Di fatto dal 1° gennaio 2011 non sono più validi gli attestati che certificavano l’esenzione per chi aveva una condizione economica configurata dall’indicatore Isee con il codice E00, cioè per tutti i nuclei familiari con reddito complessivo fino a 10.000 euro. Non solo: chi aveva prenotato prestazioni specialistiche o aveva prescrizioni di farmaci con codice E00 si vede invalidare la prestazione di cui doveva usufruire, a meno che questa non sia stata erogata entro il 31 dicembre 2010. Con le modifiche apportate da Scopelliti al regolamento regionale per l’esenzione ticket, sono state create 4 fasce di esenzione da applicare senza indicatore Isee, e anche se opportunamente sono stati esentati i bambini sotto i 6 anni e gli anziani sopra i 65 con reddito inferiore ai 36.151,98 euro, l’intero provvedimento appare oltremodo penalizzante per tutti i componenti di nuclei familiari che prima erano esenti perché al di sotto di 10.000 euro di reddito Isee.
Il problema, oltre che politico, è sociale, e andrebbe affrontato con grande senso di responsabilità, soprattutto alla luce del difficilissimo momento storico che vive l’economia italiana e il Meridione in particolare. Nonostante sia comprensibile la necessità di fare cassa per ripianare il disavanzo del settore sanitario, riteniamo, come per la riorganizzazione della rete ospedaliera, che i provvedimenti di Scopelliti in qualità di commissario ad acta siano oltremodo penalizzanti per le fasce deboli e per i territori disagiati. I sacrifici, pur necessari, vanno senza dubbio ripartiti con maggiore equità".
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, chiede al governatore Giuseppe Scopelliti di «revocare l’ultimo suo provvedimento sulle nuove misure per l’esenzione dal ticket, di mantenere fede alla sua promessa fatta all’indomani della sua elezione nel marzo dello scorso anno e di cancellare completamente l’odioso, iniquo balzello (ticket) sanitario, che penalizza le fasce più deboli e povere della popolazione calabrese». Corbelli invita Scopelliti a «risparmiare tagliando gli sprechi» e lancia la provocazione di «destinare i soldi dei gruppi consiliari (oltre 500 mila euro all’anno a testa) per coprire i mancati incassi del ticket. È questo un concreto, importante segnale di un cambiamento reale rispetto al passato,che si aspettano i cittadini dal nuovo presidente della Regione, non invece un provvedimento che esclude dall’esenzione del ticket nuove fasce di popolazione. Scopelliti aveva promesso subito dopo la sua elezione, raccontando l’invito che gli era stato rivolto a questo proposito da suo padre, che avrebbe abolito il ticket sanitario. Oggi a distanza di dieci mesi dalle elezioni non solo non ha abolito il ticket ma addirittura ha escluso dalla esenzione nuove fasce della popolazione. Il Governatore non tradisca le attese della gente e le promesse da lui fatte e cancelli questo ticket, che penalizza i cittadini più poveri. E questa una importante novità che può rappresentare una svolta significativa rispetto al passato. Dipende da Scopelliti porla subito in essere. Diritti Civili gli chiede un atto di coraggio e di coerenza. Cancelli l’odioso ticket e destini i soldi dei gruppi consiliari alla sanità»
" E' il caos. La Cgil l'aveva previsto e denunciato perche' quando si compiono scelte che vanno a scardinare un sistema che faticosamente si e' assestato nel tempo non si puo' non generare confusione e malcontento. Com'e' noto il 31 dicembre 2010 sono cessate le esenzioni per reddito come alla D.G.R. n. 247/'09 e sono stati reintrodotti con decreto n.19/2010 del Commissario ad acta i vecchi codici in base alla codifica nazionale (Decreto del MEF del marzo 2008). Molti cittadini solo ora stanno prendendo coscienza dell'iniquita' dei criteri di compartecipazione alla spesa sanitaria appena reintrodotti che escludono dall'esenzione per prestazioni specialistiche e prescrizione di farmaci molti lavoratori, pensionati ed inoccupati precedentemente esenti". A parlare e' Mimma Iannello, segretaria della Cgil Calabria, che aggiunge: "Gia' con il precedente sistema la CGIL aveva criticato il limite basso di reddito fissato per usufruire dell'esenzione (10.000 euro), ma con l'introduzione dell'ISEE erano state almeno salvaguardate le fasce piu' disagiate, a prescindere dallo status lavorativo, e le famiglie piu' numerose. Il sistema appena entrato in vigore, per fare cassa con le tasche dei cittadini (non bastava l'aumento dell'Irpef e dell'Irap?), - dice - abbassa ulteriormente quei limiti di reddito ed esclude dal beneficio lavoratori, inoccupati e numerosi pensionati con meno di 65 anni. A rendere ancora piu' beffardi i criteri introdotti, senza alcun confronto con le OO.SS., e' stata anche la scelta di abbandonare la certificazione del reddito tramite ISEE per passare al semplice reddito imponibile dichiarato per tramite autocertificazione ed aver fatto scattare la nuova normativa da inizio anno quando non si e' ancora in possesso del reddito certificato 2010 e nel mentre sono tanti i cittadini che hanno il tesserino di esenzione valido sino a giugno 2011. Questo - continua - sta creando grande disappunto fra i cittadini per le ripercussioni sui propri bilanci familiari gia' falcidiati dalla crisi e per l' esposizione a file interminabili presso gli uffici distrettuali dove si trovano ad autocertificare i propri redditi ignorando in molti casi i tecnicismi annessi ad una sua corretta lettura che li espone cosi' al rischio di gravi sanzioni in caso di controlli. A questo va aggiunto che molti medici di famiglia e pediatri segnalano il mancato aggiornamento degli elenchi sanitari, denunciano l'abolizione della gratuita' di importanti screening anche per i bambini e manifestano, insieme a tanti operatori amministrativi, non pochi dubbi di interpretazione sugli aventi diritto all'esenzione". La Cgil, pertanto, sollecita la convocazione, da parte della Regione, dei sindacati "per adottare le dovute misure correttive al decreto, risolvere le piu' vistose iniquita' ed i disagi arrecati ai cittadini ed agli operatori sanitari".