martedì 13 marzo 2012

Il 41% dei comuni calabresi sciolti per mafia appartengono a coalizioni di liste civiche

Appartiene alle liste civiche, con il 41%, il primato del colore politico delle amministrazioni comunali sciolte per infiltrazioni mafiose in Calabria. A documentarlo è uno studio di Legautonomie che, da poco meno di un anno, ha attivato una banca dati sui comuni sciolti per mafia, consultabile sul web. Lo studio sul tema”Il colore politico delle amministrazioni disciolte”, a cura di Claudio Cavaliere, è stato presentato a Catanzaro, oltre che dall’autore, dal presidente di Legautonomie Calabria Mario Maiolo, dal responsabile piccoli comuni dell’associazione Giuseppe Pitaro e dalla parlamentare del Pd Doris Lo Moro. Su 37 scioglimenti avvenuti nella regione e registrati dalla Banca dati - è stato spiegato - il 32,4% ha riguardato amministrazioni di centrodestra; il 16,2% di centrosinistra; l’8,1% al centro monocolore e il 2,7% al centrosinistra storico. Lo studio ha preso in considerazione l’evoluzione del settore dall’approvazione della legge 81/93 che ha rappresentato una vera rivoluzione nel panorama degli enti locali con l’introduzione del doppio turno di elezioni per i comuni superiori a 15 mila abitanti; la riforma dell’elezione dei Consigli mirata a garantire maggiore solidità alle maggioranze; il ridimensionamento di Consigli e Giunte e l’introduzione del limite dei due mandati consecutivi per il sindaco. È stata analizzata, inoltre, anche la celerità della risposta dello Stato ai processi di infiltrazione mettendo in rilievo che in media trascorrono circa tre anni tra la data delle elezioni e il Dpr di scioglimento. In un caso limite lo...
scioglimento è avvenuto dopo 1.841 giorni, più di cinque anni. Fino ad oggi, secondo quanto documento lo studio, i tempi di scioglimento sono stati meno di dodici mesi per il 7,2% dei comuni.