“La spinosa questione della Fondazione Campanella
pare sia arrivata ad un punto di non ritorno che coincide con
l’assunzione di scelte ben definite, oltre che determinate e
determinanti, da parte della Regione Calabria”. A sostenerlo, in una
nota, è il consigliere regionale del Pd, Antonio Scalzo. “Le risposte
che sapremo dare al problema del Polo Oncologico Fondazione Campanella -
prosegue Scalzo - costituiranno la misura della nostra capacità a saper
interpretare le difficoltà e le speranze di tanta gente e a ridare alla
politica e alle istituzioni quella giusta dignità ed autorità che serve
per difendere la democrazia. La politica deve tornare ad esprimere
capacità progettuale, di mediazione, obiettivi condivisi, deve promanare
una concezione della società e dello Stato e della democrazia fondata
sul primato della persona e delle sue proiezioni sociali che non si
identificano con lo Stato, ma che lo Stato e la politica devono
riconoscere e tutelare. Mollare e rinunciare sarebbe da bollare come una
sconfitta irrimediabile per tutti. Certi che è arrivata l’ora della
verità, come opposizione responsabile e avveduta, non vogliamo sottrarci
a quelle che sono le nostre responsabilità in questa difficile fase che
coinvolge tutta la politica regionale e, appunto, in qualità di
opposizione non riteniamo giusto rinunciare all’ambizioso obiettivo di
avere un unico polo oncologico regionale attivo da tanti anni e i cui
risultati sono sotto gli occhi di tutti”. “Al fine di poter risolvere e
chiudere al meglio - aggiunge Scalzo - tale complicata vicenda che,
però, cammina di pari passo con il futuro della sanità calabrese, con il
destino di tanti malati in cerca di cure specialistiche ed infine con
le tante professionalità lavorative, non possiamo non avanzare una serie
di proposte che vanno nella direzione di voler contribuire a mettere la
parola fine ad una storia tutta calabrese. Siamo convinti che i
pilastri e i punti fermi da cui partire sono due ovvero: il polo
oncologico calabrese e la tutela delle risorse professionali accumulate
entrambe inscindibilmente funzionali alla figura del malato oncologico.
Per quanto ci riguarda, e lo dimostrano anche le responsabilità che ci
siamo assunti, siamo fermamente determinati e convinti a sostenere tale
impostazione che, sia chiaro sarà di supporto al lavoro che gli attori
principali, Regione Calabria e Università di Catanzaro, dovranno..
svolgere. È auspicabile ad esempio, una integrazione con il Ciaccio o
con la stessa università Magna Graecia, magari istituendo o
implementando dipartimenti già esistenti. Si insedi, pertanto,
nell’immediatezza un prestigioso e ma operativo, tavolo tecnico
istituzionale che, a partire dai soci fondatori Università e Regione,
affronti subito l’emergenza determinatosi per addivenire, anche con una
fase ponte, ad una soluzione strategica definitiva capace di
salvaguardare i pilastri di partenza, che si ripete, sono l’esistenza
stessa del Polo oncologico regionale e la tutela di tutto il capitale
umano”. |
veramente vergognoso tanti bravi ragazzi che giornalmente si prodicano nel dare un ottimo servizio verso tante persone malate rischiano di veder vanificato tanti anni di studi di sacrifici
RispondiEliminama dico come si può fare tutto questo dove sono i nostri politici locali da che parte stanno???????
RispondiEliminaBRAVO SCOPELLITI PORTATI TUTTO A RREGGIO CHIUDI TUTTO A CATANZARO NON PER NIENTE CATANZARO TI VUOLE TANTO BENE
RispondiEliminaun punto di riferimento per tanti malati oncologici che evitavano di fare i viaggi fuori regione trovando dei bravi professionisti ma in calabria ciò che funziona viene fatto chiudere
RispondiEliminaConcetta
come un erba cattiva sta facendo morire tutto quel poco di buono che si aveva realizzato una vergogna
RispondiEliminaluigi