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martedì 2 maggio 2023

Addio al reddito di cittadinanza arriva l’assegno di inclusione ecco chi ne ha diritto. La Calabria ha la percentuale più alta di percettori.

 


Addio al Reddito di cittadinanza: cosa cambia ora? Ieri Primo maggio, le scelte del governo per il lavoro: "assegno di inclusione" al posto del reddito di cittadinanza.

La percentuale delle famiglie con Reddito di Cittadinanza è alta non solo al Sud. Il primato però è detenuto dalla Calabria. E’ quanto affermano Francesco Aiello professore ordinario di Politica Economica all’Università della Calabria. Aggregando i dati comunali per regione, emerge che la percentuale media di percettori più elevata si ha in Calabria: le famiglie con reddito di cittadinanza sono, in media, il 15% delle famiglie calabresi. Segue la Sicilia (14%) e la Campania (13%) (in Sicilia, Campania e Calabria è concentrato il 70% delle famiglie beneficiarie del RdC). Le famiglie che ricorrono con la più bassa frequenza sono quelle residenti in Trentino Alto Adige (3% delle famiglie totali), Friuli Venezia Giulia (2.3%), Emilia Romagna (2.8%), Veneto (2.1%) e Valle d’Aosta (2.1%) (figura 2). Elevata la variabilità della percentuale dei percettori da comune a comune: in Italia il valore più basso è 0.045% (in un comune del Nord est) e il valore massimo è pari a 51.1% (in un comune del Sud).

Con il decreto Lavoro approvato ieri 1° maggio dal consiglio dei ministri il governo Meloni dice addio al reddito di cittadinanza. La misura introdotta nel 2019 dal governo Conte verrà sostituita da due provvedimenti, l'assegno di inclusione e lo strumento di attivazione.  L'assegno di inclusione andrà a sostituire il reddito di cittadinanza per chi non può lavorare. Stando a quanto si legge nella nota diffusa da Palazzo Chigi dopo il Cdm, dal 1 °gennaio 2024 viene superato il reddito di cittadinanza. Il decreto Lavoro manda quindi in soffitta la misura introdotta nel 2019 e arriva l'assegno di inclusione a favore dei nuclei familiari che comprendano una persona con.............. 

disabilità, un minorenne o un ultrasessantenne e che siano in possesso di determinati requisiti, relativi alla cittadinanza o all'autorizzazione al soggiorno del richiedente, alla durata della residenza in Italia e alle condizioni economiche.

Almeno 480 euro al mese a titolo di sussidio contro la povertà, se si hanno minori, disabili o anziani a carico. Il beneficio mensile, di importo non inferiore a 480 euro all'anno esenti dall'Irpef, sarà erogato dall'Inps attraverso uno strumento di pagamento elettronico, per un periodo massimo di 18 mesi continuativi, con la possibilità di un rinnovo per ulteriori 12 mesi.

Chi lo perde se rifiuta un'offerta di lavoro

Per gli occupabili, dal primo settembre 2023 arriva lo strumento di attivazione al lavoro, con percorsi di formazione ma anche la possibilità anche di fare il servizio civile sostitutivo. Per i soggetti occupabili, cioè coloro che hanno una età compresa tra i 18 e i 59 anni e non rientrano tra le categorie individuate come 'fragili', è prevista la decadenza dal beneficio nel caso di rifiuto di una offerta di lavoro a tempo pieno o parziale, non inferiore al 60% dell’orario a tempo pieno e con una retribuzione non inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi e che sia, alternativamente: a tempo indeterminato, su tutto il territorio nazionale; a tempo determinato, anche in somministrazione, se il luogo di lavoro non dista oltre 80 km dal domicilio.

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