Sono tredici gli ex iscritti alla facoltà di giurisprudenza dell'Università Magna Graecia di Catanzaro a cui il Rettore ha annullato i verbali degli esami di laurea da loro sostenuti negli ultimi anni.
Non solo si sarebbero laureati falsificando raffiche di esami, ma forti di quelle stesse lauree sarebbero diventati avvocati, avrebbero vinto concorsi pubblici e qualcuno avrebbe persino ottenuto incarichi dirigenziali in società partecipate da Enti pubblici. Lo scandalo dei falsi esami alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università Magna Græcia ha dispiegato i suoi effetti nefasti in mezz’Italia. Anche per questo - e soprattutto per tutelare gli sforzi di migliaia di studenti onesti - venuto a conoscenza delle indagini condotte dalla Procura l’Ateneo ha subito deciso di adottare il pugno duro, revocando raffiche d’esami e di lauree ancora prima che l’inchiesta penale completi il suo corso. Già nei mesi scorsi erano state annullate le prime lauree sospette, con decreti a firma dell’allora rettore Francesco Saverio Costanzo. Entrato in carica il successore, Aldo Quattrone, la musica non è affatto cambiata. E adesso arriva una nuova ondata di provvedimenti del rettore, che tecnicamente ha annullato i verbali degli esami di laurea sostenuti da 13 ex iscritti a Giurisprudenza. I nuovi decreti sono stati già notificati agli interessati, che avranno modo d’impugnarli al Tribunale amministrativo regionale, anche se finora l’esito dei contenziosi non ha dato scampo ai furbetti di turno: tutti i provvedimenti di revoca di esami e e lauree sono stati pienamente confermati dal Tar, che fra l’altro ha più volte sottolineato «l’interesse pubblico consistente nel ripristino della legalità persistentemente violata». Ma non solo. Il Tar ha attestato pure che «gli atti in questione, se non annullati, continuerebbero a dispiegare i loro illegittimi effetti» consentendo agli interessati «di continuare ad utilizzare il titolo di studio illegittimamente conseguito» o addirittura «di esercitare la professione avvocato». Tutelare l’immagine dell’Università ed evitare che lauree fasulle continuino a dispiegare i loro effetti illegittimi in termini di accesso a concorsi pubblici, abilitazioni professionali e “peso” legale dei curricula: con queste parole d’ordine l’Ateneo catanzarese continua ad affrontare la situazione con estrema durezza. Tutti i provvedimenti di annullamento delle lauree rappresentano l’ultimo atto di un iter costellato da una serie di passaggi formali, compresa la convocazione degli studenti indagati in sede penale, il contraddittorio e la valutazione degli atti. Una sorta di “processino” interno, dunque, nell’ambito del quale agli studenti è stato consentito di difendersi. Troppo evidenti però, secondo la commissione, si sarebbero rivelati gli elementi a loro carico, a partire dal disconoscimento delle firme sulle veline da parte dei professori. Il sistema di falsificazione utilizzato per anni è stato ricostruito nei dettagli dalla Procura della Repubhblica sulla base delle relazioni dei Carabinieri delegati alle indagini. Tutto è stato messo nero su bianco nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari notifato alla bellezza di 97 persone: nel mirino c’è l’apposizione di false firme dei professori sulle veline (dei verbali d’esami non ci sarebbe traccia) che avrebbe consentito la registrazione di esami mai effettivamente sostenuti. Nei casi di alcuni studenti la falsificazione riguarda due o tre esami, in altri sono state costruite intere carriere universitarie senza mai presentarsi effettivamente ad una sessione d’esame. Gli inquirenti hanno suddiviso il fascicolo in due: gli studenti che si sono laureati e quelli che nonostante la falsificazione di esami non ci sono neppure riusciti. Nel caso dei laureati arriva adesso la revoca del titolo accademico, mentre l’Ordine degli avvocati di Catanzaro ha già radiato i propri iscritti. Il fronte amministrativo s’intreccia ovviamente con quello penale. Lo scandalo è scoppiato nel 2007, dopo la denuncia formalizzata dal rettore quando un docente si accorse della partecipazione a una sessione di laurea di una studentessa che era certo non avesse mai superato l’esame della sua materia. Le indagini sono state delegate ai Carabinieri, che hanno acquisito montagne di carte e verbalizzato le testimonianze di numerosi professori che hanno disconosciuto le firme apposte sulle veline incriminate.
Anche due docenti, però,risultano indagati: avrebbero redatto falsi verbali d’esame.
I nuovi decreti sono stati già notificati agli interessati, che avranno modo d’impugnarli al Tribunale amministrativo regionale. I provvedimenti sono conseguenza dell'inchiesta sugli esami falsi sostenuti presso l'ateneo catanzarese che che da tempo viene condotta dalla Procura della Repubblica e che aveva portato all'annullamento di altri titoli nei mesi scorsi.
Il sistema di falsificazione utilizzato per anni è stato ricostruito nei particolari sulla base delle relazioni dei Carabinieri delegati alle indagini e prevedeva l'apposizione di firme false dei docenti sulle veline degli esami. Le indagini proseguono e non si escludono nuovi sviluppi nelle prossime settimane.