L’affascinante paesaggio silano ha ospitato nello scorso
weekend la manifestazione “FAI nei Parchi”, a cura della Delegazione
Regionale del Fondo Ambiente Italiano, in collaborazione con il Corpo
Forestale dello Stato – Ufficio Territoriale per la Biodiversità di
Catanzaro.
Tre giorni in cui il FAI ha proposto ai suoi associati la
visita del Parco della Sila Piccola all’insegna di natura e cultura.
Arrivo nella serata di venerdì 20 e visita guidata di Taverna, in
notturna, ospiti del Sindaco Eugenio Canino. Sabato mattina interessante
convegno su caratteristiche e peculiarità dei massicci calabresi. Sono
intervenuti Sandro Tripepi, Docente di Ecologia all’Unical che ha
parlato di Fauna in Sila Piccola; Dimiter Uznov, del Centro Clhora, che
ha analizzato la Flora in Sila Piccola; Raffaele Lupia, docente ed
esperto forestale, che ha approfondito il rapporto tra la foresta silana
e l’uomo; l’intervento di Riccardo Succurro, Presidente del Centro
Internazionale Studi Gioachimiti, ha avuto come obiettivo la figura del
pensatore calabrese Gioacchino da Fiore nella storia del pensiero
occidentale. Il tutto è stato coordinato dalla Presidente regionale del
FAI, Anna Lia Paravati. Presente anche la Consigliera Nazionale del Fai,
Anna Gastel. Presente anche il Capo Delegazione FAI di Catanzaro,
Carmen Audino. Moderatore il Giornalista Gennaro Cosentino. Nel corso
della mattinata è stato siglato un “Patto d’amicizia” tra il Fondo
Ambiente Italiano – Presidenza Regionale Calabria – ed il Corpo
Forestale dello Stato – Ufficio Territoriale per la Biodiversità di
Catanzaro, rappresentato dal Capo Ufficio, Nicola Cucci, che consentirà
di individuare percorsi di collaborazione per il raggiungimento di scopi
comuni, in difesa della natura e dell’identità culturale. Durante il
convegno si è detto che spesso da fuori si immagina la Calabria come una
terra arida e brulla. In realtà non è così, poiché la nostra terra è
ricca di paesaggi verdi e montani. In Sila, ad esempio, fitti boschi si
alternano a valli e pascoli, caratterizzando il paesaggio e rendendolo
simile a quelli trentini e valdostani. La Sila è stata definita il Gran
Bosco d’Italia. Non è un bosco come tutti gli altri ma conserva delle
peculiarità che la rendono unica e rientra sicuramente tra le foreste
più belle del mondo. Della Sila parlarono in tempi remoti anche
Cicerone, Virgilio, Cassiodoro, Dionigi di Alicarnasso, Strabone, San
Gregorio Magno e Federico II di Svevia. Nonostante le innumerevoli
azioni devastanti da parte dell’uomo, la montagna resiste, come nel caso
di un maestoso pino laricio, esempio portato da Raffaele Lupia.
Sottolineando la grande importanza della risorsa legno, lo stesso si è
rifatto alla frase di San Bernardo di Chiaravalle: “Troverai più nei
boschi che sui libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno ciò che
nessun maestro ti dirà”. Partendo dal monito “le foreste precedono i
popoli ed i deserti li seguiranno”,
Anna Lia Paravati ed Anna Gastel
hanno auspicato una rivoluzione culturale vera e propria, che consenta
un equilibrato rapporto uomo – natura. Secondo il Presidente regionale,
Paravati, “Troppo spesso ci siamo preoccupati di difendere i diritti
inviolabili dell’uomo ma quasi mai abbiamo avuto uguale sensibilità e
presa di posizione per i diritti della natura. L’uomo ha sottomesso la
natura ed lo scempio è evidente. C’è fortunatamente un accenno di
inversione di tendenza ed il FAI è protagonista di questo processo
virtuoso”. Anna Gastel ha rimarcato che “l’isolamento della Calabria
potrà risultare alla lunga positivo perché potrà permettere di salvare
ancora il territorio interno, mentre le coste hanno subito devastazioni
evidenti. La Calabria deve rimanere selva oscura affascinante ed
incontaminata nel tempo”.
Manuel Soluri
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Certo la Calabria la si ritrova com regione di 'ndrangheta,di malaffare di alta corruzione e penso che solo avvicinandosi ad essa con animo puro si potranno godere delle infinite risorse paesaggistiche,culturali meravigliosamente ed unicamentee Calabri e rimanerne colpiti ed estasiati.L'uomo ha fatto scempio di tutto ciò che il Creatore aveva regalato alla nostra terra ma possiamo sempre fare qualcosa per limitare ancora gli innumerevoli danni che sono stati perpetrati in nome dello sviluppo e del progresso.Il cittadino non potrà fare cose eclatanti dovrebbe solo rinunciare al sentimento di rinuncia e rassegnazione che spesso fa parte del nostro bagaglio e fare quelle piccole cose che alla grande diventano grandi.I Comuni dovrebbero aiutare in ciò che occorre per queste cose ed il Governo non dovrebbe strozzare le cose che ci vogliono.Alla fine ,dicono che riducono le spese ma le spese lievitano nelle famiglie che spesso è costretta a tante rinuncie che alla fine si ripercuotono nell'economia.Dunque ben venga la FAI e ciò che offre ma che non sia un'ennesima voragine di forze e fondi.
RispondiEliminacondivido appieno parole sante riprendiamoci la nostra cara calabria
RispondiEliminariprendiamoci la nostra Calabria troppe volte trattata malissimo sopratutto da chi era stato deputato nel difenderla
RispondiEliminaMASSIMO SCARPINO
ma quando capiranno i nostri miopi politici che abbiamo una terra piena di cose belle bisogna puntare sul turismo no alle centrali che deturpano oltre ad inquinare
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