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giovedì 28 settembre 2023

La Presila Catanzarese non è un isola felice. I tentacoli della "ndrangheta" anche dentro i comuni. 52 arresti coinvolto anche un sindaco.

 «Noi possiamo veramente portare la bandiera, noi abbiamo avuto morti, non abbiamo navigato nell’oro, no che con... combattuto guerre, però ci siamo e siamo dignitosi che non abbiamo accusato nessuno». Così parlava Giuseppe Rocca, 62 anni, raggiunto da una misura cautelare in carcere, nell’ambito dell’operazione Karpanthos, condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro e coordinata dalla Dda, che ha svelato l’esistenza di consorterie criminali molti potenti ai piedi della Sila catanzarese.


Considerazioni captate dagli inquirenti, mentre Rocca parlava con il suo interlocutore, vantandosi di non aver mai avuto pentiti tra le fila del suo gruppo criminale di appartenenza, quello dei Carpino. E poi continuava, spiegando che le guerre di mafia sono controproducenti, perché determinano, alla fine, la vittoria dello Stato: «Però cugì, fare guerre, credimi, te lo posso giurare veramente che il signore mi possa fare stare su questa sedia, per questioni che alla fine ha vinto lo Stato! Hai visto Franco Coco che era una potenza? (...) hai capito? ...mano di gomma l’hai visto?». Il riferimento era evidentemente ai potenti boss Francesco Coco Trovato e Nicolino Grande Aracri.

 Nei giorni scorsi con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, diretta da Nicola Gratteri, per l'esecuzione di cinquantadue ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone. Colpita la cosca dei Carpino. Coinvolto il sindaco di Cerva, che è stato arrestato con l'accusa di scambio elettorale politico-mafioso Sono accusate di associazione per delinquere di tipo mafioso ed associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, caratterizzate dalla disponibilità di armi. Contestati anche i reati di ............ 

 estorsione, rapina, ricettazione, riciclaggio ed intestazione fittizia di beni, aggravati dalle modalità mafiose. Nell'operazione, denominata “Karpanthos”, sono impiegati oltre quattrocento carabinieri. Per trentotto degli accusati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per altri otto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e per sei gli arresti domiciliari

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