domenica 15 gennaio 2012

"Sul concetto di volto nel figlio di Dio" opera teatrale? Diretta? Da Romeo Castellucci un opera che offende noi Cristiani e non solo. Una sola parola Vergogna! Leggete con attenzione l'articolo


L'immagine scelta per essere sporcata dai liquami è il dolcissimo Salvator Mundi di Antonello da Messina, che ritrae Cristo nell'atto di benedire la terra. 
Alla fine, sul viso imbrattato di Gesù discende un velo nero. A commento finale la scritta You are not my shepherd, «Tu non sei il mio pastore».
Al di là delle intenzioni più o meno spirituali o artistiche, note solo all'intimità degli autori, e oltre i consumati dibattiti su dove finisca la libertà d'espressione e dove cominci l'offesa a Dio e ai fedeli, le scene sono risultate oggettivamente choccanti per la sensibilità di larga parte del popolo cristiano. E non solo.
L'immondizia che il “regista” Castellucci ha già messo in scena in Francia approderà tra poco anche in Italia. Dal 24 al 28 gennaio presso il Teatro Franco Parenti sarà infatti messo in scena lo spettacolo teatrale “Sul concetto di volto nel figlio di Dio”.
La coprofilia non è un fenomeno nuovo nel sottobosco dei cosiddetti “artisti”, che trovano il modo di contrabbandare le loro penose patologie per “espressioni d'arte”. Del resto, ognuno esprime ciò che ha in sé stesso, né quindi ci turba il fatto che il sig. Romeo Castellucci abbia, evidentemente, in sé stesso problematiche legate più alla peristalsi che ai sentimenti e all'uso dell'intelletto.
Ciò che ci turba e che non possiamo in alcun modo accettare è il fatto che questo signore malato metta in scena una delle più vergognose offese al cristianesimo, ai sentimenti più puri del popolo italiano, alla fede di milioni di italiani e di centinaia di milioni di altri uomini e donne nel mondo.
Nel citato immondezzaio viene infatti gravemente oltraggiato il Sacro Volto di Cristo, imbrattato con escrementi o con coloranti di adatta e inequivocabile tinta.
Leggiamo che nelle rappresentazioni già tenute in Francia, allo spettacolo disgustoso e blasfemo si aggiungeva, evidentemente per togliere qualsiasi dubbio, anche la diffusione di un fetore inconfondibile.
Davvero si è superato ormai ogni limite. Può anche darsi che il Castellucci, servile e prono alle più schifose mode dominanti, abbia messo in scena quanto abbiamo sopra descritto per mostrare bene e senza possibilità di errore la sua totale omologazione alla dilagante cristianofobia. Questo vuol dire anche garantirsi un più facile accesso alle fonti di finanziamento e mettersi al sicuro con le minoranze violente e prevaricatrici. 



La maggioranza silenziosa dei cattolici ha però deciso di ricorrere alla preghiera, come era già accaduto in Francia, dove gruppi di fedeli si sono riuniti di frequente a sgranare corone e recitare Ave Maria a ripetizione. A Milano il Comitato San Carlo Borromeo ha organizzato per il 28 gennaio alle sette di sera un Rosario pubblico in riparazione dello spettacolo blasfemo davanti al Teatro Parenti.
Andrea Bisicchia, responsabile culturale del teatro, insegna all'Università cattolica. E i vertici del Parenti assicurano che la scena incriminata a Milano non sarà rappresentata: «Gli escrementi non ci sono più da tempo. L'opera finisce con Cristo che piange sul dolore dell'umanità. Abbiamo anche un testo dell'arcivescovo di Oristano che ne parla bene (monsignor Ignazio Sanna l'ha citata in un'omelia del 2 novembre 2011, ndr). È la storia di un vecchio malato che soffre di diarrea ed è accudito dal figlio. Gli escrementi siamo noi uomini».
La Diocesi, sia pur con garbo, non nasconde le proprie perplessità sullo spettacolo del Parenti, che vorrebbe organizzare un incontro per parlare del caso e ha invitato l'arcivescovo. «Non ci prestiamo ai giochini per creare clamore intorno allo spettacolo» dice don Davide Milani, responsabile della comunicazione della Diocesi. E aggiunge: «Se, come sostengono gli organizzatori, la parte peggiore della rappresentazione è stata tolta, aspettiamo di vedere il risultato per dare un giudizio compiuto.