L’obesità e il sovrappeso, da sempre considerati problemi solo dei
paesi ricchi, sono ora in forte crescita anche nei paesi a basso e medio
reddito, specialmente negli insediamenti urbani, e sono ormai
riconosciuti come veri e propri problemi di salute pubblica.
Secondo i
dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2008 1,5
miliardi di adulti, di età inferiore ai 20 anni, risultavano in
sovrappeso e, di questi, circa 200 milioni di uomini e 300 milioni di
donne. In Italia l’obesità rappresenta un problema sanitario di
crescente e pressante gravità con una maggiore diffusione a livello
territoriale di sovrappeso e obesità nel Sud (50,9%), in particolare in
Calabria (51,4%), Molise (51,6%) e Campania (51,8%), ma sono ancora
pochissimi i Centri strutturalmente idonei al trattamento di questa
patologia. In Calabria, nel 2011, da una proposta del professor
Alessandro Puzziello, direttore dell’unità operativa di
Endocrinochirurgia dell’Azienda ospedaliera universitaria Mater Domini
di Germaneto di Catanzaro, nasce un gruppo multidisciplinare per il
trattamento dell’obesità, che è condizione essenziale per effettuare
alcuni trattamenti. Il reparto dell’Azienda Matero Domini, di recente
costruzione – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta
regionale - è stato realizzato con tutte le strutture e le
apparecchiature necessarie a rendere il percorso diagnostico, la fase
chirurgica e la degenza in modo più sicuro e confortevole possibile,
evitando finalmente ai pazienti calabresi di recarsi altrove.Il direttore generale della Mater Domini Florindo Antoniozzi riferisce
che Puzziello, propose ai colleghi delle altre unità operative
l’istituzione del gruppo allo scopo di fornire un percorso specifico,
equilibrato e soprattutto qualificato, per la cura dell’obesità e delle
malattie metaboliche. “Curare oggi una malattia come l’obesità grave -
secondo il dg Antoniozzi - è solo uno dei tanti compiti della nostra
buona sanità dedicata alla popolazione di una regione che ha intrapreso
un percorso difficile di risanamento, ma nel contempo, anche in base
alle sollecitazioni del Presidente della Regione e commissario ad acta
per il Piano di rientro Giuseppe Scopelliti, virtuoso e pieno di
risposte concrete per tutti cittadini, grazie all’impegno ed alla grande
professionalità di chi dedica il proprio lavoro al miglioramento ed
alla adeguatezza dell’offerta sanitaria. La nostra realtà ospedaliera
universitaria – sottolinea ancora Antoniozzi - è strutturalmente nuova e
molto bene attrezzata tecnicamente, grazie anche per l’intervento
dell’Università Magna Graecia e dei suoi professori, nonché ad un nucleo
coeso di persone che lavora in sintonia anche in settori particolari
come la cura dell’obesità grave, siamo in grado di soddisfare a pieno le esigenze di una
Calabria che trova sempre più risposte concrete e qualificate sul suo
territorio, senza doversi rivolgere a strutture fuori regione”.
Entrando nel merito della malattia, il professor Puzziello spiega che
“L’obesità è considerata un fattore di rischio per gravi condizioni
morbose e patologie croniche invalidanti come le malattie ischemiche del
cuore, l’ictus cerebrale, il diabete insulino dipendente,
l’ipertensione arteriosa e alcune neoplasie. Per un paradosso
economico-sanitario - dice Puzziello - si muore più di troppo mangiare, o
meglio di mangiare male, che non di fame. Fortunatamente oggi abbiamo
più opportunità a disposizione e nuove tecniche chirurgiche che
interagiscono tra loro per creare quelle condizioni necessarie alla
migliore riuscita. L’obiettivo finale è raggiungere una cura efficace e
su misura per il paziente grande obeso. L’approccio terapeutico deve
essere multidisciplinare. Il criterio giusto – prosegue Puzziello - si
basa sul lavoro sinergico tra più figure mediche: il dietologo, il
chirurgo, l’anestesista, lo psichiatra, l’internista/diabetologo,
l’endocrinologo e così via. Del resto, la Società Italiana di Chirurgia
dell’Obesità raccomanda che la terapia chirurgica dell’obesità grave e
della superobesità sia effettuata solo in Centri che possano garantire
la presenza effettiva di un’équipe interdisciplinare dedicata che abbia
competenze culturali e tecniche specifiche, tali da potersi fare carico
di tutte le fasi terapeutiche. In sintesi è necessaria la creazione di
una task-force multidisciplinare deputata al trattamento dell’obesità
che conosca l’importanza clinica di questa condizione patologica, la sua
diffusione sul territorio, la difficoltà che si ha nel fronteggiarla,
la necessità di chiarezza in termini di prevenzione ma anche di terapia.
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