La ricerca avviata dalla Fondazione Valter Longo, in collaborazione con la University of Southern California, l'Università della Calabria e l'Università di Palermo e coinvolgerà 500 pazienti con l'obiettivo dichiarato di determinare se si possono ridurre i fattori di rischio per le malattie e l'età biologica della comunità dei partecipanti. Lo start all'iniziativa scientifica è stato dato a Varapodio proprio da Valter Longo, biogerontologo e biologo cellulare italo-americano noto per i suoi studi sul ruolo dei geni del digiuno e della risposta nutritiva sull'invecchiamento e sulle malattie della protezione cellulare. Longo, i cui genitori sono originari della Calabria, terra che anche lui conosce bene per averci trascorso lunghi periodi di vacanza in giovane età, è direttore del Programma di Ricerca su Longevità e Cancro dell'Ifom di Milano e a capo dell'Istituto di Longevità alla University of Southern California - Davis School of Gerontology di Los Angeles.
"Il segreto del centenari? Il Dna pesa al 35%, poi, l'alimentazione e.........
la fortuna". Così all'Adnkronos Salute Nicola Ferrara, già presidente della Società italiana di geriatria e gerontologia (Sigg) e docente all'università Federico II di Napoli, commenta quanto emerge dal report dell'Istat sugli 'Indicatori demografici 2022': il numero stimato di ultracentenari (100 anni di età e più) raggiunge nel 2022 il suo più alto livello storico, sfiorando la soglia delle 22mila unità, oltre 2mila in più rispetto all'anno precedente. "La coorte de centenari in Italia è quella che in proporzione è cresciuta di più e continuerà a farlo anche nei prossimi anni. Prima era un evento rarissimo avere un over 90-100 nel proprio palazzo o rione, oggi è molto più facile. Il segreto? Ci sono vari elementi: la genetica ha una valore che si stima arrivi al 35%, poi ci sono l'alimentazione, lo stile di vita e decisamente anche molta fortuna nel non ammalarsi o nel rispondere bene alle patologie. Sono le donne a superare meglio i 100 anni, con un rapporto di 4 a 1 con gli uomini.
"La Dieta della Longevità - ha detto lo scienziato e ricercatore italo americano, illustrando le caratteristiche dello studio - è un tipo di alimentazione che unisce i cibi storicamente presenti sulla tavola delle persone più longeve alle scoperte scientifiche degli ultimi 30 anni. L'alto numero di centenari che caratterizza alcuni paesi della Calabria, infatti, suggerisce che la Dieta della Longevità, che cambia con l'età, abbia avuto un ruolo importante nei record di centenari raggiunti da Molochio, Varapodio e alcuni comuni limitrofi. La Dieta della Longevità - ha aggiunto lo Longo - prevede un'alimentazione a base soprattutto di alimenti di origine vegetale come i legumi, i cereali integrali, verdure, frutta a guscio e altri prodotti locali, tra cui i limoni. Quanto ad alimenti di origine animale, fino ai 65 anni è contemplato principalmente il consumo di pesce 2-3 volte alla settimana, soprattutto azzurro e di piccole dimensioni, data la miglior qualità nutrizionale e la minor presenza di inquinanti, in particolare di metalli pesanti. Dopo i 65 anni di età, il quantitativo di proteine (ma anche la varietà dei cibi, anche di origine animale) può aumentare, per contrastare la perdita di massa muscolare e ossea che si ha con l'età. È fondamentale, però, essere seguiti da un nutrizionista come quelli che lavorano per la Fondazione Valter Longo".
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