“Faccio colazione sulla tomba di mia moglie ogni mattina”. Maurice Saatchi,
magnate della pubblicità nonché socio fondatore (insieme con il
fratello Charles) della celebre agenzia Saatchi & Saatchi ha perso
la moglie il tempo si è fermato il 2 giugno del 2011, Josephine,
scrittrice de “Il Danno”. Morta di cancro alle ovaie dopo due anni di sofferenze.
Da allora Maurice lascia ogni giorno il posto apparecchiato al tavolo
da pranzo e organizza i giornali nell’ordine che lei preferiva
leggerli, anche se qualcuno potrebbe considerare questi comportamenti al
limite del patologico. “In effetti, ho creduto di essere vicino alla
pazzia – ammette Saatchi – ma poi ho scoperto che anche la Regina
Vittoria ha tenuto per 40 anni le posate di Alberto. E
dopo aver letto un centinaio di libri sul tema del dolore, mi sono
convinto che andare avanti con la propria vita quando si subisce un
lutto sia un mostruoso atto di tradimento, oltre che un gesto di puro
egoismo”.
Il magnate e la celebre scrittrice irlandese, che si
conobbero mentre entrambi lavoravano per l’editore Haymarket, si sono
sposati nel 1984 e hanno avuto un...
figlio, Edward, oggi quasi trentenne.
“Il mio amore per Josephine è stato talmente forte che ci ha fatto
diventare una persona sola – continua Saatchi – e questo non cambierà
mai. Quando nel 2009 mia moglie mi confidò che le avevano trovato il
cancro, mi disse “la tua vita è rovinata”: aveva ragione, del resto ce
l’aveva sempre. Questa malattia è mostruosa, spietata, implacabile e
senza pietà e la sua cura è qualcosa di medievale, degradante e
inefficace”.
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che storia, il vero amore neppure la morte riesce a farlo morire
RispondiEliminabuona domenica a tutti
Maria
buona domenica e ancora auguri al nostro blog
RispondiEliminaDOMENICO
dovremmo prendere tutti un pò esempio da questa storia cercando di voler bene alle persone che ci stanno vicine anche quando sbagliano perchè il bene non si misura con altro bene che si riceve ma si da senza sapere se nella stessa misura ti sarà dato anche a te
RispondiEliminastoria molto bella di un amore che non vuole morire mai
RispondiEliminaQuando l' amore sconfina nella patologia , non è piu' amore, bensi' malattia e disturbo mentale.Pertanto non è assolutamente auspicabile questo modo di essere vissuto. Se è vero come è vero che, amore vuol dire essere e sentirsi in sintonia profonda con la persona amata, traendone reciprocamente nuova energia per affrontare la vita .....allora è pur vero che fossilizzarsi e adagiarsi in un atteggiamento di questo tipo , significa allontanarsi dall' essenza dell' amore stesso in quanto VITA ...e non ....morte.
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