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giovedì 29 novembre 2018

Strage in un paese del catanzarese, 12 anni fa fu uccisa un intera famiglia di 4 persone unico colpevole il nipote che poi si suicidò in carcere ma l'inchiesta rimane ancora aperta.

                                     L’archiviazione non può essere accolta 
il presunto suicidio del lametino Claudio Tomaino necessita di ulteriori indagini. Il Gip del Tribunale di Viterbo Savina Poli ha infatti rigettato la richiesta della Procura di Viterbo sul caso risalente al 2008, accogliendo le richieste dell’opposizione, ossia della madre Cecilia Pane, difesa dagli avvocati Francesco e Noemi Balsamo. Claudio Tomaino si sarebbe suicidato nel gennaio 2008 all’interno del carcere di Viterbo, dove era rinchiuso perché ritenuto responsabile della strage di Caraffa.
Il plurimo omicidio a Caraffa
Il 27 marzo del 2006 infatti, nel paese del catanzarese, fu uccisa un’intera famiglia: il padre Camillo Pane, insieme alla moglie Annamaria e ai due figli Eugenio e Maria, ossia zii e cugini di Tomaino, all’epoca 29enne, accusato di essere l'unico autore della strage, nonché dell'occultamento dei quattro cadaveri, forse per un movente legato a un debito. Un omicidio che dopo ben 12 anni presenta però ancora dei lati oscuri. Secondo i legali della madre infatti, i responsabili del fatto sarebbero di più e il figlio non avrebbe agito da solo. Ma quelle che non convincono ulteriormente, sono le dinamiche che avrebbero portato il giovane a togliersi la vita nel carcere di Viterbo due anni dopo.
Il suicidio nel carcere di Viterbo
Sin da subito si era infatti parlato di suicidio. L'uomo si sarebbe tolto la vita infilando la testa in una busta di plastica dentro la quale aveva immesso gas butano. Ma su quel presunto suicidio, la madre dell'uomo, ha sempre mostrato dubbi. Dopo un iter molto lungo tra richieste d’archiviazione e opposizione, il Gip di Viterbo ha chiesto ulteriori approfondimenti e verifiche. Nell’ordinanza di rigetto della richiesta d’archiviazione, si chiede infatti di poter innanzitutto comparare i profili genetici di cui si dispone, con quelli della madre Cecilia Pane, “per verificare se e quale di tali profili appartengano a Tomaino, nonché con quelli delle persone che, la mattina in cui è stato scoperto il decesso del detenuto, hanno avuto accesso alla sua cella”.
Indagini ancora aperte
Il suicidio di Tomaino presenterebbe aspetti da chiarire anche in merito ad un presunto pestaggio che sarebbe avvenuto ai suoi danni nei giorni precedenti la sua morte e sul quale si ritiene ora necessario sentire tutti coloro avevano all’epoca avuto accesso alla sua stanza, come anche il personale medico ed infermieristico per ulteriori accertamenti sulle condizioni del cadavere. Claudio Tomaino sarebbe infatti morto per asfissia. Per dissipare ogni alto dubbio sulle cause del suo decesso, nell’ordinanza si chiede ancora di “verificare la concentrazione di gas butano rilevata nei reperti prelevati dal cadavere di Tomaino” in modo da capire se..............
fossero stati sufficienti a determinarne la morte, ma anche di chiarire come fossero possibili “copiose tracce ematiche presenti sulle federe e sui lenzuoli di Tomaino”, concedendo inoltre la possibilità di un nuovo incarico per consulenza medico legale e tossicologica, al fine di chiarire tanti aspetti irrisolti da ormai oltre dieci anni.
A.R
Fonte : il lametino.it

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