente restauro, fare esperienza di una lezione di benessere su uno dei personaggi più visionari e spirituali della storia, la mistica Ildegarda di Bingen, tenuta da Patrizia Masciari e seguita da uno spettacolo teatrale di Maschera e Volto con la partecipazione di Imma Guarasci. Durante un suggestivo tramonto, poi, Caterina Pontrandolfo e le donne di Zagarise hanno allietato in coro il paese con i canti della tradizione, performance finale del laboratorio di canto “Ultime Atlantidi a Zagarise”.Le performance in siti non .....
La sinestesia e l’esperienza culturale a più livelli sono state protagoniste di tutte le degustazioni del Festival, a cura di Anna Aloi per IGB – Identità Gusto Benessere A casa tua. Prodotti a km 0, storytelling del percorso del cibo dal produttore alla tavola, passando per la lavorazione, in un confronto tra ricette antiche e rivisitazioni moderne, sempre all’insegna del mangiare bene e sano. A fare da protagonista degli showeat, l’oro delle nostre tavole, l’Olio di Zagarise, da anni città dell’Olio. Non sono mancate interviste ai produttori delle eccellenze calabresi (la promozione oltre che la creazione di valore economico basato sulle risorse locali è uno degli impegni di Giardini delle Esperidi dalla sua nascita) e il senso dell’integrazione attraverso il cibo, con un appuntamento dedicato alle contaminazioni tra cucina calabrese e africana.
Un mix di esperienze ha accompagnato la serata al Museo Civico di Taverna in cui l’enoico e critico d’arte Armando Castagno ha guidato gli ospiti di Giardini delle Esperidi Festival attraverso le tele seicentesche di Mattia Preti abbinando al colore, alla pennellata, alle influenze caravaggesche, le caratteristiche dei vini rossi di Calabria, dalle migliori case vinicole della nostra regione. Il chiostro San Domenico è diventato così la location ideale per una degustazione a tutti i livelli, in cui i piatti dei migliori ristoranti silani hanno incontrato i vini più buoni in un prestigioso luogo d’arte durante una suggestiva serata che ha dato spunti di conversazione sul presente – e futuro – della cultura in Calabria con Luisa Caronte, responsabile del Distretto Rurale Medio Ionio e Giuseppe Soriero, presidente dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. L’appuntamento si è concluso con un concerto di musica rinascimentale e barocca del Trio Ephemeris.
Tutte le suggestioni, le connessioni e le ispirazioni artistiche del festival sono convogliate nell’evento più atteso e più partecipato: il trekking poetico nel Canyon delle Valli Cupe dove tra le 530 specie vegetali e le altissime pareti di roccia, Caterina Pontrandolfo si è esibita insieme a Rodolfo Medina in una performance dedicata alle morti in mare, “Sponde. Canti dall’inspoltura”; dove si è tenuto un reading poetico di Franco Arminio, in un cammino accompagnato dalla musica di ricerca di Pierluigi Virelli e da quella tradizionale nigeriana di Spiff.
Giardini delle Esperidi Festival 2018 ha costruito un ponte tra le arti e i linguaggi, tra la tradizione delle appartenenze e le novità del futuro che ci attende, per rivoluzionare una narrazione che ha fatto della Calabria la regione della colpa. Recuperare il paesaggio, il senso di comunità, la progettualità, la disciplina e la correttezza, il rispetto e l’amore per l’Altro, per il Nuovo e Diverso senza insegnare niente ma facendo fare esperienza viva di tutto questo perché la buona semina possa durare tutto l’anno.
I densissimi significati di questa edizione hanno evidenziato un necessario compromesso tra la contemplazione del tempo antico e un attivismo necessario che passa dai ritmi veloci dell’oggi. Per poter essere finalmente amati e accettati dai luoghi e dalle comunità, oltre che amarli, per non ritenerli più spopolati ma resistenti, per un’apertura verso un cammino che costruisce noi, non viceversa. Per imparare anche a cambiare quando necessario e far sì che le radici facciano davvero da legame tra la terra e il cielo.
I densissimi significati di questa edizione hanno evidenziato un necessario compromesso tra la contemplazione del tempo antico e un attivismo necessario che passa dai ritmi veloci dell’oggi. Per poter essere finalmente amati e accettati dai luoghi e dalle comunità, oltre che amarli, per non ritenerli più spopolati ma resistenti, per un’apertura verso un cammino che costruisce noi, non viceversa. Per imparare anche a cambiare quando necessario e far sì che le radici facciano davvero da legame tra la terra e il cielo.
Un progetto finanziato sulla base di uno dichiarazione falsa vede la partecipazione di Gratteri. Povera terra
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