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mercoledì 3 agosto 2022

402 anni fa nasceva una cittadina meravigliosa di nome Sersale. "1620/ 2022" Quel 3 agosto c’era il sole di mezza estate. Tantissimi auguri Sersale !

 La nascita di Sersale è in parte legata alle vicende di un’antica e nobile famiglia napoletana, i Sersale di Sorrento, i cui discendenti nel corso dei secoli, si stabilirono in vari centri del mezzogiorno. Verso la metà del ‘500 i Sersale comparvero nel territorio della Presila come titolari della Contea di Belcastro e di parte del territorio della Contea di Zagarise e di quella di Cropani.

Nel 1620 alcuni contadini provenienti da Serrastretta, avendo appreso che il barone Francesco Sersale nel suo feudo di Sellia disponeva di vasti appezzamenti di terre incolte, decisero di chiedergli l’assegnazione dei fondi Angaro e Morino, si trasferirono con le famiglie in quelle terre ed iniziarono a coltivarle; vi costruirono anche delle modestissime case. Il Barone Sersale seppe cogliere l’opportunità di trarre un utile costante e sicuro dalle terre, fino a quel momento incolte ed improduttive, e non mancò di incoraggiare i nuovi venuti, promettendo loro diverse agevolazioni. Presto, quindi, si giunse ad un accordo in virtù del quale le parti davanti ad un notaio conclusero un regolare contratto di enfiteusi. L’atto venne sigillato e controfirmato a Sellia il 3 Agosto 1620


*Quel giorno, 402 anni fa, c’era il sole di mezza estate.

Don Francesco Sersale, duca di Belcastro, forse, si carezzò i favoriti. Borbottò qualcosa, e si convinse che stesse facendo la cosa giusta.
Si affacciò a oriente, e sentì i pensieri addolcirsi oltre lo Jonio.
Chiamò il fido segretario di corte, e cominciò a dettare.
Quei coloni di Serrastretta erano davvero gran lavoratori, e persone dabbene. Meritavano una ricompensa, magari anche solo a metà.
Un pezzo di terra in agro di Zagarise da concedersi in enfiteusi.
Quei 13 coloni di Serrastretta sulle mani avevano i calli, e, un po’ più su della pancia, continuavano a coltivare un campo che richiede, ancora oggi, tanta fatica.
La chiamano riconoscenza, questo campo malfermo eppure bello come il sorriso di una madre.
Si guardarono negli occhi, allora e non ci pensarono due volte.
Quel pezzo di terra non ...... poteva avere che un nome. E doveva diventare un presepe.
Quel pezzo di terra, così, fu Sersale.
Dove chi arriva prega, perché il tempo si riposi.
Buon compleanno Sersale! 
* Di Felice Foresta

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