Ambientalisti e Pd considerano assurdo continuare a parlare di
possibili finanziamenti per le opere connesse dopo la decisione del Cipe
che ha definanziato l’infrastruttura di collegamento sullo Stretto
Nuovo capitolo sul Ponte sullo Stretto di Messina:
un’opera definanziata ma, secondo ambientalisti ed esponenti del Pd,
sulla quale si continua a discutere delle opere connesse e di supporto:
serve uno stop definitivo. Parlano di “curiosa insistenza” i senatori
del Pd, componenti della commissione Ambiente a Palazzo Madama,
Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, per i quali “é curioso che
l’eco” della decisione del Cipe di definanziare l’opera “non sia
arrivata al ministero dell’Ambiente, dove si continua in maniera
imperterrita a discutere delle opere connesse e di supporto al Ponte”.
Mentre con una nota congiunta Fai, Italia Nostra, Legambiente, Man
(Associazione mediterranea per la natura) e Wwf dicono “basta con i
sotterfugi. Il ministero dell’Ambiente - chiedono - non avalli il
progetto di Rete ferroviaria italiana (Rfi)”. L’intervento degli
ambientalisti arriva a proposito di “un’istruttoria” che Rfi -
riferiscono le stesse associazioni - “avrebbe richiesto al ministero
dell’Ambiente per avviare la procedura di Valutazione di impatto
ambientale sui nuovi collegamenti ferroviari tra il ponte e le linee
storiche di collegamento con Reggio Calabria e Gioia Tauro, la
cosiddetta fascia Bolano”. Si tratterebbe, spiegano le associazioni, di
“un’opera di oltre 250 milioni di euro funzionale solo al collegamento
con l’inesistente ponte sullo Stretto di Messina”. In particolare, con
la delibera Cipe, dicono ancora i senatori Ecodem “si è messa la parola
fine alla vicenda infinita dell’infrastruttura più discussa della storia
di Italia, destinando ad altri scopi i 1.624 milioni di euro necessari
alla costruzione del Ponte. Una bocciatura - rilevano Ferrante e Della
Seta - per il colossale progetto dopo la decisione della commissione
Europea” di non inserire il Ponte tra i progetti prioritari delle grandi
reti transeuropee per il periodo 2014-2020. Da parte sua il ministro
dell’Ambiente, Corrado Clini, da Bari ha detto che “la decisione
politica che sarà del Cipe, di fare o non fare il Ponte sullo Stretto,
deve essere presa indipendentemente dalla valutazione di impatto
ambientale”.
Fare o non fare il Ponte, ha proseguito rispondendo ai
giornalisti, “é una decisione politica” e - ha sottolineato - il
progetto oggi non è “nelle opere prioritarie”. |