L'Italia è divisa in due dalle Ferrovie, che al Nord prosperano mentre al Sud sono state di fatto smantellate
L’Italia ha deciso da decenni di disinvestire nel settore del trasporto pubblico su rotaia, mantenendo in vita solamente gli investimenti finalizzati alla diffusione della rete ad alta velocità, con le speculazioni legate al tunnel Torino-Lione, passaggio obbligato – nella narrazione bipartisan degli ultimi governi – di un corridoio che non c’è, quello che unirebbe Lisbona a Kiev.
Mentre si dibatte dogmaticamente sulle grandi opere, i lavoratori che viaggiano sulle vie di ferro devono tollerare situazioni aberranti che Legambiente monitora ogni anno con il dossier Pendolaria.
L’edizione 2015 del report sul pendolarismo di Legambiente riguarda quei tre milioni di persone che, ogni giorno, si muovono in treno per raggiungere scuole, università e luoghi di lavoro. La situazione peggiora di anno in anno, i tagli sui servizi sono pesantissimi, a fronte di un aumento generalizzato delle tariffe. Sono le Regioni ad avere in carico la gestione delle reti utilizzate dai pendolari e a decidere in merito ai tagli. Prendiamo la Liguria: nell’ultimo anno ha tagliato i servizi del 13,8% eppure le tariffe sono aumentate del 41,8%. Peggio ancora è la situazione in Piemonte dove c’è stato un taglio dell’8,4% dei servizi a fronte di un +47,3% delle tariffe.
L’ultima Legge di Stabilità non ha previsto risorse per l’acquisto di treni o per il potenziamento delle linee. In alcune regioni gli stanziamenti per il servizio ferroviario corrispondono allo 0,28% dei bilanci. Queste sono le politiche per decongestionare le strade e spostare il traffico dalla gomma al ferro. Dal 2009 a oggi le risorse erogate dallo Stato per le ferrovie sono diminuite del 25% e questo ha avuto pesanti ripercussioni sui servizi e, dunque, sulle vite dei pendolari.
Anche se i problemi sono generalizzati, ecco la lista delle dieci linee ferroviarie peggiori d’Italia: ................
1) Roma-Lido (Lazio)
2) Alifana e Circumvesuviana (Campania)
3) Chiasso-Rho (Lombardia)
4) Verona-Rovigo (Veneto ed Emilia Romagna)
5) Reggio Calabria-Taranto (Calabria e Puglia)
6) Messina-Catania-Siracusa (Sicilia)
7) Taranto-Potenza-Salerno (Puglia, Basilicata e Campania)
8) Novara-Varallo (Piemonte)
9) Orte-Foligno-Fabriano (Lazio, Umbria e Marche)
10) Genova-Acqui Terme (Liguria e Piemonte)
In Italia sono circa 3300 i treni regionali attualmente in servizio. Uno dei punti deboli è, senza dubbio, l’usura del materiale rotabile: l’età media del materiale rotabile è di 28 anni in Abruzzo e di 12 anni in Toscana e provincia di Bolzano, le due zone più “fortunate" d’Italia.
su segnalazione
Fonte: Legambiente
Ancora una volta i nostri politici dovrebbero vergognarsi di esistere.Se andassero tutti a casa sicuramente troveremmo i soldi non solo per le ferrovie ma anche per la scuola. per la sanità,per le forze dell'ordine e per fare lavorare i nostri giovani. Vigliacchi e farabutti andate a casa,non siete degni neanche di un minimo di considerazione!!!!!!
RispondiEliminaHo letto su un noto quotidiano alcune riflessioni molto acute di un lettore,le ripropongo alla vostra meditazione:"Sentire Renzi che dice < Servono i voti di Verdini perchè il PD ha perso le elezioni> fa veramente capire come i nostri politici abbiano perso il senso della misura.No,presidente Renzi,se non avete vinto le elezioni significa che i cittadini italiani non vi volevano e se i cittadini italiani non vi volevano lei cosa fa su quella poltrona?Se avesse un minimo senso di dignità e di coerenza,lei andrebbe a casa piuttosto che allearsi con Verdini.Mentre lei sta giustificando un'alleanza con colui che dovrebbe essere il suo peggiore nemico pur di rimanere attaccato alla sua poltrona.E lo dice come la cosa più normale e scontata del mondo:da non credere. Siamo un popolo talmente assuefatto al malcostume politico da far passare inosservate anche le esternazioni aberranti del nostro primo ministro" come dargli torto??????????
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