sabato 4 febbraio 2012

Si metterà mai la parole fine ((The End) alla costruzione del ponte sullo stretto di Messina?




Ambientalisti e Pd considerano assurdo continuare a parlare di possibili finanziamenti per le opere connesse dopo la decisione del Cipe che ha definanziato l’infrastruttura di collegamento sullo Stretto
Nuovo capitolo sul Ponte sullo Stretto di Messina: un’opera definanziata ma, secondo ambientalisti ed esponenti del Pd, sulla quale si continua a discutere delle opere connesse e di supporto: serve uno stop definitivo. Parlano di “curiosa insistenza” i senatori del Pd, componenti della commissione Ambiente a Palazzo Madama, Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, per i quali “é curioso che l’eco” della decisione del Cipe di definanziare l’opera “non sia arrivata al ministero dell’Ambiente, dove si continua in maniera imperterrita a discutere delle opere connesse e di supporto al Ponte”. Mentre con una nota congiunta Fai, Italia Nostra, Legambiente, Man (Associazione mediterranea per la natura) e Wwf dicono “basta con i sotterfugi. Il ministero dell’Ambiente - chiedono - non avalli il progetto di Rete ferroviaria italiana (Rfi)”. L’intervento degli ambientalisti arriva a proposito di “un’istruttoria” che Rfi - riferiscono le stesse associazioni - “avrebbe richiesto al ministero dell’Ambiente per avviare la procedura di Valutazione di impatto ambientale sui nuovi collegamenti ferroviari tra il ponte e le linee storiche di collegamento con Reggio Calabria e Gioia Tauro, la cosiddetta fascia Bolano”. Si tratterebbe, spiegano le associazioni, di “un’opera di oltre 250 milioni di euro funzionale solo al collegamento con l’inesistente ponte sullo Stretto di Messina”. In particolare, con la delibera Cipe, dicono ancora i senatori Ecodem “si è messa la parola fine alla vicenda infinita dell’infrastruttura più discussa della storia di Italia, destinando ad altri scopi i 1.624 milioni di euro necessari alla costruzione del Ponte. Una bocciatura - rilevano Ferrante e Della Seta - per il colossale progetto dopo la decisione della commissione Europea” di non inserire il Ponte tra i progetti prioritari delle grandi reti transeuropee per il periodo 2014-2020. Da parte sua il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, da Bari ha detto che “la decisione politica che sarà del Cipe, di fare o non fare il Ponte sullo Stretto, deve essere presa indipendentemente dalla valutazione di impatto ambientale”.
Fare o non fare il Ponte, ha proseguito rispondendo ai giornalisti, “é una decisione politica” e - ha sottolineato - il progetto oggi non è “nelle opere prioritarie”.